antichrist regia di Lars Von Trier Danimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009
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antichrist (2009)

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locandina del film ANTICHRIST

Titolo Originale: ANTICHRIST

RegiaLars Von Trier

InterpretiWillem Dafoe, Charlotte Gainsbourg

Durata: h 1.40
NazionalitàDanimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2009

•  Altri film di Lars Von Trier

Trama del film Antichrist

Un uomo, una donna. Un marito e una moglie che fanno l'amore con grande trasporto. Nel frattempo il loro bambino esce dal box in cui dormiva, si arrampica sulla finestra per guardare affascinato la neve che cade e precipita morendo. La donna a distanza di un mese non riesce a riprendersi e il marito, che è anche uno psicoterapeuta, decide di curarla anche se i protocolli della professione non lo consentirebbero. Inizia così un percorso che condurrà entrambi in una casa nel bosco dove la tragedia è in agguato.

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Voto Visitatori:   6,55 / 10 (251 voti)6,55Grafico
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Voti e commenti su Antichrist, 251 opinioni inserite

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tarax  @  05/12/2009 04:13:23
   8 / 10
L'ho appena finito di vedere. Che dire... un film che rimane impresso sicuramente! Parliamoci chiaro, gli elementi che rimangono sono le scene altamente disturbanti, la figura di questa donna, la sua evluzione in senso maligno, e sicuramente le musiche che rappresentano la pura angoscia che lo spettatore vive. Si puo obiettare che un po di cose non si spiegano, ma penso che anche tutto ciò spinga lo spettatore a seguire la vicenda con ancora più angoscia e interesse considerata l'incertezza. Una cosa è certa, Lars Von Trier è un signor regista, i soi film possono piacere come non piacere, ma se lo amate, mi sento di caldeggiare la visione di Antichrist.

ronaldinho80  @  02/12/2009 22:33:15
   10 / 10
Il film ti fa provare emozioni forti, paura, angoscia, ansia che vengono trasmesse con forza ed allo stesso tempo grazia ed eleganza. I riferimenti psicoterapeutici sono ben costruiti e realistici. A tratti incantevole, ed a tratti raccapricciante coinvolge lo spettatore nonostante la lentezza con cui la scena si evolve. In quanto amante dei films horror l'ho trovato bellissimo.

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Ultima risposta 05/12/2009 15.45.09
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drabin  @  01/12/2009 22:14:09
   7½ / 10
Von Trier è un regista imprevedibile, dissacrante, difficile, controverso, altamente autocompiaciuto, sempre e comunque spiazzante. In questo film ci mostra un volto parzialmente inedito della sua arte (da molti non riconosciuta come tale), congegnando un atipico horror, dove la enorme tensione iniziale improvvisamente si trasforma in una devastante violenza fisica, difficile da reggere e perfino da comprendere. Se in Shining Kubrick ci aveva regalato un capolavoro in cui il ritmo del film era scandito dal rovesciamento empatico del protagonista, anche questo horror atipico si regge attorno a questa dicotomia narrativa. Se in principio il male è pura tensione, violenza morale, rimorso ed urla strozzate, in seguito il film rovescia questa sua attitudine più intellettuale per "mostrare" ciò che prima era mimetizzato nelle parole e nei silenzi. I tanti momenti onirici (ed ardui da spiegare...) a tratti fanno perfino sorridere data l'assurdità in cui si calano: ma il contesto è magmatico, quasi insondabile nelle sue radici più estreme e nascoste. La grandezza del film sta proprio in questo: il lirismo che, pur sviluppandosi a tratti in maniera disomogenea e non conciliabile (almeno apparentemente), rende la pellicola tesa come una corda di violino che lacera l'anima del fruitore. Si tratta di un film-pretesto, un film che (come sempre in von Trier) si diverte anche a prendere un po' in giro lo spettatore catturato dalla magia pura e misteriosa che avvolge il film. Una violenza inaudita, che fa a pugni con la scena conclusiva e con quella iniziale (autentico capolavoro, dove è confutata senza poter ammettere replica alcuna la tesi perorata da molti secondo cui il regista danese non saprebbe girare), corollario di un'arte fatta di intarsi preziosi e di nefandezze che il cuore nasconde agli occhi più puri. Il finale, nel bosco, sull'andamento quasi da visione mistica, ricorda in parte alcune sequenze di Andreij Rubliov di Tarkovskij, alla memoria del quale questo film è dedicato. Di certo fra Von Trier e Tarkovskij sono più i punti di distacco che di contatto, ma comunque si tratta di due grandissimi registi (il russo ovviamente è superiore, ed ineguagliabile tecnicamente) destinati a restare nella storia. Entrambi sanno parlare all'anima dello spettatore.

Marv91  @  01/12/2009 16:16:50
   9 / 10
Ma dai questo è un bellissimo film di Lars Von Trier...Non capisco perchè ha una media cosi bassa.

Invia una mail all'autore del commento angelopetrino  @  29/11/2009 13:21:14
   9 / 10
Il miglior film di Lars Von Trier,tecnicamente ed artisticamente al suo apice,attori impeccabili,fotografia e atmosfere tarkovsky-iane,non a caso il film è dedicato a lui.Un viaggio nella malattia mentale dei protagonisti,senza sconti e senza vie di uscita.Impeccabile.

Alcor  @  27/11/2009 14:52:52
   7 / 10
Una sorta di Eden al contrario quello che ci propone Von Trier, un luogo in cui il “peccato” è all’ordine del giorno.
Non sono d’accordo con chi dice che alcune scene siano esagerate, per quanto mi riguarda “al quel punto” poteva succedere di tutto.
Sotto l’aspetto psicologico è importante sottolineare come l’approccio cognitivo comportamentale del marito si riveli in questo caso un fallimento totale. Egli non va mai all’origine del problema cerca solo di rimarginare una situazione sempre al limite del collasso, capace di straripare da un momento all’altro (come peraltro accade).
Una madre dunque che cova inconsciamente un desiderio malsano, che inizialmente rilascia a piccole dosi (mette le scarpe al contrario al figlio) ma che sfocia inevitabilmente nel chaos!
Von Trier misogino, Gainsbourg misandrica, temi fastidiosi che solo un pazzo come Von Trier poteva affrontare… senza bisogno di tatto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  24/11/2009 18:15:36
   7 / 10
Sicuramente Antichrist è un film che fa discutere, non sulla rinuncia al dogma di lars von trier, ma per i contenuti e la loro resa (a mio parere il punto debole).
una trama e uno sviluppo da non banalizzare e con tante cose che non vengono raccontate ma che si assimilano durante la visione

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  21/11/2009 14:18:43
   8½ / 10
Film misogeno e disturbante.
A tratti si perde troppo nella volontà psicanalitica, ma raggiunge delle vette di acuto cinismo difficili da ripetere. E' un film coraggioso. Credo che solo Von Trier (e forse Haneke) possono permettersi oggi di fare un film così.
Il male insito nel genere umano viene evidenziato per mezzo del fallimento di una coppia che dalla tragedia tenta di risollevarsi per cadere poi in una tragedia ancora più nera.
La narrazione parte da una morte, per concludersi con una rinascita spirituale. In questi due estremi c'è la vita, che oscilla tra amore e odio.
La volontà del marito di aiutare la moglie, si strasforma nella scoperta dell'animo malvagio e perverso che alberga nella donna, categoria che Von Trier universalizza ("Quando una donna piange, vuol dire che sta tramando qualcosa") e demonizza (nel vero senso della parola).
Il sesso diventa veicolazione di morte, non di procreazione. Il coito rabbioso, selvaggio è puro egoismo e per Von Trier non c'è spazio per altro se non per l'ego femminile che divora tutto il resto.

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Ultima risposta 22/11/2009 03.58.36
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topsecret  @  20/11/2009 10:25:22
   6½ / 10
Avendo apprezzato DOGVILLE, visti i tanti voti e commenti contrastanti sul film e sul regista, mi è venuta una certa curiosità verso questo ANTICHRIST, curiosità che ho poi appagato.
Inizio col dire che il film mi è sembrato molto più interessante e frenetico nell'ultima parte, quella del capitolo dei tre mendicanti e che il resto l'ho trovato eccessivamente verboso e lento, ma funzionale alla trama.
Secondo me il titolo può trarre in inganno chi pensa di assistere ad un horror improntato sulla possessione demoniaca, poichè secondo la mia interpretazione della pellicola, l'anticristo in questione è il senso di colpa che si impossessa di una coppia che perde il figlioletto in una maniera assurdamente tragica. E nella donna è palesemente più marcato e devastante.
Il lato violento di Von Trier è visibile (e personalmente preferibile) in questo film in maniera decisamente forte con scene di grande impatto furbescamente emotivo, basti pensare all'auto mutilazione vaginale. In più il regista dosa bene gli ingredienti per riuscire a colpire lo spettatore mescolando thriller, sesso e pazzia in una escalation dirompente di emozioni di forte contrasto.
A parere mio è un film interessante che però da l'idea di prendere una lunga rincorsa prima di spiccare un grande salto, rischiando anche di finire al di là del baratro.

Invia una mail all'autore del commento Jason XI  @  19/11/2009 23:31:53
   9 / 10
Film enorme di Lars, un ode al male che circonda Eden, dove il suo estremo si manifesta in una "donna" posseduta da dolore, carnalità e anarchia.....un dramma metafisico, poetico e disturbante, ... non potrebbe essere altrimenti.
Notevole

floyd80  @  17/11/2009 22:22:32
   8 / 10
Una visione apocalittica (il caos regna) sull'uomo e sulla donna.
Una finestra surreale sulla crisi di due amanti che si autodistruggono a vicenda. il male all'interno della natura umana, vista come Satana, vista come l'anticristo. La depressione del regista si fa largo nella pellicola penetrando nei nostri pensieri e non lasciandoci nessuna via di uscita, nessun happy end.
La pellicola è un incubo ad occhi aperti tra visioni spettrali e scene truculente. Gli attori calati nella parte sembrano smembrati dai loro personaggi e sembrano soffrire con essi.
Un film imperfetto dove il regista più volte si fa prendere la mano sfiorando l'autocelebrazione. La trama non esiste e alcuni passaggi sono davvero criptici.
Se fosse uscito all'inizio degli anni 70 si sarebbe urlato al capolavoro.
Urticante.

kampai  @  17/11/2009 12:32:50
   10 / 10
una settimana mi ci è voluta per poterlo valutare.stupendo film.l'intensa gainsburg finalmente dà un prova d'attrice con la a maiuscola.dafoe sempre in parte.von trier sa far recitare i suoi attori .inteso viaggio allucinante nei tormenti di una donna .

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Ultima risposta 04/03/2010 20.56.13
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  16/11/2009 13:52:25
   6½ / 10
Certo a freddo si rimane sconvolti...di primo acchitto non si dovrebbe commentare un film del genere e infatti ho aspettato qualche giorno!
Mi sono divertito a leggere quasi tutti i commenti precedenti al mio...ho visto , come spesso capita , il solito Von Trier che divide la critica portando lo spettatore al disgusto piu' totale o alla venerazione!
In questo "antichrist" ci sono parecchie cose buone e molte che non vanno...
Quello che fa Lars è sorprendere lo spettatore con immagini che non si sarebbe aspettato di vedere...e se nel 2009 qualcuno riesce ancora a sorprenderci merita degli elogi!
Difficile poi chiarire tutto...capire il significato degli animali con il loro innesto nell'astrologia!
Alcune scelte sono discutibili come il far parlare una volpe,scena quasi comica che stona nel contesto!
Questo è uno di quei film che si puo' definire un "arte cinematografica contemporanea" e che non puo' essere classificato con un voto...Davvero difficile proporre un numero...Oggi posso dargli 5 come domani , dopo aver studiato astronomia,potrei dargli 8...Rimango nel mezzo e nell'incertezza...

dibinho  @  16/11/2009 00:28:08
   6½ / 10
Mah particolare, molto diverso dagli altri
Film pesantuccio sopratutto la prima parte, pero' consiglio di vederlo ugualmente..

El_Baro  @  14/11/2009 09:15:39
   6½ / 10
Film difficile da digerire, in cui Von Trier ritorna sul tema, già in Kingdom, del razionale vs la "natura matrigna".
Tre-quattro scene a mio avviso scivolano un po' troppo nel pecoreccio, anche se tutto il film è pervaso dall'evidente momento di vita del regista.
Una precisazione da addetto ai lavori: non c'è niente di psicoanalitico nel film (sintetizzato nella frase "i sogni nella psicologia moderna non servono più: Freud è morto"). Anzi, secondo me Von Trier è anche artefice di un consapevole attacco alle nuove forme di psicoterapia breve incentrate sull'aspetto razionale della mente umana (Defoe è un terapeuta di stampo cognitivo-comportamentale, non certo uno psicoanalista). In questo senso, è chiarissima la scena in cui, dopo che Charlotte è riuscita a fare qualche passo sull'erba e sembra stare meglio, la "natura" risponde gettando a terra un piccolo uccello morto e poi subito divorato, con conseguente nuova crisi di lei.
Il dolore non è un affare razionale.
Poi il viraggio misogino, discutibile nei contenuti e a mio avviso anche nella forma, lì dove tutta la storia dei due diventa un pretesto per simbolizzare qualcosa di più esteso.

benzo24  @  10/11/2009 15:13:34
   10 / 10
Antichrist è un film potentissimo bisogna ammetterlo, Lars Von Trier ci presenta l'anticristo, ovvero la donna, che nel regno di satana che è la natura, spaventosa, scura, inquietante ritova la sua essenza. L'uomo si ritrova sconfitto, non basta la cultura, la razionalità, l'erotismo e l'amore. la natura prevale, il male trionfa.

