Un futuro dall'aria cupa, in cui un soldato dotato di intelligenza artificiale ha stabilito che l'unico modo per porre fine alla guerra è porre fine all'umanità.
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Due ore di durata di cui circa 1 ora e mezza occupata da una seduta di psicoterapia tra una macchina che dovrebbe essere l'evoluzione di un carro armato, quindi limitarsi a sparare piuttosto che a "collegarsi emotivamente" all'interlocutore, e una Lopez piagnona in perenne smorfia da dolore per i ricordi emersi riguardanti sua madre (sì esatto, una sequenza terrificante di luoghi comuni, la trovata più scontata e banale del secolo). Ovviamente tutto ciò durante una battaglia che di fatto occupa tutta la struttura narrativa del film. Ah, per chi non l'avesse mai vista recitare o per chi fosse alla ricerca di conferme: tranquilli, Geilò è sempre la peggiore attrice degli ultimi 30 anni, nulla di nuovo quindi.