La storia è ispirata alle sanguinose rivolte che sconvolsero Detroit nel 1967. Tra le strade della città si consumò un vero e proprio massacro ad pera della polizia, in cui persero la vita tre afroamericani e centinaia di persone restarono gravemente ferite. La rivolta successiva portò a disordini senza precendenti constringendo cosi', ad una presa di coscienza su quanto accaduto durante quell'ignobile giorno di cinquant'anni fa.
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Il bisogno di parlare in fretta di temi all'ordine del giorno rende DETROIT un film necessario che sfrutta la buona intuizione del parlare del presente attraverso il passato per due ragioni: rimarcare cosa significa per la società tornare indietro e studiare un fenomeno attraverso la sua origine. Intenzioni non commerciali e rating ristretto rendono il film automaticamente un biopic non ordinario, alla quale si aggiunge uno stile moderno e poco hollywoodiano come quello di Kathryn Bigelow, appartenente alla categoria di registi americani indipendenti e fidelizzata ad un cinema diretto fatto di camera a mano e tempi realistici. Già dai tempi in cui il suo linguaggio visivo era anche molto diverso da quello attuale, la regista, ora come allora, porta a cuore temi civili come i diritti delle minoranze e l'abuso di potere dell'istituzione armata, realtà che persistono e sembrano immutate in una nazione la cui cultura è influenzata da razzismo e repressione.