Invia una mail all'autore del commento RadicalGrinder  @  04/11/2009 12:35:50
   8 / 10
Il chaos regna.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  02/11/2009 10:53:53
   8 / 10
Un'opera cupa di Lars Von Trier, un film che mi ha ricordato Goya.
"...quando gli uomini non ascoltano il pianto della ragione, tutto muta in visione."
Sarà vero che il sonno della ragione genera mostri?
Qui Lars ci racconta che sì, è vero. L'estremizzazione della razionalità, il potere apparentemente indiscutibile di certe teorie psicanalitiche che non riconoscono il male come possibilità, possono portare all'autodistruzione.
Lars ci propone un film pregno di simbolismi, un viaggio nell'oscurità di una donna con demoni rappresentati da tre animali guida e di un uomo accecato dall'egocentrismo delle sue convinzioni. Un dramma come la perdita di un bambino, forse il dramma più grande che personalmente mi viene da immaginare. Ma per Lars è solo un pretesto per condurci all'inferno, quello dentro di noi, il caos che regna (appunto) fuori e in noi stessi.
Nonostante alcune cadute di stile,

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ritengo che il nostro amato e odiato regista abbia sfornato un'opera interessante, sincera e da me apprezzata.
Non so come mai, ma ho deciso di commentare questo film il giorno dopo la morte di Alda Merini. Ma cosa c'entra?, vi domanderete. Nulla. Ma ho ripensato ad una sua poesia e poi ho pensato ad Antichrist. Il potere bizzarro della mente...

"Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi.
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai."
(Alda Merini)

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Ultima risposta 02/11/2009 11.57.38
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Tuonato  @  02/11/2009 00:45:37
   10 / 10
Una esperienza che lascia senza parole.
Personalmente ho rivisto la genialità del Trier di "Dogville"(ma qui ha creato qualcosa di inimmaginabile).
Profondità psicologica, simbolismi, dolore/ansia/disperazione, liberazione.

Prologo che rimmarrà nella storia del cinema, sinceramente non mi riesco a spiegare come sia possibile che un'opera di tale portata sia stata irrisa e fischiata a Cannes.
Tremendamente inquietante. Splendidamente folle. Sfacciatamente misogino.
Il male in versione femminile fatto pellicola.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  29/10/2009 08:09:12
   8 / 10
Film sul dolore, sull’angoscia, sull’ossessione e sulla perversione. Un film dalle mille sfaccettature come era prevedibile aspettarsi da un tale regista. Una fotografia eccellente, un’ambientazione gotica dai colori angoscianti, due interpretazioni magistrali fanno di questo film un piccolo gioiello da vedere mettendo da parte i pregiudizi sull’autore. La Natura così madre e così malefica, la presunzione dell’uomo grande come l’intero ambiente che lo circonda, l’innocenza persa prima di emettere una parola; questo è quello che appare sullo schermo, diviso in capitoli essenziali e allegoricamente accompagnato da tre animali simbolo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  26/10/2009 13:14:12
   7½ / 10
Come pronosticabile Il ritorno di Lars Von Trier non lascia indifferenti.L’egocentrico regista danese realizza un’opera figlia di un periodo difficile,in cui crisi di panico e depressione hanno messo a dura prova la mente e il fisico dell’autore.Visto da qualcuno come una sorta di lavoro terapeutico, atto ad esorcizzare i demoni dell’inconscio, “Antichrist” è un film mediante il quale Von Trier esprime concetti molto particolari,interpretabili come mera provocazione o come punto di vista sincero( e un poco farneticante).Il dubbio rimane e perdura,dedurre realmente cosa passi per la geniale testa del regista è impresa ostica.A noi poveri spettatori,vittime inermi delle folli manipolazioni mentali e delle immagini cruente che nulla risparmiano all’immaginazione, non resta che osservare e provare ad interpretare gli eccentrici simbolismi miscelati con una storia di dolore e perdita,a sua volta indirizzata da una pagina buia del nostro passato,in cui donne accusate di stregoneria venivano torturate e massacrate in nome di convinzioni astruse che Von Trier non rinnega.Anzi,indica la donna come essenza maligna per eccellenza, mossa dalle leggi della natura e inserita nell’ideale contesto boschivo dell’ Eden( il riferimento alla colpevole Eva non è per nulla velato),scatenerà ciò che porta per indole con sé,ossia il caos,in un luogo che ,nome a parte,di paradisiaco non ha nulla.
Un Von Trier misogino?può darsi…anche se la figura più discutibile è quella maschile,il terapeuta ben interpretato da Willem Dafoe, presuntuoso,cinico e arrogante crede di aiutare la moglie disperata pur non avendone le capacità.Cerca di manipolare a suo piacimento la situazione ma in conclusione ne rimane vittima,se del male insito nella bravissima e sofferente Charlotte Gainsbourg o di una sorta di vendetta attraverso la quale espiare il senso di colpa e ribellarsi all’ingombrante marito non è dato sapere.Più probabile che Dafoe sia Von Trier sotto mentite spoglie,un uomo che tenta di capire e a volte soggiogare un mondo che gli è alieno,per il quale prova tanto timore al punto tale da mortificarne l’esistenza con l’aberrante gesto dell’automutilazione.
“Antichrist” è a mio parere un film molto personale,poggiante sulle paure che infestano la mente dell’autore,il quale si dimostra divino nel prologo, in cui offre dieci minuti di cinema d'altissima classe,proseguendo con buon ritmo e notevoli spunti ,forse eccedendo solo nella ricerca dello scandalo gratuito e della figura allegorica.Ne esce comunque un’opera destabilizzante,oscura e deprimente,un delirio all’interno del quale è molto facile precipitare.

private_joker  @  08/10/2009 14:59:05
   8 / 10
Visto ieri sera. Debbo dire che mi ha sconvolto parecchio. Non tanto per le scene di violenza esplicita, per quanto crude e difficilmente sopportabili potessero essere, quanto per la progressiva e inesorabile spirale di follia in cui precipita la donna (una magnifica Charlotte Gainsbourg, il premio vinto a Cannes è meritatissimo). Follia che, come risulta evidente nei flashback, si era impossessata di lei già l'anno prima, nel suo primo soggiorno a Eden con il figioletto.
Tra tutte, la scena che più mi ha fatto star male è stata quella in cui

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Si merita un voto alto per il senso di angoscia e tensione che è riuscito a trasmettermi.

TIGER FRANK  @  08/10/2009 12:49:59
   7 / 10
Non so che dire....
visivamente splendido
intenso e disarmante l'opening,fotografia tra la fiaba e l'incubo,atmosfera torbida con un'amarezza strisciante che impregna pellicola e spettatore....non mi e' tutto chiaro ma forse cosi' deve essere.
Scene da applauso si alternano con situazioni di un ridicolo micidiale
ma nel porcarone infernale ne e' uscito comunque qualcosa di buono e anche quella fr....moscia della Gainsburg ,qui,si riscatta e fa la sua porca figura col suo "compagno" De foe veramente in stato di grazia.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  28/09/2009 23:06:43
   8 / 10
Per me è stato veramente difficile scegliere il voto per Antichrist. Certamente però non è un film inferiore al 7 anche se riesco a capire chi lo ha bocciato del tutto. D'altronde stiamo parlando di Von Trier,il regista più discusso e che più ha spaccato l'opinone e gli amanti del cinema. Si puo discutere anche sulla sua bravura (che c'è sicuramente secondo me) ma non si puo non dire che un suo film lasci indifferenti. Antichrist non fa eccezione. Avendo visto solamente i due Kingdom prima di questo film e non avendoli trovati dei capolavori non sapevo cosa aspettarmi. E in effetti durante la visione sono stato più volte costretto a mettermi le mani nei capelli per alcune scene incredibilmente esplicite nella loro violenza. Un film profondamente doloroso,psicologicamente e fisicamente,in cui seguiamo solo due personaggi per tutta la durata del film,ennesimo esperimento di Von Trier che però ha avuto la fortuna (e la bravura) di sceglere due professionisti straordinari come Defoe e Gainsbourg che insieme reggono il film su livelli molto alti. Purtroppo uno dei difetti del film è quello di voler essere,sembra,troppo "esagerato"in più punti,quasi come se il regista volesse a tutti i costi scioccare anche a discapito della qualità. Perlomeno questa è l'impressione che ho avuto io vedendolo. è un film nero,infernale,molto complicato e di difficile comprensione. C'è una misoginia di fondo,una donna che cerca in tutti i modi di annullarsi nei suoi punti che la rendono tale (taglio del clito) e un protagonista che cerca di analizzarla per capirla pur non riuscendoci,pur non riuscendo a tenere sotto controllo il suo dolore. C'è anche un sesso crudo,che ci viene messo davanti nelle sequenze iniziali con la penetrazione nella doccia e viene portato a diventare sesso come malattia,come dolore

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L'anticristo chi è? Lo spettatore deve risolvere questo dilemma da solo anche se credo che Von Trier abbia indicato come catastrofe Natura(le) la Donna. Von Trier ha dichiarato che i film devono essere come sassolini nella scarpa. Ma Antichrist è un chiodo doloroso che sentirai per un bel pò di tempo.
Un film difficile,che puo non piacere e che non piacerà a moltissimi. Al contrario ci saranno anche pareri che lo idolatreranno all'eccesso. D'altronde è Von Trier. Non lascia indifferenti.

fadry  @  28/09/2009 00:46:36
   9 / 10
Non gli do 10 perchè il film è davvero troppo cruento ed esplicito in alcune scene(sebbene il regista giustifica la sua scelta),ma se si analizza fin in fondo si capisce che si tratta di un capolavoro.Lars crea un film che lascia molta rabbia nello spettatore,soprattuto perchè è davvero un film difficile da interpretare......in quel caos che regna (non è una citazione) in tutto il film è quasi impossibile pensare che ogni cosa abbia un senso...ma la realtà è che è proprio così.....allucinante....

Invia una mail all'autore del commento amelieride  @  25/09/2009 17:48:15
   7½ / 10
Un film spiazzanze! ragazzi leggete questo che vi sarà più utile alla comprensione di questo film:

Con Antichrist il regista danese Lars von Trier riporta il cinema alle sue origini recuperando una serie di archetipi, a cominciare da quello della fiaba nera, che i film odierni ormai ignorano. La nuova fatica dell’autore di Dancer in the Dark è un film disturbante che mescola suggestioni dal sapore bergmaniano con l’irruenza di un Dreyer dei giorni nostri e la ieraticità di Tarkovskij a cui è dedicato il film. Antichrist è, tra l’altro, la migliore riflessione sull’elaborazione del lutto che ci offre il cinema dopo Il dolce domani di Atom Egoyan. E fa veramente male trovare chi, a proposito di questa pellicola, così austera nella sua isteria, lo paragona ai film, anche se validi, di Tobe Hooper, Hostel di Eli Roth oppure a un qualsiasi porno coniugale di Gerard Damiano. Per la verità Lars von Trier parte dallo stesso presupposto dal quale è partito anche George A. Romero per il suo straordinario La stagione della strega, in cui una donna si convince di essere una strega con conseguenze tragiche per lei e la sua famiglia. Ugualmente Charlotte Gainsbourg si convince che il male, ma quello ancestrale, mica quello degli uomini, si è annidato dentro di lei. Il marito, cieco ed impotente davanti alla magnificenza femminile, si perde nel groviglio psicoanalitico che lui stesso ha tessuto intorno alla donna, apparentemente per proteggerla, ma, per la verità, solo per controllare lei e i suoi sentimenti. Il resto è pura costruzione filmica di grande impatto visivo piena di provocazioni nei confronti di un pubblico che, ormai perso dietro le codificazioni dei generi, non sa più cosa pensare davanti ad una pellicola così unica.
Antichrist mette in scena una favola gotica in cui, come succedeva solo nei film dei grandi formalisti, non c’e’ nemmeno un dettaglio fuori posto. Lars von Trier racconta il profondo dell’essere umano e in particolare quello della donna passando dalla nevrosi all’isteria, raggiungendo la parte più spaventosa nascosta dentro di noi. E tutte le crudeltà che si vedono nel film, e ce ne sono tante, non sono manie gratuitamente voyeuristiche del regista ma rappresentano il suo estremo coraggio nel raccontare una storia di colpa senza espiazione, nera come la notte, alle sue conseguenze estreme. Straordinari i due interpreti, Willem Dafoe e la Gainsbourg, in un gioco di equilibrismo perfetto grazie al quale riescono a sfidare, e a vincere, il ridicolo.

