mr bean's holiday regia di Steve Bendelack Gran Bretagna 2007
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mr bean's holiday (2007)

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locandina del film MR BEAN'S HOLIDAY

Titolo Originale: MR BEAN'S HOLIDAY

RegiaSteve Bendelack

InterpretiRowan Atkinson, Willem Dafoe, Max Baldry, Emma de Caunes, Jean Rochefort, Karel Roden, Pierre-Benoist Varoclier

Durata: -
NazionalitàGran Bretagna 2007
Generecommedia
Al cinema nell'Aprile 2007

•  Altri film di Steve Bendelack

•  Link al sito di MR BEAN'S HOLIDAY

Trama del film Mr bean's holiday

Ritorna Mr. Bean, ma é già pronto a ripartire per le sue vacanze nel Sud della Francia. Tra contrattempi e gag esilaranti arriverà sino a fare una capatina al Festival del Film di Cannes.

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Extra MR BEAN'S HOLIDAY

23/04/2007 Note di produzione

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MR BEAN'S HOLIDAY
Note di produzione


Immagine tratta dal film MR BEAN'S HOLIDAY

Immagine tratta dal film MR BEAN'S HOLIDAY

Immagine tratta dal film MR BEAN'S HOLIDAY

Immagine tratta dal film MR BEAN'S HOLIDAY
 

Mr Bean, che ha visto la luce sugli schermi televisivi inglesi nel 1990, è diventato una star internazionale grazie all'eccezionale abilità di Rowan Atkinson di coniugare una tenera e irresistibile comicità fisica e farsesca ad una amabile personalità. La serie TV, che ha venduto in tutto il globo, ha portato i due sceneggiatori Rowan Atkinson e Richard Curtis a creare un film per il grande schermo, Mr. Bean – L'ultima catastrofe, che ha visto l'attore protagonista impelagato nel mondo dell'arte di Los Angeles.

Dopo l'enorme successo internazionale del primo film di Bean – più di 260 milioni di dollari in tutto il mondo nel 1997 – la decisione dei suoi creatori di dare al personaggio una seconda uscita cinematografica era solo una questione di tempo. Questa volta però i filmmaker erano decisi a non ripercorrere la stessa strada, né dal punto di vista stilistico né da quello narrativo.

"Abbiamo sempre saputo di dover fare un altro film di Mr. Bean, ma doveva essere molto diverso dal primo" spiega Rowan Atkinson, il pluripremiato attore e sceneggiatore che ha co-creato, insieme a Richard Curtis, il personaggio comico. "Abbiamo fatto il primo film dieci anni fa e se avessimo voluto farne un sequel sarebbe stato logico farlo otto o nove anni fa e non ora, ma c'è voluto del tempo perché riuscissimo a fermarci e a pensarci su seriamente."

Interpretare di nuovo il personaggio di Bean non è stato difficile per Atkinson, malgrado sia passato un decennio dall'ultima volta che ha vestito i suoi panni. "Non l'ho frequentato molto dall'ultimo film – l'ultima volta che ho interpretato il personaggio è stato in un programma televisivo inglese per bambini circa due anni fa. Ma non è stato affatto difficile ritrovarlo, capirlo e sapere come si sarebbe comportato nelle situazioni più diverse. Non devo più lavorare su di lui e sulle sue reazioni. Lo conosco istintivamente, i suoi istinti infantili sono molto forti in me. La difficoltà per me è stare al centro del film, essere virtualmente in ogni scena e assicurarmi che i rapporti tra Bean e le persone che incontra funzionino e funzionino bene."

Atkinson era anche affascinato dalla possibilità offerta da un nuovo film di esplorare uno stile diverso. "Ho sempre creduto che con Mr Bean bisognasse fare un film di stile europeo" dice. "Il primo film era più americano dal punto di vista stilistico. Aveva la storia, il format e il tono di una commedia americana per famiglie. Sono sempre stato interessato all'idea di Bean come elemento attivo, che guida la storia, invece che come elemento reattivo, come una sorta di figura satellite che se ne sta sullo sfondo mentre la storia viene portata avanti da altri personaggi come accadeva nel primo film."

