In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Forse non è il "capolavoro assoluto" della fantscienza che molti si aspettavano ma sicuramente è un film da vedere (anche più volte). Non è un trattato filosofico, non è un film che vuole dare spiegazioni razionali sull'evoluzione della specie umana ne tantomeno sulla Teoria della relatività con annessi e connessi. E' un film sui sentimenti umani, sulla speranza, sulla sopravvivenza, sull'amore per i figli e sui sacrifici che sei istintivamente portato a fare per salvaguardarli. Chi si aspetta un altro 2001 di Kubrick sbaglia di grosso e non va neanche lontanamente paragonato non perchè l'uno sia migliore dell'altro ma perchè fondamentalmente trasmettono alcuni messaggi simili ma con linguaggi opposti. Si esce dal cinema con la sensazione che qualcosa ti sia sfuggito (spesso capita con Nolan), ma anche con la voglia di rivederlo quanto prima. McConaughey è veramente rinato, colonna sonora da brividi e malgrado le quasi 3 ore di film, il tutto fila liscio senza momenti di noia.