american sniper (2014)

Un film di propaganda che, in realtà, non fa propaganda a nulla. C'è l'accento sul cameratismo patriottico, di cui Eastwood si serve per raccontare quanto la guerra sia distruzione allo stato puro per l'anima di un massiccio e dolente Bradley Cooper. L'adattamento che l'inesperto sceneggiatore Jason Hall fa dell'autobiografia di Chris Kyle si adagia un po' troppo alle semplificazioni strutturali di certo biopic (i flashback incastrati in sequenze tattiche, la stereotipia delle parentesi domestiche, la presenza fisica di una nemesi che dà reale peso al protagonista e ai suoi dubbi), ma fortunatamente Eastwood regista interviene a donare alle sequenze di combattimento un'energia che non ci si aspetterebbe da un filmmaker ultra-ottantenne. Riprese satellitari o a stretto contatto con i personaggi e una limitata incursione nell'effetto speciale (che saggiamente non scade nella spettacolarizzazione enfatica della guerra) trasmettono le attese snervanti e le improvvise scariche di adrenalina che la vita del cecchino comporta.