scommessa con la morte (1988)

Il quinto e ultimo appuntamento con l'ispettore Callaghan è un poliziesco che si regge su Eastwood e il suo naturale carisma. Ma attorno a lui c'è tanta mediocrità, dalla sceneggiatura, ricca di stereotipi, alla regia di Buddy Van Horn che ci regala una pellicola che rimane sospesa tra il serio e l'umoristico. Del resto se questo film viene ricordato quasi solamente per l'inseguimento con la macchinetta telecomandata un motivo ci sarà.

Fiacco ultimo capitolo della saga dell'ispettore Callahan, a cui nelle versioni italiane è stata aggiunta una G al cognome per motivi, si narra, di facilitazione alla pronuncia (fonte wikipedia).
Clint fa quel che può ma il livello è da fiction tv.
Curiosa apparizione di un Jim Carrey agli esordi (che nei credits figura ancora come James), mentre Neeson già mostra quella legnosità recitativa che farà la sua fortuna in futuro.
Simpatica ma ai limiti della fantascienza la trovata della macchinina telecomandata, probabilmente modificata col plutonio per permetterle di stare dietro ad un'auto della polizia lanciata a tutta velocità.
I sicari della malavita dovrebbero esercitarsi un po' di più al poligono, visto che il nostro esce totalmente indenne (manco un graffio) da almeno 3 attentati con 4 uomini armati di mitragliette (per un totale, ad occhio, di circa 1500/2000 colpi sparati), mentre lui non spreca neanche una pallottola e ogni colpo arriva dritto in mezzo alla fronte del malcapitato di turno…roba che neanche Jigen.

Ultimo film di una saga che mi è piaciuta proprio poco, non fa eccezione questo, con un Callaghan caratterizzato bene come sempre, alle prese però con una storia senza ritmo, che non coinvolge e non riesce ad essere interessante.
Nonostante duri poco sopraggiunge la noia abbastanza in fretta, il finale non riesce a risollevare di molto la pellicola.
Da vedere giusto per chiudere il cerchio.

Ultimo capitolo e personalmente anche il meno riuscito, l'idea di base è interessante, peccato che lo svolgimento sia mediocre, con una regia non all'altezza. Eastwood sempre convincente nei panni del duro poliziotto.

ultimo film in cui Eastwood veste i panni dell'ispettore Callagan (nell'originale "callahan").
Purtroppo non è un degno finale.
Seppur Clint Eastwood mantiene la spiccata caratterizzazione del suo personaggio e lavora di buon mestiere, il resto del film è un disastro totale. A partire dai personaggi stereotipati, dai ritmi lenti, dalla mediocrità dell'insieme ancor più accentuata da una complessiva atmosfera da film tv di quart'ordine.
il film dura appena 87 minuti che sembrano 3 ore. Anche la trama è scontata e banale e gli attori sembrano usciti da uno sceneggiato della domenica pomeriggio.
Veramente pessimo.
Fortunatamente Eastwood risolleva in parte il film ma certo non basta questo a trasformare questo mediocrissimo prodotto in qualcosa di decente.
E' appena appena guardabile e per fortuna si dimentica presto scivolando impietosamente nell'anonimato.

Se un film che supera appena i 90' appare interminabile, in teoria ci sarebbe già ben poco da aggiungere. Ma The Dead Pool, (involontaria?) autoparodia di una saga di culto, può meritare qualche approfondimento. La sceneggiatura fa acqua da ogni dove, non c'è un personaggio tratteggiato (e interpretato, malgrado il buon cast) adeguatamente, dal villain di turno - il più insipido della pentalogia - all'immortale Ispettore Callahan, qui ridotto ad innocua caricatura di se stesso. Ogni elemento del film, dal tema dello spettacolo della violenza al collega cinese, è trattato con imbarazzante superficialità e volgari stereotipi. Sorge quasi il dubbio che sia intenzionale. Qualunque sottotesto socio-politico attraverssasse i precedenti capitoli (sempre argomentato in modo discutibile, ma qua e là efficacemente - su tutti il secondo capitolo Magnum Force), si dissolve in favore del più banale dei polizieschi. Non funziona come thriller, non contiene un solo secondo di tensione ed è incapace persino di reinventare la saga in forma autoironica, fallendo pure nell'abbozzare un registro da action comedy. Sollevato dalla regia impersonale ma per lo meno non dannosa di Van Horn, e da un montaggio competente (supervisionato dall'ottimo Joel Cox), l'ultimo immeritevole capitolo della saga di Dirty Harry ha il suo punto più alto nell'inseguimento della pattuglia da parte dell'aumobilina telecomandata, il segmento dell'opera più orgogliosamente illogico ma anche, per lo meno, il più godibile. E questo la dice lunga sulla bontà del film.

Bhà film insipido a dir poco, non fosse per i nomi Eastwood Calla(g)han avrebbe la media del 4, in confronto agli episodi precedenti poi....niente di che, solo per gli appassionati

Godibile per le scene d'azione più che per altro, Callaghan per Eastwood è ormai una seconda pelle in questo quinto episodio della "serie". Però non c'è nulla di nuovo all'orizzonte, e tolta la critica alle comunicazioni c'è poco altro. Di certo la grandezza dei primi episodi è solo un ricordo.

Tra gli attori un Jim Carrey che fa una breve apparizione ma che in pochi minuti è riconoscibilissimo.