detachment - il distacco regia di Tony Kaye USA 2011
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detachment - il distacco (2011)

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locandina del film DETACHMENT - IL DISTACCO

Titolo Originale: DETACHMENT

RegiaTony Kaye

InterpretiAdrien Brody, Lucy Liu, Bryan Cranston, Christina Hendricks, James Caan, Renée Felice Smith, Blythe Danner, Marcia Gay Harden, Tim Blake Nelson, Sami Gayle, Doug E. Doug, Isiah Whitlock Jr.

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 2011
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2012

•  Altri film di Tony Kaye

Trama del film Detachment - il distacco

La storia si svolge in tre settimane in un liceo statunitense, dove le vite di alcuni insegnati, studenti e amministratori vengono viste attraverso gli occhi del supplente Henry Barthes. Il metodo di Henry, di impartire ai suoi studenti temporanei una cultura fondamentale, viene interrotto dall'arrivo di tre donne nella sua vita.

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Voto Visitatori:   7,68 / 10 (79 voti)7,68Grafico
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Voti e commenti su Detachment - il distacco, 79 opinioni inserite

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DonnieDarko98  @  04/08/2022 04:26:36
   10 / 10
Genitori assenti e inadatti , giovani senza speranze o ambizioni e professori demotivati.... No,non è quello che troverete nel film ma è il ritratto della triste e deprimente realtà che ci circonda.
Detachment è un pugno allo stomaco,sa essere così toccante e reale che alla fine può solo lasciarti con un sorriso amaro e un briciolo di speranza.
Non è un film , ma un'opera d'arte.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Zazzauser  @  10/01/2021 23:10:24
   8 / 10
Incredibile che un film di tale valore sia passato in sordina in questo modo.
Tony Kaye sara' pure un personaggio eccentrico; basta guardare i problemi avuti con la produzione di American History X e le varie boutade fra cui quelle di vestirsi come Bin Laden e fare incazzare Marlon Brando.
Ma non si puo' negare che sappia cosa sta facendo e soprattutto che apra bocca quando ha seriamente qualcosa da dire (mediamente una volta ogni 6 anni).
Detachment e' un dramma potente, cupo, riflessivo. Chiari i paralleli e le linee di continuita' con American History X: ambiente scolastico, storie di redenzione, rapporti fraterni, l'esplosione della tragedia nell'atto irreversibile per eccellenza, la morte; il sistema scolastico (ambiente a cui Tony Kaye e' vicino, evidentemente) qua viene pero' messo totalmente in crisi: chi insegna prova quello stesso profondo disagio esistenziale che permea chi sta dall'altra parte della cattedra. Chi dovrebbe guidare non puo', non riesce a farlo, anzi sente quasi il bisogno di essere guidato, non esiste disciplina, decadono i ruoli. Prevale il disinteresse, il distacco, quando non la cinica indifferenza nei confronti di una situazione che non ha soluzione tranne la mancanza di emozioni.
Per quanto a Kaye piaccia fare denuncia sociale (Lake of Fire documentario del 2006 sull'aborto negli USA), Detachment si mantiene al di sopra degli intenti moralistici, si limita a fotografare una realta' effettiva, non storicamente e geograficamente determinata, quella del degrado, della dissoluzione del sistema educativo (statunitense in particolare, immagino), abbandonato dalle istituzioni e vessato dalle difficolta' di avere a che fare con realta' sociali degradate. Un decadimento sociale e culturale che si estende ben oltre i muri degli edifici scolastici: la scuola come la vita. Un decadimento da cui nessuno si salva: quando la barca affonda, trascina in mare sia i capitani che i mozzi.
Duro, triste, ma non depresso: uno spiraglio di speranza c'e in un ambiente che pare, a tutti gli effetti, di-sperato. Forse l'aridita' delle emozioni non e' l'unico modo per sollevarsi dal pantano dell'esistenza. Si legge tutto in quell'abbraccio finale fra Brody e la ex-prostituta Sami Gayle.

Memento mori  @  29/09/2020 00:00:56
   6 / 10
Pesanteeeee. E' abbastanza un covo di depressione fine a se stessa. Spunti piacevoli ma i personaggi cadono spesso nello stereotipo (peccato) e la trama è piena di elementi poco credibili (fa acqua da tutte le parti, dai).

Si percepisce la buona intenzione, ma non si va mai veramente a fondo. Non arriva.
Fantastico Brody (attorone).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  30/08/2018 07:49:49
   7½ / 10
Grande Brody in un film drammatico che fa dei rapporti intrapersonali il suo punto di forza . Il professore che tenta di aiutare gli allievi ma deve al contempo combattere i suoi demoni verso una società che non ritiene socialmente giusta è uno script magari non originale ma qui molto ben sceneggiato e diretto.

mauro84  @  20/12/2017 22:44:57
   8 / 10
Se la casualità mi ha portato alla visione di sto film ho trovato il film che non mi aspettavo, il film che mi ha coinvolto. trascinato in tutta la sua visione, vivere la drammaticità di tutto ciò in modo un poco diverso dal solito.
Si parla di scuola, di qualcosa dove tutti siamo passati, un professore diverso, una storia diverso, qua sono tanti dolori e poche gioie.
La vita ti mette davanti a scelte che difficilmente si possono prender da soli... bisogna accettare, guardarsi davanti.. chi si ferma è perduto... molto toccante e drammatico in alcune sue parti... Piace le varie colonne sonore, la propria visione delle cose con relativi intermezzi anche disegnati... Meritevole.

Adrien Brody, una gran personalità, attore, capace, seriamente capace di meritarsi tutte le attenzioni.. promosso.
Lucy Liu, bella, fa piacere rivederla post kill bill in un film serio. Si prende un ruolo importante, ci sa fare e piace.
Sami Gayle, giovane, il nuovo che avanza, si fa piacere e sembra capace.
Christina Hendricks, un'altra attrice rossa naturale che si ritaglia nel suo piccolo, una dimostrazione di bravura, oltre a farsi piacere!

Il regista, torna post american history X a far parlar di sè in modo perfetto, sembra una storia vera da come viene messa lì, possibile visto i drammi vari, raccontati e ben gestiti in tutto il film. Promosso a pieni voti la sua assoluta gestione del film.

Film consigliato, da vedere! Top film drammatico!!

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libero1975  @  05/05/2017 23:39:02
   8½ / 10
Profondo e coinvolgente!

topsecret  @  19/04/2017 16:12:06
   7½ / 10
Tutti vivono il proprio inferno: insegnanti e alunni, genitori e figli, mariti e mogli, giovani e vecchi. Qualcuno ce l'ha scritto in faccia, altri ce l'hanno dentro ma tutti lo vivono quotidianamente, come un cancro che ti consuma lentamente. E l'unico modo di sopravvivere è il distacco, preservare la propria anima, avere consapevolezza di emergere da quel pantano ripetitivo e ossessivo.
Il film di Kaye tocca nel profondo, coinvolge e fa riflettere, mette l'accento su temi caldi e attuali, non si nasconde dietro la facile retorica ma mostra, racconta ed esplora l'animo umano, va oltre quello che si vede e si percepisce e lo fa senza giudicare, senza moralismi. Potendo contare su un cast più che valido, su prove sentite e intense, DETACHMENT offre una visione davvero ben fatta, capace di coinvolgere e interessare lo spettatore più attento e sensibile alle tematiche trattate, facendolo partecipe di tutte le emozioni e gli stati d'animo dei protagonisti.
Una pellicola certamente non originale ma intensa e toccante come poche.

Gabo Viola  @  06/11/2015 16:01:56
   8 / 10
Film dalla grande sensibilità

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  06/11/2015 00:47:38
   3 / 10
Incredibile. Raramente ho visto in vita mia film più fastidiosi o per meglio dire irreali. Penso ai dialoghi, alle situazioni e ai personaggi: lontanissimi dalla realtà, non soltanto del mondo della scuola. Se davvero un insegnante dovesse trovarlo un buon film, allora meglio che cambi mestiere. Vergognoso.

clint 85  @  03/10/2015 00:50:11
   7 / 10
Buono, a tratti buonissimo....ma gli manca quel qualcosa per essere un gran film...

