la notte dei morti viventi regia di George A. Romero USA 1968
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la notte dei morti viventi (1968)

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locandina del film LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

Titolo Originale: NIGHT OF THE LIVING DEAD

RegiaGeorge A. Romero

InterpretiDuane Jones, Judith O'Dea, Karl Hardman, Keith Wayne

Durata: h 1.36
NazionalitàUSA 1968
Generehorror
Tratto dal libro "La notte dei morti viventi" di Richard Matheson
Al cinema nell'Agosto 1968

•  Altri film di George A. Romero

•  SPECIALE LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

Trama del film La notte dei morti viventi

Il film Horror per eccellenza che ha dato il via al genere degli Zombies. Un film Cult che ci proietterà in una ridente cittadina dove un virus traforma le persone in mostri assetati di sangue e da li...

Film collegati a LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

 •  ZOMBI, 1978
 •  IL GIORNO DEGLI ZOMBI, 1986
 •  LA TERRA DEI MORTI VIVENTI, 2005
 •  SPECIALE LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI

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Voto Visitatori:   8,47 / 10 (209 voti)8,47Grafico
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Voti e commenti su La notte dei morti viventi, 209 opinioni inserite

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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  31/03/2010 23:29:29
   9 / 10
Le caratteristiche che fanno questo film qualcosa di unico e speciale anche all’interno del genere horror sono soprattutto lo stile realista con cui viene trattata la storia e l’anticonvenzionalità dei personaggi e dello svolgimento.
I fatti narrati sono ovviamente assurdi e inverosimili, eppure tutti gli avvenimenti vengono vissuti e trattati come se fossero degli eventi correnti della realtà quotidiana. Fin dalle prime battute del film si nota la rappresentazione senza filtri del banale e del reale: ragazzi che si lamentano della pesantezza di una bara, discutono e allo stesso tempo progettano una serata in un locale; il tutto espresso in maniera sciolta e con linguaggio colloquiale.
E’ questo il segreto che rende l’impatto dell’inspiegabile e dell’orribile ancora più esplosivo; non si dà la sensazione di assistere ad un film di genere o a un’opera di svago, tutto fa pensare ad una cronaca di un fatto reale o a un documentario.
L’evento viene addirittura seguito in televisione e riportato in maniera che sembra che stia accadendo veramente. Viene spontaneo pensare al modo con cui Orson Welles usò la radio per fare la cronaca dello sbarco degli extraterrestri. Contribuisce anche il modo con cui vengono rappresentati i mostri, cioè gli zombi, in pratica come persone normalissime: un operaio, una cameriera, il vicino di casa, e questo rende il “male” ancora più inquietante.
L’orrore si afferma come qualcosa di improvviso e inspiegabile, come accadrà molto spesso nei film americani degli anni ’70. Il non sapere, il non conoscere è la prima origine del panico e del terrore. E’ poi un utile espediente per testare la reazione delle persone sotto assedio. Qui il quadro però cambia abbastanza rispetto ai canoni consolidati dei western e dei thriller classici. Prima di tutto il personaggio principale è una persona di colore, cosa piuttosto rivoluzionaria per l’epoca. Poi non esiste il buono o il cattivo, l’egoista e il disinteressato perfettamente riconoscibile. Certo il padre è una persona egoista e meschina che anche nel pericolo pensa solo a se stesso, ma anche il protagonista Ben ha mire autoritarie e non esita a farsi giustizia da solo.
Altra nota anticonvenzionale è lo svolgersi non prevedibile dei fatti. In genere nei film classici si perveniva prima o poi all’idea giusta che sbloccava la situazione e risolveva il problema. Qui invece le scelte si rivelano sbagliate e le iniziative falliscono. Il finale poi è assolutamente ironico e volutamente non lieto.
Alcune scene horror risultano ancora oggi piuttosto forti. All’epoca infransero il tabù del cannibalismo e dell’affetto familiare, come pure quello dell’innocenza dell’infanzia.
Ci sono diverse letture esterne alla storia che possono essere fatte, tutte però con approccio piuttosto ambiguo. Quello che salta all’occhio per primo è il risvolto religioso. Il predicatore ha infatti rilievo nella storia. L’atteggiamento di Romero nei suoi confronti è ambivalente: potrebbe avere anche ragione, ci potrebbe essere davvero lo zampino del “diavolo”. Il fatto che sia “sopravvissuto” è già qualcosa che sa di miracoloso. D’altro canto è rappresentato come un esaltato, un fanatico, una persona forse malata mentalmente.
Sono molti poi gli accenni politici. La caccia finale sembra quella di adepti tipo Ku Klux Klan, le foto finali riecheggiano quelle dell’assassinio di Martin Luther King. Gli zombi stessi, essendo rappresentati più che altro da componenti della classe proletaria, accennano forse a una specie di ribellione violenta dai bassi strati, ribellione con connotazioni elementari e primitiviste. Del resto quello del regresso all’animalità e alla brutalità “incivile” è sempre stato il timore/desiderio che ha percorso l’immaginario collettivo degli ultimi 40 anni.
Un signor film, quindi, attualissimo ed estremamente efficace anche adesso, nonostante l’aspetto dimesso, il nudo bianco-nero e la mancanza quasi totale di “effetti”. Questi sono i grandi film, tutto succo e poca buccia.

4 risposte al commento
Ultima risposta 20/06/2010 21.34.19
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