4 risposte al commento
Ultima risposta 27/09/2009 17.55.21
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VinLet  @  25/09/2009 13:11:08
   7 / 10
Non mi ha convinta
Difficile darne un’interpretazione..la natura..la donna..l’inquietante pazzia umana..disturbi mentali..”il Caos regna”

Di base c’è che..la stesura della tesi conduce Charlotte a farsi condizionare e convincere da ciò che sta studiando..degenerando a seguito del trauma per perdita del bambino

Parte bene..(con tanto di scena hard iniziale)..poi si perde in scene noiose e lente..per poi riprendersi un po’ sul finale
Non so quanto le scene esplicite di sesso siano utili a migliorare la qualità del film

La protagonista doppiata..spesso ricorda Asia Argento
Nulla a che vedere col titolo
Bocciarlo del tutto no..soprattutto perché in alcune parti è suggestivo e coinvolgente

“Lascia che io pianga”

marfsime  @  06/09/2009 12:59:21
   6 / 10
Film difficile da interpretare..stilisticamente ben fatto..ma per il resto? Una serie di avvenimenti si susseguono durante la pellicola..vanno interpretati e non è di certo una cosa facile. Quest'ambiguità può sicuramente essere apprezzata da qualcuno che riesce a ricavarne significati anche profondi..ma ripeto non è cosa da tutti. Voto 6 perchè comunque è un film che incuriosisce anche se lontano dal genere di cinema che preferisco..e comunque di Von Trier ho apprezzato maggiormente altre opere.

TheLegend  @  04/09/2009 03:51:59
   9 / 10
Film unico,perfetto tecnicamente.
Il miglior Von Trier sicuramente!

divino  @  03/09/2009 19:54:15
   6 / 10
ok allora do il 6 per non modificare la media del film e non essere mangiata viva da chi l'ha capito compreso e amato.. come probabilmente non ho fatto io.

ecco dopo questa precisazione posso commentarlo come mi pare...ma in pratica: mi sono dovuta subire due ore di pallosità immensa e per lo più insensata per dirmi che alla fine le donne sono tutte delle pazze streghe assatanate e che è giusto che per secoli abbiano subito le violenze più indicibili perchè se lo volevano loro stesse per prime?...
ah beh un capolavorone!

baskettaro00  @  30/08/2009 22:43:47
   7 / 10
ANTICHRIST è un film che mescola sapientemente scene ad alto contenuto erotico e scene violente(il taglio del clitoride su tutte)non entrando mai nel vortice della violenza gratuita......
è anche uno dei pochi film a mostrare scene di sesso del tutto esplicite....
sostanzialmente il film è drammatico ma con forti scene di sesso e alcune trovate violente......
scade un pò nel finale alquanto buttato la e senza dare senso al film....
peccato:si poteva di certo fare di meglio
p.s.
il titolo non ha nulla a che vedere con il film......

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carmi_c  @  30/08/2009 19:03:18
   6½ / 10
a tratti suggestivo e penetrante, in altri lento e scadente dal punto di vista tecnico.non tutto quello che si vede vuole essere un'allegoria , o metafora, o avere necessariamente un senso: alcune volte è frutto della follia del regista, che differentemente da quanto affermato precedentemente è alquanto misogeno

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io penso che ricalchi le convizioni cattoliche di sempre:

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carriebess  @  17/07/2009 15:41:59
   10 / 10
da misogina posso solo dire: grande capolavoro!

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bulldog  @  16/07/2009 01:11:45
   10 / 10
Il migliore del genio Von Trier.SUPERBO!

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valis  @  10/07/2009 18:44:19
   10 / 10
premetto che von trier non è tra i miei registi preferiti, infatti avevo trovato insopportabile le onde del destino e discreto, ma lontano dal capolavoro, il grande capo.
devo dire però che con questo film il danese ha fatto centro.
è sicuramente un'opera estrema, tetra, che pesca nelle pulsioni e nei desideri più intimi dell'autore, nelle sue più profonde fobie.
ma il motivo che mi spinge a dargli dieci è il fatto che è riuscito a dare forma ai demoni che abitano la sua mente.
si può criticare il messaggio del film ma di certo non si può negare che von trier sia riuscito a rendere appieno ciò che voleva dire.
il regista compie un'opera di demonizzazione del sesso, gettando una luce diabolica anche sulla maternità della protagonista fino al radicale autodafè.
notevole infine le citazione inserite nel film come quella delle opere di bosch.

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mikland83  @  05/07/2009 11:05:41
   10 / 10
Il primo capitolo da solo merità il massimo riconoscimento. Allucinante, poetico, struggente e sopratutto umano nella sua disumanità.
Gli altri a seguire sono un susseguirsi di stati d'animo maestosamente rappresentati e recitati.
Non si può consigliare ad un pubblico poco colto, non lo apprezzerebbe.
Devastante

Toros Righez 89  @  29/06/2009 01:45:36
   6½ / 10
È un film abbastanza complesso...ma penso di aver capito i vari significati che nn voglio star qui a spiegare adesso in maniera esauriente!!!...tratta della pazzia umana o meglio delle sue passioni attrazioni carnali fino a tal punto di arrivare alla morte...si insomma quello che è successo!!!....devo dire che quando la volpe ha parlato io amici e altri nella sala ci siamo messi a ridere da matti.......comq ripensando alla frase è molto vera ''Il Caos Regna''....se la faceva dire in un altra maniera era meglio va beh!!!....devo dire che per il suo genere del reggista è fatto molto bene.......comq concludendo che nn mi piace quel genere di film perchè sono arrivato a casa depresso e con l' ansia forte!!!...preferisco non vedere questi film al cinema!!!!....vi consiglio comq di guardarlo è molto profondo!!!....non so che altro dirvi..anche se in realta ci sarebbe molto da scrivere!!!...

StranzCronenber  @  25/06/2009 15:34:03
   9 / 10
Avvertenze: prima di leggere, sappiate che sono molto confuso, per natura (malvagia e demoniaca!).

Partiamo dal presupposto che il film rappresenti la visione ermetica del mondo. Le chiavi di lettura sono molteplici.
Esiste un Dio malvagio ed il mondo in cui viviamo è stato creato al solo fine di imprigionare le nostre anime. La natura implica la corruzione, ed il peccato è un attributo intrinseco all’esistenza terrena.
Da questa forma di pessimismo assoluto, che non lascia scampo, deriva l’idea che la morte sia l’unica via di liberazione possibile.
La demonizzazione del cosmo è totale, soprattutto nel suo divenire: la materia è Satana.
Contrapposta ad una simile concezione, vi è l’idea che Dio “dando un'immagine sensibile a tutte le cose, appare attraverso tutte e in tutte” e che "...la natura, come è stata resa partecipe di tutte le cose, così è stata resa partecipe del bene (si veda, al riguardo: Corpus Hermeticum, V, 2).
Uno dei padri della Chiesa, San Paolo, ha affermato che Dio, di per sé invisibile e inaccessibile nei suoi attributi, si rende visibile mediante le creature e le opere da lui generate e mediante l’attività intellettuale dell'uomo. La mediazione soggettiva diviene pertanto l’iniziazione che consente di leggere la divinità nella realtà sensibile.
Il film potrebbe essere, di conseguenza, un percorso iniziatico. Ed è Lei a compierlo attraversando le fasi del dolore, dell’ansia e della disperazione.
Lui, marito e padre, nonché terapeuta, crede che l’esistenza terrena non sia una maledizione, e che la capacità di razionalizzare anche gli istinti più animaleschi, consenta di superare gli orrori che a volte funestano la vita.
Lei, al contrario, è convinta che la natura abbia un’essenza intrinsecamente demoniaca, dato che tutto perisce, tutto muore e non vi è scampo all’ineluttabile destino riservato all’umanità. Persino le ghiande nascono già morte, e precipitano rumorosamente, quasi a denunciare lo strazio della propria condanna.
L’anticristo inizia con un amplesso durante il quale ascoltiamo le meravigliose parole di Lascia ch’io pianga (…la cruda sorte, e che sospiri la libertà).
La libertà di vivere senza freni inibitori, senza remore, totalmente immersi e sprofondati in un satanico groviglio di spine? Oppure liberarsi dal ruolo di madre, tanto ingombrante da determinare un senso di oppressione che porta ad odiare la propria prole e desiderarne la morte?
O, altrimenti, liberarsi di ciò che rappresenta il frutto di una maledizione ormai eterna: riprodursi per perpetuare la dannazione umana. In altri termini, la procreazione impedisce alla luce di liberarsi dalle tenebre (la materia). Questo giustificherebbe anche la scena in cui la masturbazione porta ad eiaculare sangue: la vita nasce già morta, ancora una volta.
Il percorso iniziatico è destinato, sin dall’inizio a fallire.
Eppure, l’essere umano è al contempo bene e male, e non è possibile una totale accettazione dell’uno o dell’altro, senza aver prima conquistato gli strumenti necessari al superamento di tale contrapposizione. Così, il dolore che immediatamente giunge a torturare la strega, la porta a tentare disperatamente di costruire un muro tra se stessa ed il mondo circostante: non riesce a camminare tra l’erba, poiché rifiuta ormai qualsiasi contatto con la natura.
Paradossalmente, il tentativo di Lui di curarla, facendole accettare la disgraziata perdita, diviene la causa scatenante del totale abbandono della donna, la quale giunge a leggere in ogni singolo aspetto della mondo circostante, segni a conferma della sua visione delle cose.
La spirale di violenza in cui i due precipitano, culmina nello strangolamento della donna (alias femmineo/male) da parte dell’uomo (il bene); l’assassinio pertanto potrebbe rappresentare il superamento del dualismo finalizzato al ricongiungimento dei due elementi contrapposti del creato: l’ordine ed il caos. E’ ciò che avviene nel dualismo manicheo: il mondo è nato dall’invasione da parte delle tenebre del regno della luce, e l’unica salvezza sta nella separazione dei due principi contrapposti, al fine di ricongiungersi a Dio.
Lui, durante la terapia, cede più volte all’aggressione sessuale di lei, che tenta in tutti i modi di ancorarlo alla terra, giungendo persino a piantargli una ruota di cemento nella gamba, allorquando si rende conto che l’erotismo sta perdendo la sua forza seduttiva.
E quando crede che non vi sia altra via d’uscita, Lui la uccide, nonostante si fosse liberato della “palla al piede”, grazie all’aiuto di uno dei tre mendicanti (è il corvo che gli fa trovare la chiave inglese), e potesse quindi limitarsi a fermare la follia della strega, anziché sopprimerla.
Da una simile ricostruzione, sembrerebbe tutto semplice e lineare. Ma così non è, talmente numerosi sono i punti critici e ambigui della narrazione.
Innanzitutto, Lui afferma che i comportamenti di Lei non possono provenire dall’esterno rispetto alla sua personalità, in quanto persino sotto ipnosi, e così quindi anche in preda alle crisi di ansia e depressione, non si fa nulla che il nostro inconscio non ammetterebbe, anche da lucidi e coscienti.
Che significa?
Una risposta può essere data basandosi ad esempio sugli studi della psichiatria sul fenomeno delle possessioni: un soggetto represso, tende a dare sfogo ai propri desideri (ritenuti impuri e vietati) convincendosi di essere in preda ad una possessione.
Il terapeuta cerca, pertanto, di far compiere un passo innanzi alla paziente: accettare la complessità dell’essere umano.
Lei cerca di esteriorizzare le proprie pulsioni, giustificandole con lo stato di disperazione determinato dal lutto. In realtà, la sua natura, era già emersa: allorquando maltrattava il bimbo mettendogli le scarpe al contrario, ad esempio. Ella non è in grado di trovare un punto di equilibrio.
Il quesito fondamentale, tuttavia, riguarda chi è il vero anticristo, e qual è la sua essenza, soprattutto.
Per tutta la durata del film, sembra emergere chiaramente che è Lei la strega/donna/natura/satana.
Io però sono convinto del contrario, nonostante le dichiarazioni dello stesso Von Trier.
Una delle teorie portanti dello gnosticismo, in tutte le sue più disparate correnti, prevede che dall’Uno, essere perfetto, sia derivato il due ed il tre: il maschio (il potere) e la femmina (la verità).
Dunque, Lui si illude di poter superare il dualismo male/bene, accettando il proprio stato di essere fatto di spirito e materia, mediante la razionalizzazione delle pulsioni animalesche. Ma la soppressione della femmina, in realtà, non costituisce un passo per tale superamento: rappresenta la prevaricazione del potere sulla verità. Egli riesce a liberarsi e a sopraffare la donna soltanto grazie all’aiuto di uno dei tre mendicanti: il corvo che gli fa trovare la chiave inglese. In secondo luogo, la fuga dalla verità (e cioè che la natura è malvagia) viene pure simbolicamente rappresentata dal suo ritirarsi nella tana della volpe (apertura vaginale che conduce al grembo materno). Come non leggervi un chiaro riferimento all’abbandonarsi al ventre della terra, con accettazione di tutto ciò che implica una simile scelta? I suoi tentativi di ergersi al di sopra della materia, mediante il raziocinio, sono vani: prima cede alle avance sessuali della compagna; poi accetta l’aiuto dei mendicanti; infine, di fronte al caos imperante, sopprime la causa di ogni male: la femmina.
Ma l’assassinio non era più necessario! Ecco perché il suo gesto, lungi dall’essere un atto liberatorio e purificatorio, costituisce al contrario il battesimo a nuova vita nella fonte di Satana: il razionale è surclassato dall’irrazionale, proprio quando sembrava invece stesse per prevalere.
In secondo luogo, dopo la prima esperienza di Lei, nel bosco dell’Eden (allorquando sente il pianto di una creatura che non riesce ad individuare, ovviamente), è soltanto Lui ad avere diretti contatti con i mendicanti, ed è a lui che si rivolge la volpe (“Il caos regna”), quindi è Lui ad essere il vero interprete della volontà demoniaca della materia.
Volontà che è demoniaca solo perché Lui non ha gli strumenti per interpretarla, tanto è impregnato di razionalismo.
In definitiva, l’infanticida è stata punita: la natura ha riaffermato il proprio dominio.
Le donne che, nella scena finale, si affollano nel bosco, potrebbero quindi rappresentare le vittime del sopruso, come fu nei secoli, e come è ancora oggi. L’umano è schiavo della carne, e di fronte a chi evidenzia questa realtà, non resta che l’arma della soppressione, cedendo per tal via, proprio a ciò che non si vuole accettare: il caos / male / irrazionale. La Natura diventa, finalmente, la chiesa di Satana.
Al contrario, le streghe avevano un rapporto con la natura improntato all’integrazione dell’uomo con essa: ciò che di utile la madre terra può darci, abbiamo il diritto di usarlo; la natura non è la chiesa di Satana, ma il mondo reale in cui siamo destinati a vivere, e pertanto conviene accettarne tutti gli aspetti, quelli più terribili, come quelli più piacevoli.
Lui vede le donne, elle sono ancora lì, e si rende conto che la natura femminea del creato non può essere sradicata, perché ne è parte integrante.

