il buco (2019)

Film claustrofobico "Made in Spagna" basata su una prigione verticale, diretta bene e molto originale, mi accodo agli altri commenti: parte davvero alla grande per 3/4 di film poi oggettivamente si perde con un messaggio finale che sembra non entrarci molto.Peccato, incide nel voto.
Più che sufficiente.

SPOILER

Idea avvincente e particolare. Peccato per il pessimo finale.

Un onesta pellicola che ostenta un'originalità che non ha.

Thriller figlio dei vari "the cube" e altri molto spinto sul tema sociale.
Tra cannibalismo e omicidi efferati troviamo dialoghi interessanti e metafore religiose.

Un film che si lascia guardare piacevolmente, che lascia tanti punti di lettura e purtroppo anche punti oscuri di sceneggiatura.

Non è un film perfetto ma da vedere sicuramente.

Non male questo thriller spagnolo. Mi ha ricordato the cube , la trama mi è piaciuta molto. Il finale forse poteva essere fatto meglio, un pò mi ha deluso. Nel complesso consigliato per gli amanto del genere

Bel film che mette parecchia ansia nello spettatore. Con un budget limitato riesce a cogliere nel suo intento. Buono il finale.

Il film si lascia guardare anche grazie ad una durata non eccessiva,il problema stà nel fatto che tolto l'inizio che ovviamente colpisce non succedono grandi colpi di scena.Anche il finale che va a propria interpretazione a me non è piaciuto per nulla.

Marxistata meravigliosa, un vero film di propaganda della rivoluzione socialista

È ovvio 7.5. Originale e ben calibrato.

SPOILER

Piccolo gioiello.

Avevo molte aspettative per questo film.

SPOILER

Valido film che vale la pena di vedere. Il finale può non trovare tutti i consensi ma ci può stare. Qualche problemuccio a livello tecnico (esempio dovrebbe essere claustrofobico ma non mi trasmetteva questa sensazione). Ci sta, intrattiene in maniera più che sufficiente per tutta la sua durata.

Singolare esempio di pellicola horror - distopica imperniata sull'istinto di sopravvivenza dei protagonisti. L'ambientazione claustrofobica carceraria spinge da subito forte sul pedale del mistero e della tensione, anche perchè la sceneggiatura aggiunge di continuo al racconto elementi nuovi: ma quando si inizia ad intuire la morale che muove le fila del gioco il film perde smalto con il passare dei minuti fino a sfociare in un finale che non lascia niente. Anche perchè a fine visione molte domande rimangono senza risposta, e questa è una pecca di non poco conto.

film più profondo e "studiato" di quanto si possa pensare ad un primo acchitto.
strutturato e folle, a tratti violentissimo , ottimamente recitato e godibile e accattivante sino all'ultimo istante .. Un'ottima sorpresa .

Gran film, avvincente fino all'ultima scena!

Film inquietante ma che spinge il fruitore a profonde riflessioni. L'ho guardato con interesse.
Il finale però è stato particolarmente deludente, tanto da inficiare sul voto finale.

Ho visto troppa somiglianza a Il Cubo. Al di la di questo ho notato anche un forte richiamo alla storia dei lunghi cucchiai di Gandhi, ma l'epilogo di questo film è totalmente da buttare via.

Non ha avuto il giusto coraggio di darlo questo "messaggio", regalando un finale talmente inconcludente da bruciare tutte le possibili buone intenzioni che poteva avere.

L'unica nota positiva è che si lascia guardare fino alla fine, e di questi tempi è un evento raro.


SPOILER

Un film molto particolare, bello, inquietante e riesce a trasmettere il messaggio che aveva nelle intenzioni.

...geniale ed inquietante!

