target - scuola omicidi (1985)

Un thriller spionistico abbastanza bolso che resta a metà strada fra "I tre giorni del condor" ( il funzionario Cia braccato da un nemico invisibile ) e "Frantic" ( la moglie rapita a Parigi ), aggiungendoci un pò di sane grane famigliari tra il padre assenteista Hackman ed il figlio impulsivo Dillon. Tra i vari elementi in gioco alla fine è proprio quest'ultimo a funzionare meglio grazie all'affiatamento dei due attori protagonisti; la sceneggiatura invece sceglie strade troppo impervie da seguire fra Stati Uniti, Parigi, Berlino ed il ritmo che la supporta è a dir poco zoppicante. E anche il finale

SPOILER

Anche essendo negli anni 80, di certo non é un soggetto molto originale, assomiglia molto a tanti film di spionaggio dell'epoca, con questi soggetti incentrati in europa, complotti, cia, fbi, e comunisti, questi sono gli ingredienti della minestra, solitamente vi sono comunque delle belle realizzazioni, invece questo film resta abbastanza anonimo, l'unica cosa che comunque va é il rapporto padre-figlio trattato abbastanza bene. Tuttavia l'intreccio risulta molto confusionale e vi sono parecchi buchi di sceneggiatura.
Salvo Hackman che comunque sforna una buona performance, ma non basta a salvare la baracca.

E' un film interessante nelle sue premesse, perchè propone il rapporto tra padre e figlio sotto il punto di vista dell'identità. Da parte del padre un riappropriarsi di un'identità perduta dopo la "copertura" di un rassicurante, quanto grigio, padre di famiglia, mentre invece da parte del figlio, la figura paterna assume dei caratteri nuovi e mai visti. C'è senza dubbio un effetto straniamento notevole nel film di Penn, però non sfruttato fino in fondo. Penn cerca di equilibrare queste tematiche all'interno di un plot che possa avvincere nella sua visione, ma rimane in un certo senso in mezzo al guado non soddisfacendo pienamente da ambedue i punti di vista. E' più un'occasione mancata, ma il film, ripeto, partiva da buone premesse nient'affatto banali.

Un pò "Frantic" un pò "True Lies" con la differenza che questo "Target" li ha preceduti entrambi. Tuttavia da Arthur Penn era difficile aspettarsi una spy story più fiacca e di maniera di questa.
Poco ritmo e ancor meno suspense, scarsa alchimia tra un grande classico come Hackman e l'idolo delle teenager Dillon, nessun segno di autoralità.
Un irrilevante incidente di percorso di un regista più volte straordinario.
Il film meriterebbe anche meno ma ho troppo rispetto sia per Penn (da poco scomparso) che per Hackman.