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Tautotes  @  21/06/2009 23:59:13
   7 / 10
Non è facile dare un voto a questo film.
Per come la vedo io, è un percorso di discesa nella follia causata dal crescere di un enorme senso di colpa, rappresentato tra l'altro dalle mutilazioni genitali che si associano alla scena iniziale della morte del bambino (si può dire, è in trama). Un senso di colpa che la razionalità del marito psicologo non riesce a cogliere appieno se non dopo aver indagato l'argomento della tesi di sua moglie.
Non c'è divaricazione tra bene e male, sono facce della stessa medaglia, ed il percorso verso la follia e il peccato finisce per essere compiuto da tutti.
Non è un capolavoro, ma comunque si lascia guardare.
Ottima fotografia.

john_doe  @  12/06/2009 20:26:17
   9½ / 10
Amo Lars Von Trier

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Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  12/06/2009 16:36:43
   7 / 10
Adoro Von Trier e mi risulta arduo commentare questo sua ultima fatica, forse anche perchè una parte di me si rifiuta l'idea che il buon vecchio Lars possa fare una ******.
Oggettivamente il film è girato magnificamente, una fotografia sublime che cita ed omaggia il grande Tarkosky, in particolare le sequenze oniriche, il film riesce a produrre un'atmosfera inquietante e angosciante per quasi tutta la sua durata (eccetto il finale)... è palese che è un film che ha avuto una genesi sofferta ed è il film più personale di Von Trier.
Però troppe cose non funzionano... un'allegorismo esasperato, che in alcuni punti sfocia addirittura nel ridicolo come la volpe modello coyote spirito guida di homer simpson... secondo parte del film, modello shining, abbastanza banale, pippe mentali alle volte insostenibili.
Grandissimo Defoe, brava la Gainsbourg diafana e imperscrutabile come la grandissima Adjani in Repulsion (altro film fortemente citato)

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GodzillaZ  @  10/06/2009 00:30:00
   6 / 10
Difficile dare una interpretazione obiettiva a questo film.
Vengono usate metafore per rappresentare la "naturalezza" della donna e la razionalità dell' uomo ecc ecc (non aggiungerò la mia interpretazione visto che ne è stato ampiamente discusso quì sotto).
Il film è bello e ben fatto ma purtoppo anche mooooolto pretenzioso.
Non ho affatto apprezzato le esagerazioni visive contenute nel film, sembrano messe lì per shockare in modo che poi se ne parli...
Lungo, lentissimo e pesante ma essendo molto psicologico, un pò ci stà.
Sul rapporto uomo/donna preferisco 100 volte Eraserhead (l' argomento non è proprio lo stesso, ma più per la rappresentazione visionaria)

eraserhead  @  09/06/2009 16:08:55
   9 / 10
La gente in sala era in******* come non mai
Non delusa, in******* nera
Film leopardiano se ce n'è uno
Ma pessimismo cosmico
Leggermente nichilista
A me non ha stancato per niente


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In ogni caso, disturbato e disturbante dall'inizio alla fine
Un film sull'uomo, insomma
Quindi probabilmente horror è il genere che più gli si avvicina

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pioss  @  09/06/2009 13:49:10
   7 / 10
Un film che, cinematograficamente, di Trier ha poco se non nella sceneggiatura, le metafore, la musica classica e la divisione in capitoli (Prologo, disperazione, ansia, paura, Epilogo).
Svanito l'effetto mal di mare da telecamera a mano, regia ricercata, scene totalmente esplicite da ogni punto di vista fisico, il film è una catena concentrica di simboli ed eventi che si rinconrrono come contenitori che nascondono al loro interno la medesima verità, in un ordine piramidale di significati che al suo vertice ha: "Lars Von Trier è un messaggero di Dio". Attraverso il film che è l'oggetto nascosto, l'angoscia che ne scaturisce, la pellicola offre gli strumenti per capire la verità e redimerci dai nostri mali. Il nostro male? Viviamo sotto la menzogna che il mondo sia cattivo. Questa è in realtà una visione della donna, che attraverso il sesso usa l'uomo per renderlo prigioniero nella di lei irrazionalità.
Tutto questo grazie al ricorrente gioco delle parti di "coercizione" (il sesso / la macina / le scarpe rovesciate), "strumento per liberarsi dalla sudditanza" (il terapeuta / la chiave inglese), "l'angoscia rivelatrice" (il corvo / il film stesso), il messia (Charlotte Gainsbourg / Defou (ma ne può esistere solo uno) / Lars Von Trier). Ottime le interpretazioni dei due attori, seconde solo al delirio di onnipotenza della regia.

tregiraffe  @  09/06/2009 06:41:46
   7 / 10
Molto suggestivo, e i due protagonisti sono bravi belli e sexy, tutto quello stare cosi' insieme a contatto giorno e notte e le gambe e i glutei bianchissimi mi hanno..... confusa.
Pero' non ho capito il film. Do' un voto per le emozioni.

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Ciaby  @  07/06/2009 11:01:52
   10 / 10
Vimercate, cinema Le Torri Bianche. 6 giugno 2009, ore 22.40

La mia preoccupazione più grande era che io, ragazzino di diciassette anni appena compiuti, non potesse entrare per un divieto ai 18 per quello che è il film occidentale che più ho atteso.
(il 2009 è un anno bellissimo per il cinema, pensate che tutti i grandi registi stanno tornando: Kim Ki-Duk, Takeshi Kitano, Park Chan-Wook, Michel Haneke, Lars Von Trier...)
E invece...nessuna domanda, prendo il biglietto con una facilità sconcertante ed entro nella claustrofobica, ma spaziosa sala cinematografica.

IL PUBBLICO: Il pubblico migliore che mi sia mai capitato. Quello strnzo del mio amico Vik, che ha osato vedere antichrist prima di me, mi ha detto che il pubblico è intrattabile durante questo film. E invece non lo è stato per me: un pubblico che rimase in silenzio dalla prima all'ultima inquadratura e in silenzio uscì dalla sala, sconcertato e inquietato.
Le uniche paroli arrivavano con il taglio del clitoride, tutti a gridare "OH MIO DIO! ARRRRGH!"... insomma un pubblico meraviglioso, senza neanche i bip dei cellulari, una cosa meravigliosa...

-

Comincia il film e vengo trascinato da sei, splendidi minuti di slow motion in bianco e nero, destinati ad entrare nella storia del cinema: un amplesso così dolce e violento allo stesso momento, sulle note di una "Lascia Ch'Io Pianga" seducente e rassicurante. L'amplesso ravvicinato, quel particolare osceno che smorza la finzione, così delucidata dalla slow motion sull'acqua che cade, i soldatini gettati sul pavimento, l'orsetto...
I fiocchi di neve entrano nella finestra, ti senti sollevato. I due amanti sono felici, il bimbo è affascinato dalla neve. Poi, qualcosa avviene: il bimbo si getta dalla finestra e ha inizio il delirio.

Trasportato come Ofelia dalle acque dell'invenzione, vengo a conoscenza di un cinema oscuro e vitale, agghiacciante, angosciante ma anche nero, nerissimo.
La genialità di quest'uomo è tutta visibile nelle inquadrature: il continuo ravvicinamento di due fiori nel vaso, per mostrare che nella bellezza si instaura anche il pericolo.

Rulli di noise. I rami degli alberi.

Il film scorre, inquieto sulle performances affascinanti di Willem Dafoe (bravissimo) e Charlotte Gainsbourg (Superba).
Il dolore è una malattia che si instaura nella donna alla perdita di ciò che ama


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Il treno.
Le seduzioni di visioni immagnifiche.
Le splendide scene nel bosco, girate come se fossero quadri impressionisti, con quelle nuances verdi sfumate.
E poi la dolcezza angosciante di Charlotte nell'erba che affonda.
"Ora tu sei erba"

Sicuramente uno dei capolavori del 2009, così teso e vitale, ma anche morente. La paura della morte accompagnata dal desiderio di morire, la vita, il sesso come dolore e ricordo maligno, la follia in un film che non fa dormire per giorni.

Perchè è horror, dicono? Perchè horror è in un certo senso.
NOn come lo intendiamo noi, ovvio. L'elemento sovrannaturale è presente, ma nascosto tra la nebbia delle follie, in un sistema di scatole cinesi da ricordare un Bunuel più estremo. L'orrore risiede in un pianto infantile che non ha provenienza, che sembra cadere dal cielo.

Lars Von Trier racconta con orrore il suo male, infondendolo anche a noi. Il cinema deve dare emozioni, positive e negative. La sensazione finale è quella di un mix tra i due, un sentimento non ben definibile che nasce dal dentro ed esplode. Angoscia o gioia? Nessuna delle due. Come Charlotte nel film non sapeva di cosa avesse paura, così io non so che cosa provo, ma so che il film è un capolavoro, stupendo. Un pezzo d'arte Geniale.

Riguardo alla trama, molti commenti qui in basso dicono che non c'è una trama, invece c'è eccome:

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Ultima risposta 04/10/2009 22.33.30
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sasuke999  @  06/06/2009 13:57:53
   10 / 10
Non è facile decifrare un film di questo tipo, è un horror "sui generis" davvero insolito, le atmosfere oniriche mi hanno ricordato certi film di Lynch. Anche se probabilmente chi si aspetta un film horror nel senso classico del termine rimarrà deluso. Un vero e proprio viaggio nella psiche umana, alla ricerca delle origini del male, fino ad arrivare ai confini della follia.

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Ultima risposta 09/06/2009 00.46.25
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macs23  @  06/06/2009 12:23:19
   8 / 10
SCENEGGIATURA: 7
TRAMA: 7
REGIA: 10
INTERPRETAZIONI: 9
COLONNA SONORA: 8
FOTOGRAFIA:7.5

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Ultima risposta 30/07/2009 16.25.13
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lampard8  @  05/06/2009 13:57:03
   8 / 10
Mi rimane difficile commentare un film di tale portata. Posso solo dire che sono uscito dalla sala pienamente soddisfatto. Geniale e disturbante allegoria di Von Trier con momenti di altissimo cinema e delle torture al limite del sopportabile. Visivamente ineccepibile, perde un pò nella parte centrale ma resta un prodotto che sfiora l'eccellenza.
Il problema di Von Trier è secondo me l'autocompiacimento e il narcisismo dei suoi film, ma resta il fatto che è uno tra i migliori registi in circolazione, capace come pochi di far parlare di sè, nel bene o nel male.
Bellissima e struggente la dedica a Tarko e altrettanto significativo il richiamo al cinema di Carl Theodor Dyeyer.
Un film non per tutti, certamente una visione disturbante, ma che non lascia indifferenti.

zakfett  @  05/06/2009 12:59:16
   6½ / 10
Film a mio parere completamente comprensibile solo al regista.
Figurativamente intenso e molto crudo in alcune scene.