Film di rilievo su Netflix , poteva esser un capolavoro,ma purtroppo resta semplicemente un buon film .
Il film parte benissimo ,gli attori se la cavano benino,la regia riesce a trasmettere angoscia e l'unica location che si vede nel film è wow,insomma è tutto quasi perfetto! seppur si capisca subito dove andrà a parare tutto il film e il suo messaggio tra le linee; il tutto funziona perfettamente fino agli ultimi 20 minuti ...il vero problema di questo film sta nel finale,secondo me hanno voluto strafare,mi ha dato la stessa identica sensazione di the cube.
Peccato ... comunque sia ne vale assolutamente la visione.

film claustrofobico e cinico, che nella struttura ricorda "il cubo" di Natali che mette in scena una allegoria della società in cui viviamo, dove solo la fortuna determina se potremo mangiare bene o morire di fame e mostra come l'istinto ci fa affrontare le situazioni difficili e di come sia facile diventare egoisti verso chi sta peggio di noi e del coraggio che serve per provare a spezzare una catena ormai consolidata.
tutto viene messo in scena con una regia perfetta ed una gestione delle scene dove si nota la maniacalità e la cura nei dettagli, ma che in alcuni passaggi risulta lenta e forzata.
al netto di pochi difettucci direi che comunque è un gran film, da vedere assolutamente

Un buon film questo El Hojo, molto particolare, con una metafora del presente che viviamo.
Nel variegato panorama contemporaneo del cinema impegnato di denuncia sociale (da Parasite a Joker), la pellicola di Gaztelu-Urrutia offre spunti di riflessione inediti, interpretazioni di una prospettiva di svolta religiosa alle storture della civiltà capitalista.
Si tratta di un modo particolarmente ispirato e di genere per entrare nel vivo della politica di classe e di come nascano risentimenti tra i diversi strati della società civile, ma, qualora questo tipo di letture impegnate non vi interessano, Il Buco rimane comunque un fanta-horror teso e capace di divertire gli appassionati fino alla fine.
A differenza di molti film che prendono questa strada Il buco non si perde nell'autoreferenzialità, scorrendo e funzionando dall'inizio alla fine.
Il film funziona proprio per la sua componente visiva, quanto mai eloquente.
La scelta di scarnificare e rendere estremamente semplice, quasi non degno di interesse quello che vediamo attorno ai personaggi, cozza violentemente con la ricchezza e l'abbondanza che scende dalla piattaforma, almeno nei piani più alti.
Il buco è un film pregno, dalla prima all'ultima inquadratura, che non spreca mai tempo per argomentare la sua tesi. Quasi in maniera ossessiva, potremmo aggiungere.
Anche se non ha particolari problemi di ritmo, il film potrebbe apparire per certi versi ripetitivo, forse un trattamento più ampio avrebbe giovato, per dare un po' di aria al racconto.
Gli attori reggono molto bene i 90 minuti di durata, grazie anche ad un buon lavoro di scrittura dei personaggi, ben caratterizzati e diversi fra loro.
In conclusione, el Hoyo non è altro che una riuscitissima metafora, che trasforma i suoi temi ideologici in qualcosa di molto più emozionante di quanto potrebbe mai essere la sola pura teoria.
Oltretutto è un film di genere capace di angosciare e far parteggiare per oltre 90 minuti, garantendo anche agli spettatori indifferenti agli aspetti più impegnati e riflessivi un reso molto soddisfacente.

Ci sono delle situazioni poco chiare in questo film che non vengono adeguatamente spiegate e che tendono a rivalutare il buono che c'è.
Le metafore sull'indole umana si sprecano, la storia ha una sua originalità, anche se alcune dinamiche sono già note, gli interpreti appaiono credibili, il ritmo è abbastanza compassato poichè l'impostazione della storia lo richiede, la regia sembra sicura anche se il soggetto, come detto, presenta dei chiaroscuri piuttosto evidenti.
Vale una visione.

Film mediocre che gioca su metafore tanto evidenti quanto scontate. L'unico messaggio che vorrebbe lanciare l'autore si poteva più facilmente riassumere con qualche aforisma sull'egoismo umano o semplici espressioni del tipo "il pesce più grande mangia il pesce più piccolo".
La drammatica mancanza di approfondimento dei personaggi è supportata da dialoghi infarciti di elucubrazioni filosofiche e riferimenti letterari, che nel complesso danno forma ad un'opera manierista, per non dire scolastica.
Non ho trovato una reale volontà di suscitare la riflessione nello spettatore, al più di turbarlo con qualche sequenza splatter o di stuzzicarlo con qualche allegoria, così che possa pure uscirsene dal cinema. ..ehm, dal salotto.. gratificato per il fatto di aver guardato un film intelligente.
Da un punto di vista tecnico, nulla da segnalare, è tutto molto pulito e curato (anche troppo).
E' il format Netflix che va affinandosi: un microcosmo popolato da cineasti novizi con poche idee, buoni studi e ottimi mezzi a disposizione, uniti dal solo obiettivo comune: confezionare un prodotto facile, bello e godibile. Tutto sommato, volendosi limitare ad una lettura superficiale dell'opera, anche "il buco", si presta ad essere descritto con questi attributi.