Adrien Brody è bravissimo come sempre; senza dubbio uno dei migliori attori in circolazione.

7219415  @  08/08/2015 16:22:48
   8 / 10
Oskarsson88  @  20/06/2015 01:49:50
   8 / 10
Ironico e profondo allo stesso tempo e in tutto il tempo vagamente pessimista. Una piacevole sorpresa.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  13/06/2014 16:31:31
   8 / 10
Un insegnate che si fa educatore in una scuola con soggetti difficili. Adrien Brody è fantastico in questi ruoli da soggetto problematico e maledetto.
Ma è un film sui sentimenti, e in particolare, come dice il titolo, sul distacco. Il protagonista accudisce con distacco gli studenti, la piccola prostituta e il nonno. Ma non è cinico, tutt'altro. E' quel distacco critico che gli permette di poter vivere, di non soccombere di fronte alle difficoltà.
Film di rara bellezza. Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  30/05/2014 21:47:04
   7½ / 10
presenti spoiler

Ma che strana cosa che è sto Detachment, un film che passi dal trovarlo a tratti insopportabile ed altri
potentissimo, una strana cosa inafferrabile, che quando vorresti farlo tuo ti scappa via e quando vorresti lasciarlo andare riesce a conquistarti di nuovo.
Ti manca un punto d'appoggio, sì, sarebbe lui, lo so, ma poi non lo è, ti manca un punto d'appoggio perchè non riesci a soffermarti su un personaggio, non riesci a seguire un filo perchè i fili sono tanti, forse troppi e quando pensi di averne afferrato uno si passa all'altro. C'è una forza centrifuga per cui ruoti sempre attorno a un nucleo che non riesci mai a raggiungere, anzi, te ne allontani spesso.
E tutto è iperbole, tutto.
C'è l'iperbole dello stile cinematografico con questo strano mix di ralenti, di primissimi piani quasi distorti, di macchina da presa che ogni tanto si fa ballerina, di colori che si sfuocano, di flash back opprimenti, di disegni persino, disegni su una lavagna virtuale, di una regia che a volte volteggia ed altre sembra quasi di stare in tv.
C'è l'iperbole della parola con quell'intervista "postuma" che a tratti cadenza il film, con quella voce fuori campo che spiega, analizza, descrive, racconta.
C'è l'iperbole della violenza scolastica con quei ragazzi che fanno sempre a botte,con quegli sputi in faccia ai professori, con quelle parolacce e offese così gratuite, con quel teppismo troppo marcato.
C'è l'iperbole della resa e della fine di un sistema, con quel ricevimento dei genitori in cui non se ne presenta nemmeno uno, no dai, non è possibile, nemmeno uno.
C'è l'iperbole del disagio interiore con il suicidio che di per sè, si sa, è iperbole.
Ma la cosa strana è che sì, tutte ste cose fanno arricciare il naso, tanti luoghi comuni esaltati , iperbolati all'ennesima potenza, ma dentro c'è sempre qualcosa che ti prende lo stesso, l'ho detto, mentre ti allontani dal film lui ti prende lo stesso, dovresti spogliarti magari perchè se ti resta un solo panno addosso lui ci si aggrappa e ti tira a sè.
E così nell'iperbole dello stile a volte resti affascinato da questa regia così particolare e non definita, da questa fotografia che muta, da tutti sti momenti che visivamente sembrano uno diverso dall'altro.
E nell'iperbole della parola ci sono comunque frasi e dialoghi che ti colpiscono forte, sfoghi potenti, come quello di Lucy Liu, che arrivano, eccome se arrivano.
Nell'iperbole della violenza a volte un brivido ti viene perchè lo sai che la realtà non sarà proprio quella ma a volte ci va maledettamente vicino.
Nell'iperbole della resa quella scena del ricevimento così assurda quasi quasi ti frega così tanto da fartela forse apparire come la scena più bella. Perchè racconta di un mondo che non c'è più, di un'epoca lontana che non può più tornare, racconta di un mondo altro da adesso.
E nell'iperbole del disagio c'è quel suicidio che con tutti quei pasticcini che ridono e con quello unico nero letale che piange riesce a rendere non banale il banale.
C'è qualcosa di strano in questo film, quasi una mistica, quasi che quello che racconta e l'atmosfera che lo pervade abbiano qualcosa di trascendentale, di oltre.
Forse per questo tutto è sfuggente, lo stile cinematografico, le vicende, gli epicentri. Perchè si vuole andar oltre, non raccontare e mostrare tematiche ma fartele apparire e renderle eteree, sfuggenti.
Che poi sul lato squisitamente oggettivo ci sono attori notevoli, con quell' Adrian Brody che si toglie con forza di dosso l'Argento e torna a fare quello che sa.
Ma c'è soprattutto lei, la giovane ragazza, poco più che bambina che si prostituisce, lei, una giovane attrice sorprendente con un viso che ti ruba gli occhi e con un ruolo che ti prende il cuore.
E quando la portano via, quando urla a lui di tenerla con sè ho pensato che era proprio il film a tenermi con sè.
Cos'è un insegnante? cos'è, adesso, un insegnante?
Il film prova a dirtelo, a spiegartelo, a mostrartelo. Io credo molto alla figura dell'adulto notevole, a quella figura cioè che può essere amica, può essere insegnamento, può essere forza, può essere appiglio, può essere ispirazione. E se tutto questo o parte di questo non lo sono stati i genitori ci sono un mucchio di altri adulti notevoli, e il professore, in senso lato, può esserlo.
E questo qui di professore è un uomo dall'infanzia rubata, un uomo che sa quali sono le cose giuste da fare ma poi fatica maledettamente a metterle in pratica. E tutto, o quasi, gli esplode intorno.
Storco il naso al prof macchietta disperato con moglie teledipendente, lo storco di nuovo all' imprenditore e le sue vendite immobiliari crollate per colpa dei voti scolastici, e ancora al padre che (e basta!) dice che l'arte è ***** e ancora e ancora.
Ma il film ti prende e ti porta fino in fondo.
Non lo so se lo fa in modo onesto, genuino, sincero.
Certo esagera, certo ambisce a tanto e quando ambisci a tanto l'errore più grande che puoi fare è aggiungere, aggiungere e aggiungere.
La perfezione non si può raggiungere ma è molto più facile andargli vicino col poco rispetto che col tanto.
Chè col tanto rischi troppo, la percentuale di errore aumenta in modo esponenziale..
Non so se sarà un caso, anzi, non lo è di certo, ma anche qua, come in Nymphomaniac, vengono riportate le parole del fulminante incipit de Il Crollo della cada degli Usher di Poe.
Lo stesso identico estratto.

"DURANTE un giorno triste, cupo, senza suono, verso il finire
dell'anno, un giorno in cui le nubi pendevano opprimentemente
basse nei cieli, io avevo attraversato solo, a cavallo, un tratto di
regione singolarmente desolato, finché ero venuto a trovarmi,
mentre già si addensavano le ombre della sera, in prossimità
della malinconica Casa degli Usher. Non so come fu, ma al
primo sguardo ch'io diedi all'edificio, un senso intollerabile di
abbattimento invase il mio spirito. Dico intollerabile poiché
questo mio stato d'animo non era alleviato per nulla da quel
sentimento che per essere poetico è semipiacevole, grazie al
quale la mente accoglie di solito anche le più tetre immagini
naturali dello sconsolato o del terribile."

Perchè quando si parla di disagio, quando si analizza il nero, quando servono metafore le più belle possibili per descrivere la malinconia, la resa, la distruzione e la morte non c'è niente di meglio che usare le parole di quello che, forse, ha saputo meglio farlo.

