doctor of doom (1979)

Non male questo lavoro giovanile di Tim Burton, palese tributo al mito di Frankenstein (in anticipo su "Elephant Man" di Lynch che uscirà solo un anno dopo) e all'espressionismo tedesco. Trattasi di un cortometraggio in b/n dalla trama esile ma simpatica, in cui le tematiche horror care all'autore sono già ben evidenziate, con omaggi alle lugubri atmosfere targate Universal e Hammer. L'approccio non privo di (parecchia) ironia, seppur in fase embrionale, colpisce nel segno. Il lavoro sulle luci e sui chiaroscuri è davvero interessante nonostante la pochezza di mezzi a disposizione.
Realizzato a quattro mani con Jerry Rees (questi responsabile del montaggio ma per altre fonti anche regista insieme al buon Tim), è sicuramente un lavoro che denota grande amore per la settima arte e una creatività non indifferente, quella che di lì a qualche anno permetterà la consacrazione definitiva dell'allora imberbe giovanotto.

Un lavoro giovanile di un giovane Tim Burton dove sono già evidenziati alcuni elementi del suo cinema, dall'amore per il cinema horror classico della Universal, ai vari riferimenti specie nella buona fotografia, all'espressionismo tedesco. Questo corto è una miscela fra l'horror clasico americano con l'espressionismo tedesco (in particolar modo a Nosferatu), filtrati dal suo gusto eccentrico e bizzarro. Tenendo conto degli scarsi mezzi un buon lavoro, qualcosa di più di un amatoriale.

Uno dei primissimi lavori dell'inventivo Burton,lontanissimo dalle qualità e dallo stile che avrebbe acquisito anni dopo.
Ciononostante si notano qua e là i germi della sua poetica e della sua particolare visione gotica.
Sembra una trama di uno dei film di serie B che il regista tanto amava da ragazzino e non è difficile riconoscere nell'elefante la tematica del diverso.
Però come corto non è una gran cosa,anzi è abbastanza noioso e poco divertente.

Secondo lavoretto per Tim Burton.
Un tributo a Montagu?
Anticipa a modo suo 'The Elephant Man' di David Lynch :-)