Ottima idea ma solo abbozzata, buon sviluppo, conclusione pessima. Si lascia guardare volentieri.

Una semplice idea, un budget non certo alto a disposizione, ma una narrazione molto fluida che riesce ad essere molto articolata ed affascinante per i suoi contenuti all'interno di questa distopica struttura che non è altro che un'allegoria del capitalismo moderno. Chi è sopra non si preoccupa minimamente di chi è sotto e chi è sotto fa di tutto fa di tutto, ma invano, per salire di livello. Ben scritti i dialoghi, ben sfaccettati i personaggi caratterizzati da cinismo, idealismo e opportunismo. Affascinante il finale. Uno dei migliori film che ho visto ultimamente.

Abbastanza scadente.

Interessante l'idea ma poi (per quanto mi riguarda), sviluppata male

Metafor,cruda e cruenta della societa' contemporanea dove la vita e' vista come una specie di prigione nella quale ,l'unica cosa che conta e' "mangiare" ,mentre per quelli "ai piani piu' bassi" e' sopravvivere,ma a causa dell voracita' e delle'egoismo di quelli che stanno ai piani piu' alti,le persone "sotto" muoino.Film molto crudo,con scene che non risparmiano niente allo spettatore ma che fanno capire meglio un concetto che purtroppo e' ormai chiaro a tutti ma che visto in questo modo non era mai stato fatto da nessuno.La fotografia rende tutto piu' cupo,e l'ambiewntazione ricorda molto "Il cubo".Solo che qui non ci sono enigmi da risolvere ma solo sperare di finire al piano giusto per sopravvivere

Film d'esordio del regista spagnolo Gaztelu-Urrutia vincitore di diversi premi e riconoscimenti, ambientato in una sorte di prigione ha come protagonista Ivan Massagué (Goreng) che per propria scelta accetta di sottoporsi ad un esperimento sociale della durata di sei mesi. Diversi punti in comune con "Cube" di Vincenzo Natali, basato su furbe messe in scena simbologiche, attacco feroce alla società contemporanea in cui la fanno da padrone egocentrismo ed ingiustizia. I ceti più forti che stanno in alto decidono le sorti delle classi più deboli che stanno in basso, il "Buco" è strutturato come la gerarchia capitalistica attuale (Ci sono tre tipi di persone: quelle che stanno sopra, quelle che stanno sotto e quelle che cadono). Cuochi elegantissimi e chefs esigentissimi che preparano cibi raffinati e succulenti da destinare alla voracità dei detenuti del buco. Non mancano scene abbastanza forti, il finale un pò frettoloso che lascia l'amaro in bocca.

E' ovvio! Questa pellicola nella struttura e nella ambientazione si rifà alquanto ad un film come "Il Cubo" di Vincenzo Natali, ma attenzione non è una scopiazzatura anzi lo sviluppo dell' idea è quanto di più originale possa esserci: la stessa quantità di cibo distribuita gradualmente su più livelli in base al concetto de: "Beati gli ultimi...se i primi hanno creanza". Ci troviamo così in un asettico inferno dove il passaggio ad un girone peggiore sembra del tutto casuale. Nel film non vengono date spiegazioni. E' ovvio: parte allora la libera interpretazione su ciò che la pellicola mostra, sulle sue nefandezze e crudeltà; una critica al consumismo sfrenato? Si, ci può stare! Una spietata analisi dell'individualismo, dell'egoismo umano, dove il fragile cameratismo che si instaura viene meno nonappena capita l'occasione di mangiare un boccone in più? Si, c'è anche questo. E' ovvio che allora si arriva anche al cannibalismo pur di sopravvivere, ma poi ci si domanda: sopravvivere a cosa e perchè? Alla fine c'è un messaggio....ma è troppo criptico per essere capito. La regia è impeccabile e la recitazione è adeguata alle aspettative, ne viene fuori un film disturbante più per la situazione che per la violenza (che comunque non è poca). Fa riflettere sulla natura umana!

