2030 - fuga per il futuro (2017)

Una piacevole sorpresa,un b-movie fantascientifico riuscito,dalla sceneggiatura ben scritta e dalla regia dignitosa,che riesce a sfruttare decentemente i quattro soldi a sua disposizione riuscendo anche a mantenere sempre elevato il ritmo.
Cage per una volta regala un' interpretazione soddisfacente.
Certo qualche banalità non manca e la povertà del budget in alcuni momenti è evidente ma ci si può passare tranquillamente sopra visto la genuinità complessiva del prodotto.

Ottimo film a basso costo. Scritto bene e interpretato da grande Nicolas Cage. Denso di significati e non cade mai nel banale

Che schifo di film.

Nientemeno che un B movie capitanato da un improponibile Cage.

Veramente triste.

Inutile, sconclusionato.

Ormai il buon vecchio Cage l'abbiamo veramente perso per sempre. C'è da rassegnarsi, vedere il suo nome è inesorabilmente diventato una garanzia per un filmaccio.

Parte maluccio... si riprende durante metà film... per poi ricrollare con un finale coraggioso ma girato carente. L'idea del film è anche bella ma manca a tratti la giusta recitazione.
Più che mediocre.

Nel 2030 la Terra non fornisce più risorse , lavoro ed acqua per tutti . Gl improduttivi vengono quindi mandati dal Humanity Bureau nella misteriosa colonia di New Eden ... Un dozzinale filmetto di fantascienza distopica , fatto con modestissimi mezzi , dalle scenografie contemporanee el cast semisconosciuto ( a parte Nicholas Cage , che oramai frequenta solo pellicole mediocri ) . Una storia che mi ha ricordato vagamente qualcosa de " La fuga di Logan " , pellicola del 1976 di ben altro spessore . Purtroppo questa è una vicenda lineare e scontata , senza scossoni o grandi sorprese , almeno sino al finale che , se non altro , è un po' inaspettato . Qualche velato accenno alla lotta di classe ma pure qualche strizzata d' occhio alle milizie territoriali volontarie , che sarebbero i veri custodi dei mitici valori morali di libertà all' americana , contro ogni dirigismo forzoso o totaliritarismo . Cage è il monolitico protagonista , la bella Sarah lind lo affianca ed il cantante Hugh Dillon ( una specie di sosia di Bruce Willis ) fa il cattivone un po' bipolare . Secondo me questo film dello sconosciuto Rob W. King resta ben sotto la sufficienza : 4,5 .

Film di rara bruttezza. Una "corazzata potiomkin" come da tempo non se ne vedevano in giro.
Fa pena da ogni angolazione e sotto ogni punto di vista. Anche Cage, bolso e annoiato (forse, nel mentre, si rindeva conto di quale scempiaggine stesse contribuendo a realizzare), è di una tristezza unica.
Una schifezza invereconda inguardabile.

Già la partenza promette male, con Cage a guidare un cartonato di auto mentre di lato sfreccia un paesaggio dipinto con gli acquerelli. Poi ben presto entra in scena una povera e bella madre single con figlio bisognosi di aiuto… e cosa pensate che farà mai il nostro eroe? (Non spoilero, ma questo per dire che dopo soli 15 minuti dall'inizio sai già cosa aspettarti dal film).
Insomma prevedibile in maniera nauseante.

Brutto film, brutte riprese, brutte interpretazioni, penose pure le scene di azione con sparatorie in cui gli attori che vengono colpiti sembra siano stati reclutati a casaccio in un centro commerciale, senza la minima esperienza.
Pare evidente che il film sia stato realizzato con un budget troppo risicato.

Un film che per colpa dei pochi soldi diventa b-movie che per colpa del poco talento diventa un film tv che per merito di un finale coraggioso diventa un 6--.

Bravissimo come sempre Cage, il finale triste. Trama eccessivamente improbabile

Un onesto b-movies di fantascienza distopica conscio dei propri limiti di budget e che cerca più nell'uso delle location che affidarsi ad effetti speciali. La storia rimanda molto alla fantascienza anni settanta, però pecca di ritmo specialmente nella parte centrale del film in cui subisce un certo appiattimento. Cage non è male, però la schiera dei cattivi sono piuttosto sui generis e non possiedono sufficiente carisma. A dire la verità pensavo peggio, forse per questo strappa a malapena la sufficienza.