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Uno dei film che ho dimenticato di commentare, eppure credo doveva essere il primo. Per la mia passione per Fellini, per un legame intimissimo che ho con la sua città, per quella sintesi perfetta tra intimo e corale che solo Fellini è riuscito a realizzare, per quell’ironia che spesso ricordo e alla quale non sempre riesco ad aggrapparmi per venire a capo di una realtà (mia) quotidiana tragicamente grottesca, tragicamente reale ed irreale. Quella particolare visione di se e degli altri, quella prospettiva che si ha sulla storia attraverso personaggi semplici ma rappresentativi paradossalmente di ambiguità di noi tutti, quel rendere poesia la felicità, follia ogni omologazione, ipocrisia e fanatismo ogni credo, sterilizzare ogni vincolo da falsità e rendere l’uomo libero di essere davvero libero, di soffrire, di gioire. L’interprertazione della Maggio è qualcosa di sublime, i ricordi della scuola sono per me di una dolcezza infinita. Le musiche me le canticchio ogni giorno nella mia testa.