salo' o le 120 giornate di sodoma regia di Pier Paolo Pasolini Italia, Francia 1975
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salo' o le 120 giornate di sodoma (1975)

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locandina del film SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA

Titolo Originale: SALO' O LE 120 GIORNATE DI SODOMA

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiPaolo Bonacelli, Giorgio Cataldi, Umberto Paolo Quintavalle, Aldo Valletti, Caterina Boratto, Hélène Surgère, Sonia Saviange

Durata: h 1.57
NazionalitàItalia, Francia 1975
Generedrammatico
Tratto dal libro "Le centoventi giornate di Sodoma" di Marchese Donatien Alphonse François De Sade
Al cinema nel Settembre 1975

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Salo' o le 120 giornate di sodoma

Ambientato nel 1944 nello stato fascista di Salò, il film narra le vicende di quattro Signori che si chiudono in una villa decadente con quattro Megere e una schiera di giovani ragazzi e ragazze, figli di partigiani. Le loro giornate, divise in una struttura da inferno dantesco si dividono in un Antinferno e tre gironi: Girone delle Manie, Girone della Merda e Girone del Sangue e sono una discesa senza ritorno nella perversione e nella crudeltà umana.

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Voto Visitatori:   7,84 / 10 (190 voti)7,84Grafico
Voto Recensore:   9,50 / 10  9,50
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Voti e commenti su Salo' o le 120 giornate di sodoma, 190 opinioni inserite

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moiretta  @  13/11/2005 18:49:42
   10 / 10
superviolento e allucinante

Invia una mail all'autore del commento cayonet  @  08/11/2005 23:42:12
   9 / 10
Impatto devastante, mi ha lasciato incollato allo schermo fino alla fine.
Onestamente, probabilmente, la mia ignoranza letteraria mi avrà impedito di cogliere alcuni significati (+ che altro citazionistici) della pellicola.
Salò, comunque, è un film sull'eccesso e come esso sia legato alla cultura ed allo status sociale.
La devianza e la perversione sessuale sono per Pasolini direttamente proporzionali alla cultura dell'individuo e, in conseguenza, al ruolo che lo stesso ricopre all'interno della società.
Simbolismi che richiamano al ruolo 'punitivo' e 'moralizzante' nonchè 'inquisitorio' della religione rispetto al sesso.
L'ignoranza dei ragazzi 'popolani' la quale fa sì che fra di loro prevalga, nel momento di estremo bisogno, il tradimento reciproco al legame solidale eventualmente sovversivo.
GIUDIZIO FINALE: Da vedere ed analizzare attentamente, comunque UNICO

F150  @  05/11/2005 00:32:34
   10 / 10
un film che non si discute: bellissimo violento e allucinato

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Aliena  @  21/10/2005 15:57:59
   8 / 10
Pasolini è un Poeta del Novecento,
e come tutti i meravigliosamente e contortamente sublimi creatori del secolo scorso
usa l’arte come provocazione irrisoria della realtà sociale in cui si trova
tremenda e angosciante denuncia del potere dittatoriale come fonte di perversità e nefandezza
l’uomo ridotto a corpo nudo privo di stimoli umani,
che diventa volgare animale abusato,
che mangia la sua stessa ***** e che diventa carne da macello,
ma cosa ancora più peggiore: incapace di ribellarsi

questo film è una sorta di sogno perverso, il desiderio incoscio di ogni amante del cinema,
il massimo voyeurismo del viaggiatore immobile
è un film talmente estremo da sfociare nell’oscenità più depravata e impensabile
senza mai risultare volgare

