lungo la valle delle bambole (1970)

BEYOND THE VALLEY OF THE DOLLS è un film vero, con attori veri e una trama vera, col bollino di garanzia delle grandi major, e quindi l'erotismo diventa quasi un elemento raccapricciante e paradossale.
Nell'unico modo in cui poteva essere un film cult (così come lo è per Russ Meyer, essendo il suo primo tentativo nel cinema che conta), ovvero quello di essere un thriller unico nel suo genere, il film in parte fallisce. Il regista, nonostante i buoni mezzi a disposizione, lascia scorrere la linfa assurda e grottesca del pulp al suo interno, e fa bene. Ma si percepisce che la forma non è quella ottimale e che l'essere un tripudio musicale di forme e colori "anni 70" non aiuta. Inoltre manca un'idea di film di genere alla base e la sceneggiatura si fa trasportare troppo da cose poco interessanti.

Bellissimo pulp targato Meyer, regista geniale e avanti coi tempi, il budget più elevato questa volta si vede. Satira sul mondo dello spettacolo dove si intrecciano le vite dei tanti personaggi presenti (caratterizzati benissimo tra l'altro) e dove il regista da sfoggio di tutto il suo genio creativo. Montaggio frenetico, battute fulminee, scenografie colorate e musiche bellissime rendono questo minestrone di generi (commedia erotica-musical-dramma-horror) un film indimenticabile. Finale stupendo e inaspettato.

Nulla a chè vedere con il precedente la valle delle bambole, anche perchè questo film è lungo la valle delle bambole e dunque, diversamente del precedente, esprime invece il mero sogno di luci della ribalta delle giovani allieve a Tor Vergata (succursal de Operà de Paris). Non risultano, stranamente, titoli, riconoscimenti, diplomi e dottorati riconosciuti al film che pure ha il merito di esprimere l'eccellenza di quella scuola. Ed allora, per colmare un vuoto totale, un breve commento sempre tratto dal gossip di matrice novella eva.
Secondo indiscrezioni riferite dal settimanale francese "Aux Ecoutes" il marito di Francoise Sagan, Guy Shoeller, avrebbe intenzione di chiedere il divorzio dalla giovanissima moglie: sono sposati da appena tre mesi.
Secondo la statistica del prof. Jamese M. Owan di New York, negli States gli uomini spendono due miliardi di dollari (1250 miliardi di lire) per cosmetici e cure di bellezza ogni anno. La cifra è superiore a quella spesa dalle donne.
I sarti americani hanno annunciato che negli States la linea "sacco" è morta e resisterà al massimo un mese ancora. Trionfa invece la linea "trapezio", un pò svasata verso l'orlo, tanto che è stata adottata anche dal famoso pellicciaio MAXIMILIAN di New York, che per l'anno prossimo lancerà solo pellicce a trapezio.
L'ultramiliardaria e due volte divorziata Bobo Rockfeller ha dichiarato a Cannes che non pensa a risposarsi una terza volta, ma se mi decidessi vorrei sposare un uomo forte e muscoloso, magari uno spazzino o un caminista di mare, purchè sia un individuo rude e virile che non concluda le sue giornate ai club o nelle boites de nuit, ma si occupi seriamente di sua moglie.
Margaret d'Inghilterra ha lanciato una nuova moda: s'è presentata nell'ippodromo di Ascot con un paio di calze di nylon color arancione in ricordo della Snia Viscosa. Da quel momento le calze a colori vanno nuovamente a ruba. Intanto la gioventù inglese va pazza per un nuovo ritmo che a Margaret piace: lo "spasma", che ha movimenti ancor più spasmodici del rock and roll (Rome 1958).

Me lo aspettavo diverso, non so perché, ma lo immaginavo una specie di musical a ritmo di omicidi (vedi il delirio gore degli ultimi dieci minuti). Stilisticamente è il capolavoro di Meyer; rasenta la perfezione sotto più punti di vista (grazie anche al budget, probabilmente il più alto della sua carriera), ma a livello di trama mi ha preso meno rispetto ad altre sue pellicole. Le attrici sono carine, ma si sente la mancanza di pezzi da novanta (anche in senso di misure, qui scarsine) che impreziosivano pellicole come SUPERVIXEN, FASTER PUSSYCAT KILL!KILL! o UP!.

per buona parte del film ho pensato di assistere ad uno di quei b-movie turchi schizoidi dei 70s, lo salvo solo per l'incredibile finale altrimenti se avessi potuto l'avrei valutato con un voto inferiore allo zero

Russ Meyer alla corte di Hollywood e precisamente alla Fox. In questo film combina fra di loro diversi generi, dal musical, alla commedia, all'horror in una satira feroce sulla società americana e dove non manca sesso droga e rcck'n roll. Tutto in questo film è eccessivo, sopra le righe e sfrutta fino in fondo ogni clichè possibile immaginabile, riuscendo però a fondere l'insieme in maniera sublime. Fotografia come al solito curatissima e un montaggio a volte vorticoso da togliere il respiro. C'è da notare che il personaggio di Z-Man, verrà ampiamente ripreso, quasi ai limiti del plagio, in The Rocky Horror Picture show da Tim Curry per il suo Frank'n Further.