tre colori - film blu regia di Krzysztof Kieslowski Francia, Polonia, Svizzera, Gran Bretagna 1993
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tre colori - film blu (1993)

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locandina del film TRE COLORI - FILM BLU

Titolo Originale: TROIS COULEURS: BLEU

RegiaKrzysztof Kieslowski

InterpretiJuliette Binoche, Benoît Régent, Florence Pernel, Charlotte Véry, Philippe Morier-Genoud

Durata: h 1.40
NazionalitàFrancia, Polonia, Svizzera, Gran Bretagna 1993
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1993

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Trama del film Tre colori - film blu

La morte del marito, compositore musicale, e della figlia Anna in un incidente stradale, sconvolgono la vita di Julie che si chiude in se stessa. A spezzare questo isolamento, ci penseranno da prima una giornalista, convinta che fosse Julie l'autrice delle musiche del marito, e poi la corte di Oliver, l'ex assistente del marito...

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Voto Visitatori:   8,19 / 10 (75 voti)8,19Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
Miglior attrice protagonista (Juliette Binoche)Miglior montaggioMiglior sonoro
VINCITORE DI 3 PREMI CÉSAR:
Miglior attrice protagonista (Juliette Binoche), Miglior montaggio, Miglior sonoro
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Voti e commenti su Tre colori - film blu, 75 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Edgar Allan Poe  @  31/08/2011 15:53:01
   8 / 10
Un bel film di Kieslowski, nonchè il primo della trilogia dei colori. Intoccabile sotto ogni punto di vista: regia, sceneggiatura, recitazione... ottima la sequenza della zolletta di zucchero nel caffè. Insomma, davvero un bel film. Astenersi chi si annoia con questi film di registi russi...

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Ultima risposta 25/10/2013 18.00.32
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Silly  @  16/07/2009 11:42:59
   9 / 10
Suggestivo, grazie ad un'ottima fotografia, ad un accompagnamento musicale eccezionale e al blu. Il blu è un colore che mi trasmette inquietudine. Forse perchè è il colore delle profondità oceaniche, quelle profondità cupe, indefinibili e nel contempo affascinanti. Come questo film. L'ho trovato tristemente reale, terribilmente possibile, estremamente vero, sincero, libero. Non ho visto gli altri, ma credo che li vedrò presto.

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Ultima risposta 11/10/2010 12.35.02
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TIGER FRANK  @  21/12/2008 14:30:18
   10 / 10
Non ho soldi da buttare....scarico film.
Della trilogia ho comprato il cofanetto......ci sara' un perche'.
E pensare che la prima volta che lo vidi non mi piacque tanto come film rosso ora e' il mio preferito.....un consiglio.....vedetelo una seconda volta e a distanza di tempo una terza....dei bei ragazzi ci si prende una scuffia subito ma le belle persone che capita di scoprire a poco a poco,quelle che sono interessanti e hanno qualita' bhe........ce se ne innamora.