folle…


15 risposte al commento
Ultima risposta 25/11/2005 11.33.11
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Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  21/10/2005 13:31:14
   10 / 10
povero popolino. pasolini morì prima di conoscere quelle che sarebbero state le sprezzanti, intransigenti ed illogiche conclusioni del suo ultimo film uscito postumo. E meno male che è schiattato prima, sennò vai a perdere tempo anni ed anni a spiegare ciò che in realtà voleva dire. Dopo la prima non esaltante trilogia della vita "salò" avrebbe dovuto essere il primo tassello di una famigerata trilogia della morte, e dalle ceneri di salò sarebbero seguiti "porno-teo-colossal" e "san paolo(bestemmia)" per la serie: se il buongiorno si vede dal mattino...
pasolini recupera il concetto sadeiano che vuole il potere come entità assolutamente spaventosa se incontrollata, e incastra alla perfezione l'impianto del marchese maledetto con la contemporaneità di cui è stato testimone. ma non inganni il riferimento a fascisti e a salò; salò non è un film "politico" nell'accezione borghese del termine, bensì si propone di indagare cosa sia l'ebrezza del contollo totale. E il risulato non è dissimile dall'anarchia, concetto su cui pasolini ha molto insistito; non c'è nulla di più anarchico del potere volto alla soddisfazione personale; l'anarchia dei molti che porta all'assenza dello stato è trasfigurata nell'anarchia di uno nei confronti di molti; E il modello della villa, una piccola città stato, si apre immediatamente con un proclama poco lusinghiero e conveniente per i suoi abitanti: "voi siete già morti". e poco a poco la corruzione del potere fa appassire tutto ciò che si dimostra vivo e pulsante, non solo nel senso delle persone ma delle virtù stesse; il suicidio della pianista complice è la rinuncia a qualsiasi proclama artistico; l'unica comtemplazione è quella che soddisfa la pulsione scopica, non quella estetica. L'estasi è raggiunta attraverso un progressivo rafforzamento del potere assoluto (e quindi egocentrico, volto a soddisfare ogni minima esigenza), e gli ultimi istanti sono lì a testimoniarcelo. la soddisfazione non è quella dei carnefici, ma di colui che guarda. la corruzione del potere coincide con un voyeurismo estremo che non ammette interferenza. Come di un D io che crea e poi si limita ad osservare il suo mondo creato, così i gerarchi osservanti si beano di ciò che hanno edificato. E uno di essi rovescia il binocolo per prendere ancora più le distanze.
Eh, ma che film phico.

15 risposte al commento
Ultima risposta 07/11/2005 19.40.05
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NanD  @  20/10/2005 08:20:50
   9 / 10
Atroce.
L'obbiettivo del film è pienamente raggiunto, anche 30 anni dopo non perde vigore.
Grandissima la capacità di Pasolini di creare ribrezzo, e odio nello spettatore.
Fortemente sconsigliato a coloro che non sopportano i film crudi.


Finaldestinatio  @  17/10/2005 18:03:19
   10 / 10
l'unico film che lo supera in crudità è MEN BEHIND THE SUN che però non vale niente rispetto a questo bellissimo

Dziga  @  17/10/2005 17:54:12
   10 / 10
Pasolini è da conoscere a fondo!!!guardatelo!

Marci  @  14/10/2005 14:56:33
   10 / 10
Il primo film che mi ha fatto chiudere gli occhi

farfy  @  17/09/2005 11:10:27
   8 / 10
Ho letto il libro di Sade e mi ha lasciato senza fiato: penso che nessun testo possa superare il limite di eccesso, violenza, volgarità, sesso, di questo libro. Il film non l'ho visto, ma ho guardato le immagini su un settimanale...vorrei vederlo ma non so se è possibile recuperarlo da qualche parte..........

3 risposte al commento
Ultima risposta 06/11/2005 00.53.37
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viagem  @  06/09/2005 16:01:32
   8 / 10
Film crudo, violento, stomachevole, inguardabile, di denuncia della società borghese e dei vizi umani in genere. Grazie al cielo a distanza di anni ancora ci scandalizza.
Capolavoro di Pasolini e del suo pensiero critico, però non ne consiglio la visione.

ulisseziu  @  06/09/2005 15:34:50
   9 / 10
Ci sono realtà e realtà diverse...
Rappresentare QUESTA realtà, manifestarla al pubblico, in maniera così credibile, negli anni '70 poi... ma che ve lo dico a fare....

Aprite gli occhi, non esiste solo l'eterosessualità, non esiste solo la chiesa cristiana, non esistono solo destra e sinistra con le loro idee radicate nella tradizione storica, non esiste solo il rapporto sessuale "canonico" ed i pazzi e criminali non sono solo i poveracci ed i disperati!!!

