comedians (2021)

Il soggetto di COMEDIANS riprende un po' le origini di Gabriele Salvatores e del suo Kamikazen, compresa la sua bolla naif in cui racconta questi artisti "ambulanti" milanesi, un po' filosofi e un po' poeti, che sembra molto poco probabile che possano esistere nel mondo là fuori.
Però rimane comunque un film divertente perché il suo format "da camera", unito a dei dialoghi ben scritti a delle performance che trasudano teatro, funziona molto bene. Alla fine il risultato è assicurato se si mettono insieme una decina di comici che fanno i comici per tutto il tempo.
I discorsi teorici sull'arte del cabaret sono interessanti, i discorsi di smalto filosofico sono un po' più sfuggevoli, invece.

Un gruppo di comici pronto al debutto fa una riunione per fare una sorta di scaletta con il proprio professore, o meglio, il regista Salvatores aveva un pomeriggio libero e ha chiamato i primi numeri che aveva in rubrica inscenando un film.

Saranno debutti piuttosto amari di gente che mostra sul palcoscenico la propria maschera che nasconde, non in tutti i casi, i problemi che stanno fuori.

Forse Salvatores ha voluto fare un po' di filosofia attraverso la comicita', per questo il film è girato quasi del tutto in un aula scolastica, ma sinceramente appare poco chiaro il messaggio finale.

Il cast fa un buon lavoro certo, perfino De Sica appare credibile, ma il senso logico di tutto si perde, un film che va perdendosi facilmente nella memoria.

Forse sarebbe stato meglio vedere una puntata di "Zelig".
Film inutile.

Leggendo le opinioni ero molto timoroso nel guardare l'ultima fatica del bravissimo Salvatores. Non stiamo parlando di certo di un buon/ottimo film, forse e' il piu' debole della sua filmografia, certo e' che si lascia guardare e alla fine resta un film che fa' pure pensare.

Ricordo poco Kamikazen sempre di Salvatores ma Comedians riprende a sua volta quel film ed è inoltre più orientato sul testo teatrale originale. Impianto teatrale di questo film che si nota fin da subito anche se il lavoro di montaggio è buono pur sfumando l'effetto comico del film che rimane più ad un livello letterario. Comunque non è una vera e propria commedia questo film. E' un lavoro improntato sulla comicità e che si fonda principalmente su una domanda: un buon comico è colui che fa evadere lo spettatore dal suo grigio quotidiano facendogli fare quattro sane risate oppue un individuo che provoca, che osa e che fa riflettere lo spettatore sulla realtà che lo circonda? Se la prima via conduce ad un probabile, facile successo, la seconda è più irta di ostacoli però sicuramente lascia più il segno anche se più difficle avere successo. Le figure di Celli (De Sica) e Averni (Balasso) sono i riferimeti di questo gruppo di aspiranti comici che vogliono sfondare. Rimanendo se stessi ogiungendo ad un compromesso con se stessi? Un quesito che rimane volutamente irrisolto e che lascia lo spettatore a giudicare.

Circa 40 anni fa, dal Leoncavallo e dal Teatro dell'Elfo uscivano le sperimentazioni teatrali di Salvatores, mi capitò di vedere "Nemico di classe" (http://www.claudiobisio.it/FileProvider.aspx?width=380&path=/user_files/JOLLY/Nemico+di+classe+immagine.jpg) e mi deluse quel neo-neorealismo passato per avanguardia: 6 studenti in aula per un regolamento di conti. 2 anni dopo, nell'85, la compagnia inscenò "Comedians", struttura analoga con maggiori ambizioni autoriali: metateatro su senso e fine della comicità. Salvatores si dedicava pure alla regia cinematografica e nell'88 ne diresse come 2° lungometraggio la trasposizione per il grande schermo, titolo: "Kamikazen - Ultima notte a Milano". Forse utile all'epoca, mentre mi sfugge il beneficio di proporre questo remake.

Mauro Lanari

Purtroppo non riesco a salvare nulla di questa pellicola, che fa acqua da tutti parti. Un interminabile vagare non si capisce per dove, a quale scopo, con quale fine, che provoca solo una sensazione di noia mista in certi momenti a irritazione.
Attori tutti da dimenticare, partendo da Balasso che pare spento, innaturale, imbrigliato, e finendo con Giulio Pranno, veramente imbarazzante (il monologo del clown credo sia una delle scene più insensate, fastidiose e brutte mai viste prima).
Paradossalmente l'unico che si salva è De Sica, che in questa marginale parte dà vita ad un personaggio credibile, cinico il giusto, pungente ed efficace.
Non capisco come Salvatores possa aver sfornato una mostruosità simile.

Non l'ho capito!! Certamente una gran delusione questo film di Salvatores per me. Una sorta di quadro astratto, o bellissimo ma per pochi eletti, o molto molto mediocre. Non male gli interpreti, ma la monotonia prevale su tutto.