ZanoDenis  @  06/11/2013 18:33:36
   8 / 10
Dopo aver visto American History X, gran film, ero curioso di vedere anche questo. Sono film molto simili, forse questo è addirittura più crudo, un film che le cose non le manda a dire, ma le dice dirette, il vantaggio del film è che durante la sua visione mi ha suscitato parecchi sentimenti, dallo sconforto, per il modo crudo con cui mostra molte situazioni, alla speranza, e anche alla compassione. Molto toccante, anche se qualche aspetto mi ha irritato, come i continui e velocissimi flashback. Rimane comunque un ottimo prodotto e molto serio.

benzo24  @  12/09/2013 21:40:23
   6 / 10
Mi aspettavo di più, prevedibile e troppo verboso.

calso  @  31/08/2013 15:37:03
   8 / 10
Bel film...il protagonista è un professore dall'animo buono ma chiuso che non riesce ad esternare le proprie emozioni e nonostante aiuti gli altri non riesce a dimostrarlo ed alleviare i loro dolori...anzi non riuscendo ad esprimerli non fa che aumentarli...bello

NotturnoInRosso  @  13/08/2013 00:03:28
   9 / 10
Magnifico film. Il tema è molto difficile da trattare, visto che con un niente si cade nella pomposità o peggio ancora nella noia. Qui invece siamo sempre con la voglia di sapere cosa succederà, come reagiranno i personaggi. La regia, non so se è un'impressione mia, è ridotta ai minimi termini. Tutto è lasciato ai dialoghi, alla bravura degli attori, ai "rallenty". Una parabola dal fondo al fondo "ancora più fondo" e risalita di un uomo che cerca di aiutare il prossimo, fino a che non si rende conto che è lui il primo ad aver bisogno di aiuto. Una pellicola molto particolare, molto forte, e per questo non adatta a tutti secondo me. Resta il fatto che è adattissimo alla definizione "film drammatico"

OOssorg  @  20/07/2013 14:52:10
   9 / 10
Profondo, riflessivo, toccante.
Ecco i tre aggettivi perfetti per descrivere questo film dei quali ora mentre scrivo stanno scorrendo i titoli di coda.
Lo stato d'animo con il quale mi ha lasciato toglie spazio alle parole e provare a descriverlo non ne renderebbe la bellezza.

Sono conciso non per mancata voglia di scrivere, ma per superfluità di farlo.

Fantastico.

JOKER1926  @  08/07/2013 02:02:35
   7 / 10
Non è un regista prolisso, Tony Kaye, è stato padre solo di due film, ma entrambi di grande spessore.
Dopo il celebre e "maledetto" "American History X" nel 2012 la regia americana avanza con un altro film, "Il distacco".
Anche questa volta si tratta, fondamentalmente, di un grande successo.

"Il distacco" è una parabola amara di un uomo calatosi in circostanze scolastiche amare che assumono velocemente le sembianze di drammi epici, fra momenti di deliri e depressioni immani. In pratica in primo piano la psicologia di un professore misericordioso, intelligente e dinamico immischiato in successioni complesse ed infami. Henry Barthes incontra nel suo tragitto di vita tre donne che segneranno, in modo variegato, l'esistenza (o perlomeno parte di essa) del professore, i rapporti diventano energici, la dialettica di Barthes correlata alla sua empatia lo porteranno a gestire alla meno peggio situazioni disastrate.
E', in effetti, proprio la figura del supplente a innalzare ad alte sfere il prodotto americano; Adrien Brody è in una interpretazione stratosferica riuscendo a trasmettere un qualcosa di grande, fra passione, devozione al dovere (umano più che professionale) e apertura mentale. Brody è un attore di prima fascia, ed è grazie a questi che "Il distacco" si avvale di quella ulteriore forza di propulsione e di attaccamento che lo spettatore riesce a dare e a ricevere.
Oltre tutto quello di Tony Kaye è un film da premiare perché ha molte cose da offrire, anzitutto un montaggio oppressivo e tremendo; senza dimenticare poi un finale (eccessivo forse) che richiama l'espressionismo, con le scenografie che urlano e disperano, l'immagine grida.

JOKER1926

7 risposte al commento
Ultima risposta 14/05/2014 00.58.44
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DarkSol  @  30/06/2013 20:30:03
   9 / 10
Interessante, instrospettivo, toccante e per nulla noioso. una perla del cinema che ho visto x caso.

Credo che parli di ognuno di noi in qualche punto della nostra vita

MonkeyIsland  @  23/06/2013 14:36:33
   8 / 10
Gran film!
Brody finalmente superlativo visto che dopo Il Pianista si era un po' perso, trama interessante e cast affiatato.
Fantastico il pezzo di Caan che replica agli insulti del ragazzo che mi ha fatto morire dal ridere.
Il finale è veramente forzato

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER ma il film resta notevole e ricchissimo di spunti di riflessione.

Scuderia2  @  23/06/2013 11:41:44
   7½ / 10
Spietato.
Spietato nella sua drammaticità e nello sbatterti in faccia la realtà.
Brody interpreta un personaggio la cui vita è naufragata in tenere età.
Si è rialzato e cerca di distribuire salvagenti;vuoi con la sua professione educativa,vuoi per indole.
Godiamoci il viaggio finchè mantiene i crismi della crociera.
Se va bene incontreremo una mareggiata,se va male un iceberg.
Forse una boa.
L'entropia vince sempre.

Alex2782  @  15/04/2013 22:03:25
   6 / 10
Un buon film riflessivo ma troppo lento anche se ben interpretato.

Febrisio  @  01/04/2013 20:56:29
   7½ / 10
Ci sono cose buone e altre forse meno, come la durezza e schiettezza su un argomento sensibile. Comunque sia l'opera del regista di American History X, cerca di inquadrare un sistema sociale soffocato dalla costante routine. Il calcione sociale di Kaye va dritto al cuore collocandosi nel sistema educativo scolastico. Adrien Brody, le sue espressioni si adagiano perfettamente alla tempra malinconica del protagonista. Un insegnante supplente che fa il nido nel precariato, nutrendosi dallo stesso di passionale ninfa per un nuovo compito da svolgere. Un mantenersi attivo mancante nel gruppo docenti, infettati anche al di fuori della sede scolastica. Docenti messi a dura prova dalle responsabilità sempre aggiunte, e collocati come unici punti di riferimento. Usati e sgridati dai genitori per incompetenza. Buona la simmetria in cui "Adrien" sgrida l'infermiera per l'incompetenza nel svolgere le basilari mansioni di assistenza, ponendo tutti "lavoratori operai" sullo stesso piano di un "assenza passionale" verso i propri doveri. Sembra mancare non solo nel film, ma nella società stessa. Un senso di appartenenza a ciò che ci si dedica, invece che listare giornalmente il dovere da svolgere. Un attitudine difficile da coltivare in un sistema sociale privo del tempo da dedicare. Ed qui che interviene "Il distacco", una specie di formula magica che cambia la vita, e fa sì ci si interessi a ciò che si sta facendo. Una sorta di franchezza e umiltà nata nelle difficoltà e nei problemi che ci schiantano a terra. Proprio prima che venga sfoderato l'ultimo colpo fatale, come probabilmente ne è investita la "fotografa", il distacco prende una forma più coscienziosa.

Un Kaye pregiato ed attraente, forse troppo per una forma così bruciante, e per certi versi tragica. Ad ogni modo assai ispirato, e forse una concreta e moderna risposta.

vale1984  @  25/03/2013 14:05:19
   7 / 10
il film è molto ben fatto e il protagonista è perfetto per la parte del professore pieno di problemi, frustrato e con un passato difficile. la realtà è pesante, cruda e purtroppo verosimile, il film coinvolge e sconvolge ma alla fine gli manca comunque qualcosa per lasciare il segno, malgrado i temi ci siano tutti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  11/03/2013 19:54:27
   7 / 10
Un film molto duro, forse fin troppo eccessivo e quasi teatrale nella messa in scena. A renderlo veramente interessante ci pensa una buona sceneggiatura che coinvolge a dovere.
Non del tutto all'altezza il cast, James Caan a parte.

