Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Correva l'anno 2000. Lo sceneggiatore americano David Franzoni aveva rispolverato il peplum con lo scottiano Gladiatore, azzeccando così uno dei più grandi successi commerciali e di critica della storia del cinema. Quattro anni dopo, con l'appoggio multimilionario del produttore Jerry Bruckheimer, ha ritentato l'impresa, decidendo però di prendere totalmente le distanze dal mito conosciuto di Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, all'inseguimento di una presunta storicità. La storia ha inizio nel 460 d.C. I Romani hanno deciso di abbandonare la Britannia per rafforzare le difese di un Impero ormai allo sfacelo, ma così facendo lasciano l'isola alla mercé di popolazioni barbare quali Pitti e Sassoni. L'invasione ormai è inevitabile, e l'ultimo baluardo della libertà è costituito dal valoroso Artorius Castus (Clive Owen) e dal suo manipolo di cavalieri sarmati, costretti prima a superare atavici conflitti con il popolo dei Guadi, guidati dal misterioso Merlino (Stephen Dillane) e dalla coraggiosa Ginevra (Keira Knightley). Il succo del discorso è che Bruckheimer non si è mai tirato indietro quando si tratta di finanziare le peggio porcherie tamarro/americanoidi, ma raramente aveva toccato vette di trash così elevate come in questa occasione. In genere il sottoscritto non fa la pulce alle licenze poetiche (in caso contrario, Il Gladiatore non potrei mai apprezzarlo), e le ripetute rivisitazioni bretoni sarebbero più che accettabili se l'impasto narrativo non fosse così amorfo e svogliato. La trama agonizza tra una scena prolungata allo sfinimento e l'altra, tra un agghiacciante dialogo degno dei peggiori cinecomic Marvel e l'altro, fino ad una battaglia finale priva di alcun accenno di suspense o climax emotivi. Sulle scopiazzature indiscriminate a film ben più centrati nella caratterizzazione nichilista di un manipolo di guerrieri disperati (I sette samurai e Il mucchio selvaggio in primis) è pure meglio stendere un velo pietoso. La costruzione dei personaggi e la recitazione, di conseguenza, è ugualmente scialba. Tutto ha l'odore del pressapochismo e del luogo comune, talmente poco coinvolgente che poco ci si preoccupa per i destini di eroi e avversari: che la guerra la vincano i sarmati o i Pitti non interessa, quale sia la natura del rapporto tra Artù e Merlino non conta; lo spettacolo è molesto, frastornante, per nulla avvincente. Il solitamente bravo Clive Owen è un Artù da annientamento delle gonadi, e passa tutto il tempo con una perenne espressione da cane bastonato degna di Jon Snow. Anche il resto del cast è semplicemente squallido: Keira Knightley è fuori luogo come Ginevra amazzone inserita a forza per dare una nota di female power in un contesto a maggioranza machista, Stephen Dillane sfoggia un carisma direttamente proporzionale alla sua utilità nella storia (pari allo zero). Sullo spreco di Stellan Skarsgard è pure meglio sorvolare visto che inspiegabilmente sono riusciti a inserire persino Ivano Marescotti. Ma ora veniamo a ciò che forse poteva salvare il film dal totale disastro: il comparto tecnico. Il regista Antoine Fuqua si dimostra poco tagliato per il genere epico, specie nelle scene di battaglia che, oltre a essere spurie nel mare di noia, si fanno notare per una frenetica regia a multipla ripresa ulteriormente massacrata da un montaggio frammentato e caotico (certi virtuosismi action lasciamoli a gente come Ridley Scott o Tsui Hark, grazie). La fotografia è degna dei peggiori videoclip, talmente satura da impedire a degli effetti speciali da galera (si salva a malapena il sangue in CGI) di integrarsi col resto delle riprese. In questo squallore di proporzioni epiche regna sovrana la stupenda colonna sonora firmata da Hans Zimmer con performance vocali di Lisa Gerrard che, come era già accaduto col Gladiatore, riescono a toccare corde inaspettate con le loro suggestive sonorità. Poi devo sentirmi dire che è l'Arthur di Guy Ritchie a essere un buon lassativo. Mah…
Visionata la "Director's Cut" che è sicuramente migliore di quella originale. Buone le sanguinolente scene di battaglia e ottimo il cast (a parte una Ginevra guerriera interpretata da una poco credibile Keira Knightley), ma i problemi sono nella regia e nella sceneggiatura. Nella prima non ritengo Fuqua un regista adatto a questi film, il suo stile lo vedo più per pellicole tipo "Training Day" e affini. Nella seconda ho trovato discutibile il contesto storico in cui è ambientato, la storia parecchio travisata e purtroppo non mancano banalità e stereotipi tipici di queste pellicole. Inoltre le caratterizzazioni sono scarse e i dialoghi non riuscitissimi. Più che la storia di Re Artù, mi è sembrato un "Braveheart" dei poveri. Comunque al netto dei non pochi difetti, "King Arthur - director's cut" offre un discreto intrattenimento.