Tim Bevan, produttore e co-chairman della Working Title Films spiega come tutti gli elementi creativi si siano incastrati: "Quando abbiamo finito Johnny English ho suggerito a Rowan di sviluppare due film, uno dei quali avrebbe dovuto essere il sequel di Mr Bean." Sia lui che Richard Curtis pensavano che per fare un altro film sullo stesso personaggio bisognasse aspirare a un livello di creatività diverso e renderlo il più puro e cinematografico possibile. "Il personaggio di Bean possiede una autentica e genuina semplicità" continua Bevan, "qualcuno allora ha avuto la geniale idea di coinvolgere Simon McBurney, il co-fondatore del Theatre de Complicite. Ha una grande esperienza nel campo del movimento e del mimo. Lui e Rowan si sforzano essenzialmente di fare la stessa cosa, catturare il pubblico attraverso una comicità più o meno silenziosa."

McBurney è stato immediatamente affascinato dalla prospettiva di collaborare con Atkinson: "Rowan è un performer assolutamente unico e eccezionale. L'ho conosciuto e visto lavorare all'inizio degli anni '80, quando ero molto giovane, e sono rimasto ipnotizzato dal suo lavoro teatrale perché lui era uno di quegli attori che potevano salire sul palco e niente succedeva ma tu ti ritrovavi completamente rapito, a ridere a crepapelle senza avere la più pallida idea di cosa lui stesse facendo. Ha un'eccezionale presenza fisica e una immaginazione incredibile come attore. Quando recita, improvvisamente reagisce a qualcosa che nessun altro può vedere – è nel personaggio e gioca con questo. Gioca, recita e inventa continuamente e questo lo rende davvero speciale."

Lavorare con un personaggio che si esprime attraverso l'azione piuttosto che con la parola è stato un altro forte incentivo. "Amo moltissimo la commedia muta in tutte le sue miriadi di forme" dice McBurney, che ha sempre desiderato fare un omaggio al cinema comico muto. "Una delle prime cose che ho fatto con Rowan è stata guardare film di Buster Keaton, Charlie Chapin, Harold Lloyd e Carl Valentine. Abbiamo anche guardato pezzi di Jacques Tati e io ho pensato che sarebbe stato emozionante provare e fare un film in cui Bean dice pochissimo. E' il personaggio più meraviglioso del mondo quando fa qualcosa, non quando dice qualcosa."

I realizzatori del film erano consapevoli che sarebbero stati fatti confronti e paragoni con la classica commedia francese di Tati Le vacanze di monsieur Hulot  ma, come dice Rowan Atkinson: "Il nostro film è guidato dal desiderio di Bean di raggiungere una bella spiaggia. Non ha tratto particolare ispirazione da Le vacanze di monsieur Hutot. In realtà l'essenza di quel film era che Hulot viaggiava per 5 minuti e stava sulla spiaggia per un ora e mezzo, mentre noi viaggiamo per un'ora e mezzo del film e restiamo sulla spiaggia per 5 minuti. E' il contrario!"

Quando i collaboratori hanno cominciato a immaginare le possibili trame, è emerso un elemento-chiave: l'introduzione di un personaggio femminile. "Prima che Simon venisse coinvolto avevamo pensato che questo doveva forse essere un film su Bean e una donna" dice Bevan. "Quando Simon è salito a bordo, pensava che Bean non fosse un personaggio che potesse innamorarsi sullo schermo, ma trovava l'idea del coinvolgimento di una donna nella storia in qualche modo molto interessante. Simon e Rowan hanno deciso che il film doveva essere un viaggio e che dovevamo mantenerlo il più semplice e puro possibile. Il nostro eroe sarebbe andato in vacanza al mare e il film sarebbe stato interamente imperniato sul suo viaggio per raggiungere la spiaggia e su tutti i problemi e gli imprevisti che accadono sulla via."

"Come in tutte le commedie mute c'è un desiderio semplice, elementare, che guida la storia, in questo caso il desiderio di Bean di andare in vacanza in Francia" continua McBurney. "La storia trae la sua motivazione dall'azione, come succede con Buster Keaton – lui ha un'idea, si innamora e poi insegue la ragazza – o con Chaplin in La febbre dell'oro nel quale Charlot parte con l'intento di fare soldi. Non c'è nessuna sofisticazione psicologica, tutto è molto, molto semplice. In Mr Bean's Holiday lui cerca di arrivare da qualche parte e semplicemente non ci riesce."