TheGame  @  10/03/2013 12:30:09
   6 / 10
Ci sono due spettatori per questo film: tipo A) Insegnante frustrato per non guadagnare come un player del NBA. Tipo B) ragazzino/a, zarro e/o alternativo che incolpa il "sistema ostruzionista" se non è ne ambizioso ne milionario. In entrambi i casi c'è poco di cui stare allegri, perché il punto di vista di Kaye non è certo banale, ma casca nel vittimismo a piè pari e con una certa superficialità inoltre, pur conservando un discreto fascino derivante dal personaggio principale e dal suo arco narrativo.

Juza21  @  16/02/2013 13:47:38
   7½ / 10
Profondo ed emozionante. Bello davvero..

alastar  @  11/02/2013 16:34:14
   7 / 10
Buon film retto completamente da una convincente prova di Adrien Brody e con un messaggio chiaro:volenti o nolenti non si riesce a rimanere completamente distaccati dalla vita,dal mondo.

mr orange  @  02/01/2013 22:45:17
   8½ / 10
il film segue varie tematiche tutte molto crude e riesce in più occasioni ad andare sul sentimentale senza mai cadere nello smielato. riuscito il protagonista interpretato da un ottimo attore, cosi come per i personaggi secondari, ben costruiti anche se gli viene concesso pochissimo tempo e interpretati da attori noti e sempre in parte. il regista monta il film mischiando alle normali sequenze, scene flashback e animate che vanno a delineare la psicologia del protagonista con un risultato che ho apprezzato. se devo trovare un difetto forse l'eccessivo status negativo in cui si trovano tutti i professori nel film, a tratti un po' esagerato che fa uscire un attimo il film dalla realtà cui eri immerso.

guidox  @  26/12/2012 23:07:05
   8 / 10
duro e spietato, un vero macigno che colpisce direttamente la coscienza, ma con un sottofondo di poesia sempre presente che addolcisce e dà sempre speranza.
molto bello e sentito, mai banale e retorico, forse esteticamente non troppo genuino nonostante la grandezza visiva oltre che ad un ottimo livello di musiche.
positivo senza essere buonista, straziante senza essere distruttivo.

slint  @  16/12/2012 00:00:39
   8½ / 10
Brody immenso,come Tony Bellissimo!

Tuonato  @  07/12/2012 12:25:58
   8½ / 10
Vero. Tony Kaye manierista eccessivamente raffinato furbo ed autocompiaciuto.
Ma il suo lavoro è un gran bel vedere e, soprattutto, riesce a regalare forti emozioni. Per me il miglior film di questa stagione cinematografica.

<<Tutti noi abbiamo dei problemi e delle difficoltà da affrontare
e tutti noi ce li portiamo a casa la sera
per ritrovarceli il mattino al lavoro
a volte senti l'impotenza, hai la consapevolezza di essere
come una barca alla deriva in mare aperto senza una boa a cui aggrapparti
...quando pensavi di essere tu quello che l'avrebbe lanciata>>

keisersoze  @  04/12/2012 23:57:13
   7½ / 10
toccante... profondo. Il film è un susseguirsi di situazioni personali complesse, di vite difficili e di drammi raccontati in modo schietto e senza filtro.Le emozioni dei protagonisti vengono trasmesse con la stessa efficacia e immediatezza di una fotografia.
Interessanti le tematiche affrontate. Ottima l'interpretazione di Adrien Brody.
Un film che mi ha colpito e merita di essere visto!

nicodio  @  03/12/2012 00:22:56
   8½ / 10
"There should be
a prerequisite curriculum for being a parent,
before the people attempt to.
Don't try this at home."

Mi sembra che questa frase riassuma buona parte del film. Dove sono i genitori? Non ci sono. E un supplente, messo lì per un breve periodo, prova a salvare i ragazzi quando anche lui, forse, dovrebbe essere salvato.
È un film triste, sì, (a me personalmente non ha annoiato nemmeno per un istante) ma c'è la visione di un riscatto finale, anche se sfocata.
Qualcuno si riesce a salvare, e forse basta quello.

Jumpy  @  26/11/2012 00:24:10
   8 / 10
Filmone. Tocca diverse tematiche, tutte delicate e scomode. Affetti, drammi familiari, senso di inadeguatezza, desiderio di riscatto...

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  24/11/2012 17:15:49
   6 / 10
"Detachment" non è lontano da "American History x". Tony Kaye è affezionato alla morte emblematica, all'epilogo enfatico. E' una delle ultime vittime del cinema dell' horror vacui, dunque arranca per riempire i silenzi ed ammazzare i tempi morti. Di fatti il film straborda di parole, ma il vuoto lo raggiunge ugualmente. Complice la penna vittimista che ha steso la sceneggiatura: un ex insegnante. La frustrazione è una bestia crudele, ma non può essere un alibi tanto democratico. Si deve avere il coraggio di affermare delle verità assolute. Per esempio, che alcune persone sono semplicemente dei cani bastardi. Quelli davanti alla cattedra hanno tutto il diritto di presenziare (anche perché fino ad un certo punto vi sono costretti). Meno tolleranza meritano quelli dietro la cattedra.
Nonostante tutto, quello di Adrien Brody è un personaggio interessante. Solo apparentemente afflitto dall' impotenza. In realtà il suo è un problema di potenza, o meglio di potere. Il potere che ha un docente quando decide di fare filosofia spicciola, e convince un manipolo di ragazzi che sì, la vita è dura, il mondo va in malora, la bruttezza è più limitante della stupidità…però, in fondo, d'altra parte, non è sempre così. Il professor Barthes non fa che pagare lo scotto della sua ingenua presunzione. "Sono una non-persona" è la battuta più profonda, sagace, pregnante del film. A quest'altezza finalmente assume senso la citazione iniziale di Camus: "Non mi sono mai sentito così profondamente distaccato da me stesso e al contempo così presente nel mondo".
Al di là della riconciliazione stucchevole fra il protagonista e la prostituta minorenne, il finale è a suo modo bello (anche se incoerente, come del resto gran parte della storia). Le immagini della scuola devastata da un terremoto inudibile sono efficaci nel loro elementare simbolismo. Toccante la sequenza che ci mostra brevemente le varie solitudini, tutti i personaggi nel momento del ritorno a casa, ognuno con la propria disgrazia privata. Ma più di ogni altra cosa mi sono piaciute le animazioni che intervallano la narrazione. Su tutte, un muro che si innalza mattone dopo mattone, quando Barthes e la collega dai capelli rossi vanno fuori a cena: la comunicazione irrealizzabile.

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Ultima risposta 24/11/2012 18.23.11
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Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  19/11/2012 10:46:09
   9 / 10
Tony Kaye,ritornato in circolazione per offrirci una scuola decadente e avvolta da un'alone di sofferenza e indifferenza da far venire i brividi.
In questo scenario,in cui troviamo ragazzi che hanno perso la bussola e non hanno futuro e professori arresi e armati di pillole per non impazzire e fare una strage tra le mura di quell'edificio,entra in scena Adrien Brody(non l'avevo più visto così espressivo.una vera forza della natura qui),professore di letteratura con una mente bombardata da flashback della sua triste infanzia che comincia a parlare al pubblico con la sua mini-intervista iniziale mettendo le mani avanti e dicendo che non è mai stato pronto a compiere il dovere principale di ogni degno insegnante:porre sistematicamente le segnalazioni giuste per condurre gli alunni verso strade che portano al vivere sano,al sentirsi bene con se stessi.
Avrà a che fare nel corso del film con diversi scontri verbali in compagnia di una ragazza fotografa e una baby-prostituta in cerca entrambi di affetto,per capire quanto vale come persona,per riuscire a non divenire una non-persona,per non essere una completa nullità...migliorare lo stato d'animo degli altri quando lui con se stesso ha sempre e solo fallito.
Ecco che il regista pone le basi per costruirci sopra un percorso intriso di rabbia,solitudine,dolore,brutti colpi allo stomaco,con una sceneggiatura che è una bomba ad orologeria:quando pensi che tutto vada per il meglio,il film prende un'altra inaspettata piega e si ritorna al punto di partenza.
Noi siamo soli,siamo esseri perennemente sconfitti da una vita piena di problemi di ogni genere.Possono esserci vie d'uscita e puoi superare gli ostacoli di giornata in giornata grazie a queste fonti di luce improvvise che ti aiutano nel tragitto impervio e complicato,ma il nostro animo è costantemente fragile e ad ogni minimo castello di carta mandato a rotoli da eventi sconvolgenti pronti a portarti fuori rotta,si impazzisce e non ci si controlla più.La nostra vista si annebbia,e quando dentro di noi tutto è fuori posto,iniziamo a vedere attorno solitudine e distruzione...un universo messo a soqquadro,e noi siamo al centro di questa desolazione.