Discreto fumettone avventuroso ... Nel quinto secolo dopo Cristo , Roma ha oramai deciso di abbandonare la Britannia , sotto la pressione di Scozzesi e Sassoni . Artù è il leader di un ormai sparuto drappello di cavalieri sarmati ( !! ) al servizio dell' Impero , che devono svolgere un' ultima difficile missione prima di congedarsi .... La sceneggiatura è uno dei tanti tentativi di dare un' interpretazione storica al mito arturiano , mutando il quadro storico in cui la vicenda si inserisce . Comunque , se lo spunto è discutibile , questo film , girato dall' abile regista d' azione Antoine Fuqua , risulta gradevole ed avvincente . Non ci sono qui le scintillanti armature medievali nè i rutilanti e sgargianti stendardi e nemmeno i turriti castelli a cui ci avevano abituato le più famose pellicole sull' argomento . Abbiamo barbari britanni dipinti di blu , feroci invasori germanici , romani arroganti ed infidi ed un potere temporale che stranamente sembra più in mano al Papa che all' Imperatore . Ma la verità storica non è certo il fine ultimo a cui ambisce questa pellicola , che , essendo di Jerry Bruckheimer , mira ad essere solo un epico fumettone blockbuster attira spettatori . E , a quanto mi risulta , nonostante tante critiche , i suoi incassi sono stati buoni . Davvero ben fatte le scene di combattimento , che sono il suo punto di forza , specialmente quella , spettacolare , sul lago ghiacciato e la grande battaglia finale con bei movimenti di massa . La produzione non ha badato a spese anche nella scelta del cast internazionale . Accanto al protagonista , il monoespressivo Clive Owen , troviamo una combattiva Keira Knightley ( mai così bella come in costume guerriero ! ) , il rodomontesco Ray Winstone , il taciturno Mads Mikkelsen , lo spietato Stellan Skarsgaard , lo sbiadito Ioan Gruffudd e persino il nostro bravo Ivano Marescotti . Come ho già detto io amo i film di avventura ; questo peraltro non mi è dispiaciuto , e gli do una sufficienza abbondante : 6,5
Blockbuster a sfondo storico che personalmente ogni tanto rivedo sempre con piacere. E' un film puramente di azione e avventura, con battaglie girate molto bene (bellissima quella sul lago ghiacciato) ma che si porta dietro innumerevoli cliché che a qualcuno possono far storcere il naso. Io ne ho sempre apprezzato l'aspetto di puro intrattenimento, tralasciando tutto il resto.
Nota negativa: Clive Owen non mi è piaciuto nelle vesti di Artù.
Le storie sul mondo epico, fra letteratura e miti, hanno sempre affascinato. Ovviamente le trasposizioni cinematografiche, nel tempo, si sono sbizzarrite nel proporre i vari modelli. Alle volte son nati ottimi prodotti, altre volte, invece, i risultati sono stati abbastanza bassi.
"King Arthur" , in questa linea concettuale, va a posizionarsi in una sorta di intermezzo. Lontano da qualsiasi smodata celebrazioni, resta un film godibile. Difficile prolungare l'analisi, c'è poco da dire. "King Arthur" resta un film per l'intrattenimento, la logica e la storia vanno staccate dal giudizio. Insomma bisogna osservare e godersi uno spettacolo, fra azione e sangue. Perché in effetti il piano narrativo è abbastanza assente, prevale la sceneggiatura che cerca di colpire con la sequenza, non per altro. Consigliamo la visione, per chi non dovesse vederlo, la vita va avanti. Senza troppi rammarichi.
quando ero un ragazzino e lo vidi la prima volta mi piacque molto. ma ora che non ho più 14 anni posso dire che il film non ha una grande trama ma non è nemmeno da buttare
Mammamia che brutta media. Vediamo un po' se riesco a far risollevare le sorti ad un film fin troppo criticato. Il famoso produttore Jerry Bruckheimer mette mano alla leggenda di Re Artù e gli dà una divertente e coinvolgente impronta action, come nel suo stile, sfornando un epico popcorn-movie. L'aspetto che più interessa a Bruckheimer e soci, è l'intrattenimento puro, ed è a questo punto che King Arthur sfodera le sue carte migliori. Diretto da un regista muscolare, Antoine Fuqua (Training day, L'ultima alba e Shooter), a cui va aggiunto tutto il repertorio ipercinetico delle produzioni made in Bruckheimer, azione all'ennesima potenza, soprattutto se il film viene guastato nella versione extended cut.Insomma questo è il cinema di Bruckheimer, una versione epico-eroica che sinceramente non ci dispiace. Un gran cast che vede come protagonista l'immenso Clive Owen, affiancato da una splendida Keira Knightley, oltre a Mads Mikkelsen, Joel Edgerton, Ioan Gruffudd, Stellan Skarsgård, Ray Winstone, Ray Stevenson, Til Schweiger e Ivano Marescotti. Una spettacolare pellicola, creata per far gioire gli occhi e le orecchie, visto che vanta di una colonna sonora stratosferica, composta dal mitico Hans Zimmer. Quindi, se volete un Re Artù decisamente diverso dall'icona storico-cinematografica di sempre, questo è il film giusto.