Queste discussioni iniziali hanno portato il team a due ulteriori punti: nel film ci sarebbe stato dialogo ma sarebbe stato in francese o in un'altra lingua che poche persone capiscono; e Bean avrebbe saputo dire in francese solo tre parole Oui, Non e Gracias .

"Mi è sempre dispiaciuto un po' che nel primo film Bean parlasse così tanto" dice Atkinson. "Mettere Mr Bean in un ambiente di cui non parla la lingua significa far sì che lui sia costretto ad affrontare ogni situazione senza parole e dare a noi la possibilità di mantenere un po' di purezza."

Il team ha anche deciso che Mr Bean avrebbe incontrato due personaggi nel suo viaggio: un ragazzino e una donna. Il giovane, interpretato da Max Baldry, diventa per Bean una responsabilità mentre lotta per riportarlo alla sua famiglia, e il ragazzo non parla inglese; la donna, interpretata da Emma de Caunes, non è un interesse romantico, irrompe semplicemente nell'avventura di Bean.

"Siamo stati molto fortunati con la scelta degli attori per i diversi ruoli" dice Atkinson. "Emma de Caunes è tutto quello che desideravamo. E' in grado di trasmettere tenerezza ma ha anche la volubilità che, secondo noi, è propria di un'attrice francese. Max Baldry è molto energico, molto vivace, molto in gamba e molto naturale."

La co-produttrice Caroline Hewitt è d'accordo: "Per Sabine, avevamo bisogno di una attrice né troppo giovane né troppo matura. C'era un'età oltre la quale non sarebbe stata interessante, e eccessivamente giovane sarebbe stata un tantino troppo 'leziosa'. Emma sta proprio nel mezzo, ha esattamente l'età giusta. Conosce anche gli alti e bassi di una carriera da attrice utili per il personaggio. Max è stato il primo ragazzo a fare il provino. Questo ha cambiato tutto, perché lui parlava russo e rispondeva perfettamente al nostro desiderio di un ragazzino che parlasse fluentemente una lingua straniera. Max ha un'energia fantastica. E' posato e calmo e molto precoce per la sua età, sa esattamente quello che fa."

Per Emma de Caunes, emergente star francese, che ha recentemente interpretato L'arte del sogno, la decisione di accettare il ruolo di Sabine è stata assai semplice; conosceva molto bene il personaggio di Bean, grazie a suo padre, il presentatore televisivo Antoine de Caunes. "Quando avevo 15 o 16 anni mio padre mi portava le videocassette di Bean e io ero pazza di lui. Mi faceva ridere molto. Sono una sua grande fan. Mi piace la sua innocenza, il fatto che lui sia come un bambino e che tutti possiamo capirlo. Nel film poi c'è molta poesia. Per me è stata anche un'opportunità per lavorare con Rowan che è un attore straordinario. Il suo personaggio non è solo comico e farsesco, lui è un attore fantastico e sono stata molto contenta di osservarlo mentre recita e improvvisa. Per me è come Charlie Chaplin."

Anche Max Baldry, al suo esordio davanti alla macchina da presa, era un conoscitore della serie televisiva di Mr. Bean: "Sono cresciuto in Polonia e vedevamo sempre Mr. Bean. E' famoso in tutto il mondo. Un giorno mentre stavamo girando all' Arc de Triomphe è passato un pullman di giapponesi che si sono tutti affacciati ai finestrini urlando 'Mr Bean! Mr Bean!' E' stato davvero spassoso. Recitare con lui è stato per me veramente emozionante, però talvolta è stato difficile non ridere perché lo trovo molto divertente."

