moulin rouge (2001)

musical atipico, con canzoni non originali reinterpretate dall'eccellente Ewan McGregor, molto più valido di metà dell'odierna scena pop e da una fulminante Nicole Kidman, che ha preso lezioni da un vocal coach per l'occasione.
Lo script è molto semplice: donna in carriera che sogna di fare l'attrice e che segretamente sogna il grande amore - seppur non lo dia a vedere - incontra scrittore di grandi valori, belle speranze e zero quattrini per dare allo spirito bohemien concreta realizzazione.
Oltre alle indiscutibili doti canore di McGregor e alla ****ggine incontrastata della Kidman, spicca un John Leguizamo surreale e perfetto nel ruolo del nano che funge da collegamento diretto con lo spettatore. I costumi sono il vero fiore all'occhiello del progetto (anche il cast è da mettere in conto ed è d'eccezione), la scenografia spiazzante è complice della sensazione di smarrimento (positiva) dello spettatore.
Struggente e diretto, dai toni forse un po' infantili (ma non per questo meno valido), racconta l'incontro casuale fra i due protagonisti, la messinscena dello spettacolo scritto da Christian, il protagonista, le difficoltà affrontate dalla coppia per rimanere insieme a causa del desiderio verso lei da parte del Duca di Monroth, finanziatore (con offerte che non si possono rifiutare) del progetto.
Sarebbe pure retorico considerare debole e furbo il filo conduttore che porta all'inevitabile risoluzione finale (anche se legittimo), o sarebbe per lo meno ingiusto se non si citasse il contraltare rappresentato dalle splendide scenografie e dai colori sgargianti che dominano la scena.
Bel musical, continuo a farmi sorprendere dal genere poiché è uno di quelli a cui ho dedicato meno tempo. Se ben confezionati, hanno potenzialità infinite.
Continuo a tenere nelle mie personali prime posizioni Chicago e La La Land.
Il punto più alto, per me, rimane il tango di Roxanne.