vuoto mentale (1989)

Tra la fine degli anni '80 ed i primi '90 l'attore canadese MIchael Ironside, che grazie a "Scanners" di Cronenberg si era imposto al pubblico come uno dei nuovi "malvagi" del cinema, ha interpretato un bel numero di filmetti thriller-polizieschi (che in Italia anche se non erano televisivi venivano direttamente distribuiti in home video) alternando il ruolo del buono a quello del cattivo. In questa pellicola interpreta il poliziotto buono ma dal grilletto facile che ha a che fare con un intrigo sulla manipolazione cerebrale in cui è coinvolta la Cia. Il film ha dei buoni momenti e non manca di violenza ma la lentezza sovrasta l'azione; benchè con un grande potenziale la storia non riesce a coinvolgere più di tanto, la sceneggiatura pare scritta svogliatamente e non si sviluppa mai del tutto. La regia, poi, è così statica che sembra di stare a teatro. La presenza di un attore come Christopher Plummer non riesce a fargli raggiungere la sufficienza. Alla fine una occhiata gli si può anche dare ma poi, proprio come la trama del film, il ricordo si autocancella dalle nostre menti.