Quando le storie partono in sordina e poi vi è un crescendo di ritmo fra interpretazioni al top(il trio Brody-Liu e Sami Gayle incredibili) e scene di intensità emotiva mostruosa...si ha tra le mani un piccolo gioiello.

Rimediatelo.Proprio quando scendi dal piedistallo e ti distacchi dai blockbuster ad alto budget o dai film attesissimi,ecco che in men che non si dica ti ritrovi con i film tra i più belli di quest'anno.Detachment ne è un esempio.

elnino  @  13/11/2012 17:28:36
   8½ / 10
Che film!! Da vedere assolutamente, pregno di significato, recitato da un Adrien Brody strepitoso. Eccezionale!

Burdie  @  29/10/2012 23:10:43
   8 / 10
...film intenso

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  29/10/2012 08:22:02
   7 / 10
Adrien Brody torna a splendere con un film disilluso e malinconico.
Il regista di American History X ritrae un mondo di fallimenti senza via d'uscita. La tecnica visiva è qualitativamente notevole, così come efficace è la forza del messaggio.
A tratti si ha l'idea di un prodotto pretenzioso ma comunque merita una visione.

stealthf117  @  24/10/2012 13:26:32
   9 / 10
Ho appena finito di vederlo e sto ancora piangendo. Un film che mi ha fatto riflettere. Tutti i genitori dovrebbero vederlo.

maitton  @  17/10/2012 11:30:54
   8 / 10
finalmente, il film che aspettavo e che neanche sapevo avessero fatto.

mi viene difficile commentarlo, perche' mi ha davvero colpito dentro.
non l'ho ancora metabolizzato del tutto.
l'ho trovato di una bellezza sconvolgente in tutta la sua drammaticita' e profondita'.
ho sempre pensato che il ruolo di professore fosse una vera e propria "vocazione", e questo film cosi'ben fatto sembra voler appoggiare questa mia sensazione.
vorrei soffermarmi per una volta soprattutto sul cast, che ho trovato magnifico ed integrato alla perfezione.
strepitosi caan e la ragazzina erica (non conosco il nome dell'attrice), semplicemente da oscar la prova di adrien brody, che si dimostra ancora una volta uno dei migliori in circolazione, uno dei miei attori preferiti in assoluto.

assolutamente da vedere.

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Ultima risposta 17/10/2012 14.34.42
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marfsime  @  15/10/2012 18:33:21
   6½ / 10
Un buon film ricco di significati ed alquanto profondo..proprio per questo però non adatto a tutti. Merita una visione.

Clint Eastwood  @  01/10/2012 00:24:00
   7 / 10
DETACHMENT insinua una forte depressione dell'autore, Tony Kaye. L'intero film non vede un raggio di sole e lo stile ricercato non porta a nulla. Troppi primi piani e musica ridondante del pianoforte porta un'immagine sfalsata dei giovani scolaretti, illusi e poco motivati nello studio e nella vita. Il racconto sfacciato del prof non lega nell'insieme, è spezzato in varie vicende inserite per guadagnare durata.
Dunque il merito consiste già nel argomento trattato, trattasi del coraggio con Brody che da tempo non offriva una prova sofferta calzando bene nel ruolo dell'insegnante e il film tutto sommato è apprezzabile.
Strano esercizio di stile per Kaye che dopo tanti anni torna a parlare nuovamente di giovani depressi, della scuola e il suo ruolo come aveva già accennato per buona parte con AMERICAN HISTORY X, a differenza di quest'ultimo però risulta meno efficace ed anche più retorico. Meritevole comunque di una visione.

Invia una mail all'autore del commento gidansheva  @  25/09/2012 10:10:51
   10 / 10
Mi sento di dare il massimo dei voti a questo "Detachment", a mio avviso un vero capolavoro, tutto incentrato sul tema del distacco. Che cos'è il distacco? È l'assenza, la distanza, il vuoto che si crea nell'animo delle persone immerse nella dura e tragica quotidianità. È anche l'inerzia, la rinuncia a conferire un qualsiasi senso alla propria esistenza dopo aver constatato l'amaro fallimento di tutti i tentativi compiuti. È soprattutto la sfiducia nel cambiamento, nella sua concreta possibilità in questo mondo. Tutto ciò si cela nello sguardo, nelle parole e nelle azioni del protagonista, uno splendido Adrien Brody. Tuttavia, non è ancora troppo tardi; la rinuncia non è ancora completa (o comunque non sembra esserlo): forse negli angoli più bui e corrotti della società è ancora rintracciabile una possibilità di redenzione, a partire da coloro che "persone fatte e finite" non lo sono ancora: i giovani. Da qui si snoda il secondo tema centrale della pellicola: il ruolo degli educatori. Fondamentale, a dir poco. Cultura = consapevolezza, secondo il protagonista, ma la vera sfida dell'insegnante è dimostrare di avere qualcosa di vero e profondo da trasmettere ai ragazzi, in modo che trovino da soli la propria strada e, da uomini resi liberi, conferiscano un senso alla propria vita. Il film, però, sembra suggerire con forza che questo arduo compito non debba affatto limitarsi all'ambito scolastico, ma bensì travalicarne i confini (come nel caso della giovanissima prostituta, un'intensa Sami Gayle all'esordio, che il protagonista sembra voler salvare da un'esistenza ormai inesorabilmente segnata dalla sfortuna).

BrundleFly  @  15/09/2012 20:35:48
   7½ / 10
Credo che tutte le belle parole per definire questo film siano già state dette. Mi limiterò a dargli il voto che si merita.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  15/09/2012 09:13:25
   9 / 10
Detachment non è un film "nuovo" (ma ormai quale film non racconta una storia già raccontata da altri?) ma è una di quelle opere che ti si insinua dalla prima scena sottopelle, ti uncina lo stomaco e comincia a farti fare dei giri pazzeschi.
Tony Kaye, ormai dovreste saperlo, è il regista dell'osannato American History X, pellicola che tra l'altro ha pure disconosciuto in tutti i modi visto che il final cut gli fu tolto di mano e avrà in parte rovinato la sua visione, secondo il suo pensiero.
Eppure era anche il modo perfetto di concludere/iniziare il millennio, una storia potente di razzismo, redenzione, cambiamento. Dopo le beghe con la New Line, Kaye è scomparso dai circuiti cinematografici. Qualcuno, compreso il sottoscritto, ha cominciato a pensare fermamente che sarebbe rimasto uno di quei rari casi nella storia del cinema in cui si resta nella leggenda per aver girato un solo film (peraltro ripudiato...); ma invece non è stato cosi, e mi sono precipitato con tutta la curiosità addosso per vedere la sua nuova fatica, finalmente montata e diretta secondo la visione del suo regista. E, che dire? Ci si trova di fronte, volente o nolente, ad uno dei film più potenti ed importanti di quest'anno, e il fatto che i commenti siano cosi pochi e alcuni cosi scemi (ho rispetto delle opinioni altrui, se ben argomentate, ma qui i voti negativi sono davvero pretestuosi) mi fa cadere le palle a terra. Mentre le raccolgo faccio mente locale e magari scrivo il perché di un 9 che sento meritatissimo, non eccessivo. Il perché Detachment se non è un piccolo capolavoro forse ci si avvicina.