voglio tralasciare molte delle cose
che in questo film secondo il mio parere
non sono comunque -fatte molto bene-
come molta della trasposizione di eventi personaggi azioni e molto altro
che è tutto da interpretare
tra ulteriori momenti e scene di -non senso- o -vuoto poetico-
o senza -una spiegazione logica- o -che non è dato sapere-
fatto questa selezione cosa rimane
sempre a mio parere quello che rimane è un messaggio
un messggio variegato da alcune situazioni veramente ben costruite
anche se il finale non mi ha convinto del tutto
è un film che mi ha saputo discretamente intrattenere e riflettere

Film senza dubbio che colpisce perché sotto l'apparente vena survivor si contrappone una voglia di raccontare la società ben più forte.
La cosa più carina è scoprire pian piano come funziona questa prigione verticale.
Quanti piani ci sono?
Perché chi sta sopra non rispetta mai chi sta sotto?
Perché non mettersi d'accordo?
Come si viene assegnati ad un piano?
Perché le persone sono lì?
Qual'è la storia del nostro compagno di stanza?
Come funziona la piattaforma?
In amministrazione sanno cosa succede sotto?
Perché non tenersi qualcosa da mangiare dalla piattaforma?
E tante altre domande che ci si fanno durante la visione a cui piano piano il film risponde o prova a rispondere.
Dal punto di vista della sceneggiatura è vero che c'è qualche falla, una secondo me nel finale soprattutto. Ma l'incipit è fortissimo e tiene incollati alla sedia.
Quindi, se il film funziona come survival, per me funziona ancora meglio come film metafora.
Quel sistema lì è essenzialmente la nostra società. C'è chi ha tanto e chi ha nulla, c'è chi sale e chi scende in un amen, c'è chi mantiene una umanità anche nelle peggiori difficoltà.
Ma soprattutto c'è chi ha tanto, potrebbe condividere, ma preferisce ingozzarsi e mantenere intatta una vita di stenti a chi sta nei bassifondi.
La rivoluzione potrebbe partire solo se chi sta in alto comincia a mostrare solidarietà, come prova il nostro protagonista. Un protagonista che di Don Chisciotte ha tutto, lui che invece di lottare contro i mulini a vento lotta contro qualcosa di comunque utopico. Una discesa per mandare un messaggio importantissimo per poter cambiare la società. Un messaggio per cui sacrificarsi, la falla nel sistema.
Il film ha delle venature ironiche, dei dialoghi brillanti e dei personaggi folli, peculiari, che restano in mente. I due compagni di cella del protagonista sono i migliori ovviamente, con il vecchio che è un attore pazzesco.
Il film in alcuni punti è molto violento, ma sostenibile. La violenza maggiore è quella che si fa sul cibo.
Un film sorprendente, giustamente chiacchierato. Forse ha dei buchi di sceneggiatura nel finale, vedi sul funzionamento della piattaforma.

Ammetto di invidiare un pò il cinema spagnolo, la loro capacità di riuscire con poco a realizzare grandi piccoli capolavori di genere e non essersi fossilizzati in un autorialismo fine a se stesso.
La Spagna negli ultimi anni sta sempre più spesso rubando la scena ad una stanca ed industrializzata industria cinematografica francese e grazie a Netflix ha trovato nuova linfa anche nella serialità.

Speriamo che queste rivoluzioni ondemand possano fare bene anche al nostro cinema per il resto il Buco è un film delizioso nel suo piccolo budget, molto innovativo ed intelligente peccato un pò troppo ambizioso nel messaggio che si perde in alcuni buchi di sceneggiatura abbastanza evitabili.

Prodotto chiaramente di intrattenimento a marchio Netflix, tanto movimento, pochi fronzoli, la storia intriga, il messaggio superficiale sulle classi sociali e la mentalità umana sono recepibili e digeribili anche dai meno attenti. Bisogna comunque dargli atti di un'alta dose di suspance, un gore spinto ma mirato e non onnipresente, il problema principale è il finale... si vede che non si sapeva come chiuderla, perchè la storia del messaggio crolla e non regge molto. Quindi, ottimo intrattenimento ma fine a se stesso, un prodotto di consumo dei tempi moderni.