VikCrow  @  05/06/2009 06:02:22
   10 / 10
Genio? Folle? Risulta impossibile definire Von Trier. La parola adatta sarebbe Artista, colui che attraverso la propria arte, o ciò che gli si confà meglio, riesce a trasmettere se stesso. Si vociferava di un suo periodo di depressione e, forse, "Antichrist" (che nulla ha a che fare con argomenti religiosi), è stato il mezzo per esorcizzare gli incubi e i dolori che lo affliggono. Dopotutto il film si costituisce di tre termini fondamentali: Dolore, Pena e Disperazione. Un trittico indissolubile, il tempo è scandito da questi tre elementi affini tra loro. Una caduta nelle profondità della psiche umana, nei grovigli connettivi dell'essere, per schiantarsi contro neuroni putrescenti. Il viaggio ultimo dell'individuo, la lotta contro se stesso, contro i suoi umori, contro le proprie emozioni, contro la propria carne. La sublimazione dell'esperienza del dolore che diviene poesia visiva e truculenta passione. Non v'è più un rapporto tra bene e male, tra bello e brutto, tutto si mischia in un vortice di marciscente angoscia, sino a che la follia non prende il sopravvento sull'uomo, il quale non ha la forza di domare la propria Natura (la natura umana è lo stesso male di vivere), ed inevitabilmente soccombe sotto il peso delle proprie ossa fracassate.
La fanciullezza non conosce queste tre parole meschine e putride, le scalcia via, come burattini di piombo. La fanciullezza danza sotto la neve con la morte, ed ha il sorriso dell'ingenuità in faccia... L'amplesso che al suo culmine genera nuova vita e la morte che la sradica (binomio cardine dell'intero dramma). Il vuoto che se ne crea è incolmabile. I due protagonisti lottano differentemente sino all'eliminazione reciproca. Lei lotta da madre alla quale hanno estirpato la vita stessa, lui lotta da freddo uomo calcolatore in cerca di pace. La pulsione sessuale, il desiderio, l'amore si distruggeranno. Un'esistenza in declino, in decadimento. Affogare negli abissi neri della propria anima. Chi è dunque l'anticristo se non il nostro IO? A voi la risposta.

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Ultima risposta 09/06/2009 20.25.02
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John Carpenter  @  03/06/2009 12:08:53
   7 / 10
ANTI
CHRIST

Note negative:
- la prima parte per nulla interessante.
- molto noioso, non perchè è lento, ma proprio noioso (vedi punto sopra).
- la sceneggiatura: dialoghi imbarazzanti che suscitano ilarità (involontaria).
- montaggio e regia di Lars Von Trier che non rende interessante il film e vuole fare l'autore a tutti i costi, ma non è nè Kubrick, nè tantomento Lynch con cui viene paragonato spesso. Questi 2 registi sanno unire la realtà (trama) con surrealità ed oniricità. Von Trier non lo sa fare. Dirige male e svogliatamente, alcune sequenze semplici come il dialogo tra i 2 fanno ribrezzo e orrore da quanto sono girate male, altre sequenze invece sono da 10 e lode, ma per merito della fotografia e degli effetti speciali.
A tratti ricorda Shining, che ovviamente sta su un altro livello (mi sento profondamente stupido a ribadirlo).
Premettendo che è il suo primo film che vedo, magari posso sbagliarmi e rivalutarlo. Oltretutto anche Lynch ha toppato alla grande con Inland Empire dirigendo 'forse' il suo peggior film.

Note positive:
- l'inizio. Subito si capisce che non è un film normale. Ma è molto bella questa parte.
- la fotografia. Probabilmente nel lato tecnico è la cosa più riuscita. Allucinante.
- il sonoro. (forse l'unica cosa che) Mette i brividi.
- alcune scene visivamente eccezzionali (vedi sopra). Non voglio fare spoiler, quindi vedetelo.
- la parte finale veramente disturbante e malata, che difficilmente dimenticherò. E' sicuramente la parte più riuscita del film, visto che nella prima è molto piatto e monotono (credo non si possa dire il contrario su questo).

Penso basti.
Sinceramente non me la sento di criticare chi mette 1. Non sono snob, ed ognuno ha i suoi gusti, facili o difficili che siano. Antichrist è piaciuto a pochi, e io non avrei alcunissima voglia di rivederlo un'altra volta (anche perchè alcune scene mi hanno sconvolto).
Il voto non si può dare a un'opera del genere. Ci sono film a cui non si può dare un voto. A tratti avrei voluto dare 1. Avrei voluto dare 6. Avrei voluto dare 9. Avrei voluto dare 3. Penso non si possa giudicare così un film così. Voto 7: buon film, vale la pena di vederlo. Vale la pena si.
Quindi, detto questo lo consiglio.

John.

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Ultima risposta 05/07/2009 13.05.17
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morgana2009  @  03/06/2009 10:28:53
   10 / 10
Uno shock visivo di rara intensità. Il miglior horror degli ultimi 10 anni.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gabe 182  @  02/06/2009 16:47:42
   6 / 10
Delusione, c'è da dire che è il primo film che vedo di questo Lars Von Tiere, però devo ammettere che mi aspettavo molto ma molto di più.
Adesso io questo regista non lo conosco, e non posso dire che sia bravo o meno, so che questo film l'ha fatto dopo una tremenda crisi depressiva, però di tutto questo non ne riesco a capirne il senso, adesso se la si conosce bene la depressione e di certo una malattia tremenda, e porta ad uno stato emotivo bruttissimo, ma io non so perchè abbia voluto fare questo film! e soprattutto cosa voglia trasmettere a colui che paga quei 7 o 10 euro per guardarselo.
Allora diciamo pure che in molti tratti si ritorna al cinema puro di Lynch, e su questo si può dire che tutto sommato ci sta bene, certamente i viaggi mentali, le paure inconsce dell'uomo e tutto quanto si mischia anche bene e si lascia pure vedere, ma il resto per me rimane semplicemente un balzo nel vuoto.
La sceneggiatura e bellissima, molto penetrante ed inquietante, anche le musiche sono molto affascinanti, infatti se dò il 6 a questo film e per questi motivi soprattutto, e poi vabbè diciamo che la violenza e pesante, ma non impossibile da mandar giù, il resto guardatelo voi perchè non mi va di giudicarlo.
Insomma, aggiungere altro per me è impossibile, diciamo che questo film e molto personale, il regista esprime una parte di se stesso che era malata, ma che faceva sempre parte di se, però io alla fine di questo film, mi sono sentito solo un vuoto. Un 6 di spinta.

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lullaby2009  @  02/06/2009 12:16:54
   10 / 10
Una discesa negli inferi della follia, rappresentata con sequenze visive inquietanti, disturbanti, volutamente estreme. Sicuramente non per tutti, un film che si ama o si odia senza mezzi termini.

castelvetro  @  01/06/2009 23:58:01
   9 / 10
Sicuramente un film che colpisce il pubblico.
Lo colpisce sin dal titolo, figuriamoci a fine visione...
Io l'ho appena visto al cinema e, a parte le scene FORTI
mi hanno colpito le diverse scelte registiche di von Trier.
Non avrei mai immaginato infatti dal creatore del Dogma
scene in bianco e nero con tanto di colonna sonora
che copre i suoni ambientali: già questo per me
è stato un piccolo shock.

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Comunque, tornando a noi, il film è girato egregiamente: i primi 10
minuti sembrano davvero una poesia irragiungibile e il resto pura ricerca
psicanalitica con risvolti metafisici legati alla misoginia storica.
Un film distante anni luce dal cinema americano, un film che riscatta
(o che vuole riscattare) il cinema d'autore. ANTICHRIST non è a mio
avviso un capolavoro, ma è un film che fa e farà parlare molto di sè
nel futuro.

Un uccellino cade, viene mangiato dalle formiche e un'acquila lo porta
su per farlo scomparire per sempre.

Un bambino cade, muore e sale in paradiso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  01/06/2009 15:34:42
   8½ / 10
Non vedo cosa ci sia da ridere o fischiare.
La paura di se stessi e della propria natura genera grasse risate isteriche?
Lars abbandona momentaneamente la delineazione dei gessi sui pavimenti della sua trilogia americana per concentrarsi sulla somatizzazione e l’espulsione dei suoi demoni interiori in seguito ad una forte depressione. E da provocatore quale egli è inscena l’infibulazione, sì, ma della critica: La mutilazione di ogni valutazione.
Al monte si torna, in seguito alla purificazione: Tre, Due, Uno. Al monte si scende con la vera Natura, con la propria vera natura decolorata dal parlatoio psicanalitico: La volontà d’Impotenza.
Il simbolo reiterato e trasformista allora si trasforma, la natura muta e poi rimuta: gli equilibri si ristabiliscono nella perdita della perdita. Lo squilibrio ricalibrato dal taglio genetico è il filtro guasto dell’equilibrio cosmico impossibile da ripristinare.
La somatizzazione simbolista del male è La rimozione del simbolo della causa della perdita. E’ un gioco di sopravvivenza fra il Male e il Bene, fra ciò che è buono e ciò che è cattivo. E Cosa è buono e cosa è cattivo? Per Lars Von Trier questa domanda non ha alcun significato.

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donzauken  @  01/06/2009 11:37:23
   10 / 10
Più che un film, un'esperienza emotiva devastante e destabilizzante. Al di là di ogni genere cinematografico, fuori da ogni classificazione. Capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  31/05/2009 20:24:44
   6 / 10
Non posso che unirmi al coro di delusione. Ma veramente. Il film parte bene, l'omaggio a Andrei Tarkovskij è subito chiaro e sinceramente cosa assai gradita, peccato per la ripresa della penetrazione che mi ha fatto storcere il naso. Il film procede lento, tra elucubrazioni criptiche ed una trama che stenta ad entrare nel vivo. Ma personalmente questi due ultimi aspetti non intaccano molto il mio giudizio. Ciò che mi ha infastidito è la sensazione di un film compiaciuto ed un poco presuntuoso che si snoda tra sequenze nonsense e involontariamente ridicole e un tentativo di sconvolgere lo spettatore ad ogni costo. Forse è questo che più mi ha deluso: un tentativo folle di colpire nel profondo lo spettatore mostrando scene che personalmente non le ho trovate di grande gusto. E' possibile distruggere emotivamente uno spettatore, tiragli un pugno nello stomaco, anche senza eiaculazioni di sangue e automutilazioni genitali. Si qualcuno potrebbe rinfacciarmi il grande coraggio di portare a Cannes un film del genere, e probabilmente ha ragione. Ma a tratti mi è sembrato l'unico modo per Von Trier di calamitare l'attenzione sul film.
Devo ammettere che la trama della pellicola sgrezzata dagli orpelli metafisici e filosofici mi è parsa interessante ed intrigante peccato l'esser rimasto indifferente a questa pellicola che merita senza dubbio una sufficienza per la cura del lavoro e l'ottima interpretazione degli attori (peccato il doppiaggio), ma che a mio parere si ferma lì. Mio grande limite non esser stato in grado di apprezzare questa pellicola

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  31/05/2009 00:37:14
   9 / 10
Questo non è un film, è un’esperienza.
Un’Opera d’Arte come mai ho visto prima, esattamente il genere che farei io se fossi un regista.
Lars ha deciso: non rispetta più le sue regole definitivamente e crea perciò il suo Capolavoro definitivo. Scopriamo pure che ha qualità tecniche invidiabili: crea incubi e simbologie che farebbero impallidire Lynch, con scenografie e fotografia divine.
E’ un’esperienza, una visita ai mondi paralleli, un’OBE da provare.
Tra psicoanalisi, depravazione e l’interno della mente.

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jiko  @  30/05/2009 15:51:18
   9 / 10
Un film coraggioso, estremo, sfacciatamente provocatorio, che trascende ogni classificazione di ogni genere. Lars Von Trier è riuscito ancora una volta nell'intento di provocare una reazione, qualunque essa sia. Un film poco adatto a chi cerca l'horror nella sua versione più classica, sicuramente il titolo è ingannevole e fuorviante.