Credo che la sceneggiatura abbia la sua forza a sé, inevitabile questo. Ma credo altrettanto fermamente che la regia di Kaye cosi forzuta, perfetta e mai ammiccante sia la marcia in più. Ah, anzi, la vera marcia in più bisogna dire che è uno straordinario Brody: son passati molti anni dal Pianista che lo consacrò, poi qualche buona prova, una collaborazione disastrosa con Argento (come dice Oh-Dae: "Giallo, l'assassino con l'ittero") e adesso sfodera questa commovente figura di professore che diventa difficilissimo non ammirare per l'integrità morale, pur con tutti i problemi che si porta dietro. Pur con la dolorosa pratica del Distacco, smentito poi nel finale tragico ma con spiragli di una luce calda e luminosa.
Non ho trovato per nulla Detachment lento in ogni caso, anzi mi ha attirato come un magnete e via via mi ha rapito. Kaye è lontano dal praticare il distacco, eppure anche la sua opera ha intenti in parte pedagogici e/o comunque sociali; e la sua visione sulla società in cancrena, a partire dalla mancanza di comunicazione tra genitori e figli, e figli e professori, e professori e genitori, è uno specchi fedele di quella attuale non solo americana, si badi bene.

Ecco perché in una società in decadenza come le istituzioni scolastiche, emblema di una "nausea del cuore", una tenuta Usher che sta cadendo a pezzi e sprofondando, il professor Henry Barthes recupera quella figura famosa di un eroe cinematografico di tutti i giorni, alla Atticu Finch (ricordate "Il Buio oltre la Siepe" e quel monumentale Peck?) ma attualizzato nei nostri anni '00, quindi con il suo background di problemi e la sua fragilità dietro il metodo di un distacco non sempre praticabile.
Il resto del cast, anche se ottimamente utilizzato, amplia l'universo scuola ma rispetto al protagonista e alle sue vicende resta sullo sfondo.
C'è il rischio tangibile che il film possa essere fin troppo iperrealista, forzato nella tragedia ricercata a tutti i costi. C'è anche il rischio concreto e terribile che invece rispetto alla realtà di certe zone con certe cose ci si addirittura andato piano.
Quindi si, per me è uno dei film dell'anno senza dubbio alcuno. Che piaccia o no. L'avessi visto con distacco magari anche io l'avrei affossato ma proprio non ci sono riuscito.

Kitiara31  @  05/09/2012 17:12:26
   7½ / 10
La bellezza del film è pari solo all'immensa tristezza che mi ha lasciato addosso.
Non l'ho mai trovato lento, come altri hanno detto, è comunque molto commovente , a tratti onirico e visionario. Bravissimi gli attori, tutti.

Invia una mail all'autore del commento Phelps  @  03/09/2012 10:15:58
   4 / 10
Inizio alla "attimo fuggente". Prof fuori dagli schemi che sa come trattare gli studenti, preferendo il dialogo e la diplomazia a provvedimenti disciplinari. La banalità e la noia giganteggiano fino ad un finale pessimo.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  02/09/2012 11:37:44
   8 / 10
Atmosfere cupe e senza speranza sorrette da una perfezione stilistica da capogiro. Forse troppo, un'attenzione così raffinata strizza l'occhio ai sentimenti e risulta struggevole più del necessario, autocompiaciuta più che critica o delatoria.
Lo stesso dicasi per la trama, un giovane santo eletto a supplente che si fa carico di tutto il male del mondo, una realtà alienata priva di valvole di sfogo, tutto urla all'estremo.
Eppure funziona, nonostante questa sensazione al limite del laboratorio sociale.
Eppur si muove e cattura lo sguardo dello spettatore forzandone le lacrime, forzandone empatia.
Merito innanzitutto di Adrien Brody, magistrale interprete di questo redentore.

Xavier666  @  28/08/2012 10:09:24
   8 / 10
Adrien Brody ha quell'aria di anima sofferta efficacissima per film come questo. Un film particolare, intimista e molto crudo, con uno stile di regia molto particolare.

I protagonisti sono umani molti umani e mi riferisco alle giovani problematiche, a lucy liu, james caan, la preside.

Una storia corale in cui ogni personaggio si trascina il proprio pesante essere. Consigliatissimo!

colorants  @  20/08/2012 03:44:31
   5½ / 10
dando un voto positivo o sufficente direi delle bugie e troverei delle giustificazioni ad esse prendendo spunto da altri commenti. Certo il film descrive sensazioni ed emozioni in modo esaustivo ma la sua lentezza non ti permette mai di apprezzarlo e farti prendere dalla sua storia. Per i grandi intenditori potrebbe contenere spunti interessanti, io nella mia ignoranza mi sono quasi annoiato.

Gruppo COLLABORATORI Mr Black  @  17/08/2012 16:03:21
   7 / 10
Grande Adrien Brody. E' un film davvero notevole, uno dei pochi che mette a nudo l'anima e il lavoro di un insegnante alle prese con la generazione di giovani odierna. Tuttavia non mi ha conquistato nè appassionato.

Alex22g  @  13/08/2012 12:30:35
   9 / 10
Gran bel film davvero.
Sicuramente abbastanza pesante ma che porta a riflettere e a valutare molti aspetti della vita.
Brody Straordinario come era lecito aspettarsi, ottima la regia,le musiche e anche tutto il resto del cast .
Un film da vedere e che sicuramente nel suo genere verrà ricordato

Gruppo COLLABORATORI SENIOR HollywoodUndead  @  11/08/2012 15:26:29
   10 / 10
Tony Kaye, il regista di American History X (quindi non un pinco palla qualunque), dirige un film difficile che nasconde una magnificenza e una verità profonda.
La pellicola è tutta incentrata su Adrien Brody nei panni di un supplente, Henry Barthes che si ritrova a sostituire un docente in una scuola "difficile" piena di ragazzi aggressivi con dei problemi alle spalle.
Sin dall'inizio si capisce subito che il lavoro di Henry sarà più difficile del previsto, si ritrova da solo contro una classe ostile, piena di soggetti poco raccomandabili.
Ma non è solo la classe di Henry ad essere ostile, come se non bastasse è l'intera scuola un covo di ragazzini gangstar, perversi, bottane, drogati ecc.
Gli altri insegnanti sono proprio come Henry, alla mercè di questi ragazzini, c'è chi crolla e chi invece cerca di "difendersi" usando la testa e l'intelligenza.
Hanry è un tipo solitario, si capisce che il ruolo del supplente è solo un pretesto per Kaye per poter parlare liberamente della natura del protagonista.
Tipo osservatore Henry, che guarda attraverso i suoi occhi diverse situazioni e diversi personaggi, dando le sue opinioni durante lo svolgimento del film. Questo è molto importante per capire la sua natura di "Lupo solitario", unica relazione umana per Henry è con il nonno morente e mezzo rincòglionito. Ad aggiungere pepe nella vita di Henry, ci pensa la giovane e carina Erica, una prostituta che ha un forte bisogno di aiuto e di essere compresa.
Tecnicamente parlando, "Detachment" sfiora la perfezione : Regia perfetta, fotografia curata e delicata, ottimo persino nel montaggio e nel sonoro.
"Detachment" più che un film, sembra un'esperienza, una di quelle da vivere e comprendere, pochi film mi hanno fatto provare le stesse emozioni.
Il cast è la ciliegina su un film perfetto sotto ogni aspetto. Adrien Brody è un traghettatore e trascinatore eccezionale, attraverso i suoi occhi viviamo i drammi, le paure e le gioie di Henry, personaggio enigmatico che ama la solitudine per poter osservare ed affrontare i problemi (degli altri) senza un coinvolgimento particolare, per poter affrontare in ipotetici casi di fallimento, le cose con un certo "distacco" (eh eh eh). Sami Gayle è la sorpresa del film, molto giovane (classe ' 96) ma con un'attitudine da grande attrice, questa esordiente ragazzina si impone in mezzo ad un cast fatto di grandi nomi, recitando un ruolo difficilissimo e profondamente complesso, inutile dire che il risultato è stato brillante. James Caan è un altro grande nome che riesce a tener fede alla sua fama, il ruolo del professore un po' sopra gli schemi gli calza a pennello, un altro grande ruolo che si aggiunge ai tanti altri di straordinario spessore e livello. Lucy Liu è poco chiamata in causa ma quelle poche volte risponde sempre in maniera positiva, ruolo un po' inusuale per lei, la bella Lucy ci dimostra che non è solo una bella fi...figliola, ma anche una brava attrice che può riuscire anche in ruoli più intellettuali. Marcia Gay Harden non ha bisogno di elogi, perchè non ricordo un solo film dove stecca, e ha sempre dimostrato di essere una stella hollywoodiana.
Per me, questo "Detachment" è il film più bello di questo 2012. Proprio per quelle emozioni che mi ha regalato, soprattutto nel finale. Perfetto sotto tutti gli aspetti, per me merita il massimo, Tony Kaye è un regista eccellente che meriterebbe più considerazione da parte dei produttori cinematografici, un film ogni 13 anni è troppo poco per un regista del genere.
Bello, coinvolgente ed emozionante.

