tom at the farm regia di Xavier Dolan Canada, Francia 2013
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tom at the farm (2013)

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locandina del film TOM AT THE FARM

Titolo Originale: TOM À LA FERME

RegiaXavier Dolan

InterpretiXavier Dolan, Pierre-Yves Cardinal, Lise Roy

Durata: h 1.45
NazionalitàCanada, Francia 2013
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 2013

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Trama del film Tom at the farm

Tom, un giovane copywriter, si reca in campagna per partecipare al funerale di quello che era stato il suo grande amore, Guillaume. Qui rimane scioccato nello scoprire che nessuno sappia di lui e dell'omosessualità di Guillaume, ad eccezione del fratello di quest'ultimo, Francis, che gli impone violentemente il silenzio, e che suscita in Tom una strana attrazione.

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Voto Visitatori:   7,33 / 10 (18 voti)7,33Grafico
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Voti e commenti su Tom at the farm, 18 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

pak7  @  17/11/2022 11:17:46
   7½ / 10
Ad eccezione di Mommy (che ritengo il suo miglior lavoro, un capolavoro per me), il tema dell'omosessualità viene espresso in maniera ricorrente, ed in questo lavoro, un po' dramma, un po' thriller. del 2013, in maniera diversa e potentissima.
Dolan a 24 anni si dimostra ancora una volta uno dei registi più promettenti del cinema mondiale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  17/05/2020 17:06:16
   7½ / 10
Leggermente inferiore a numerosi altri lavori di Dolan, rimane comunque ottimo. Qui comincia ad approfondire il tema dell'omosessualità, costante della sua filmografia.

halb  @  23/02/2020 19:08:42
   8½ / 10
Molto interessante, un po' dramma un po' thriller, c'è un crescendo di tensione e il ritmo, seppur lento, non rende mai la pellicola noiosa.

Tempest78  @  21/07/2019 09:20:13
   9 / 10
Ho un bellissimo ricordo di questo film, uno dei più riusciti del regista. Una stupenda rappresentazione delle controversie interiori e dell amore distruttivo. Eccezionale

david briar  @  04/07/2019 22:53:31
   8 / 10
Imperfetto eppure pieno di energia, il film di Dolan è un raffinato gioco psicologico basato su allusioni e repressioni, in cui la composizione dell'inquadratura e tutti gli elementi stilistici, pur con una propria valenza estetica, mantengono una lodevole funzionalità alla narrazione, con qualche guizzo decisamente memorabile(la corsa nel grano e la prima apparizione di Francis).
Dolan attore è bravissimo, forse anche più bravo che come regista. Invidiabile la sua capacità di gestire insieme tutti questi aspetti.

benzo24  @  15/06/2019 13:04:51
   1½ / 10
Difficile trovare di peggio. Dolan è retenzioso, ma non ha idee e sopratutto non ha talento. Se vi piacciono certe tematiche guardatevi Almodovar, almeno quello ci sa fare

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  16/09/2017 10:23:16
   7½ / 10
Forse mai cosi bene è stata rappresentata la repressione degli istinti sessuali, in questo caso omosessuali. Atti che creerebbero scandalo nella famiglia in questione, o forse Dolan, allarga il concetto anche sulla societa' in generale. Del resto è lui stesso ad interpretare il protagonista gay.
Il rapporto odio-amore tra lui e il fratello del defunto è gestito in maniera eccellente con una fase crescente che non eccede mai, i desideri restano assopiti e il film si chiude nel nulla, senza un vero finale come se questa lotta interiore non possa mai avere uno sbocco.
Un vero talento questo Dolan.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  22/07/2017 13:56:16
   7 / 10
Tom a la farm presenta lati complementari rispetto ad un film così pieno di energia come I killed my mother. Tom a la Farm agisce molto in sottrazione ed in qualche modo riprende alcuni canoni di genere come il thriller psicologico. E' un film dove i protagonisti indossano delle maschere e danno via ad un gioco sempre più pericoloso e perverso. Una repressione continua di sentmenti e rapporti che portano ai limiti dell'autodistruzione. Un film che Dolan riesce a gestire con molto rigore occhieggiando Chabrol e soprattutto Hitchcock, con una colonna sonora che sembra scaturire da una partitura di Hermann.

krystian  @  10/07/2017 09:16:17
   7½ / 10
Un gran bel thriller, strano ed inquietante.
Complessivamente soddisfatto, anche se forse il finale meritava un po' di più approfondimento.

