the sinner - stagione due (2018)

Più noiosa rispetto alla prima soprattutto a livello di ritmo, qui soporifero. Pullman sempre bravo. Sceneggiatura meno focalizzata sul caso. Sicuramente non è tra le mie serie preferite.

Seconda stagione piuttosto deludente. Sin dalla prima puntata il ritmo si mantiene soporifero e lo sviluppo della trama, a parte qualche colpo di scena miserello, è sempre piuttosto telefonato. Non spiccano neppure le interpretazioni: a parte Carrie Coon il resto del cast è impacciato e poco credibile, nel quale spicca un Pullman più legnoso ed inespressivo che mai. Insomma, The Sinner 2 appare un'esperimento pretenzioso poco riuscito. Certamente tra le serie meno riuscite che ho visto su Netflix.

ottima serie televisiva che si sviluppa quasi indipendentemente rispetto alla prima stagione!
Questa volta la storia è più avvincente e potente,con un'ottima fotografia e un buonissimo cast!
Le sue serie sono legate solo dal detective che segue le indagini!
LA CONSIGLIO!

Leggermente inferiore al primo che più o meno si capisce da subito dove si vuole arrivare...sempre ben interpretato dai protagonisti...da vedere

La prima stagione di The Sinner spiccava per la sua linearità di fondo: c'è un caso di omicidio dalle dinamiche chiare ed incontrovertibili, ma sono oscure ed ignote le motivazioni che stanno dietro a tale atto. Il caso in questione forniva la base solida su cui far lavorare i personaggi e rimanere una costante per tutta la serie, mantenendo la sua centralità nei confronti della narrazione. La seconda stagione è lievemente meno riuscita rispetto alla prima, perchè è molto più ambiziosa. Il caso in questione viene pressochè tralasciato ma rimane comunque la miccia per esplorare i meandri di un microcosmo come la comunità post-hippie di Moswood, all'interno della comunità più grande della città di Keller, città natale del detective Keller, intepretato da un bravissimo Pullman.
Queste due entità sembrerebbero distinte e separate ma in realtà sono più legate e comunicanti di quanto l'apparenza può far credere e certamente sono unite dal peso delle colpe che ogni singolo personaggio ha sulle proprie spalle. Colpe che vengono accantonate, condannate ad un apparente oblio, tuttavia riemergono in tutta la loro forza con l'incedere degli eventi. I personaggi, tutti i personaggi, mostrano gradualmente i propri lati oscuri o visti sotto una nuova luce. Ed in mezzo a tutto questo un ragazzino di appena tredici anni che ha perso la propria innocenza di fronte ad un duplice omicidio. Non tutti gli snodi sono risolti a dovere in maniera soddisfacente, qualche sottotrama irrisolta, ma sulla carta certamente era un impegno più gravoso rispetto alla prima stagione.