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statididiso  @  30/05/2009 13:41:52
   8½ / 10
deve crescerti dentro... non basta una sola visione per fare ordine... le immagini sono troppo forti per poterne carpire l'essenza... ma dovevo dare sfogo alle mie emozioni... l'identificazione natura-donna risale a tempi antichissimi... se “La natura è la Chiesa di Satana”, allora "La Donna è Satana" agli occhi dell'uomo... un legame indissolubile li unisce e li fa "una sola carne"... ma i rispettivi mondi sono agli antipodi perché l'Uomo possa comprendere... Questi si sforza con aride schematizzazioni, stanco di subire continuamente quelle che per lui sono ingiustizie... nient'altro che pregiudizi e proiezioni... e alla fine cede alla violenza per sopraffarla... emblematico in tal senso è l'epilogo... l'Uomo continua a nutrirsi di Essa, prima che una schiera di donne lo circondi... per me il film di Von Trier è questo... L

voto: 8,5

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gere89  @  29/05/2009 17:40:36
   6½ / 10
Naturalmente come tutti i film d'autore, essi hanno bisogno di molta interpretazione che deve venire innanzitutto dagli spettatori, dato che il regista lascia tutto al caso...
Originale l'idea delle scritte nei titoli e nei vari capitoli. Fotografia molto bella ed apprezzabile maggiormente nel capitolo iniziale e finale, con delle musiche che rendono una straordinaria atmosfera. Montaggio molto studiato (in particolare si nota nelle scene dei dialoghi).
Riguardo alle scene che hanno suscitato molte critiche devo dire che mi aspettavo per lo più di peggio, anche se altri spezzoni potevano essere comodamente censurati, mentre sono stati inseriti (a mio parere) solo per provocare e far discutere molto sul film (un esempio è quando la donna è sola nel bosco). Come affermato precedentemente la maggior parte delle cose ha bisogno di comprensione ed interpretazione, anche se una volta che si esce dalla sala molti dubbi rimangono. Ritmo del film molto lento (così come ci si aspettava).

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Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  29/05/2009 13:50:22
   9½ / 10
Ho letto tantissimi commenti, recensioni, prime impressioni. Ho letto delle urla e degli sghignazzi al festival di Cannes ma anche dei timidi applausi. Ognuno ha un approccio diverso, ognuno cerca di dare una propria spiegazione al dolore espresso dal film. C'è chi lo bistratta dicendo che l'autocompiacimento di Von Trier è senza limiti, vedendo anche cose che oggettivamente non esistono, come fotografia scadente per esempio, o attori spaesati. C'è chi lo va a vedere pensando di passare due orette di cinema spensierato come può essere un "Saw" qualsiasi e poi si ritrova a dire che non ha mai visto film più brutto. C'è chi è un grande estimatore del fondatore del Dogma 95 e arriva in sala pieno di aspettative.

E il giorno dopo ognuno di loro ripensa al film, ne discute con gli amici, oppure lo sconsiglia alle persone che gli vogliono bene, oppure entra in un sito di cinema e lascia un commento dicendo di non farsi fregare da Lars. Oppure il giorno dopo ancora pensa a quello che ha visto la sera prima, cerca di ricongiungere i pezzi. Ne valuta i vari aspetti, reali o meno che siano: quello religioso, quello psicologico, quello terapeutico, quello mitologico, quello prettamente visivo. Chiunque abbia visto il film rimarrà con tantissime domande irrisolte, piccoli particolari non colti, un'azione di Defoe non capita, la violenza della Gainsbourg non spiegata.

E Von Trier è lì, nella vostra testa, e dopo due anni passati all'inferno decide di mostrarvi la sua esperienza: a volte con immagini visivamente bellissime, a volte con semplici sguardi, a volte con una violenza inaudita. E' lì che vuole spiegarvi come il cinema possa andare oltre all'intrattenimento, come possa essere un grandissimo mezzo di comunicazione fra uomini, come possa una storia non tua stravolgerti dentro.

Con tutti i suoi aspetti positivi e negativi "Antichrist" non può lasciarti indifferente, qualsiasi significato tu gli possa dare, anche quando quest'ultimo è futile e sbrigativo, sarà sempre lì, nel tuo cervello.

E io? Bhè, io non farò come Ponzio Pilato, io gli piazzo il votone.

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goodwolf  @  29/05/2009 11:36:21
   7½ / 10
Premetto che sono uscito dalla sala assolutamente turbato, cosa che non mi capitava da moltissimi anni, e questo è assolutamente un merito del film, che in qualche modo, riesce a muovere qualcosa dentro di te.
Dargli un voto è assolutamente difficile: il prologo è una delle scene più belle che abbia mai visto. Un capolavoro totale.
Purtroppo quello che segue per l'ora successiva è davvero poca cosa, non succede quasi nulla, le sequenze sono lunghe e mi hanno abbastanza annoiato.
L'ultima mezz'ora è assolutamene un pugno nello stomaco, con scene così crude da fare impallidire persino i migliori film horror, e che ti tiene incollato alla poltrona.
Purtroppo non sono riuscito a capire il messaggio e tutto quello che sta dietro a questo film: la posizione degli elementi, i segni astrologici legati agli animali e tutto il resto. Risulta un pò tutto criptico.

Difficile dargli un voto, ma il film mi ha scosso come pochi nella mia vita e per questo merita sicuramente un voto alto.
Se la parte centrale fosse durata la meno avrei parlato di capolavoro, ma francamente durante la visione della stessa mi sono annoiato in diversi momenti.

In linea generale penso possa accostarsi a shining, con il quale ho trovato molti elementi in comune.

Un film non per tutti ma che merita di essere guardato da chi non cerca i soliti film omologati.

BrundleFly  @  29/05/2009 09:12:30
   7 / 10
Non parteciperò alla gara di coloro che danno a tutti i costi 1 per screditare questo film o 10 per renderlo un capolavoro, che a mio parere non c'è, ma anzi ne siamo ben lontani. Darò un voto che è una via di mezzo perchè il nuovo film di Von Trier ha alti e bassi. Prima di tutto, tra quelli che ho visto per ora del regista, l'ho trovato il più complesso sia visivamente sia nella sceneggiatura. In questo film si nota molto meno la presenza della camera a mano, più accentuata nei film precedenti, la fotografia è bellissima (bellissimo soprattutto il prologo e le sequenze di sogno) e alcune parti sono davvero angoscianti (

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER). Cosa non mi è piaciuto sono il fatto di lasciare troppi interrogativi aperti e le scene finali che sono davvero fastidiose da vedere.
Ovviamente non bisogna aspettarsi di andare a vedere "La Casa" di Raimi o "L'Esorcista".

paride_86  @  29/05/2009 02:10:09
   6 / 10
Film difficilissimo da giudicare, anche se si tratta di un'opera d'autore.
Il prologo e l'epilogo, girati in un morbidissimo bianco e nero con musica di Handel, sono poesia pura; alcune sequenze affascinano per la spettacolarità macabra e manierista; il problema è il resto. Come leggere gli eventi raccontati?

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Un'attenta visione e un'accurata riflessione non mi sono bastate a sciogliere i dubbi sulle ambiguità della storia, che dopotutto neanche Von Trier ha voluto approfondire.
Il film, comunque, non è privo di difetti: ci sono molti punti morti in cui diventa noioso (nonostante la breve durata) e ben poco inquietante; inoltre la regia è piuttosto discontinua: a volte la camera procede ferma, altre volte traballa e in un paio di scene c'è un uso barbaro dello zoom.
Alcune sequenza, poi, sono davvero difficili da guardare e a mio giudizio, pur essendo intrinsecamente legate allo sviluppo narrativo della storia, sono state gratuitamente calcolate per colpire lo spettatore allo stomaco.
Nel dubbio sul giudizio do una sufficienza politica.

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Crimson  @  28/05/2009 23:34:45
   7 / 10
Von Trier conferma le doti di regista poliedrico e fuori dagli schemi con un film interessante ma al tempo stesso disomogeneo (per non dire "involontariamente confusionario") e coinvolgente solo a tratti. Meno ambiguo del previsto in termini di significato, è una carrellata di citazioni e rimandi a grandi maestri (Oshima - riflessioni e scene de 'l'impero dei sensi' - , Buttgereit - scena del fallo di 'Nekromantik' - , Tarkovskij, Zulawski..).
Sul piano formale è decisamente più ibrido rispetto a quello dei contenuti, ma funziona. Tuttavia un intro e un prologo così slegati dal resto del film non sono sufficienti a riprodurre la poesia del cinema di Tarkovskij, e muovo il primo personale appunto al film, ossia l'incapacità di creare una reale simbiosi con le mie sensazioni.
Trovo che il film si fondi su una riflessione stimolante non supportata a dovere da artifici narrativi e visivi in grado di elevarla ad una dimensione superiore di piena presa emotiva. Anzichè arricchirne il significato, alcuni elementi (soprattutto i dialoghi e il dispiegarsi narrativo) gravano sulla potenza comunicativa del film, che resta così parzialmente inespressa almeno secondo le prerogative di decodifica che cerco di avere rispetto al Cinema.
Il mezzo 'horror' come degenerazione, degradazione e tramutazione ricalca in parte e talvolta goffamente (è giusto il mio vissuto) il Capolavoro 'Possession' di Zulawski (capolavoro visivo innanzitutto, in cui trova per me il massimo esempio lo svisceramento inconscio delle sottotematiche fondamentali pur in una non completa comprensibilità, ma funzionale al quadro d'insieme - come avrebbe ereditato anche Lynch - ): le scene forti sono sì una bella mazzata, ma non seguono un iter del senso di colpa significativamente sconvolgente, anche perchè i dialoghi non sono il massimo della profondità, e questo trovo sia il limite maggiore del cinema di Von Trier che non può certo anelare alla pregnanza dei maestri del passato a cui si ispira.
In quanto all'accusa di misoginia, ritengo che il film solo superficialmente rappresenti una brutale presa di posizione contro il personaggio femminile. Per me l'uomo (Defoe, ma anche il 'generico', trattandosi di un simbolo) si nutre di un'arroganza che in definitiva, pur rappresentando l'esatto opposto della metabolizzazione psichica della moglie, lo conduce altrettanto tortuosamente allo stesso risultato nei confronti della natura del 'tutto è permesso' in cui il mondo è avvolto fin dalla sua nascita.
Va dato atto al regista di aver osato penetrare al di sotto della Superficie, e di aver (benchè per me solo in parte) raggiunto l'obiettivo al di là (e in virtù) delle critiche bigotte che il suo film ha ricevuto.

Kiroshiya1  @  28/05/2009 18:34:00
   9 / 10
Adamo ed Eva secondo Lars von Trier. Il regista si scontra contro le proprie tre fiere.

wallace'89  @  28/05/2009 16:27:11
   7 / 10
Nulla da dire più di quanto sia stato detto, film sicuramente di difficile giudizio che io personalmente non applaudo ne fischio ma che nel bene e nel male mi ha colpito a fondo e non solo per gli eccessi di discutibile gusto contenuti ma non privi di significati.
Il film è molto interessante sul piano tematico ma disomogeneo, talvolta irritante. Personalmente i primi capitoli saltato il prologo(memorabile, spiazzante e ultrapatinato) li ho trovati poco significativi, con dialoghi pretenziosi ma a vuoto, piatti e con una resa poco espressiva.
Ma poco a poco il film si svela entrando nel vivo della sua natura tematica mostrandosi un film tutt'altro che inutile, discutibile e provocatorio ma vitale e sincero, con una carica tale da turbare non poco. Molte scene sono tra le più inquietanti viste al cinema recentemente, rinvigorendo in maniera nuova un filone classico e ultrasfruttato sul sovrannaturale e il male grazie a una rilettura psicologica di non poco conto che rende più interessante ma anche più inquietante il film con certi momenti alti.
Sorvolo su certe scelte di rappresentare certi atti violenti espliciti di cui si è tanto parlato, perchè è chiaro un certo intento di voler mostrare oltre i limiti del consentito fin'ora ma con il rischio del ridicolo, personalmente le ho trovate scene comunque disturbanti e di chiaro significato simbolico nonostante siano proprio dei "colpi bassi".
In ogni caso è un film che non riesco a giudicare sul piano del gusto ma che riesce in gran parte nel suo intento, rimane il dubbio che il regista l'abbia potuto concepire come una grossa presa in giro e che se sghignazza alle nostre spalle in fondo nel film c'è sempre quella scena con la volpe parlante a ricordarcelo con cui ho riso un quarto d'ora e che a fine film a ripensarci quasi smorza tutto.... e quasi non riesco a capire se sia la scena più bassa o quella più alta!

Fedemone  @  28/05/2009 12:13:46
   9 / 10
Un capolavoro dell'orrore in molti sensi.
A dire il vero avevo fatto mia una certa idea all'uscita del film, ma leggere i commenti hanno ampliato la portata e forse vale la pena condividere.
La prima lettura è quella psicoanalitica, dove il quadro psichiatrico della donna è perfetto da un punto di vista medico. E' in depressione e sviluppa un senso di colpa per "aver ucciso" il figlio. Chiede punizione durante i rapporti sessuali, questi diventano un'ossessione non più un modo per distrarsi. Piano piano si convince della natura malavagia delle donne, e della necessità della loro punizione. Si trova d'accordo con l'inquisizione, proprio per sfogare questo senso di colpa.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER Il bosco come elemento primigenio, incontrollabile, la forza irrazionale della natura, ch eil nostro manto di civiltà ha rimosso, così come si crede che nessuno sia veramente malvagio, ma solo spinto a reagire. E ci si dimostra che non è vero.
La vagina della donna, come la grotta delle volpi, è una caverna che genera orrori.
Gli stadi depressivi della donna ricalcano quelli dimostrati nei manuali di psicologia. I sogni sono metafore.

