rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile (1972)

Mediocre giallo italiano dall'incipit interessante con questa figura di assassino pseudo moralista che si occupa delle corna altrui, ma che non ha la capacità di trasmettere un minimo di tensione, che viene sostituita dall'abbondanza di poppe al vento delle attrici. La regia e la fotografia è di basso livello e certamente non aiuta nemmeno il poco studio dei personaggi. Considerando che il finale è l'unica cosa di un certo valore di questo film, il conflitto tra l'assassino ed il commissario poteva dare degli spunti non indifferenti.

Insignificante giallo all'italiana dallo schema pedestre in cui abbonda la quantità di nudi femminili, la trama è solo una scusante risibile per mostrare tette e sangue, peccato gli omicidi siano messi in scena con un'inettitudine quasi amatoriale.
Un film misogino e moralista in modo ottusamente superficiale,dove l'assassino si accanisce contro donne fedifraghe,tutte di estrazione sociale altolocata, come se il regista (e gli sceneggiatori,perché ce ne sono voluti ben altri due per scrivere questa robetta) avesse un conto in sospeso contro qualcun(o)a in particolare.Fatto sta che il lavoro di Montero,noto nell'ambiente per essere un onesto mestierante,o poco più, mostra un accanimento sfibrante raggiungendo il culmine in un finale uniformato alla perfezione all'ideologia della pellicola e quindi esasperato ai limiti dell'inverosimile.
La figura dell'assassino non prende le distanze nemmeno per sbaglio dalla solita stereotipata rappresentazione,il suo movente è quanto meno discutibile mentre resta misteriosa la sua abilità nel conoscere abitudini e prevedere mosse delle sue vittime.
Apprezzabile l'apporto di Farley Granger nei panni dell'ispettore di polizia,inserito con tenace ostinazione in quadretti spesso collegati in modo ridicolmente spericolato alla trama principale.
Resta impresso un cast femminile ammirevole almeno per la vocazione al déshabillé,si segnalano Sylva Koscina (che diverrà la più celebre tra le starlette del gruppo),Femi Benussi,protagonista dell'unico omicidio che vale la pena ricordare e Susan Scott,la più spregiudicata di tutte,non per altro coinvolta nella scena più bollente.Vago negli intenti e dal messaggio ambiguo il lavoro di Montero sarebbe da sconsigliare anche ai fans più accaniti del genere.