TheLegend  @  19/03/2017 20:15:56
   6½ / 10
Mi aspettavo qualcosa in più,in alcune parti il film perde troppo quota.

marcogiannelli  @  09/01/2017 21:02:18
   7½ / 10
"Tom à la ferme mi è parso un noir sempre in procinto di lancio, un noir che non diventa mai noir. Un film drammatico, a tratti molto intenso, che sta sempre lì lì per tingersi di nero, per farsi più cupo, crudele, torbido e terribile negli eventi, senza, però, affondare mai il colpo. In Tom à la ferme non si affonda mai completamente il coltello, tutto si lascia sospeso, pochissime risposte, pochissimi epiloghi.
Dolan dimostra che a lui l'eccesso non piace. In 3 soggetti che in altre mani avrebbero potuto portare a scene di violenze, nudi, sesso, perversioni, ecco, con lui non c'è mai nulla, se non un'inaspettata grazia, molto poco tipica per un regista così giovane (di solito ai giovani piace shockare, aggiungere, esagerare).
Ottima la regia, la fotografia,ottima la colonna sonora, ottime le interpretazioni."

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  13/11/2016 19:52:42
   6½ / 10
Dolan dimostra qui quello che in futuro diventerà certezza..
Ma la sceneggiatura è poco chiara,a tratti ristagna lenta e la complessità di un'argomento difficile certo non aiuta,anche se lui ci mette la faccia.
Non è un film per tutti .. ma se pensi che è così giovane la mente che l'ha patrorito .. sono solo appluasi.
.

suzuki71  @  09/07/2016 09:17:10
   8 / 10
Con molta maestria, l'enfant prodige del cinema mondiale con un semi thriller psicologico affronta in maniera efficiente diversi temi: l'omofobia e l'incapacità di accettarsi, la nascita e la sedimentazione di un rapporto malato giustificato dall'attrazione fisica, la libertà simbolica delle città.
E cerco da ieri di trovarvi un difetto, ma nulla: non ci riesco.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  07/06/2016 11:32:27
   8 / 10
L'enfant prodige Xavier Dolan si cala nei panni di Tom, ragazzo che dalla città si reca in una zona rurale del Quebec per partecipare ai funerali del compagno deceduto. Qui incontra la madre del ragazzo, all'oscuro dell'omosessualità del figlio. Un segreto da mantenersi a tutti i costi come imposto dal fratello del defunto, il minaccioso Francis, il quale senza mezzi termini aggredisce Tom affinchè tenga la bocca chiusa.
Il fulcro del narrato vive sull'ambiguità sviluppata tra Tom e Francis, un mix respingente e allo stesso tempo attrattivo da cui i ragazzi finiscono risucchiati. La prevaricazione e la violenza diventano atti seduttivi, come per Francis esplode l'interesse per il nuovo arrivato, così fuori posto in quel luogo, evidentemente sbagliato sin dai capelli ossigenati ma capace di rievocare ricordi sopiti e di regalare l'illusione che la morte piombata in casa Longchamp sia soltanto frutto di un brutto sogno.
Tra toni da thriller - soprattutto dopo l'entrata in scena di Sara, collega di Tom- con relativi omaggi al cinema hitchcockiano glorificato da adeguata colonna sonora, si dipana una storia in cui la presunta omofobia provinciale e l'attitudine retrograda di quel mondo bucolico sono in realtà limitate ad un microcosmo umano contraddittorio.
Le apparentemente granitiche fondamenta su cui si stagliano le certezze di Francis in realtà sono composte di friabile argilla: ogni convinzione viene messa in discussione dall'approccio prepotente, dalla negazione del proprio io attraverso un odio rivolto ad una natura difficile da soffocare. Dolan lavora splendidamente sui personaggi fornendone una lettura incisiva, partendo dall'elaborazione del lutto attraverso il dolore trattenuto: quello di una madre spiazzata e quello di un ragazzo impossibilitato ad urlare i propri sentimenti.
E' una grande messa in scena del fasullo, dove ingannati e ingannatori convivono nell'eterna mancanza di solidarietà, nel totale disgregamento di un nido famigliare deviato in cui il senso di colpa si espia sottostando al sadismo altrui, in cui gli istinti vengono umiliati da un ottuso orgoglio machista e in cui la perdita e la disperazione si fanno insopportabili in assenza di risposte. Un Dolan intimo, lontano dall'esuberanza visiva, dagli eccessi pop e dalla sfrontatezza virtuosa cui ci ha abituato. "Tom à la ferme", a differenza dei personaggi che lo abitano, esprime fin da subito la propria essenza opprimente e plumbea, a comporre un quadro di disperata incomunicabilità.