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Ultima risposta 26/12/2008 23.13.47
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Brundle-fly  @  11/12/2008 20:55:34
   1½ / 10
Il trittico di Kieślowski “Tre colori” non è né più né meno che un progetto filmico sulla Trinità cristiana. Dopo il “Decalogo”, per concludere la propria esposizione audiovisiva del “CCC”, il Catechismo della Chiesa Cattolica, e/o del “Credo” come professione di fede ecclesiale, e/o d’un qualunque trattato manualistico di teologia fondamentale, ex apologetica, al regista polacco mancava d’affrontare la dogmatica basilare, quella del concilio niceno-costantinopolitano (325 e 381) e del concilio calcedonese (451).
“Film Blu” è l’illustrazione della “persona” dello Spirito Santo nel senso affettivo conferitogli da sant’Agostino. Dunque non solo come spirito di vita (cfr. l’ecografia finale del nascituro), ma anche come spirito d’amore, fra il Padre come Amante e il Figlio come Amato (cfr. il conclusivo “Inno alla carità” della paolina Prima lettera ai Corinzi, capitolo 13, in particolare le 15 caratteristiche attribuite all’”agàpe”/”charitas” nei versetti 4-7).
“Film Bianco” resterà sempre un racconto eccentrico, bislacco e sconclusionato finché non ci si deciderà ad applicargli la chiave interpretativa della cristologia. L’impotenza del protagonista è quella del Messia fin qui venuto solo come “Agnello immolato” e non ancora come “leone di Giuda” (cfr. Apocalisse 5, 5-6). Il viaggio in aereo e la caduta sanguinosa lungo la scarpata simboleggiano l’Incarnazione. Quando costui giunge a casa è Natale (!) e sul bar dei familiari campeggia l’addobbo d’una stella cometa (!). La sceneggiata ai danni della moglie non è altro che l’allegoria della morte e resurrezione peculiari del triduo pasquale, e la moglie viene punita (carcere=purgatorio?) per il peccato della propria mancanza di fede/fiducia.
“Film rosso” è dedicato alla figura del Padre come giudice onnisciente e passivamente distaccato dalle vicende storiche. Quest’idea del “Deus absconditus” risale nientemeno che a Isaia 45, 15. Ma è solo dal 1800 che riesplode nella cosiddetta teologia dialettico-negativa, prima con “l’infinita distanza qualitativa/ontologica” di Kierkegaard, poi con il Di\o-tutt’altro (“ganz Andere”) di Otto e Barth, e poi di nuovo con l’"etsi Deus non daretur” (“come se Di\o non ci fosse”) di Bonhoeffer. La coprotagonista è obbligata a umiliarsi pregando e supplicando in ginocchio Lui affinché Egli si decida a manifestarsi come Di\o d’amore.
Con i riferimenti della trilogia kieślowskiana al motto della rivoluzione francese si cade dalla padella alla brace. Nella diatriba fra Löwith e Blumemberg su “La legittimità dell’età moderna” (1966), e nel distinguo fra secolarizzazione e secolarismo operato da Gogarten in “Destino e speranza dell’epoca moderna” (1953), il regista prende posizione a favore del cristianesimo, e non soltanto fattualmente ma pure valorialmente: è vero ed è anche un bene che i princìpi apparentemente laici siano in realtà ancora un retaggio della religione del Nazareno.
L’esaltazione acritica della libertà rinvia alla fatidica domanda posta da Platone nell'”Eutifrone” (15b): “È giusto ciò che è santo o è santo ciò che è giusto?” A essa si risponde deformando il concetto di libertà nell'arbitrarismo dispotico se si segue quanto propugnato dal neoplatonismo, dalla scolastica francescana, dall’ultimo Schelling, Wittgenstein e Heidegger. Invece libertà e necessità assolute devono coincidere, poiché l'aristotelico sommo bene per l'intera natura si pone come legge a se stesso, autoreferenzialmente.
La fraternità è un altro residuato cristiano. Per quale motivo, infatti, non parlare piuttosto di solidarietà fra soggetti di dignità paritetica, invece di rifarsi ancora, come pure Baudelaire e Ungaretti, alla consanguineità dipendente dalla presunta discendenza da un unico Padre (eterno)?
Infine l’uguaglianza. In logica matematica un conto è il principio di uguaglianza ("=") e tutt'altro è il principio di identità ("≡"). Solo quest’ultimo non è demoniaco nell’accezione tecnica del termine, vale a dire in quanto “scimmiottamento del Bene”. Demoniaco non è il voler essere identici a Di\o, bensì il voler essere semplicemente “come” Di\o, disonorevolmente soltanto “a sua immagine e somiglianza” (Genesi 1, 26). Ma la tradizione ebraico-cristiana ci ha fatto credere l’esatto contrario e anche in questo caso la rivoluzione francese è caduta nella trappola, con grande sollazzo di Kieślowski.

Discussione proseguita su:
http://www.filmscoop.it/forum/forum_posts.asp?TID=7871&KW=Mauro+Lanari&PN=0&TPN=18

Mauro Lanari

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Ultima risposta 28/12/2008 16.54.41
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Enzo001  @  08/06/2008 11:40:19
   9½ / 10
Si può vivere senza sentimenti, se questi sono espressione del proprio ego?
"Film blu" è una pellicola di un'intensità unica, un dramma tutto intimista velato dalle trascendentali musiche di Zbigniew Preisner e dalle silenziose lacrime di Juliette Binoche.
Un'amara poesia sulla libertà per antonomasia, sia questa materiale o spirituale.

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Ultima risposta 15/02/2010 13.43.08
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  26/02/2008 10:39:24
   8½ / 10
Questo dei tre è senz'altro il più difficile da commentare, a conti fatti credo nessun film della trilogia possa ritenersi un vero e proprio capolavoro, tanto meno che questo.
E' il film sulla libertà, spirituale più che fisica come si potrebbe immaginare prima della visione, ma che non sempre scindono l'una dall'altra, anzi...
La fotografia è fredda, ovviamente dalle tonalità blu, mi ha colpito invece l'abilità di Kieslowsky nel rappresentare il vuoto interiore della protagonista, anche scenograficamente, "Mi hanno portato via tutto", mano mano che si procede un vuoto sempre più colmato, anche dalla mobilia.
Un film di rielaborazione e risposta alla vita, non sempre facile da mettere in opera, tutt'altro, sono dell'idea dunque questo sia un film ottimista in toto.

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Ultima risposta 09/06/2008 20.52.24
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  09/09/2007 13:41:15
   9 / 10
Il migliore dei tre, dostoevskiano, o se vogliamo, kieslowskiano. La vita e la speranza, l'epifania che smuove soprattutto il continuare a vivere (in questso caso l'amante del marito) trovano forza in un film commovente e compiuto.

