amami se hai coraggio regia di Yann Samuell Francia 2003
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amami se hai coraggio (2003)

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locandina del film AMAMI SE HAI CORAGGIO

Titolo Originale: JEUX D’ENFANTS

RegiaYann Samuell

InterpretiGuillaume Canet, Marion Cotillard, Thibault Verhaeghe, Joséphine Lebas-Joly, Gérard Watkins, Emmanuelle Grönvold, Elodie Navarre

Durata: h 1.33
NazionalitàFrancia 2003
Generecommedia
Al cinema nel Marzo 2004

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Trama del film Amami se hai coraggio

Julien e Sophie hanno otto anni, ma sono diversi da tutti gli altri bambini della loro etŕ. Per dimenticare le loro difficoltŕ cercano di vivere una vita che assomigli ai loro sogni, inventando un gioco che consiste nello sfidarsi a vicenda commettendo azioni sempre piů audaci e coraggiose. Una scatola musicale diventa il simbolo delle loro scommesse.Da adulti si ritrovano perň talmente coinvolti da non riuscire piů ad uscirne mentre l' amicizia infantile si trasforma in amore mai dichiarato, in passione divorante vissuta tra le risate e gli abbandoni.

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Voti e commenti su Amami se hai coraggio, 89 opinioni inserite

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Eleanor  @  17/03/2004 18:13:44
   8 / 10
Il regista Yann Samuell si dedica al suo primo lungometraggio dal titolo “ Jeux d’enfants” o come viene presentato nelle sale italiane“ Amami se hai coraggio”.Si tratta di un film sentimentale scritto e diretto in modo innovativo e originale ricordando in alcuni momenti gli effetti visivi surrealisti del film “ Il favoloso mondo di Amelie”. Senza alcun dubbio, è una commedia che riprende la tragedia classica attualizzandola e rivedendola in chiave moderna senza privarla peraltro dell’ essenziale funzione catartica che da sempre la caratterizza.

A Parigi, la piccola Sophie Kovalski ( Marion Cotillard ) è vittima di soprusi e angherie da parte dei compagni di scuola a causa delle sue origini polacche. Julien Janvier (Guillaume Canet ), invece, perde alla tenera età di otto anni la madre alla quale era profondamente legato. Le vite di questi due bambini, entrambi duramente provati dalla vita, si uniscono in modo morboso grazie ad un gioco inventato da loro stessi che in un primo momento li aiuterà a dimenticare le brutture del mondo, ma che li porterà a sfidarsi in modo sempre più pericoloso e perverso. Col passare degli anni, infatti, non saranno più loro gli artefici di tale gioco ma purtroppo ne diverranno le vittime e ne verranno sopraffatti. “Giochi o non giochi? “, “ Gioco”. Ogni cosa, anche i sentimenti diventano argomento sul quale sfidarsi e giocare. Il gioco diventa un modo per non dover affrontare la realtà che tutti i giorni hanno davanti agli occhi più forte e violenta che mai : l’amore che provano l’uno per l’altra. Realtà scomoda perché contrastata dal padre di Julien e dal timore dei due ragazzi di rovinare il sincero rapporto di amicizia che li ha sempre legati. Julien un giorno proporrà a Sophie una sfida difficile, quella di perdonarlo per aver infranto una promessa importante fattale tempo prima. Dopo molto la ragazza troverà non solo il coraggio per farlo ma contemporaneamente anche quello per confessargli il proprio amore. A causa di una sorta di masochismo Julien la sfiderà a non vedersi per un anno. L’orgoglio di Sophie le impedirà di rifiutare il gioco affermando che lui non sarebbe mai riuscito a farle del male. Purtroppo anche Julien non rifiuta mai le sfide che gli vengono proposte…
Nonostante sia evidente l’amore folle che li lega, pare che impulsi autolesionistici, come quando Sophie sfida Julien a fare sesso con un’altra ragazza, li spingano ad allontanare da sé l’altro, quasi per metterlo alla prova , salvo poi pentirsi e tentare di riconquistarlo. Probabilmente questo comportamento è una conseguenza della sofferenza che provano nel non poter confessare prima di tutto a sé stessi l’amore totalizzante che li domina e dell’ incapacità di vivere separati. A questo punto ci rendiamo conto di quanto il titolo rispecchi la domanda che sorge spontanea allo spettatore durante la visione del film: troveranno mai il coraggio di amarsi?

Degna di nota la definizione di “amico” data dal piccolo Julien : “ Gli amici sono come gli occhiali, resistenti ma si rigano con facilità”.
Liet Motiv del film, inoltre, è la sempre verde canzone francese “ La vie en rose” che nel finale verrà presentata anche nella sua versione inglese.
Caratteristica la divisione dell’opera in quattro capitoli.

Non si può fare a meno di evidenziare la professionalità e l’impegno di regista e attori.
Il film, però, presenta sorprese ed equilibrismi esasperati tra realtà e fantasia che Yann Samuell non riesce a ben dosare, facendoli apparire, in alcuni casi, fuori luogo e sottraendo, in questo modo, attenzione alla vicenda. Il linguaggio visivo è decisamente attraente grazie alla realizzazione vulcanica del regista, che a volte, preso dalla foga, esagera lasciando da parte il coinvolgimento per la storia e creando delle fratture che rendono meno lineare e godibile il film. La sceneggiatura, comunque, è decisamente ben costruita e studiata nei minimi particolari. Film carico di sensualità che riesce a parlare 93 minuti di un amore straziante senza rendersi per questo mieloso o noioso.
Ritengo sinceramente utile un film che, come questo, crea uno spiraglio di luce in un mondo che sembra aver dimenticato il significato del romanticismo e l’importanza della dedizione e delle attenzioni nei confronti della persona amata. Una pellicola dove l’amore non viene dato per scontato ma dove, al contrario, si cerca di sottolineare l’importanza di conquistarlo, meritarlo e coltivarlo quotidianamente.


11 risposte al commento
Ultima risposta 02/02/2005 14.41.33
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