Per il personaggio di Carson Clay, i realizzatori del film hanno contattato Willem Dafoe, uno dei più bravi e famosi attori americani che ha interpretato, tra gli altri, i pluripremiati Il paziente inglese, Le avventure acquatiche di Steve Zissou e Spiderman. "Clay è un personaggio divertente" spiega la co-produttrice Caroline Hewitt, "perché è la caricatura del tipo del regista cinematografico pretenzioso e di nicchia che deve girare spot per guadagnare e poi realizza il più noioso film di nicchia che sia mai stato fatto. Willem ha approcciato il personaggio generosamente e apertamente ed è subito entrato nel ruolo. Per la scena del red carpet al festival gli abbiamo dato una fidanzata che è almeno 20 centimetri più alta di lui. Lui ha capito e non ha battuto ciglio."

Non c'è voluto molto per convincere Dafoe ad accettare la parte. "Sono un grande fan di Rowan" dice, "e la parte mi piaceva davvero. Interpreto il ruolo di una 'prima donna', un filmmaker impegnato che recita nei suoi film ma che, per soldi, sta girando uno spot per lo yogurt. In qualche modo lui è l'opposto di Mr Bean, che è una sua costante spina nel fianco."

Il film lo ha intrigato anche perché era per Defoe un' opportunità di mettersi alla prova con un genere completamente diverso dal solito: "E' diverso da quello che ho fatto finora e questo di solito stimola il mio appetito. E' stata un'avventura perché ho dovuto imparare un nuovo approccio. E' una comicità fisica e come tale è davvero liberatoria. Mi sono divertito moltissimo."

Al timone c'è Steve Bendelack, regista delle hit TV britanniche Little Britain e French and Saunders, e del film per il grande schermo League of Gentlemen's Apocalypse. Secondo il produttore Tim Bevan lui era la scelta più ovvia: "Volevamo qualcuno che avesse il senso della commedia e avesse lavorato con attori comici ma che nello stesso tempo possedesse un tocco cinematografico. Steve era la persona giusta."

Per Bendelack la sfida è stata vedere Bean in un nuovo contesto: "Per me è stato interessante combinare le cose già sicure e sperimentate di Rowan nel ruolo di Bean con altre che lui non ha mai fatto prima. In questo film lo vediamo in un contesto molto più ampio. E' stato curioso metterlo in un mondo reale con personaggi veri e giocare su questo confronto. Mi interessava la delicatezza e sottigliezza della sua interpretazione. E poi è una collaborazione perché Rowan conosce molto bene il personaggio. C'è una parte della sua personalità che è genuinamente proiettata in Bean, e questo rende il lavoro con lui davvero stimolante."

La co-produttrice Caroline Hewitt è testimone della facilità con la quale Rowan scivola nel personaggio: "La concentrazione e la centratura di Rowan sono straordinarie. Ho avuto modo di conoscere Rowan durante le riprese e vederlo trasformarsi in Mr. Bean è stato quasi uno shock. E' una completa fusione di personalità. Non è come con gli altri attori che esplorano e studiano i loro personaggi. Rowan sa esattamente chi è Bean, è in grado di dire con assoluta autorità 'Come Bean, io non farei questo', è completamente immerso nel personaggio. Guardarlo è affascinante."

Il film è quasi interamente ambientato in Francia, ma i realizzatori desideravano ardentemente rappresentare una Francia che avrebbe sconvolto i preconcetti di Bean – e forse anche del pubblico – su questo Paese.

"Abbiamo parlato a lungo dell'idea stereotipata che Bean avrebbe dovuto avere della Francia" dice McBurney. "La sua idea della Francia è esemplificata dalla pubblicità dello yogurt che lui finisce per far crollare, una Francia con tranquilli paesini antichi circondati da paesaggi perfetti, pieni di uomini che portano il basco e che si ritrovano fuori dai café a bere pernod. La Francia di Bean risulta essere una finzione. La vera Francia è diversa. Ci ho vissuto per molto tempo e ho pensato che dovesse essere descritta come una nazione molto moderna, estremamente urbanizzata e con un incredibile senso delle forme. La vera Francia è autostrade, l'architettura ultra moderna de La Defense e il festival cinematografico di Cannes. Ci sono certamente barzellette che puoi solo riferire alla Francia, storielle che hanno a che fare con i ciclisti, l'autostop o il cibo. La cosa importante era vedere Bean che interagisce con una cultura che non è la sua. Negli spettacoli televisivi viene spesso messo in situazioni a lui poco familiari. Ora lui si trova in una nazione sconosciuta. E la nazione intera diventa la situazione e tutto è un potenziale disastro."