Davvero una piacevole sorpresa

Netflix è cosi!Riesce a regalarci produzioni terribili e film molto interessanti per il suo simbolismo come questo il buco.
Premessa,è un film per maggiorenni ma soprattutto chi ha stomaco forte e già proviene da altri film con un bel cari di gore,dove ovviamente immagino il pubblico medio del sito sarà rimasto disgustato.
Il voler rappresentare una forma di capitalismo a modo suo,spinge il regista a tentare strade nuove per rientrare nel ristretto budget e con un cast di attori molto bravi,ci regala un ora e mezza onirica e a tratti visionaria,quasi come i registi d autore come Lynch.
Un tema sulle discrepanze sociali affrontato di recente in Parasite o snowpiercer,ma che qui rimane un bel boccone da digerire.

Una metafora non adatto ai deboli di cuore, abbastanza spinto ma fatto bene

Ok ok ok. Non saprei proprio da dove partire per recensire questo film. Cominciamo nel dire che l'intera pellicola è già un'enorme contraddizione. Io l'ho amato e odiato al tempo stesso. Devo ammettere però che il fulcro del film, che è tra l'altro il messaggio, in questo 2020 è davvero potente e soprattutto non si vede in molti altri film un'idea così originale. L'esecuzione, gli attori, la tecnica e la rappresentazione sono di un livello altissimo. L'unica critica che posso rivolgergli è che se si stanno cercando delle spiegazioni logiche oppure se si hanno delle domande riguardanti la trama e la storia della pellicola, beh non le si avranno mai nella vita. Non credo si sia capito nulla di quanto ho scritto qua sopra ma ok.

Un film che richiede un altissima dose di sospensione dell'incredulità. Ma la metafora sociale arriva. Un po' "The Cube" un po' "Snowpiercer", probabilmente più convincente di entrambi

Che film pazzesco! Non adatto ai deboli di cuore né di stomaco. Una lunga metafora della vita moderna.

Meglio la prima parte,nella seconda si perde un pò.

Adoro le pellicole claustrofobiche, adoro le pellicole horror spagnole e adoro Ballard, quindi non potevo non adorare anche questo gioiellino dal basso costo ma dalla grandissima resa. E pazienza per i buchi di trama, l'atmosfera è così potente che si passa sopra a tutto.

Produzione spagnola che si richiama ad altra pellicole del genere, pur avendo una certa originalità. Metafore politico-religiose piuttosto esplicite e quindi di abbastanza facile lettura. Gradevole.

Per quanto il finale di questo film non sia particolarmente soddisfacente, la quantità di riflessioni che porta dimostra quanto sia comunque ben costruito. Fantastica soprattutto la prima parte, con un personaggione veramente indimenticabile. Tutto estremamente metaforico della nostra società, presenta una serie di regole molto chiare che, via via, lo diventano sempre meno. Certe scelte nella sceneggiatura possono sembrare buchi, o viceversa: il dubbio resta e credo sia un grande pregio di questo film.

Se non si sta troppo a sottilizzare su alcuni vuoti di sceneggiatura risulta un buon film claustrofobico con momenti di tensione accompagnati da un po' di splatter ed un finale che lascia spazio a diverse interpretazioni

Va bene la metafora che vari recensori tirano in ballo, ma se si guarda il film ogni elemento viene spiegato e raccontato nei dettagli in modo concreto al punto che si fa fatica ad accettare tutto quello che non dovrebbe al contrario esistere. Non si può imbastire una sceneggiatura chiara e definita e poi buttare in mezzo elementi incoerenti con tutto il resto per dare un senso più profondo alla propria opera. O si fa un film con due facce valido sia da un lato che dall'altro esempio Matrix fantascienza/filosofia, oppure lo si lascia in sospeso fino alla fine senza dirigere lo spettatore verso una precisa direzione. Con questo film fino al penultimo piano sembra di essere di fronte ad un horror ben articolato, divertente e assurdo il giusto, dopo perde di senso e non importa se era stato ideato in un certo modo, per me è un progetto ambizioso ma fallito, se si fosse concluso come si stava preannunciando l'approfondimento metaforico (se cercato) sarebbe stato un qualcosa in più non le fondamenta dello stesso.


