carlito's way regia di Brian De Palma USA 1993
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carlito's way (1993)

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locandina del film CARLITO'S WAY

Titolo Originale: CARLITO'S WAY

RegiaBrian De Palma

InterpretiAl Pacino, Sean Penn, Penelope Ann Miller, John Leguizamo, Ingrid Rogers, Luis Guzman, Joseph Rebhorn, Joseph Siravo, Viggo Mortensen, Richard Foronjy

Durata: h 2.24
NazionalitàUSA 1993
Generedrammatico
Tratto dal libro "Carlito's way" di Edwin Torres
Al cinema nel Febbraio 1993

•  Altri film di Brian De Palma

Trama del film Carlito's way

Carlito Brigante, ex malavitoso Newyorkese, dopo cinque anni di prigione riesce a uscire grazie ad un cavillo legale escogitato dal suo avvocato. Deciso ad abbandonare il crimine ed a ritirarsi alle Bahamas con la donna che ama, apre un locale notturno per risparmiare i soldi necessari ma il destino sarà crudele con lui.

Film collegati a CARLITO'S WAY

 •  CARLITO'S WAY - SCALATA AL POTERE, 2005

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Voto Visitatori:   8,84 / 10 (400 voti)8,84Grafico
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Voti e commenti su Carlito's way, 400 opinioni inserite

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ZanoDenis  @  14/03/2016 16:12:36
   10 / 10
ATTENZIONE SPOILER

