nick mano fredda (1967)

Un eccezionale Newman nei panni di un "pluri-fuggiasco" in un inno appassionato alla libertà e alla ribellione

Film perfetto per quel "ribelle" di Paul Newman,che qui ci diventa a causa della societa'!
Con una punizione fin troppo severa si prende 2 anni di lavori forzati e conosce cosa vuol dire stare in gabbia...Ma il suo bisogno di liberta',di fuga,è troppo forte!Ma forse i suoi ideali non possono essere altro che un fotomontaggio su di un giornale di gossip...niente di possibile quindi...
Fino al momento della prima fuga non troviamo guardie che abusano del loro potere come spesso vediamo in questo genere di film!Il problema del nostro "ribelle" non sono i sorpusi ma l'intero ambiente che lo circonda,torno a ripetere la societa'!
E chi era prima?un combattente,uno che stava dalla parte dei "buoni" ,anche se di lui sappiamo pochissimo!
E' anche un uomo alla ricerca di Dio,di un senso della vita...Dio che non trova nemmeno all'interno di una chiesa,dove manca addirittura quel simbolo religioso che troveremo sollo all'ultima scena...perche quella croce che cercava era sotto i suoi piedi,era il campo di lavoro dove lasciava cadere il suo sudore,la croce del suo martirio!
Film strepitosamente toccante!

Uno dei più classici jail-movie di sempre, e una delle interpretazioni più riuscite di Newman: nel ruolo che gli è più congeniale, quello del personaggio "negativo" la cui malasorte trova sempre modo di far empatizzare lo spettatore con lui. Memorabile il feroce scontro con Kennedy, e ottima la rappresentazione della colonia penale.
Qualche dubbio sulla figura del direttore del carcere, eccessivamente caricaturale anche nella fisiognomica (la smorfia della bocca, la sua andatura).
Al contrario, fotografia davvero esaltante, che sembra essere notevolmente influenzata dalla Factory e (specialmente nel duro finale) da certi film di Roger Corman

C'è qualcosa che non funziona in questo film. Ad equilibrare un cast di tutto rispetto e qualche scena che è entrata nella storia del Cinema, non è giusto dimenticare che sceneggiatura e regia sono un po' scadenti. Il film si regge su Newman disperatamente, eccezionale qui come sempre, ma è ripetitivo (lavoro/dormitorio/lavoro) e le fughe sono così inaspettate che colgono sì di sorpresa, ma andavano architettate di più (concedendo allo spettatore il privilegio di saperle in anticipo) entrando un po' nella mente fredda di Nick. E a volerla dire tutta, mi sembra piuttosto assurdo che un uomo trovato ubriaco, che ha divelto qualche parchimetro, si becchi due anni di prigione ai lavori forzati. Potevano inventarsi un reato più credibile.