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Nomad presentato sotto il cielo stellato del festival di Locarno è un tentativo servito come trampolino di lancio per Mongol; se ne può trarre la stessa struttura. Pur raccontando una bella storia risulta non sufficientemente interessante, soprattutto per dialoghi disinteressati, personaggi poco in parte (il sorriso stampato di Oraz è non poco fastidioso) e una regia un pochino sottotono, paragonabili a standard televisivi. Rimangono i bellissimi paesaggi e le tradizioni a cui il grande Kahn della regia Bodrov sembra sempre molto fiero di mostrare, e a cui vale la pena assistere.
NB: A un certo punto c’è un gioco a cavallo dei kazaki che mi ha ricordato parecchio quello di Rambo 3 degli afgnani! È il Kokpar/Buzkashi! E poi dicono che rambo è diseducativo, tze... !!