Atkinson aggiunge: "La Francia è un Paese molto grande con una popolazione relativamente poco numerosa rispetto alla sua estensione territoriale e ci sono tanti panorami davvero spettacolari e meravigliosi che abbiamo cercato di catturare. Abbiamo cercato di approfittare di alcune delle straordinarie architetture e dei paesaggi mozzafiato che la Francia possiede perché c'è qualcosa di intrinsecamente divertente nella piccola figura di Mr. Bean che si staglia contro questo vastissimo ambiente. Credo sia stato Charlie Chaplin a dire ' La vita è una tragedia vista in primo piano ma una commedia in campo lungo' e qui succede che più ti allontani con la macchina da presa più questa figuretta nel paesaggio diventa intrinsecamente divertente."

Le riprese, a Londra, Parigi, Luberon e Cannes – dove sono state usate le spiagge e Le Palais, famosi perché ospitano il Festival Cinematografico - sono durate 12 settimane e si sono svolte nell'estate 2006.

Grazie agli organizzatori di Cannes, per la prima volta in assoluto, alla troupe è stato dato il permesso di girare sul red carpet durante il festival,. "E' stato meraviglioso avere la possibilità di filmare lì" dice Hewitt. "Giles Jacob, il presidente del festival, si è rivelato essere un fan di Mr. Bean, e l'idea gli è semplicemente piaciuta. Abbiamo filmato una scena live mentre l'entourage di un film vero stava attraversando il red carpet – ci siamo sfacciatamente accodati alla sfilata. E per una delle scene più complesse abbiamo occupato l'equivalente di tre spiagge della Croisette."

Per Emma De Caunes essere ripresa mentre sale sul red carpet nel corso di un'anteprima di un vero film è stata una strana esperienza: "E' stato davvero emozionante perché nessuno sapeva che noi stavamo girando un film. La gente un po' mi conosce in Francia e c'erano persone che gridavano 'Emma!', mentre io pensavo 'No, sono Sabine!' E' stato divertente. E' stato straordinario avere nel film un pezzetto della follia di Cannes durante il festival."

Ambientare il film a Cannes è stato solo uno dei modi in cui McBurney voleva rendere Mr Bean's Holiday un omaggio all'arte del cinema. Nel corso di tutto il film Bean ha una videocamera e parte della narrazione viene fatta attraverso le immagini che Bean ha ripreso con la sua videocamera.

"I più grandi comici muti hanno sempre giocato con l'idea di cinema" dice McBurney. "Di questi tempi tutti quelli che vanno in vacanza portano con loro una videocamera. E' stata il mezzo perfetto per giocare con la cornice della storia. Quando Bean ha in mano la videocamera tutto diventa molto interessante perché si può vedere quello che lui sta guardando e la camera si trasforma in una finestra sui suoi pensieri e sui suoi sentimenti. E tutto finisce ad un festival cinematografico. Inevitabilmente film e IL film collidono. Questo ci ha dato la possibilità di avere un mezzo divertente e intelligente per giocare con l'idea di ciò che è reale e ciò che non lo è."

"Un elemento molto importante della storia è che Mr Bean ha con sé una videocamera per tutto il tempo" continua Atkinson. "In effetti due film si svolgono nel corso del nostro film – c'è il film che stiamo facendo noi e quello che Mr Bean ha fatto sulle sue esperienze on the road. La cosa interessante è la maniera in cui questi due film si fondono, si sovrappongono e si intrecciano dando la sensazione che la natura dei film e il fare film siano al centro della storia."

"Spero che il film sia più vero, autentico di tutto quello che abbiamo fatto finora, rispetto al personaggio e a quello che la gente ha amato di lui" conclude Atkinson. "Spero che sia una rappresentazione di Bean più pura e genuina di quella che abbiamo visto. Spero che il pubblico si immedesimi e faccia il tifo per il nostro personaggio più di quanto ha fatto fino ad oggi. Questo è quello che mi auguro."

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