Prima o poi mi toccava commentare Carlito's Way, per me a mani basse il miglior film di De Palma, oserei dire il migliore degli anni 90 tra quelli che ho visto fin ora e in assoluto uno dei miei film preferiti.
Carlito's way è una storia di redenzione, De Palma si allontana dall'egocentricità di Scarface e va verso una riflessione sul singolo individuo e sulla società, tramite la sua tecnica straordinaria, qui impeccabile finalmente al servizio di una sceneggiatura più che valida (cosa che non accadeva in molti suoi film passati, in cui tecnicamente troviamo trovate straordinarie, ma peccano sempre narrativamente).
Carlito Brigante è stanco del vortice di criminalità in cui si trova, sogna solamente una vita tranquilla a noleggiare auto a Paradise Island con la sua amata Gail, ma non tutto andrà come previsto.
Già dalle prime scene ci si rende conto che stiamo assistendo ad un capolavoro, De Palma imposta una narrazione straordinaria fin da subito, uso molto frequente del narratore esterno, universalmente considerato una spia di malinconia, di malessere nel presente, Carlito è un uomo che nel presente non ci sta mai, è sempre occupato a pensare ai suoi peccati passati o a fantasticare sulla sua vita futura, sul suo sogno di mollare tutto e uscire dal giro, qui Al Pacino, e anche il doppiatore nella versione italiana ci danno una grossa mano, utilizzando una tonalità di voce che traspare una certa malinconia, figlia di esperienze dolorose e del malessere quotidiano di cui è succube il nostro Carlito.
Ma ci sono un sacco di altri elementi espressivi in gioco, questo film mi fa capire che in un certo senso De Palma ha capito tutto, mi spiego meglio, fondamentalmente il film non ha una struttura originalissima, anzi eredita a piene mani la struttura dei classici noir del passato, è pienamente citazionista verso quella tipologia di film, a partire dalla caratterizzazione del protagonista, che come in passato è un antieroe, mai pulito, con la coscienza sporca, nei peggiori giri, in via di decadenza ma in cerca di redenzione, vi è anche una fotografia a mio parere straordinaria e al massimo dell'espressività possibile, basti guardare il contrasto che vi è tra le scene girate in interno e le scene in esterni, la città è vista come una vera e propria giungla minacciosa, buona parte delle volte che viene mostrata sta piovendo, fotografata in maniera cupissima va a rappresentare tutto ciò di terribile che può accadere al protagonista, i giri, la criminalità, la sua vita messa quasi sempre in pericolo, la città è quell'entità oscura da cui non si può sfuggire. C'è una scena particolarmente suggestiva, quella in cui Carlito sfonda la porta della sua amata Gail e finiscono per fare l'amore, alla fine della sequenza vi è l'inquadratura con Carlito abbracciato a lei e dietro la città buia e piovosa, perfetta metafora della condizione del protagonista, che trova conforto nelle braccia della donna amata, ma è sempre rincorso dai pericoli della giungla cittadina che incombe, dolorosamente, alle sue spalle.
Altra sequenza straordinaria è quella del biliardo, nella prima mezzora di film, girata con una tecnica di suspense efficacissima, anche qui De Palma eredita tecnica e stile dai suoi registi più stimati e confeziona una sequenza che lascia senza fiato, fa smettere di battere il cuore per diversi secondi, già da quando Carlito chiede di andare in bagno, si intuisce qualcosa, il sospetto distrugge lo spettatore, poi l'inquadratura nel riflesso degli occhiali è una vera chicca.
Ma le perle registiche di De Palma non sono finite qui, anzi vi sono virtuosismi ovunque, basti pensare all'utilizzo del pianosequenza all'interno della discoteca, o la straordinaria sequenza dell'inseguimento alla stazione, altra scena estremamente ansiogena e piena di pathos.
Anche i personaggi fanno la loro figurona, intanto troviamo Sean Penn in una delle interpretazioni che ho amato di più, un avvocato che può sembrare sobrio e pieno di buonsenso all'inizio del film e che pian piano si trasformerà in una sorta di animale, sballato, sopra e righe e opportunista, passerà in pochissimo tempo, dall'essere avvocato, ad essere un gangster, probabilmente il suo personaggio mostra come prima o poi per autodifesa, per istinto di sopravvivenza (viene detto più volte nel film che lui all'inizio era un bravo ragazzo che temeva i suoi clienti mafiosi) si viene risucchiati inevitabilmente in questo vortice di criminalità, omicidi e continui pericoli, a cui è impossibile sfuggire, Penn offre una prova straordinaria, molto istrionico e sopra le righe, ma con un'evidente spia di disadattamento, una delle sue prove migliori.
Poi vi è anche la Miller, la cara Gail unica oasi di piacere del protagonista, uno dei pochi motivi per andare avanti è lei, anch'essa risucchiata in parte dalla società che continua a rosicchiare l'essere umano pezzo per pezzo, sarà costretta a ruoli che non le piacciono, di cui farebbe a meno, una sognatrice ad occhi aperti come Carlito, forse l'unica vera figura positiva del film (stranamente questo film non contiene misoginia, ed è una cosa rara in De Palma se guardiamo la sua filmografia).
E poi c'è Benny Blanco, una sorta di deus ex machina, colui che forse incarna il destino beffardo, recita per tutto il film con il suo sorrisetto ironico, sarà la dimostrazione di tutto, anche quando sembra che sia andato tutto bene, basta un piccolo intervento per rovinare tutto, da parte di uno che tralaltro non è mai stato nessuno, ma può fare gli sgambetti ai più alti.
Anche il resto della gamma di personaggi sono comunque interessanti, mi vengono in mente Guzman e Mortensen che rappresentano l'opportunismo che vi è nel sistema e nella criminalità, entrambi non guardano in faccia nessuno, nemmeno il povero Carlito con cui erano amici da decenni, e qui vengono a galla altri diversi significati che aveva già esposto Scorsese in Goodfellas: " L'onore e tutti i valori dei criminali vanno a puttàne quando c'è da salvarsi il cùlò" e qui viene ancor più confermato.
Una nota sullo stile: sembra molto di più un film anni 80' che anni 90', dalle scenografie all'interno delle discoteche a molti pezzi utilizzati (vi è una buonissima colonna sonora in effetti) e probabilmente questo elemento stilistico è una conferma del vivere nel passato di Carlito, che vede la sua città in quel momento come un rudere in rovina, una rovina più morale che fisica.

Che altro dire, un film straordinario, toccante, coinvolgente, per me un capolavoro assoluto, di una malinconia e umanità uniche, un De Palma maturissimo che coniuga perfettamente le sue straordinarie abilità tecniche ad un film dai significati profondi e mai banali, un film citazionista che eredita stile e tecnica dai grandi maestri, mettendo insieme, finalmente quello che è l'unico capolavoro di De Palma, e che io definirei una sorta di "Noir postmoderno".

Capolavoro.

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Ultima risposta 05/07/2016 02.38.14
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