SPOILER

Davvero niente male... ho iniziato a guardarlo con scetticismo ma ha subito ottenuto il mio interesse. Più che un film drammatico direi che siamo dinanzi a un horror dove non mancano appunto scene anche piuttosto "estreme" (splatter, per usare un termine più usuale). L'inizio è lento, poi "sale" di intensità sino al finale che lascia aperta più di una strada all'interpretazione... benché il messaggio di "fondo" sia piuttosto lapalissiano.
Promosso.

Un opera prima interessante che presenta un ottimo spunto di partenza penalizzato purtroppo da una sceneggiatura a mio avviso piena di buchi e che ricorre più volte ad espedienti assurdi ed incomprensibili per far continuare la vicenda.
Il protagonista si fa rinchiudere volontariamente, l'asiatica che scende in continuazione con l'ascensore alla ricerca del figlio,e tanti altri ancora, per non parlare poi del finale che sfruttando il fatto di appartenere ad un opera metaforica (che poi di metaforico c'è veramente poco visto che il senso di questo carcere viene dichiaratamente spiegato) è privo di qualsiasi senso.
Resta comunque una pellicola tecnicamente ben confezionata, sostenuta da un cast all'altezza e che non lesina in sangue e violenza.
La tensione non manca, così come è apprezzabile il messaggio di critica sociale.
Per essere un opera prima non è scadente, le potenzialità non mancano a questo regista spagnolo, speriamo che al prossimo tentativo faccia di meglio, sufficienza regalata.

Il film del momento è senza dubbio un thriller che sa tenere sulle spine e che accusa in maniera molto esplicita (forse anche troppo) determinati aspetti della società, dell'essere umano e del suo insito egoismo che spesso porta alla cosiddetta guerra tra poveri. Inizialmente lo fa talmente bene che sembra di essere di fronte ad un filmone, poi però l'interesse va leggermente a scemare proprio quando comincia l'azione (la discesa) e viene un po' meno l'aspetto psicologico dei protagonisti e della vicenda tutta.
Una certa ispirazione da "Cube" e soprattutto, per la divisione in classi, da "Snowpiercer" è palese, come è pacifico che le due opere citate siano nettamente superiori, ma l'opera prima di Urrutia rimane un film di spessore e all'esordio nel modo del cinema è difficile anche solo pensare di fare così bene.

Mi è piaciuto molto...
Una grande metafora sociale per nulla celata...
Una pellicola a tinte forti con un livello piuttosto alto di scene "forti" o violente quando non disgustose, comunque tutto entro la soglia del tollerabile.
Molto bene il cast, location minimali e claustrofobiche, sceneggiatura ridotta all'osso ma precisa e scorrevole, colonna sonora molto valida e coerente con il contesto scenico ed emotivo.
E' un film sicuramente debitore ad altre pellicole e di certo non originalissimo per quanto riguarda sia il soggetto che l'evoluzione della trama ma comunque molto interessante e riletto molto bene con un ritmo veloce e pochi fronzoli.
Diciamo che il finale che vira verso il trascendentale, lasciando inoltre dei dubbi, non è stato proprio quello in cui speravo ma comunque nulla da dire sul risultato finale.
Merita assolutamente la visione.

Una prigione verticale metafora della società odierna. In cima i benestanti, scendendo si viaggia gradualmente sino a raggiungere la miseria assoluta. Questo perché i detenuti dei piani più bassi si possono nutrire esclusivamente degli scarti di chi sta in alto, ed inevitabilmente, l'egoismo spinge a non accontentarsi dell' indispensabile, ma di accaparrarsi senza alcuna remora anche il surplus mettendo così in croce chi ha meno possibilità.
L'individualismo impera anche tra chi sta sotto, dove anziché far fronte comune ci si ammazza per le briciole, ammaestrati da un sistema che non prevede la ribellione. L' accusa è quindi rivolta si ai "ricchi" ma anche a chi subisce passivamente la situazione.
Tuttavia è interessante notare come ogni mese i detenuti cambino di piano senza alcuna logica, forse un modo per ammansire gli animi, consci che prima o poi il turno di gozzovigliare arriverà per tutti. In questa sorta di regola democratica c'è forse il nocciolo del film, ovvero il totale asservimento a chi veramente muove i fili, che ovviamente è al di fuori della prigione, simbolo materiale dello schiavismo moderno gestito da pochi eletti.
Lasciando da parte la parte concettuale, "Il buco" è un buon action/ horror con inserti gore, molto riuscito nella prima parte, un po' meno convincente con l'andare dei minuti. Il messaggio di fondo, pur encomiabile, è veicolato senza sorprese in modo da diventare in fretta scontato.

