l'adultera regia di Ingmar Bergman USA, Svezia 1970
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l'adultera (1970)

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locandina del film L'ADULTERA

Titolo Originale: THE TOUCH

RegiaIngmar Bergman

InterpretiMax Von Sydow, Elliott Gould, Bibi Andersson

Durata: h 1.33
NazionalitàUSA, Svezia 1970
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1970

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Trama del film L'adultera

Il tranquillo e felice ménage familiare di Karin e Andrea, una coppia che vive in un paesino della provincia svedese, viene sconvolto dall'arrivo di David, un giovane archeologo ebreo. Tra Karin e David inizia una tempestosa relazione, destinata a durare fino a quando Andrea, venuto a conoscenza della cosa, non costringe la moglie a prendere una decisione definitiva. Dovrà scegliere tra lui e l'amante.

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Voto Visitatori:   6,08 / 10 (6 voti)6,08Grafico
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Voti e commenti su L'adultera, 6 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  26/04/2012 11:13:05
   6 / 10
Mi accodo a due dei commenti sottostanti ritenendo "L'Adultera" come una delle prove meno riuscite di Bergman. Si potrebbe dire, senza timore di essere smentiti, un film minore.
L'etichetta "commerciale" mai come in questo caso gli rende giustizia: semplicemente Bergman fa un film per il mercato americano adattando il suo stile a quello di un pubblico più vasto. Ne esce fuori, prevedibilmente, un film non brutto ma completamente privo di mordente, fin troppo scontato e dai temi che lo svedese mai aveva banalizzato o affrontato con tanta superficialità come nel caso in questione.
In parte forse ciò è dovuto anche a dialoghi mosci, poco interessanti, e al predominio del rapporto fisico rispetto a quello spirituale (molte le scene di nudo). Ma non è solo questo: si vede che il regista si sente costretto quasi in una camicia di forza, a tratti vorrebbe liberare l'estro sperimentale di quegli anni ma non vi riesce proprio.
Ne sono la conferma i già citati dialoghi poverissimi di spessore, lo stile di riprese che raramente si conferma ardito come ci aveva abituato Bergman in quegli anni, il tema che stavolta pur non annoiando mai del tutto sfiora i giri a vuoto di una storia che non sembra mai scavare a fondo.
Le prove attoriali si salvano come al solito, questo si.

Fu un clamoroso insuccesso di pubblico e critica; ma deve far riflettere che con il successivo "Sussurri e Grida", quando torna il solito Bergman che fa film per sé stesso e non per un pubblico ipotetico, il trionfo tornò alla grande.

Quindi senza paura ammettiamo anche che "L'Adultera" è stato fino a quel momento il peggior Bergman di sempre con "A proposito di tutte queste signore".

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  17/02/2011 22:36:45
   6 / 10
Non è certo uno dei film meglio riusciti di Bergman. Il progetto di adattarsi ai canoni del cinema commerciale può dirsi fallito: troppo lento e monotono per essere un film di cassetta, troppo superficiale e piatto per essere un film di cultura. Insomma né carne, né pesce.
In questo film manca quasi totalmente la profondità, l'universalità e la ricchezza delle tematiche: la caratteristica affascinante di quasi tutti i film di Bergman. Si narra una comune storia di triangolo: marito-moglie-amante dove ci si sofferma più che altro sui risvolti psicologici, ma anche fattuali e pratici che tale menage comporta. E' il suo film dove la carne, le persone nude hanno più spessore materiale e sensuale. Manca invece quasi del tutto lo spessore spiritualista e riflessivo.
Questo film mi ha fatto capire che il cinema di Bergman è un cinema molto intellettuale e razionale, nel senso "investigativo" del termine. Qualsiasi aspetto del mondo umano viene sempre espresso, portato alla luce, reso consapevole, analizzato; quasi sempre questo avviene in presa diretta con effetti drammatici sulla pella dei personaggi. Nei suoi film c'è sempre la grande forza del sentimento, la forza dell'espressione, la forza dell'analisi e la forza della rappresentazione. I personaggi parlano molto, pensano molto, esprimono molto e lo spettatore viene quasi travolto da una fluire continuo e intenso di messaggi.
In questo film si sceglie invece di far agire i personaggi quasi a loro insaputa, preda di sentimenti e atti di cui non si rendono conto e che non riescono a conoscere e a esprimere. Ne risente il coinvolgimento dello spettatore che fa fatica a capire il perché delle (non) scelte. David (il personaggio interpretato da Elliot Gould) rimane misterioso e sconosciuto. Si fa molta fatica a capirlo. Meglio Karin, il personaggio interpretato da Bibi Anderson, la vera protagonista. Di lei si sa che vorrebbe evadere dal tran-tran borghese (la vita borghese è sul banco degli imputati) e che vorrebbe "consolare" una persona infelice. Ma anche qui si fa fatica a capire e a immedesimarsi nel suo "non poter fare a meno" di un amante che la tratta male e che la trascura. La scelta finale di ritornare dal tranquillo marito, alla sicurezza della routine è probabilmente la scelta migliore.
Da notare l'adesione di Bergman e Nykvist alla fotografia piena, nitida e colorata, tipica dei primi anni '70. Epoca in cui la bellezza maschile era una bellezza "pelosa". Oggi quasi più nessuno spoglierebbe Elliot Gould in un film.

jess  @  17/08/2007 14:48:38
   9 / 10
Commovente.

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Ultima risposta 17/08/2007 15.34.25
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