Povero Pasolini, il solo pensiero di quanto ci stava stretto in quella società fondata sull'ipocrisia mi commuove...

Guy Picciotto  @  25/08/2005 13:27:47
   9 / 10
L'inferno dantesco non secondo dante ma secondo pasolini, l'inferno al tempo della globalizzazione e del nazional-capitalismo. l'eccitazione sessuale finale del fascista mentre voyerusticamente visiona le torture dalla finestra col binocolino compiacendosene e masturbandosi è un chiaro segnale dei tempi....era il 1975, oggi nel 2005 l'informazione imbottita al vetriolo di segnali ballardiani di sesso mercificato e torture alla guantanamo mostrati come radiografie spinali, densità di immagini (o simulacri) tra il libidinoso e l'atroce, il sesso è diventato un mezzo per attuare il controllo psicologico, la sodomia è un mezzo er attuare la tortura fisica. pasolini non risparmia nemmeno la controparte plebea, anzi colpevolizza la categoria, è non è difficile vedere nelle vittime il basso-medio ceto italiano un tempo umile e dignitosa massa contadina che oggi non desidera altro che imitare i granosi della tv e dell'alta società. pasolini denunciava il "mutamento antropologico" del popolo italiano, ossia quel processo iniziato alla fine degli anni 50 per cui le identità culturali del paese erano progressivamente state sacrificate allo sviluppo industriale e commerciale "violento" del boom, in nome di quella "omologazione culturale" che annullava la varietà socio-culturale italiana, figlia di una storia millenaria. egli ribadiva che, se si fosse messo dall'alto di una torre a guardare la piazza, 10 anni prima avrebbe saputo riconoscere un proletario da un borghese, un fascista da un comunista, un meridionale da un settentrionale, e 10 anni dopo ciò non era più possibile, perchè la classe dirigente politica ed economica aveva sacrificato quella varietà in nome di una corsa al benessere e al consumismo . in fondo pasolini aveva percepito con svariati anni d'anticipo quel fenomeno aberrante che oggi chiamiamo "globalizzazione". pasolini aveva vissuto, come tanti, la trasformazione della società italiana da agricola e rurale (al massimo piccolo industriale) a società consumuistica e caratterizzata da un'industrializzazione forsennata e da un'urbanizzazione selvaggia. questa trasformazione avvenne in pochissimo tempo, poco più di 10 anni. pasolini ha sempre affermato che la sua posizione non era contro il progresso, anzi, bensì contro lo sviluppo, in particolare lo sviluppo vissuto sulla pelle degli italiani nei '50 e '60. la varietà culturale dell'italia, sebbene rurale e contadina, era per lui il ritratto di una purezza che veniva sacrificata sull'altare del consumismo omologante. con salò pasolini ci dice che esiste oggi un fascismo "in giacca e cravatta" che giudicava più pericoloso di quello "con fez e manganello". un fascismo strisciante che si insinua nella società al fine di plasmarla, di rimodellarla, di imporgli i propri modelli, il tutto con il sorriso e la benedizione delle istituzioni, e che questo nuovo fascismo è l'unica vera anarchia praticabile in questa scietà nazional-capitalista, il film in questione ci dice che quando hai il potere economico finanziario puoi esercitare l'anarchia senza nessun ostacolo.

la mia opinione  @  13/08/2005 01:03:25
   2 / 10
Pasolini dava piu forza al suo credo politico che all'obiettività artistica che conduceva. Crudo, inquitante, non si puo somministrare fino alla fine, mi fa male la pancia solo a pensarci. "Dio dio perche ci hai abbandonati" (diamine ci sono modi e modi).

4 risposte al commento
Ultima risposta 25/02/2008 23.47.39
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alesfaer  @  23/07/2005 19:43:04
   3 / 10
x me sto film fa skifo. nonostante la stima x pasolini, tanta crudità poteva risparmiarsela. i film traviano parekkia gente.

