prometheus (2012)

Probabilmente il film paga il prezzo delle sue (insulse) ambizioni, un'eccesso messianico che avrebbe dovuto disvelare la via della fantascienza agli adepti del genere e che invece si è rivelata la causa principale del suo oggettivo fallimento.
Se infatti Scott riesce a strabiliare l'occhio con una messa in scena poco più che straordinaria come di rado si è visto fino a ora, dall'altro appesantisce un racconto di per sé discutibile con una serie di ridicole digressioni filosofiche che scomodano darwinismo e cristianesimo per poi andare a parare nei soliti enigmi umanitari (chi siamo, da dove veniamo...), col risultato di rendere il film inconsistente, banale e mai davvero coinvolgente.
Lo stesso apparato visivo, francamente fine a sé stesso, rischia di passare da paravento per una regia incapace di infondere dinamismo a una sceneggiatura assolutamente scialba, che oltretutto cerca affannosamente di trovare sterili punti di contatto con il cult ("Alien") del quale dovrebbe rappresentare il prequel. Peccato che, anche da questo punto di vista, molti interrogativi restino celati secondo una psicosi tutta americana per la serialità.
Nonostante una confezione di prima grandezza e tre attori perfetti (bravissimo il cyborg Fassbender), le emozioni sono raggelate e preconfezionate.
Continuo a rimanere del partito di "The abyss", di Spielberg ("Incontri ravvicinati") e del primo, inimitabile "Alien".