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Ultima risposta 29/08/2012 00.11.14
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Max23  @  11/08/2012 07:25:28
   8 / 10
Wow, questo è davvero un bel film.
Trovo sia descritto alla perfezione l'abbandono, inteso come il sentimento negativo che provano le persone vittima della depressione.
E' una storia lontana dagli happy endings tipici dei film americani, condito da una grande dose di malinconia che personalmente mi ha pervaso ancora per qualche ora dopo la visione.
Ottimo come sempre Adrien Brody.

Betelgeuse  @  09/08/2012 18:39:18
   4 / 10
Uno che prima di me gli ha dato 8/10 scrive: "di un tristezza immensa!".
Concordo.
Film Triste - ma di quel triste ridicolo, didascalico e inverosimile... per la serie "Ai personaggi capitano tutte le sfig.he possibili e immaginabili".
Grottesco quanto la vecchiaia di James Caan... e inesorabilmente lento.
Interminabile.

Consigliato a chi se ne intende di "Vero Cinema".
Per tutti gli altri, statene alla larga

baskettaro00  @  04/08/2012 21:30:49
   8 / 10
bel film,tanto lento quanto cupo e pessimista,fa riflettere devastando,di una tristezza immensa e recitato alla(quasi)perfezione,la hendricks oltre a dimostrar 4-5 anni in più per la sua età se la cava ottimamente,contando anche il ruolo certamente non facile.

Azrharn  @  03/08/2012 16:12:27
   8½ / 10
Un affresco impietoso dei problemi sociali dei nostri giorni, dai giovani alla scuola, la famiglia e sopratutto dell'indifferenza e superficialità dilaganti. A. Brody interprete straordinario.

CavaliereOscuro  @  25/07/2012 20:21:59
   7 / 10
Ricorda vagamente celebri pellicole quali "American Beauty" o "L'attimo fuggente". La fotografia e la regia sono d'altissima fattura così come le interpretazioni di tutti gli attori. Particolare ed emozionante. Pecca forse di una leggera pesantezza nella trama.

debaser  @  25/07/2012 11:30:14
   8½ / 10
Film bellissimo, un vero pugno nello stomaco fotogramma dopo fotogramma. La disperazione umana vista da diversi punti di vista. La natura umana esplorata in tutte le sue forme. La malvagita' e la bonta' sono presenti in ognuno di noi allo stempo tempo e vengono usate in maniera random spiazzando lo spettatore
sulle scelte dei protagonisti. Un vero atto d'accusa ad una societa che sembra non voler piu'ascoltare le richieste d'aiuto delle persone. E' veramente il distacco l'unica soluzione possibile per sopravvivere ? Tony Key sempra darci la soluzione in questa magnifica pellicola che e il degno seguito di American Hystory X. Attori fantastici ed scelte grafiche sorprendenti. Una delle piu belle pellicole degli ultimi anni.

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M0rg4n  @  21/07/2012 09:17:29
   8 / 10
"E' facile essere indifferenti: l'interesse richiede coraggio e il coraggio richiede carattere"

Che stupefacente pugno nello stomaco!

blate  @  15/07/2012 20:53:16
   7 / 10
Buon film, ma il capolavoro del genere rimane, a mio parere, HALF NELSON, con un Ryan Gosling in stato di grazia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  14/07/2012 18:14:27
   7 / 10
Ok, la sceneggiatura di D. (ma anche la sua realizzazione tecnica, graphic novel compreso) e' superiore e non di poco all'80 per cento della produzione americana attuale. Un prezzo necessario costato ai produttori consapevoli che non tutti i megaprodotti coprono le spese sostenute - v. lunga lista di fiaschi pompatissimi della recente stagione. Non esiste, qui, nulla di piu' diverso del Glenn Ford di tanti lustri fa, della Sandy Dennis di un bel film di Mulligan, del Poitier elegante afroamericano nelle scuole "difficili" della giungla urbana, niente di tutto questo. Certo, i rimandi portano in quei ricordi, a certe figure eroiche o sprovvedute che si siedono dietro una cattedra e... Brody un'idealista disilluso che pero' "catonizza" pure troppo e non in privato (v. il dialogo educativo con uno studente ribelle e spaccone). Se Camus insegna lo stoicismo dal dolore meno astratto, qui il dolore si fa espiazione, rassegnazione sociale, psicoanalisi (una sorta di requiescant del cinema di Anorofsky). I "ragazzi cattivi" non sono mai davvero tali, o sembrano una versione noir dei giovani di Fame, di Alan Parker. Tony Kaye e', fin dai tempi di American History X, piuttosto bravo a trasmettere l'incomunicabilita' tra noi e il disagio - ed e' perfetto lo sfogo della psicologa, o l'inerme dissociazione volontaria dell'infermiera - ma il tutto e' un poco affettato, ancora una volta.
Il "fuori" non diverge poi molto dal mondo in trappola di Shame o del Brody - quello che vive in una fortezza di vaghe certezze - dell'ultimo Cronenberg. Due dei film piu' seminali e coraggiosi dell'anno, secondo me. Brody diventa regista e fustigatore verbale di una societa' alla deriva, ma a modo suo incoraggia una realta' che non puo' cambiare - piuttosto debole e recidivo il fatto che ospiti in casa una prostituta minorenne cercando di assumere un ruolo forzatamente paterno.
In questo senso, chiedersi se il film abbia piu' bisogno di un padre o di una madre, fantasmi nell'ombra, e' relativo.
I giovani vanno assolti o puniti, sono fabbriche di bisogni che con troppa facilita' e urgenza mostrano di avere.
Molto piu' credibili nel film i personaggi "minori", quelli che recitano dall'altra parte della cattedra sapendo di fallire, o mimano (superbo Caan) il nullo nichilismo dei loro studenti. Persone a cui forse non crede nemmeno il regista, o e' una mia impressione?
Un film per certi versi importante, che pero' non e' riuscito a strapparmi il cuore come quel film europeo, Polisse. Forse perche' davanti al crollo delle certezze lo spettatore avverte, da comune mortale, l'impotenza davanti a qualsiasi soluzione

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Ultima risposta 24/11/2012 17.30.31
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barone_rosso  @  10/07/2012 21:40:48
   8 / 10
Brody in un'interpretazione eccezionale, un film che fa capire quanto sia duro il mestiere dell'insegnate, soprattutto in ambienti difficili... Ambienti tipicamente americani, ma simili a molte situazioni italiane. Peccato che la media degli insegnanti non abbia le palle di quello interpretato da Brody.

Invia una mail all'autore del commento Laisa  @  09/07/2012 00:01:25
   9½ / 10
è facile essere indifferenti, l'interesse richiede coraggio e il coraggio richiede carattere...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  06/07/2012 16:12:17
   8½ / 10
Detachment è la storia di fallimenti personali e collettivi che ha come contesto il sistema scolastico americano ma che in realtà ne investe l'intera società. Dove lo sfaldarsi di una società generava la paranoia post Vietnam di Taxi Driver, qui è dominata dalla rassegnazione e dalla disilllusione. E' come trovarsi sul Titanic e non avere nessuna scialuppa di salvataggio e sempre con rassegnazione si aspetta soltanto che la nave affondi, perchè nessuno è in grado di saper fare miracoli all'interno di un sistema che deprime prima di tutto gli stessi operatori che ci lavorano.
Quello di Tony Kaye è un calice amaro da bere sino in fondo, un racconto poco convenzionale e classico che tuttavia arriva dritto al cuore con sincerità. Da incorniciare l'epilogo finale, una sequenza struggente e bellissima che da sola riassume il senso del film.

dagon  @  01/07/2012 00:28:02
   7½ / 10
Ottimo film questo di Kaye. A leggere il soggetto si potrebbe pensare (temere) di avere a che fare con una variante di "pensieri pericolosi" e simili, invece è un film intriso di solitudine e dolore esistenziale. Il distacco è l'illusorio tentatativo di difendersi dal dolore, dalla sofferenza propria ed altrui, in un mondo che non lascia scampo. Ma, appunto, è illusorio. Itnenso Brody, dopo un po' di bufale, bravo tutto il cast (si intravede pure Petersen), bella regia di Kaye.

