speciale andrej tarkovskij - andrej tarkovskij: il destino dell’artista - introduzione
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Introduzione

Andrej TarkovskijAndrej Tarkovskij (1932-1986) occupa nel panorama cinematografico sovietico e mondiale, un posto unico ed originalissimo.
La sua è Arte non per tutti.
Egli attua immediatamente una selezione nell’opinione pubblica, divisa tra le persone che lo considerano, fra tutti i registi del passato e del presente, quello che avvicina il cinema alla forma delle arti più nobili, da altri che mal digeriscono la lentezza dei suoi tempi cinematografici, non entrando in sintonia con la sua poetica. Un terreno scivoloso per l’arte, quello percorso da Tarkovskij, in un ambiente produttivo cinematografico che non tollera, oggi ancora più di allora, i dibattiti sui massimi sistemi e le forme di predicazione che rischiano di trasformarsi in moralità filosofeggianti.
I canoni del “realismo socialista”, così come vennero codificati nel 1934 dal congresso degli scrittori sovietici, nulla hanno a che spartire col lavoro di un figlio ‘degenere’ della ex Unione Sovietica.
Egli ignora l’ottimismo programmatico, i messaggi rassicuranti, la totale fiducia nell’uomo e nella sua capacità di migliorare il sociale.
Contravvenendo agli indirizzi prevalenti della cinematografia sovietica del periodo, muove dal profondo, dall’oscurità delle cose e delle persone, va alla ricerca di un senso nascosto.
Intenti morali e tecnica di ripresa si fondono armoniosamente in un linguaggio cinematografico unico, che muove alla ricerca di una ‘visione’ altra del mondo, soffermandosi a scrutare per decine di minuti un vetro appannato, una pozza d’acqua, la fiamma di una candela.

Andrej TarkovskijProprio per questo suo particolarissimo modo di fare cinema, egli ha suscitato, nel corso del tempo, manipolazioni e interpretazioni forzate, sia dai detrattori che dai cosiddetti ’fanatici’ tarkovskiani.
Nel 1983 al “Meeting dell’amicizia fra i popoli”, in occasione della fastosa presentazione del primo e penultimo film ("Nostalghia") girato da Tarkovskij lontano dalla propria terra, all’affermazione circa la fortissima problematica edipica presente in tutti i suoi film, egli indignato, abbandonò la sala.
Riporto questo episodio, come esempio, per esprimere un mio convincimento: è necessario affrontare l’indagine di ogni fatto artistico con atteggiamento di estremo rispetto nei confronti dell'Autore.
Quindi il mio approccio all’Opera di Tarkovskij sarà critico secondo l’accezione greca del termine: crisi (krìnein) e scelta (krìna).
Critica sarà crisi, giudizio aperto, indagine provvisoria in progressione; sarà scelta, ricerca di ciò che è, soggettivamente, più adatto e consapevolezza della precarietà di ciò che si è assunto.
Il testo, in questo caso testo cinematografico, sarà contenitore da cui sorgeranno domande a cui io cercherò di dare risposte, assolutamente soggettive ed arbitrarie.


Torna suSpeciale a cura di maremare - aggiornato al 05/09/2005

Speciali Filmscoop.it

Andrej Tarkovskij