Classico film con un high concept importante che riscuote tutta l'attenzione, ma che lascia con un pugno di mosche in mano alla fine. E quindi?
Noto una mancanza di livelli di lettura nella maggior parte dei film distribuiti su Netflix, in virtù di un pericoloso tentativo di monopolizzare l'attenzione dello spettatore sulla piattaforma con storie accattivanti ma usa e getta.
Poi il film ha alcune buone cose di montaggio per il modo in cui viene usato per sintetizzare nella prima parte, ma cala abbastanza gradualmente. Difficilmente era possibile sviluppare questo soggetto in maniera meno prevedibile.
Poi si lascia guardare, ma è una totale perdita di tempo.

Cruda e drammatica riflessione sulla società moderna e su quanto sia sbilanciata la suddivisione della ricchezza e delle risorse. Merita di essere visto.

Primo film dell'esordiente regista basco Galder Gaztelu-Urrutia; per essere il suo primo lavoro è un esordio decisamente incoraggiante. Il film ha avuto una visibilità sui social in questo periodo di quarantena, data probabilmente l'analogia che ha con il momento che stiamo vivendo.

Comunque prendendo il film per quello che è, distaccandolo dal momento storico, ha un'ottima ambientazione che da sola fa quasi tutto il film. Lo spettatore infatti viene immerso in questa distopia costituita da una sorta di prigione verticale (dove però si entra anche volontariamente), dove ad ogni livello ci si può sfamare tramite una piattaforma porta-vivande che passa ad ogni piano. La difficoltà è che la piattaforma è sempre la stessa, per cui si potrà mangiare solo ciò che avanza dai livelli superiori.
Lo spettatore viene così immerso nei meccanismi di funzionamento della prigione, nelle dinamiche tra i residenti, nelle strategie di sopravvivenza e i vari risvolti. Dalla premessa dell'ambientazione si creano tutta una serie di spunti che la regia sviluppa molto bene.

Ciò che non mi è particolarmente piaciuto è che oltre all'ambientazione e alle dinamiche intorno all'ambientazione c'è poco altro: sicuramente non c'è una storia individuale del protagonista degna di nota. Una morale? Una critica al classismo della società? Una riflessione sull'incapacità di provare solidarietà in maniera spontanea? Se c'è questa critica è molto leggera, e probabilmente è un po' forzato cercarla. Parlando poi del finale, rimane un po' deludente. Sicuramente in un film di 1h e mezza non ci si può aspettare un grande sviluppo, però questo finale pone solo altri interrogativi un po' illogici su cosa sia questo "Buco", non da nessuna soluzione, non è particolarmente appagante.

Per cui confermo che il vero forte del film è l'ambientazione e la descrizione del micromondo di modi e strategie di sopravvivenza. Da quel punto di vista è sicuramente un film originale e che ti fa immergere nella visione catturando l'attenzione dello spettatore.

Idea originalissima alla base di questo film claustrofobico è disturbante Made in Spagna. Mi ha ricordato le atmosfere tendine di film come Hostel o Saw - l'enigmista.
Finale leggermente calante ma merita a mio parere di essere visto.
Media voto giusta!!!

Valido, merita la visione. Originale, efficacemente minimalista, grottesco e provocatorio. Promosso!
Come dicevo in altra sede, ormai gli spagnoli ci asfaltano anche in materia di cinema.

Una sorta di Cube iberico, con metafore su politica e società. Interessante, ma non per tutti.

Un metafora semplice per un film davvero ben riuscito.

Urrutia promette bene al suo esordio.

