saw - l'enigmista (2004)

Trovo incredibile che un film ormai divenuto cult sia qui recensito con un 3.
E' vero che la qualità della produzione USA di film horror è da tempo notoriamente in fase di flessione: sazia del contributo di maestri indiscussi (soprattutto Romero, Carpenter, Hooper e Raimi), l'America è passata a sfornare centinaia di prodotti mediocri e sembra oggi incapace di produrre qualcosa di diverso dai vari remake, reboot, sequel e (Dio ce ne scampi) teen horror movie. Ma in questa situazione di stallo, "Saw" è stata forse la miglior trovata dell'horror americano dell'ultimo decennio.
E' vero anche che alcune constatazioni sono incontestabili: i suoi sequel (che comunque sono meglio di numerosi altri horror) perdono progressivamente l'attrattiva del primo capitolo, e si reggono su una trama estremamente contorta, spremuta fino al midollo per vivere di rendita del "fenomeno Saw".
E' vero infine che parte del successo si spiega in virtù del perenne sostegno di una monumentale campagna pubblicitaria.

"Saw" è stato però una boccata d'aria fresca - o, più appropriatamente, una travolgente zaffata di un odore putrescente che da tempo non si sentiva emanare da un horror made in USA.
Entrato oggi nel gotha dei torture movie nonché nell'immaginario collettivo, "Saw - L'enigmista" è un film pienamente convincente nelle due componenti fondamentali di splatter e di tensione. Si sviluppa su una trama intrigante e retta da un'idea di fondo per nulla banale, risultando attraente nei meccanismi di volta in volta adottati, perverso ed estremamente crudele nell'applicare una tragica legge del contrappasso. Finale tremendamente straordinario.
Se questo non è tra i capolavori dell'horror contemporaneo, non so cosa possa esserlo.