Poi effettivamente esiste un'altra interpretazione che è l'orror sovrannaturale: il figlio è davvero il figlio diavolo (ha i piedi caprini), lei è davvero una strega, una invasata, un'ossessa, la natura è davvero una manifestazione del male, le visione profetico-metaforiche in realtà sono eventi sovrannaturali ma concreti, reali.
Inoltre c'è da riflettere sullo storytelling: ossia il dicibile e l'indicibile. In genere scene di seso od orrore si preferisce ometterle: esempio, un tizio si avvicina con un'arma e poi si sente solo un urlo. Si deduce che è stato ammazzato.
Quindi invece fa vedere esplicitamente sesso e sangue, ma invece omette una spiegazione diretta delle cose sui comportamenti e sulle visioni. Ci sono cose che si possono dire e cose che non si possono dire. Anzi, dire e non dire qui servono solo per aumentare l'impatto. Ovvio che una narrazione diretta è intrisencamente esplicita, quindi fa impatto di per sé, ed alcuni si son fermati a questo. Ma anche il mistero ha la sua forza, e la sua forza sta appunto nel non detto.
Non serve solo stupire, o essere originali, bisogna anche usare trame scontate ma racontarle magistralmente. e qui accade proprio così.
Visionario, tragico, evocativo del terrore in ogni sua manifestazione

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bucci  @  28/05/2009 11:55:42
   10 / 10
Inutile dilungarmi, avete già detto tutto. Signore e signori siamo al cospetto di un CAPOLAVORO TOTALE, il miglior film di Trier, bentornato Lars

Invia una mail all'autore del commento Albertine  @  28/05/2009 10:02:59
   9 / 10
A chi si aspettava un horror ed è rimasto deluso rispondo citando una frase di questo film :"la natura è la chiesa di satana"....trovo che questo dovrebbe bastare a terrorizzare chiunque ne capisca a fondo il significato. La natura sotto forma di istinto sessuale è la prima causa della tragedia che scatena gli eventi di questa storia, la natura è malvagia e l'essere umano è natura, il caos regna ed il male anche, per verificarlo basta uscire da questa apparente "civiltà" che ci siamo costruiti schiacciando la natura e lottando con essa, illudendoci di dominarla e vincerla; basta andare ad Eden per perdere ogni razionalità, ogni amore, ogni pietà, per venirne contaminati e corrotti, per trasformare l'amore ed il dolore in odio e violenza reciproche. Atmosfere a tratti Lynchiane - infatti questo è un pò l'Inland Empire di Von Trier anche se secondo me molto più comprensibile e rispettoso del pubblico - comunicano una profonda angoscia ed inquietudine per qualcosa che non comprendiamo, orrori ancestrali, richiami alla stregoneria ed al bosco come regno delle streghe e dei loro sabba. Di certo è un'opera frutto di una crisi dell'autore, di certo è un suo punto di vista sicuramente estremo, di certo, se ho ben capito, sembra sostenere che la donna sia la portatrice di tutto il male, della spietatezza selvaggia della natura, la sua corrispondente umana, la sua incarnazione, (vedi spoiler), l'aggreditrice da cui difendersi e liberarsi e di certo per molti questo può risultare discutibile. Forse non è un film che rivedrei a breve, di certo non lo consiglierei a tutti in assoluto ma io personalmente l'ho trovato splendido. Fotografia meravigliosa, straordinarie interpretazioni, fortissima e continua tensione, grande spessore drammatico, per tutta la durata si avverte un senso di minaccia continua (un pò come capita nelle migliori opere di Lynch): Von Trier ci costringe a guardare ben da vicino l' "atomo opaco del male" e tutti gli orrori in esso esistenti, e, nel farlo, produce un capolavoro. Solo il finale mi ha lasciato perplessa...se avete interpretazioni da fornire me le spoilerateper un confronto? Grazie!!!

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  28/05/2009 01:01:31
   8 / 10
Un plot da quattro soldi, non più meritevole di attenzione di tanti altri horror di serie b sul satanismo e sul Male...se non fosse che dietro la macchina da presa c'è Von Trier, che sviscera con abile maestria suggestioni e visioni ipnotiche e incredibilmente seducenti, capaci di inchiodarti alla poltrona per quasi due ore, dando così alla pellicola numerose chiavi di lettura. Ad aiutarlo una coppia di attori che ci regalano le interpretazioni più sofferte e convincenti che io ricordi nel cinema di questi ultimi anni. Nel tormento emotivo che regala questo film, due scene forse possono definirsi memorabili: lo struggente e sconvolgente prologo e l'ipnosi controllata della protagonista (quasi un Lord of the rings in versione horror). Non mancano delle cose meno convincenti: a mio parere alcune virate nello splatter, in particolare, che rovinano la poesia di questa favola nera (non era necessario indugiare con la macchina da presa su alcuni particolari). In sostanza un film potente ed emotivamente toccante, e nello stesso tempo un esercizio di stile di un regista che sa come colpire nel segno, mantenendosi tutto sommato fedele al suo stile. Da vedere...al cinema.

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Ultima risposta 28/05/2009 10.56.28
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  28/05/2009 00:55:19
   9½ / 10
Il prologo del film è arte audio-visiva allo stato puro: il “rallenti” in b/n dei corpi dei due coniugi che, sulle note della celestiale aria di Haendel (“Lascia ch’io pianga…”), s’intrecciano in un’intensa copulazione, che procede parallelamente al consumarsi della tragedia attraverso un susseguirsi d’immagini fortissime, probabilmente rappresenta l’esempio cinematografico più alto sul binomio tra Eros e Thanatos.
Terminato l’”incipit”, si passa al corpo centrale dell’opera imperniato sull’elaborazione del lutto da parte della coppia, nella quale il marito assume le vesti del suo ruolo professionale di psicoterapeuta. I due tornano nel luogo ove, poco tempo prima, avevano soggiornato la donna e il suo figlioletto: una casa immersa in un bosco spettrale, in cui ogni movimento assume una connotazione sinistra (in alcuni frangenti esaltati dalla distorsione ottenuti con la computer-grafica). Sin dalle prime sequenze di questa parte della pellicola si percepisce la valenza metaforica, allegorica e simbolica dell’atmosfera surreale in cui sono calati i due protagonisti (poi ognuno veda le citazioni dantesche e bibliche che vuole) e nella quale si assiste allo scontro tra la ragione, impersonata dalla figura maschile (Willem Dafoe), e la Natura fatta carne nel personaggio di Charlotte Gainsbourgh. La razionalità applicata in maniera indefessa e puntigliosa degrada nel puro sadismo e non può che rivelarsi integralmente esiziale nei confronti di chi vi è sottoposto analiticamente, tanto da scatenarne gli impulsi più reconditi, la natura più profonda e maligna che prende il sopravvento spazzando via uno ad uno, con un cinismo che non ha eguali, tutte le presunte conquiste della scienza, e ribaltando così tutti i punti di forza che si credevano inattaccabili: Lei li conosce perfettamente, li studia, li analizza e li annienta senza concedere tregua. E così, ad onta dei tentativi dello psicoterapeuta (e più in generale di 100 anni di psicoanalisi) di trovare un ordine e un equilibrio nel soggetto, ci si trova al cospetto dello straripamento di tutta la ferinità del femmineo, che inghiotte e getta nel caos qualsiasi cosa, così come rappresentato dal bosco che circonda la casa dei due coniugi, quale utero da cui origina l’inarrestabile ciclo di nascita e morte. Potentissima ed emblematicissima, in questo senso, l’immagine dell’uomo tempestato da una pioggia di ghiande: un profluvio di morte che lo travolge con un impeto tale da annichilirlo. E non c’è modo di fermare questo nefasto impeto, né la mortificazione dei genitali né l’assissinio della donna. La Natura si rigenera e a ogni occasione lo fa con una potenza cento volte più grande: se la terra nasconde i innumerevoli corpi femminili straziati e uccisi dalla barbarie umana, è pur vero che su quella stessa terra si vedrà transitare una fiumana di donne che procederà imperterrita, noncurante dell’uomo immoto e atterrito al centro del suo cammino. E anche qui un altro momento altissimo di cinema, che richiama nei colori della fotografia i film di Tarkovskij (come dimostra chiaramente la citazione finale) e nell’ambientazione “Madre e figlio” di Sokurov.
Dunque, in definitiva, non esiste un ordine divino: ovunque, fuori e dentro di noi “regna il caos” (in questo senso il titolo “Antichrist”). Ce l’aveva già dimostrato Werner Herzog col suo splendido “Grizzly man” e ce lo ribadisce oggi con altrettanta forza Lars Von Trier. Si potrà muovere a quest’ultimo l’accusa di aver abusato di immagini crude e violente (io stesso non le ho digerite: per me sono già sufficientemente forti e significative quelle degli animali neonati martoriati dai loro genitori, che richiamano gli impulsi sadici della madre-donna), ma di là da queste considerazioni non si può non riconoscere la grandezza di questo regista nel mettere in scena il conflitto tra Ragione e Natura (simbolicamente immortalati nei dettagli della nuca e del battito cardiaco) con una straordinaria veemenza (audio-)visiva: dalla superlativa fotografia di Anthony Dod Mantle all’impianto sonoro “lynchano”, dalle immagini altamente visionarie e metaforiche alla tecnica registica giocata in massima parte (salvo taluni momenti topici) sui movimenti repentini e “instabili” della mdp in spalla, ogni elemento è teso a generare una tensione emotiva e un’angoscia che permangono fermi per tutta la durata del film.
E poi si tratta di un’opera sincera, perché trasuda sofferenza da ogni suo poro: quella stessa sofferenza che ha attanagliato il regista per due anni e che è sfociata nello sfogo catartico dato dalla realizzazione di questa pellicola. Ma un film siffatto può risultare terapeutico anche per lo spettatore che, in un modo o nell’altro, si sente in sintonia con esso e si ritrova ad empatizzare con i sentimenti che ne sono alla radice: questo perché trattare tematiche estremamente nichilistiche non significa necessariamente uno sprofondamento nell’aprassia, in un pessimismo senza via d’uscita; ma può anche –e soprattutto- avere una valenza liberatoria. Per me è stato così. D’altronde, prendere coscienza del male che ci circonda e che è connaturato in ognuno di noi potrebbe costituire l’unico strumento valido per controllare –nei limiti- il male stesso. E se così fosse, bè allora sarebbe questo l’unico vero progresso.

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Ultima risposta 27/06/2009 13.59.01
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Invia una mail all'autore del commento dsimo84  @  27/05/2009 12:52:14
   9 / 10
Poche persona hanno votato questo film... quel 6,5 di media non è ne carne ne pesce...e mi aveva tratto in inganno...
Su questo sito, fatte le dovute eccezioni, se un film piace raggiunge la media del 8 o 9, se non piace tranquillamente si ferma 2,3,4 ecc...
spesso per scegliere un film mi baso sul voto che leggo, e posso finalmente ammettere che purtroppo nella maggior parte dei casi, questo metodo non funziona...
Niente da dire per i voti prima citati, e successo veramente poche volte che un film con 8 di media non mi sia piaciuto, e altrettanto poche, che mi sia piaciuto uno da 3 o 4... ma per il 5 e il 6 la questione è totalmente diversa...

Di norma 5 e 6 rappresentano la mediocrità e la sufficienza... il classico voto che daresti ad un filmettino che in qualche modo ti ha tenuto occupato per due ore, ma niente di più, come ad esempio "DISTURBIA" i cui voti si aggirano tutti intorno al 4,5,6,7 (a seconda di quanto sia piaciuto)... in moltissimi casi invece succede la tragedia...e cioè che la suff. rappresenti in realtà la media di una sfilza di 9 e 10 da una parte e di 1 e 2 dall'altra...(es. molti film di Shyamalan, Boyle, Van Sant, Aronofsky ecc)

Qualche giorno fa apro la top25... e in fondo alla classifica ti becco questo "Antichrist" (di cui stranamente non avevo mai sentito parlare) leggo il 6 e penso: ecco la solita caz.zata fatta di bionde strafi.che e caz.zoni palestrati, che prendono una macchina e vanno nel bosco e tarati e taratà...tipo "il mai nato" "catacombs" "the fog" "cabin fever" "la casa dei 1000corpi" "wrong turn"(mi fermo per motivi di spazio)...
Vi sembra giusta questa cosa...????
Vi sembra un film da 6 questo??? ieri sono andato al cinema a vederlo...eravamo una quarantina in sala, dopo 15min la metà se ne erano andati...ciò a prova del fatto che QUESTO NON E' ASSOLUTISSIMAMENTE UN FILM ALLA PORTATA DI TUTTI" (vedi inland empire, l'albero della vita, e compagnia bella)

Se devo dare un giudizio personale non posso che ammirare l'abilità di Von Trier nel creare sensazioni e stati d'animo, tra l'altro in maniera più concreta rispetto alle turbe mentali di Linch (in senso ironico)
La presenza di immagini forti, e di atmosfere devastanti rendono praticamente impossibile una seconda visione (a meno che non si soffra di masochismo estremo) ma penso che la prima possa bastare per far intuire che quì si rasenta il capolavoro (ovviamente nel genere).
In definitiva...stessa storia di "Inland empire" questo film o lo si ama o lo si odia, quel 6 di media è un offesa, poichè non soddisfa alcun votante, e semplicemente il frutto di un calcolo matematico, che finisce per portare in sala gente che ne dovrebbe restare alla larga, e allontana invece quei pochi "adepti"a cui il film è rivolto in realtà...

