Grazie ad un rivoluzionario processo di ingegneria genetica, l'imprenditore John Hammond, fa clonare una ricca gamma di rettili preistorici dal Dna di dinosauri estinti. Questa è l'idea per uno straordinario parco dei divertimenti. Per testare il sistema di sicurezza, il miliardario Hammond ingaggia un trio di scienziati, i legali degli azionisti del parco e un paio di nipotini, affinché perlustrino in anteprima il grandioso parco, ma non tutto andrà bene.
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Ecco, ci troviamo di fronte al film padrone incontrastato della mia infanzia, quello che ha fatto scattare la mia passione per i giganteschi lucertoloni fossili. Film a cui sono affezionatissimo, il voto affettivo è 10 e gli va anche stretto. Oggettivamente però siamo di fronte ad un discreto prodotto d'intrattenimento e nulla di più, ennesimo filmetto di un regista che, tolti alcuni lodevoli film, ha sempre sguazzato nel compitino quando non nella mediocrità. E, essendo il regista in questione Steven Spielberg, ci troviamo davanti oltre che ad un filmetto anche ad un'inarrestabile macchina da soldi e merchandising che poco ha a che fare con il cinema di qualità. Poi certo, il film è divertente ed è tutt'altro che da bocciare, gli effetti speciali (ovviamente) sono eccellenti, i dinosauri, che sono nettamente la cosa migliore del film, sono realizzati divinamente, con particolare lode per uno splendido Tirannosaurus Rex. Peccato per svariate *******te e invenzioni spassose presenti nel film, dalla trovata del DNA di rospo (EPICA) al T-Rex che non ti vede se stai fermo (?). Oltre alla splendida realizzazione dei rettiloni, il film si salva anche grazie ad un cast di tutto rispetto che fa bene il suo dovere. C'è Sam Neill, c'è la musa di David Lynch, Laura Dern (già vista in "Velluto Blu" e ammirata in "Cuore selvaggio") che non rende certo bene come con la suddetta Lince ma infila le mani negli escrementi di Triceratops come nessun altro (e un motivo ci sarà). C'è Jeff Goldblum (il favoloso protagonista de "La Mosca" di Cronenberg) che qui da vita ad un esilarante personaggio e alla migliore interpretazione del film. C'è Attenborough (regista di "Gandhi" e "Charlot") nei panni del vecchio professore Hammond. C'è perfino una particina per Samuel L. Jackson (e il suo braccio), ancora non esploso, mancava un anno a Pulp Fiction, ma già importante volto di Spike Lee ("Jungle Fever" su tutti). E ci sono due bambini scassamaroni. Insomma, tutti gli ingredienti per un disimpegnato intrattenimento di discreta qualità. Quando lo ripassano lo riguardo sempre con piacere, mi ricorda davvero troppo l'infanzia.