5 risposte al commento
Ultima risposta 29/09/2009 11.34.51
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maxfox71  @  22/07/2005 12:20:38
   9 / 10
La denuncia di uno dei maggiori artisti italiani secondo il quale il potere ha sempre la forza di rigenerarsi e si presenta sotto diversi aspetti nelle varie epoche umane; quindi dopo quello fascista prende forma il potere consuministico ovvero il più spietato e totalitario che si sia mai realizzato nella storia dell’umanità, al quale secondo la sua personalissima visione sembra non esserci proprio scampo in quanto penetra l’anima della gente e la lacera in modo irreversibile. Il film tratto dall’inquietante romanzo “Le 120 giornate di Sodoma” di DeSade rappresenta la futura società dei consumi, la quale attraverso i mass media si maschera di democrazia e di tolleranza e che il regista rappresenta attraverso la mercificazione (di marxiana memoria), la manipolazione dei corpi ed il sesso come bruttura. In questo contesto le prime vittime sono proprio i giovani che accettano come si presenta la nuova cultura consumistica senza alcun giudizio critico e senza ormai nessuna tensione ideale e rivoluzionaria.
Solo per chi ama Pasolini e la sua opera.


maia82119  @  13/07/2005 17:58:37
   10 / 10
geniale....un capovoloro....assurdo....

Invia una mail all'autore del commento scackley  @  09/07/2005 13:46:09
   9 / 10
Posso scrivere soltanto: "PIER PAOLO PASOLINI"

controsenso  @  08/07/2005 21:05:31
   9 / 10
Film difficile, controverso, disperato. Volutamente duro e inguardabile, assolutamente irriguardoso e violento.
Per me rappresenta, nel cinema, una vetta insuperabile nella spietata e cruda rappresentazione del potere - di qualsiasi potere!- che pone e dispone, che ci angaria, ci sevizia, ci sodomizza, ci fa mangiare *****, ci prostituisce ed infine ci elimina... mantenendo in vita solo coloro che si asserviranno e poi proseguiranno nella barbarica sottomissione di altri, funzionale alla assurda ed inumana logica del potere stesso.
Capisco i duri commenti, però è un film estremo di un grandissimo intellettuale rivoluzionario che andrebbe riscoperto.

droppy  @  19/06/2005 20:38:04
   1 / 10
Questo, è un film da pervertiti fatto da un pervertito! Al limite della istigazione alla violenza e alla sodomia! Lo cercavo carico di speranze ma invece è un film spaventoso, da bruciare e cancellarne ogni traccia!

11 risposte al commento
Ultima risposta 15/07/2007 14.46.43
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silvhia80  @  08/06/2005 23:10:27
   1 / 10
Salo' che schifo un film da perversi che non da nessun proposito, un film di corrente che ha nulla da dire

7 risposte al commento
Ultima risposta 27/05/2015 20.11.43
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desi  @  08/06/2005 23:04:57
   7 / 10
"Chi potrebbe dubitare della mia sincerità quando dico che il messaggio di Salò è la denuncia dell''anarchia del potere e dell''inesistenza della storia? Eppure così enunciato tale messaggio è sclerotico, menzognero, pretestuale, ipocrita, cioè logico della stessa logica che non trova affatto anarchico il potere, e che trova esistente la storia, anzi, pone ciò come un dovere. La parte del messaggio che pertiene al senso del film è immensamente più reale, perché include anche tutto ciò che l''autore non sa, cioè l''illimitatezza della sua stessa restrizione sociale storica. Ma tale parte del messaggio è imparlabile, non può che essere lasciata al silenzio e al testo".
Così Pasolini rispose alla domanda di un giornalista al termine del film e pochi giorni prima del suo assassinio.
A dimostrazione di come non si possa interpretare un film di cosi profondo spessore psicologico...
Io mi limito ad annunciarvi la semplice visione del film più crudo e sporco del cinema italiano.
Difficile


Invia una mail all'autore del commento Strangelove'90  @  21/05/2005 21:40:22
   9 / 10
Estremo, cruento, crudele, masochista, sodomita e chi più ne ha più ne metta. Su questo film si è detto molto, a volte troppo. Resta il film d'autore più estremo che i miei poveri occhi abbiano visto. E poteva essere solo l'inizio: sembra che Pasolini avesse in mente di creare un "trilogia della morte" che proprio la sua morte ha fermato.
Merita 9, non 10 perchè a volte è troppo esagerato nella sua efferatezza, ma che film!

antonius block  @  21/05/2005 16:57:45
   9 / 10
un inchino prego !

