pelé (2016)

Per essere un film sulla storia di uno dei piu' grandi personaggi sportivi della storia e' un po' troppo romanzato ed enfatizzato ,con frasi ad effetto e situazioni e comportamenti che vogliono dare un'aria eroica al personaggio e al film stesso,che , alla fine gioca a calcio.Poi,se nella locandina viene scritto "La vera storia di Pele'" ovvero di un giocatore che ha disputat 5 campionati del mondo e fatto piu' di mille gol in carriera ,non si puo' ridurre , tutto il film al solo racconto dei mondiali di Sveziae' troppo limitato e poco completo per essere "la vera storia"

Il grande calciatore brasiliano avrebbe meritato molto più di una serie di videoclip accattivanti tenuti goffamente insieme da una sceneggiatura mediocre.

Peccato che il primo film sulla vita di Pele' sia cosi poco veritiero e retorico.
Per curiosita' ho indagato sui personaggi che vengono mostrati e pochissime situazioni sono accadute realmente. Sorprende soprattutto perche' il vero Pele' è ancora vivo e sembra proprio aver collaborato al film...alla sceneggiatura no? Che centra Altafini?
Tutti i personaggi sono stereotipati...dall'allenatore prima incredulo, i compagni diffidenti, per non parlare della conferenza stampa prima della finale che deve per forza farci odiare l'avversario Svedese!
I Mondiali sono raccontati bene ma non benissimo visto che il giovane Pele' fa un gol anche ai quarti contro il Galles, gara sparita.
Pero' c'è quell'atmosfera del grande calcio che era, del mito di un ragazzino che non puo' passare inosservato, di una rivincita sociale (perche' almeno povero lo era veramente). In qualche modo il film si segue anche se le mosse si conoscono tutte.
Solo per appassionati.

La biografia di Pelé fin dai primi momenti fa vedere la sua vocazione mainstream e l'effetto derivativo del prodotto, con una prima parte ambientata nei quartieri poveri di Barau presa a prestito da The Millionare e con una sequenza di acrobazie e giocate degne più di una pubblicità rispetto ad un film. Strano, considerando che i due registi sono noti per essere dei documentaristi non certo dei pubblicitari. Romanzato oltre ogni limite decente, persino nella descrizione stessa della ginga non può passare inosservata una certa assonanza con la Forza di Star Wars. Mancava soltanto il maestro Yoda. Da stendere un velo pietoso nella descrizione dei personaggi senza il minimo spessore e ne fa le spese il povero Altafini, vittima inconsapevole di questo trattamento romanzato. Gli svedesi e gli europei sono visti come dei presuntuosi razzisti senza se e senza ma, come nella più becera delle semplificazioni. Un film sul pietoso andante, pieno di retorica e schematismi da dimenticare in fretta.

Biografia per nulla veritiera, concepita per celebrare in modo esagerato uno dei più forti calciatori degli anni Sessanta e fra i più famosi in assoluto. Passabile solo per gli amanti del calcio, come me. Oggettivamente non è un film riuscito, del resto la storia non meritava una pellicola come per le biografie dei vari Sindelar, Maradona, Best e Garrincha (ne è una prova il fatto che è all'80% un'opera di pura fantasia).