.......................Occhio perchè alcune scene sono pesanti forti da mandare giu..........

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Ultima risposta 28/05/2009 15.28.02
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  27/05/2009 02:32:47
   8½ / 10
PROLOGO
DEDICATO AD ANDREJ TARKOVSKIJ

Sempre iniziare dalla fine. Eh sì quando un film ti ammalia e ti spiazza, irrita e disturba, ogni particolare non è ininfluente. E allora iniziamo da questa dedica apparentemente così astrusa e fuori luogo. Una dedica che ha fatto imbufalire all'unanimità la critica di Cannes, dedica a cui i detrattori si attaccano per demolire LTV, così come gli adulatori tralasciano perchè non la capiscono, dato che non c'è nulla dello stile di Tarkovskj in questo film


CAPITOLO PRIMO
DUE PADRI E UNA SOLA MADRE

C'era una volta una madre folle che partorì due gemelli, Andrej e Lars. I pargoli avevano padri diversi, quindi la madre era folle e pure un po' zoccola. Infatti il padre di Lars la mollò subito e non volle più vedere né lei né Lars, quello di Andrej se ne scappò in guerra dove perse una gamba. Tornato a casa, nonostante la zoppia se ne scappò di casa e bonanotte ai sonatori, e pure ad Andrej. Insomma i pargoli crebbero senza padri ma con una madre folle che per zittirli li portava sempre al Cine


CAPITOLO SECONDO
LUTTO LIBERO (cit.)

La mamma si dissolse in celluloide durante una proiezione. I due gemellini si salutarono senza affetto e andarono diritti a conoscere i loro padri. Lars riuscì a ritrovare suo padre sul letto di morte, giusto in tempo per mandarlo a fanc.ulo e decidere di diventare regista.
Andrej scoprì che il padre era poeta, volle somigliargli, diventò un poeta del cinema. Ebbe anche la balzana idea di somigliargli in tutto, quindi sposò una donna folle, mise al mondo un figlio, Ignat -chissà che fine ha fatto- e dopo poco si separò


CAPITOLO TERZO
ANTICHRIST

Lars non si sposò mai, né ebbe mai l'intenzione di convivere con alcuna. Fosse mai commettesse l'errore di mettere al mondo un disgraziato come Ignat per poi separarsi e vagare solo, zoppo e castrato, in qualche bosco.
Andrej muore a Parigi, tra atroci sofferenze per via del tumore partito dalla prostata, durante il montaggio del suo ultimo film ‘Sacrificio'.
Di cosa parla Sacrificio? C'è scritto tutto nel mio Speciale su AT comunque, in breve, parla di un tizio troppo idealista che, per salvare la sua famiglia e forse il mondo intero, sogna che deve s.coparsi una strega. Lo fa, il mondo si salva (dice lui) ma lui diventa scemo, lo portano via con la camicia di forza mentre il figlio recita passi della Bibbia e crepa in ospedale, solo come un cane.
Col c.azzo, dice Lars, che io faccio una famiglia, metto al mondo un figlio, leggo la Bibbia e crepo con un tumore al cervello (o alla prostata).


CAPITOLO QUARTO
IL CAOS REGNA

LVTriprendedadovehalasciatoATlastregalafafuoriprimacheleifacciafuoriluidella serietrovailsignoreprimacheluitrovitecioèèlafolliadacuisiliberaLVTasuomodoforse èstatointerapiamanondaunfreudianomagariuncognitivistavistoiltipoditerapeuta moltopocoortodossodelfilmadessoqualchecognitivistamirompei********masono ipotesisulmomentodepressivodiLVTvissutounpaiodiannifacheforseunacertaterapia hapeggioratocertamenteilfemminileaòtuttiabbiamounfemminileèpsicoticoper questoledonneleschifaerapsicoticopureilfemminilediATmaluinonharottoglischemi sièfattodivoraredalfemminileedallamalattianonostantesenedifendessecomesi evinceintantisuoifilmalloraladedicadATèperchèLVTriprendedadovel'altrohamollato perchèdivoratodallastregafemminilepsicoticocolc.azzocheiofacciolastessafine etibruciodopochemihaicastratopertroppotroppoamorequestoèilmotivodelladedica nontantolostiledelfilmchenonc'azzeccanacippaconATneconlinchsemmaic'èqualcosa dijodoroskjquestoèilcompitodell'artistasublimareilpropriofemminilepsicotico inun'operad'arteanchelynchècosìpurefelliniepoiluic'avevalamammaromagnolae infattivoleval'haremmaquestaèun'altrastoriaottoemezzo

EPILOGO
Un film invalutabile, causa discontinuità ampiamente approfondite da altri.
Tra momenti di rara bellezza e altri comici (la volpe parlante è immondizia pura) o inutilmente disturbanti, raggiunge comunque lo scopo di entrarti nella pelle, farti riflettere e discutere.
Il raziocinio propenderebbe per un 6, ma la mano sx che ha scritto il commento vuole che si dia un voto appropriato al film tipico della Crisi e, forse, della Svolta

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Ultima risposta 03/06/2009 18.53.50
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/05/2009 00:41:52
   8½ / 10
Von Trier non lascia indifferenti, questo è certo, Tuttavia le accuse di misoginia che sono state mosse al film a me sembrano prive di ogni fondamento. Semmai se devo scegliere il personaggio negativo del film direi lui non certo lei. Lui che nella sua arroganza e superbia pretende di far elaborare e superare il dolore della morte del figlio alla moglie, quando egli stesso non lo ha nè elaborato nè certamente superato

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER. La follia già latente nella moglie

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER trascinerà lentamente il marito (e la sua razionalità) nel delirio folle della consorte acuitosi in maniera esponenziale dopo l'evento traumatico, In un certo senso Von Trier ci descrive una sfida che viene persa in partenza, dove gli errori stanno a monte della vicenda (e qui forse c'è il riferimento a Tarkowskij).
Personalmente non l'ho trovato noioso, i dialoghi e gli attori sono straordinari, però se vi aspettate un horror sui generis, lasciate perdere e risparmiate i vostri soldi. Ho dato meno peso al lato puramente visivo, visto che mi interessava molto di più le dinamiche tra i due protagonisti: la fotografia è comunque bellissima, l'ambientazione inquietante e i punti di contatto con The Kingdom ci sono. Si può discutere sulla scelta espressiva di alcune scene molto forti, ma questo rientra nella sfera dei gusti personali. Bisogna tenere conto tuttavia che il tema del superamento di un grave lutto non è certo nuovo nel cinema e quindi Von Trier ha scelto forse una strada meno convenzionale del solito.

8 risposte al commento
Ultima risposta 29/05/2009 11.50.07
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  26/05/2009 21:45:18
   6 / 10
Ci ho pensato molto prima di commentare, visto che, al solito, Von Trier è un regista che va metabolizzato lentamente, soprattutto in questo caso. Secondo me non è un capolavoro, o meglio è soprattutto un capolavoro mancato, con tutte le chiacchiere del caso costruite ad arte (vedi la depressione di Von Trier o lo scandalo annunciato sulla croisette) per il più classico dei giochi promozionali. Antichrist è un film che vive di momenti straordinari (impossibile ignorare la stracitata sequenza iniziale sulle note di Hadel) intervallati da tanta/troppa violenza gratuita molto fine a se stessa...scene di sicuro impatto emotivo, nel bene o nel male è un prodotto sul quale è impossibile rimanere indifferenti, ma nell'ultima mezz'ora quanto è veramente funzionale all'insieme? Von Trier è bravissimo nell'immergere lo spettatore in un clima onirico e drammatico stracolmo di simbologia visionaria, ma il finale? Che senso ha mostrare così tanto se non shockare gratuitamente lo spettatore? Troppo costruito e finto per quanto mi riguarda.
Discorso a parte meritano paragoni e citazioni fatti un pò ovunque, da critica specializzata o non: mi stanno bene tutti, ma il Lynch di Inland Empire no, su questo non ci stò, perchè levata in minima parte l'atmosfera, Inland Empire è un capolavoro delirante privo di regole, mentre il film di Von Trier non è altro che l'ennesimo delirio di coppia, drammatico, potente ed escluso il finale estremamente riuscito, ma portato sullo schermo decine e decine di volte. Certo, le sottotracce di cui la pellicola è contaminata giocano un ruolo determinante, ma oltre le varie citazioni altisonanti io vedo anche il più banale degli chalet alla Raimi con tanto di protagonista impazzita alla Kathy Bates modello Misery. Non so, sicuramente Von Trier è un regista non omologato, ma qui francamente non vedo nulla di nuovo. E quel che vedo è pure forzato. Cmq applauso infinito alla coppia Willem Dafoe-Charlotte Gainsbourg, almeno loro in stato di grazia.

6 risposte al commento
Ultima risposta 27/05/2009 19.47.59
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pier(pa)  @  26/05/2009 19:57:35
   8 / 10
Giudicare l'opera di von Trier è qualcosa di piuttosto complesso, e forse il tempo è acerbo osservando i pareri completamente opposti (ma a cannes assolutamente uniformi) sia fra critici che fra spettatori.

Quel richiamo alla naturalità, alla radicalità del male nel mondo, all'oltremondo potremmo dire, è qualcosa che coglie più il senso e la forza della pellicola che non le spicciolate critiche e recensioni, dove si parla di diavolo e anticristo.
Von trier ha presente la bibbia, il peccato originale, e una certa ermeneutica del testo, questa è un'ovvietà.
Premetto un personale apprezzamente per una tecnica registica che ho trovato sublime, totalizzante, concepita su un'unità perfettamente raggiunta di fotografia, musica, scenografia, ripresa, montaggio.

Che dire dell'abisso psicologico in cui siamo tirati, in virtù di una sceneggiatura buona, e di una capacità rappresentativa, immaginifica eccellente.
L'uomo razionale, e la donna folle, con il richiamo ad una misoginia filosofica di fondo. Trier mette capo alla donna come a questo venire meno del mondo, forse a questo superarsi, fin dove il male è proprio la coscienza, consapevolezza del suo esserci. Non è un caso che la donna parli de "La natura è la chiesa di Satana" e l'uomo sottolinei (in opposizione, o meglio in un tentativo di comprensione) che "quello che la mente può concepire e credere lo può raggiungere". Tutti e due hanno ragione, ma questa(la ragione) resta importante per l'uomo, sofferente, torturato, ma infine assassino (consapevole), e non per la donna, peccatrice ineluttabile, che del pensiero se ne fot.te. L'odio della Gainsbourg è un odio presente; essa ha incarnato quel male assoluto che è già lo stesso amore che provava per il figlio. E' un odio che passa per la sua necessità, radicalizzandosi, trasformandosi in un odio di sé, per sé. Ma è l'uomo ad uccidere, potremmo dire quasi accecato dalla verità.
La donna che si scaglia contro il suo sesso, e quello del compagno è questa volontà annientatrice, questa consapevolezza della vita come morte, della misera schiavitù che è la natura, perfettamente rappresentata dalla sessualità e dalle fasi erotomani della donna.
Emerge così una follia della comprensione rilevante, in cui tutto viene meno, e costituisce quello è il "regno del caos" (per dirla con la volpe "il caos regna").
L'uomo trema di paura per quello che sta emergendo, ignorando le sue stesse visioni (la volpe che si cannibalizza, il cerbiatto che partorisce il cucciolo morto); la donna è quella paura; è la carne di quella paura. In fondo il film di Von Trier è qui. Nell'uomo come pensiero della vita e nella donna come vivere della vita. Ma se la donna arriva (o torna?) a vivere la vita come quella totalità estranea al bene, al male, all'amore, all'odio allora abbiamo lo squarcio della vita. Squarcio inevitabilmente insopportabile, perchè consapevole, raggiunto. Squarcio al di sotto del quale, in fondo, von Trier ci ha fatto trovare lo zero stesso dell'esistenza.

Ma in un modo che, ci tengo a sottolinearlo, non posso premiare del tutto. Sia per l'accennata questione del tempo, sia per qualche limite che emerge da questa rappresentazione. Forse c'è un limite ulteriore che Von Trier poteva superare...e forse non l'ha fatto, o non l'ha colto.

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Ultima risposta 30/05/2009 13.07.30
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