Il film ripercorre, con una serie di flashback, la vita di Pu-Yi, l'ultimo imperatore della Cina: da fanciullo cui tutto era dovuto, essendo figlio del Cielo, a re fantoccio del ""Manciukuo"" in mano ai giapponesi, a prigioniero dei campi di rieducazione politica ai tempi di Mao, dopo un periodo passato in Siberia ostaggio dei russi. Fino alla anonima morte, avvenuta durante la rivoluzione culturale.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Un film meraviglioso, che racconta sessant'anni di storia della Cina. Sessant'anni di guerre, di passaggi, di cambiamenti. L'imperatore Pu-Yi è stato in questo senso un imperatore moderno (con gli occhiali, senza i capelli lunghi), un imperatore che ha cercato di svecchiare un Impero ormai morto, anche grazie al precettore scozzese Reginald Fleming Johnston. Un Imperatore che però ha quasi sempre vissuto nelle prigioni (prima la Città Proibita poi la prigione in Cina). Con gli anni l'Imperatore verrà sottoposto a dure prove dalla vita, fino al finale davvero toccante e poetico.
Bertolucci dirige questo capolavoro del Cinema Italiano, un film immenso, perfetto in ogni dettaglio e premiato meritatamente con ben 9 Oscar, tutti strameritatissimi. In particolare ho apprezzato tantissimo la colonna sonora (davvero efficace e toccante) e la fotografia di Vittorio Storaro che come sempre non delude.
Un film non facile per durata (quasi tre ore di film) e se vogliamo anche per lentezza (ma si sa Bertolucci è così). Ma è un film che noi Italiani dobbiamo vedere con orgoglio, in quanto rappresenta uno dei vertici del Cinema Italiano.