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Ultima risposta 06/10/2007 14.57.13
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  18/08/2007 20:17:10
   10 / 10
Un'opera d'arte in tutto e per tutto. Film Blu è un richiamo alla libertà, quel senso di libertà che dovrebbe provare ognuno di noi nell'esprimere i propri sentimenti. Non riesco a commentare bene questo film perchè mi ha emozionato come pochi. Juliette Binoche sembra la reincarnazione della tematica del film, è praticamente perfetta dall'inizio alla fine. Le musiche straordinarie fanno da contorno ad uno dei film più intimistici(e più belli) che abbia mai visto. Ora sono curioso di vedere anche gli altri due colori. Ah dimenticavo: "Grazie Kieslowski".

P.S. : Thanks Terry :-)

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Ultima risposta 31/08/2007 12.29.35
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quaker  @  03/06/2007 19:42:45
   8½ / 10
Non considero nessuno dei tre film della trilogia un vero e proprio capolavoro. Riconosco però a Kieslowski grande maestria. Credo anche che i film vadano giudicati (e visti) insieme, come suggerisce (oltre che naturalmente con il comune titolo Tre colori) lo stesso regista, inserendo almeno una scena comune (il vecchio / la vecchia che tenta di infilare una bottiglia nella "campana" del vetro).
Tutt'e tre i film sono cmq decisamente sopra la media, come qualità, abilità registica, interpretazione, sceneggiatura.
Film blu si avvale poi di una Juliette Binoche che è riduttivo definire splendida: è una interprete che da sola regge quasi il film.
Il tema della libertà è risolto con la dimostrazione che questa non è assenza da vincoli, ma solo chi riesce ad essere accollattivo può essere libero: dunque per Anna essere libera non significherà altro che ricominciare dopo la tragedia. Non può liberarsi dalla vita, come non può sfuggire al proprio talento...

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Ultima risposta 26/02/2008 10.42.48
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  12/04/2007 23:05:38
   9 / 10
Primo film del resta polacco Krzysztof Kieslowski che vedo e inizio proprio con il primo film della sua trilogia. Preaccuncio che sono stato colpito molto positivamento dal talento cristallino e dalla grande raffinatezza di questo regista.

Kieslowski è in grado di dimostrare l'agghiacciante senza mostrarlo direttamente. Un regista straordinario, in grado di fissare su pellicola i sentimenti umani di dolore, odio, paura, disperazione. Il tutto connesso ad un ottima colonna sonora (musica classica molto bella) e soprattutto un montaggio che mi ha colpito molto. Meravigliosi sono gli stacchi temporali e l'oscuramento dello schermo durante i momenti in cui Julie si chiude in sè stessa prima di interagire con altri o la musica del concerto mentre scorre il dito lungo le note del pentagramma.
Splendida la fotografia, che riprende più volte i toni blu.

I temi trattati sono molteplici, potrei dire i principali dell'esistenza umana. La morte contrapposta alla vita, ma quasi potrei dire la vita contrapposta alla morte. Nella sua drammaticità e nella negatività degli eventi narrati, a mio parere, a trionfare è proprio la vita. L'attaccamento a quest'ultima è emblematico nella frase: "Non ne sono capace" al momento del tentato suicidio.
Ma anche il tema della libertà che si lega inesorabilmente con quello della solitudine e del ricordo. La libertà di interpretare la vita come si vuole ma, a mio parere, l'impossibilità di staccarsi dal ricordo. L'uomo secondo Kieslowski non è completamente libero, perchè impossibilitato a staccarsi dall'ingombrante passato che segna la vita presente ma segnerà anche quella futura. La solitudine non fa altro che aggravare ancora più tale impossibilità di distacco.

Meravigliosa la Binoche, in un'ottima interpretazione, sentita ed emozionata.
Un film di estrema delicatezza e raffinatezza, nella speranza che gli altri due film della trilogia possano soddisfarmi come quest'ultimo.

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Ultima risposta 19/05/2007 12.02.00
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  10/10/2005 09:38:15
   7 / 10
Non mi piace più di tanto. C'è tanto stile, tanta eleganza, una attrice bravissima, un'ottima elaborazione dei temi del lutto e del destino. Ma c'è anche un eccesso di frasi fatte e un 'eccesso di retorica, la ricerca per forza di momenti struggenti, che appesantiscono troppo quest'opera.
Voti alti a mio parere ingiustificati.

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Ultima risposta 13/08/2007 14.16.16
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liu_mi  @  03/07/2004 20:10:36
   10 / 10
Tra i tre questo è il mio preferito. la protagonista (una bravissima Binoche) vive e rielabora il lutto abbandonando tutto ciò che gli era caro, pensando così di poter fuggire il dolore. ma la vita, richiamata prepotentemente dalla musica, la costringe a tornare sui suoi passi e a portare a termine ciò che aveva cominciato. bellissimo e poetico come tutti i film di Kieslowski.


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Ultima risposta 16/07/2004 00.52.22
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