Danae77  @  01/07/2015 21:54:02
   8 / 10
Amaro è scoprire quanto il giudizio degli altri pesi su ciò che si è e vergognoso è l'ammettere quanto la società presenti enormi falle sull'accettare ciò che non è come noi...un tale diceva:"Ama il prossimo tuo come te stesso", ma se non si riesce ad accettarne l'identità, dubito si possa amare e rispettare l'Amore come forma di espressione sentimentale assoluta, senza etichette e indegni appellativi.

sottopressione  @  30/05/2015 11:15:52
   7½ / 10
Dolan nei suoi primi film recita anche la parte di protagonista o co-protagonista, quasi a sentire - nel film in questione -sulla propria pelle questo conflitto tra autenticità e messinscena nella profonda provincia canadese, che vive l'omosessualità in modo tutt'altro che aperto. 7,5

McLovin  @  18/01/2015 16:15:51
   7 / 10
Talento cristallino quello dell' enfant-prodige franco-canadese Xavier Dolan che abbandona barocchismi ed ammiccamenti pop per raccontare una storia di disperata cupezza raccontata con incredibile delicatezza ed umanità. Tutto questo non tradendo la propria cifra stilistica dunque mantenendo sempre la rotta fissa su un cinema focalizzato sulle relazioni umane ed i rapporti familiari, anche se stavolta arricchito con spunti quasi da thriller. Davvero un regista da tenere d'occhio.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  07/11/2013 16:53:05
   9 / 10
Un talentaccio questo Dolan, classe 1989. Che urgenza espressiva e che ambiziosa sfrontatezza nel mettere in scena sentori di vita vera!
Non credo vi siano spunti di autobiografia ma senz'altro il regista, scegliendo per sé la parte del protagonista, sente sulla propria pelle questo conflitto tra autenticità e messinscena nella profonda provincia canadese, che (tutto il mondo è paese) vive l'omosessualità in modo tutt'altro che open minded.
Il fascino di questo film, che a mio avviso è un capolavoro, risiede nella descrizione del fascino e della potenza (che fa leva sulla sessualità) con cui la grettezza ipocrita o semplicemente cieca di una provincia "arretrata nella mentalità" risucchia questo ragazzo, che viene pericolosamente tentato dalla menzogna pur ricercando la verità.
Dico "dalla menzogna" perché Dolan si permette il tocco autoriale di denominare il bar dove hanno scena alcune sequenze chiave del finale in modo esplicitamente allusivo verso il vero tema di fondo del film: il rapporto tra verità e menzogna.

Un film veramente affascinante che con modalità limitrofe al thriller e al contempo con sensibilità acuta ci fa percepire quanto sia delicata e labile la capacità di corrispondere a sé anche in un'anima predisposta alla purezza.
Un coacervo di contraddizioni e ansia di Verità, come e persino meglio che nel primissimo Scorsese o nel migliore Abel Ferrara.

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