PATRICK KENZIE  @  30/06/2012 17:28:01
   9 / 10
Ragazzi che film!!!
Questa pellicola sfiora la grandiosita cinematorgrafica...
Tony Kaye dopo il monumentale American History X trova probabilmente una pellicola da candidatura. Registicamente è stupendo,con ottime trovate quali la grafica delle lavagne mentre i personaggi pensano e l'idea di intervistare il protagonista per rendere la storia piu cruda e reale.
Un film che parla di tutto,di sofferenza e speranza,di egoismo e altruismo,ma sopratutto di distacco e menefreghismo dei tempi moderni...
Brody mai cosi in forma dai tempi de Il pianista,forse anche migliore, e le decine di personaggi che costellano la sua storia sono caraterizzati alla perfezione senza mai una sbavatura..
Lucy Liu è profonda e repressa,Caan senza speranza ormai e grandioso,Sami Gayle una vera rivelazione nei panni della bambina prostituta senza un posto al mondo.. E una nota di merito alla ragazza che si innamora di Brody,perfetta nei panni della giovane adolescente talentuosa ma che nessuno riesce a capire e che non trova sostegno in nessuno...
Un film forte,profondo,potente e totalmente emozionante,dove ogni tassello tecnico è stupendo e il maestro che dirige il tutto è veramente un Signor regista!
Lo consiglio a chi ama il cinema,a chi pensa che un film sia piu di semplice intrattenimento (anche se il puro intrattenimento mi piace e lo apprezzo)...
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Ultima risposta 01/07/2012 18.34.37
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C.Spaulding  @  27/06/2012 22:28:21
   5 / 10
Ammetto che non è il mio genere ma a me questo film non mi è piaciuto a livello di storia l'ho trovato noiosissimo e non ho capito bene dove voglia andare a parare poi tecnicamente non mi pare un granchè. Unica nota positiva è la bellissima interpretazione di Brody che è bravo come sempre,anche se siamo lontani dalla magnifica interpretazione di " Il pianista ". Comunque visto tutti i pareri positivi credo di non averlo capito fino in fondo e quindi rimane un prblema mio.

flackie76  @  26/06/2012 21:29:27
   8 / 10
davvero un bel film, grande adrian brody, bellissime citazioni...offre davvero tanti spunti di riflessione

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  26/06/2012 16:29:59
   7 / 10
Gli studenti di una classe della fatiscente periferia di Chicago hanno difficoltà di apprendimento, ma soprattutto stentano a provare emozioni. Si esprimono solo attraverso un linguaggio crudo e aggressivo, usando la forza impulsiva contro gli oggetti e violentando chi è indifeso.

Poi arriva un supplente di letteratura (Henry Barthes/Adrien Brody) che assomiglia più a un crocerossino: cosparge di tracce di salvezza il cammino di anime che paiono perdute tra aule e palestra, mitiga il dolore di un nonno anziano andando spesso a fargli visita, ospita una sconosciuta in casa propria nel tentativo di redimerla o forse di trovare consenso in quella disillusione che tenta di celare dietro un volto costruito su gradazioni microscopiche. In realtà Henry, col suo mestiere, insegna molto di più: mette in guardia gli allievi invitandoli a preservare la propria mente per essere in grado di confrontarsi col mondo circostante.

Perché fuori la realtà è già impazzita da un po', ed è impossibile trovare qualcuno che sappia svolgere come si deve il mestiere di genitore, figura perennemente assente ingiustificata dai banchi di scuola: quello che padri e madri sanno fare è solo sbraitare difendendo a oltranza i loro poveri figli, fomentare l'odio attraverso indifferenza e distacco, oppure soffocare qualsiasi velleità nel tremendo e banale qualunquismo.

Tony Kaye, dopo il bell' "American History X", continua a non risparmiare le abitudini di vita americane. Affidandosi a grandangoli, a fuori fuoco (generati dalla privatizzazione che sfida la nitidezza morale nella condotta dell'istituto?), e a penetranti teloni di blackboard animations, sublima la scelta di magnifici caratteristi secondari come James Caan, Blythe Danner, Marcia Gay Harden e Lucy Liu, mentre paga il prezzo di flashback che avrebbero potuto essere un po' più misteriosi e singolari.

Sul diario quotidiano che ognuno di noi potrebbe avere, nessuno ha più niente da scrivere, risucchiato com'è dagli abbagli di una vita migliore promessa dall'estetica di massa e dagli altri ninnoli che conducono all'isolamento e all'aridità. Non riusciamo più a pensare, accerchiati come siamo da persone senza volto, ne' a costruire nuovi ricordi che non siano quelli legati a cicatrici dell'anima.

TheLegend  @  26/06/2012 02:57:32
   8½ / 10
Film intenso,decadente nella sua lucidità,mai banale.
Attori fantastici e ottimi dialoghi.
Una perla.

fantasydreams  @  25/06/2012 11:28:16
   8 / 10
Film molto profondo

jiko  @  24/06/2012 10:44:13
   8½ / 10
Un ritratto esplicito e poco rassicurante del sistema scolastico americano, con tutte le sue imperfezioni e pecche, visto attraverso gli occhi di un insegnante supplente. Un film intriso di malinconia e pessimismo, recitato benissimo da un Adrien Brody in ottima forma. Un film che rischia di passare inosservato e che invece merita di essere visto, davvero intenso e ben realizzato. Da vedere.

the_wizard_ita  @  23/06/2012 19:19:39
   8½ / 10
Di certo nel valutare uno di questi film non appena lo si è visti, non si riesce ad essere puramente obiettivi; ma altrettanto certamente non sono qui per analizzare questo film ma per dire ciò che mi ha suscitato.
Il film è emozionante, svelto, diretto, crudo ed amichevole, ti lascia l'opportunità di scegliere e di riflettere nonostante tutto sia visto dagli occhi del professore Henry. Certo, il tutto sembra parte di un catrastofismo leopardiano, ma io manterrò comunque il messaggio che media, il sentimento che suscita.
Consiglio di andarlo a vedere, anche perchè da un punto di vista registico, di fotografia e recitazione è splendido.
Vale, di gran lunga, i soldi che ci ho speso!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  22/06/2012 12:48:59
   8 / 10
Detachment è un film che arriva dritto al cuore. Magico, intenso, drammatico e privo di sconti, magari non perfetto ma con 2 o 3 momenti assolutamente memorabili, scanditi da notevoli soluzioni visive per un regista, Tony Kaye, poco convenzionale e ancorato a un idea di cinema che richiama fin da subito il precedente American History X.

Distacco, indifferenza e isolamento metropolitano usati come scudo protettore, un protagonista - Brody, immenso - rinchiuso in un microcosmo utopico utilizzato per sfuggire a quel mal di vivere quotidiano. Un flaschback ricorrente e l'incontro con tre donne diverse che rischiano di sgretolare equilibri e sicurezze ormai date per scontato.

Un dramma senza fine, poco consolatorio ma rovinato in parte da troppe sotto trame e personaggi lasciati morire così, nella testa e nell'immaginazione di chi guarda. Ma questo forse è l'unico difetto. Strepitoso il cast: non c'è un attore fuori ruolo, tutti perfetti. Chi entra nell'inquadratura, buca lo schermo. Una visione difficile, ma ne vale la pena.

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