Philanselmo  @  13/05/2005 01:34:24
   8 / 10
Un film da non perdere tratto da un libro da non perdere.
Sade tracciò la linea di confine di ogni mania, violenza, perversione e disgusto. Pasolini cerca di riproporlo sul grande schermo.
E lo fa alla grande.
Quello che secondo me rimane veramente impresso, più che le scene di violenza estrema, sono le espressioni, le movenze e il modo di parlare dei protagonisti mentre le attuano.Non ho mai visto carnefici più terrificanti di quelli in questo film.
Sconvolgente, in tutti i sensi.

pirulino  @  22/04/2005 14:45:24
   2 / 10
ma scusate il voto eccellente è perchè il film è targato pasolini production?un film peggiore nella mia vita mai visto. cosa pensate che per fare metafore sulla vita serva sbattere in faccia allo spettatore tale violenza?tali abusi?sarebbe uno schiaffo in faccia non solo all'intelligenza di chi guarda a tenta di capire pasolini ma un feroce attacco al senso critico di ognuno.

13 risposte al commento
Ultima risposta 13/08/2007 10.30.01
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Krypto_06  @  31/01/2005 00:28:12
   9 / 10
Film ai limiti dell'inverosimile..violenza, brutalità, sesso sfrenato, manie di tutti i tipi...tutti questi elementi vengono usati come metafora della vita e della violenza fine a se stessa...un consiglio che lascio alle persone deboli è non guardate questo film potreste rimanerci sotto...a parte questo credo che pasolini abbia fatto un film molto coraggioso e non facile da capire sulla società borghese fascista e non solo visto che quest'opera rapportata ai nostri tempi resta molto attuale per i contenuti che trasmette...mai visto un film cosi....ola

Gruppo REDAZIONE maremare  @  24/12/2004 00:57:53
   8 / 10
Film disturbante.
Un attacco feroce alla società borghese ed una lucida analisi dei propri meccanismi psicopatologici.

Gruppo COLLABORATORI Aenima  @  17/11/2004 08:41:11
   9 / 10
Questa pellicola di Pasolini trasporta le vicende narrate nelle 120 giornate di Sodoma, scritte dal marchese De Sade sul finire del ‘700, alla Repubblica sociale italiana del 1944. Tutto il film ruota intorno a 3 componenti fondamentali (la violenza, la musica, la geometria) fuse insieme a creare un perfetto equilibrio in cui il caos regna sovrano: le scene più truculente, che si svolgono per lo più in una sala (definita delle orge) in cui tutti gli elementi sembrano disposti secondo un preciso ordine geometrico, sono infatti sempre accompagnate da un allegro motivetto musicale (che il più delle volte sovrasta le grida strazianti delle vittime).
Non c’è redenzione per i carnefici, che corrotti dal vizio sfruttano la loro posizione di privilegio per soddisfare i propri piaceri sessuali, come non esiste salvezza per le vittime, che schiacciate dalla stupidità dell’ingenuità finiscono per annientarsi l’una con l’altra.
Lo scopo di questa pellicola, secondo quanto dichiarato dallo stesso Pasolini, era quello di protestare con “un film perverso contro la perversione”, ma tale denuncia risulta implicitamente rivolta anche all’essere umano (in quanto tempio della perversione) e quindi alla vita stessa ("E' dunque assolutamente necessario morire, perchè finchè siamo vivi manchiamo di senso.....solo grazie alla morte, la nostra vita ci serve ad esprimerci" - P. P.Pasolini)
L'infinita vividezza di questo film rende lo spettatore vittima delle sue violenze. Un lento, lentissimo viaggio all'inferno da cui sembra impossibile uscire indenni.


4 risposte al commento
Ultima risposta 06/09/2005 16.23.44
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  30/09/2004 13:24:25
   9 / 10
Film pazzesco di Pasolini, un vero e proprio viaggio all'inferno, estremo e quasi insostenibile se non per gli stomaci + forti.
Cinema violentissimo , coraggioso, e insieme, una riflessione sull'uomo e sulla violenza.


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