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Un altro bellissimo film di Ophuls, fors'anche il più programmato dalle emittenti televisive italiane. ù Un cinema squisitamente letterario e una mise in scene barocca, ai limiti della ridondanza scenica, dove però si cela una profonda analisi della vita, la "commedia umana" (per dirla alla Balzac) e il dramma del palcoscenico più ingannevole, la vita stessa. Commedia degli equivoci e dei walzer viennesi, ma anche apologo sull'apparenza dei sentimenti ("Una donna può rifiutare un gioiello fin quando non l'ha intravisto. Dopo diventa un'eroina"), fatto di frasi cadenzate ("tornate presto!") e gesti ripetuti, di squisito accademismo morale. La Darrieux, Boyer e De Sica costituiscono la triade (opps il triangolo) perfetto della storia, e recitano con una classe superba, lasciando letteralmente a bocca aperta. Memorabili sequenze (la contessa che prova i suoi orecchini e la sua immagine riflessa nello specchio) mettono in scena il palcoscenico più reale, quello della finzione e dell'inganno. Oggigiorno questo tipo di cinema risulta eccessivo e invecchiato, ma in realtà è molto più audace di quanto ci possa sembrare