Deve ancora nascere colui che eguaglierà il genio di Vincenzo Natali e il suo "Cube". Nel frattempo ci dobbiamo accontentare di quello che passa il convento (Netflix), cioè un'accozzaglia ingiustificata di volgarità e gore, inseriti con scarso senso della tempistica, nella certezza che tanto una metafora non si nega a nessuno.
Nasce tutto dalle vicende di un ex pizzicagnolo costretto a chiudere la sua attività per l'emergenza sanitaria dovuta al coronavirus. Chiuso nella sua stanza, egli prova la strada dello storytelling, proponendo la sua idea ad una piattaforma streaming che in un primo momento respinge al mittente il prodotto, ma successivamente, dopo aver esaminato con cura il proprio database ricco di variegate scemenze, decide di comprarlo dandogli il titolo che merita.
Il messaggio è la panna cotta.

Produzioncina Netflix che aspettavo ma con poche aspettative, come sempre quando guardo una produzione di questa piattaforma.
Parte molto bene, sembra essere un jail movie originale e coinvolgente.
Primi due personaggi tratteggiati bene.

Poi dopo la metà ci si perde, l'originalità va a farsi benedire e il film diventa un convenzionale film d'azione, con personaggi caratterizzati male.

Da vedere assolutamente in spagnolo.
Che questo film abbia lo stesso nome del capolavoro di Becker mi lascia perplesso.
Guardatevi quello piuttosto.

Film dalla trama semplice, con alcuni messaggi abbastanza espliciti rivolti alla società.
Pieno di tensione, violento ed assolutamente claustrofobico.
Mi è piaciuto molto.
Anche l'espressività degli attori è intensa.
Da vedere.

Film angosciante che mi ha ricordato le allegorie di Madre!, altro film che critica questa squallida razza umana che porca miseria siamo, avidi ed egoisti, che ce ne sbattiamo allegramente di chi muore di fame (tema tornato attuale in questi giorni) ma poi diventiamo di nuovo tutti fratelli, giusto il tempo di scollinare i tempi bui. Per questo motivo un po' mi ha annoiato, sapendo a cosa andavo incontro, ma lo consiglio, giusto per non dimenticare mai cosa siamo.

Film che merita di essere visto, concettualmente molto intrigante e coinvolgente...belli i personaggi che fanno parte della "fossa", un peccato grande come una casa il finale.

SPOILER

Una produzione Netflix interessantissima: Il Buco è claustrofobico, disturbante, avvincente e davvero innovativo.
Ogni ulteriore commento potrebbe generare spoiler facilmente evitabili, percui ne consiglio vivamente la visione.

Era dai tempi del primo Cubo che non vedevo un film del genere: tra thriller, horror e fantascienza. Lo spunto è geniale nella sua estrema semplicità.
Crudo e violento, diverse scene davvero disturbanti.
Ci ho visto una critica feroce e spietata della società del consumismo contemporanea... senza scampo per nessuno.

Incuriosito dalle precedenti opinioni, mi sono procurato questo film inizialmente scartato. Sicuramente fascinoso resta pero' il rammarico di un non finale...difficilmente interpretabile.

"Il Buco" , un film dove il fondo, in teoria, non c'è. Un affascinante e coinvolgente esordio proveniente dalla Spagna, che trasforma il concetto della prigione in una satira grottesca a base di verticalità e cibo, con due ottimi interpreti principali. Un buon acquisto per Netflix, che arricchisce il proprio catalogo di genere con un titolo degno di nota.
Consigliato!

SPOILER

Drammatico? No! Questo è un horror abbastanza spietato, devo dire tra l'altro che ne ho visti pochi in giro di simili, infatti la trama si fa tesa e interessante fin da subito, con un'idea semplice eppure efficace. Subito può richiamare "Il Cubo", ma vi assicuro che a parte l'atmosfera non ha altro in comune con quel film.
In sostanza mi è piaciuto molto, è un horror teso, claustrofobico, un po' fantascientifico e cattivo, che nasconde dei messaggi sulla società.
Il finale purtroppo lascia l'amaro in bocca, ma può stimolare molti punti di vista se visto in compagnia.
Consigliato, altro prodotto di ottima fattura firmata Netflix.