Film d'intrattenimento discretoccio diretto da Antoine Fuqua nel 2004. La trama è piuttosto mediocre,sviluppata in modo alquanto scontato e banale,la regia è discreta così come la recitazione,ottima invece la colonna sonora. Molto bella anche l'ambientazione. Si può guardare tranquillamente basta non aspettarsi nulla di speciale.
Lucius Artorius Castus e il Vallo di Adriano. Questi due nomi collocano la storia del leggendario Artu' in un preciso momento storico: Britannia, tra il V e VI secolo alla fine dell'impero romano.Non basta brandire una spada per diventare Re...te lo devi guadagnare. La storia va oltre il mito di Artù, anzi lo dissacra.Questo film epico parla di liberta',coraggio,fedelta'...ognuno e' padrone del proprio destino... scordatevi i cavalieri senza macchia e senza paura, i maghi e gli incantesimi, una Excalibur dotata di grandi poteri; scordatevi la magia, il lato fantastico della vicenda e preparatevi invece a una solida e granitica realtà.infatti, benche' sia cresciuto con il mito di"Excalibur", splendido film di J.Boorman, posso dire di essere positivamente colpito da questa rilettura originale (veritiera?...possibile) della leggenda di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda. King Arthur è un film interessante e in molti momenti coinvolgente. Tecnicamente il film e' superlativo...ambientazioni,costumi e fotografia di ottima fattura. La verità storica sulle origini di Artù,in ogni caso, continua a rimanere un mistero.
Senza capo né coda! Film confuso, pieno di dialoghi agghiaccianti, luoghi comuni a più non posso, psicologia dei personaggi inesistente e una pesante noia di fondo. Come al solito il film ci divide subito i buoni e i cattivi, combattimenti buoni ma pieni di dannati rallenty che rovinano il poco di buono. Anche la puntata più brutta del Trono di Spade diventa un capolavoro in confronto a questo obbrobrio.
Cerchiamo di non bruciare il film attenendoci semplicemente a tradizioni letterarie che ci sono state tramandate da Mallory e compagnia cantante. Mallory scrive nel 15 secolo d.C., SCRIVE!!! Non colloca Artù in quella cornice storica. inoltre sappiamo tutti come artù e i suoi cavalieri vivano la loro gloria e le loro gesta in un arco temporale che va dal 5 al 6 secolo d.C, quindi tutto sommato la collocazione storica del film non mi sembra così dinamitarda ed anarchica. Ho letto in una recensione che il film sia ambientato nel 300...no...Lancillotto che fa da narratore racconta come nel 300 dopo Cristo si svolga la battaglia di Sarmatia e a seguito di questa i figli dei cavalieri sarmati incorporati nell'esercito romano e i figli dei loro figli avrebbero dovuto servire per 15 anni la causa dell'esercito romano. Un rapido calcolo ci fa giungere a: 15+15+15= 45....indi più o meno i fatti narrati dovrebbero svolgersi intorno al 345 d.C. solo un paio di secoli prima, ma è ovvio che, come da intenzione del narratore, si debba andare tempo addietro al fine di far combaciare i cavalieri di Artù con i romani causa la presunta discendenza del comandante con l'Impero. Diciamo che questa figura dell'Artù romano/britannico è un po' nuova, anche se in più di un libro si racconta come lo stesso re combatta con un'Armatura a piastre ROMANA.
dilungarsi sarebbe inutile, dopotutto l'analisi del film conta più della realtà storico/letteraria che il nome del re si porta dietro, di conseguenza credo che sia più giusto concentrarsi su valutazioni concrete. A mio giudizio un film positivo, coinvolgente con notevoli spunti ma anche qualche eccezione di troppo, partiamo dai lati positivi:
-Clive Owen dà quel tocco di malinconia e d'introspezione morale interiore che magari un attore più "guerriero" non avrebbe trasmesso al personaggio; giovane ma al tempo stesso navigato, l'esatto contrario di Sean Connery nel primo cavaliere...un Artù con i capelli bianchi non si può vedere!!! -bella la storia innovativa di una Roma dispotica e tiranna nei confronti anche dei propri cavalieri. -ottime le scene di combattimento -costumi ben riusciti, sopratutto per quanto riguarda le armature di Lancillotto e Artù -lo stesso Lancillotto è un personaggio ben riuscito, cosa che non si può dire degli altri cavalieri che occupano ben poco spazio sullo schermo se si escludono rari casi come quelli di Dagonet e Bors. -ambientazioni straordinarie e buona l'interpretazione di Marescotti (anche se la caduta romagnola alla "vacanze di natale a cortina" poco c'entra con un vescovo romano). -la trama e la storia coinvolgono dal primo all'ultimo minuto, un po' troppo lungo tuttavia l'intermezzo del viaggio sui monti innevati prima dello scontro con i sassoni.
Passiamo ora ai punti negativi
-Ginevra appartiene ad una strana razza britannica e combatte (???????) nemmeno fosse un'amazzone. -Merlino è NEMICO di Artù e padre di Ginevra quando nel mito è il più fido consigliere del re.... -i cavalieri, eccezion fatta per i primi due, sono connotati veramente male: -Galahad nel mito è uno dei cavalieri più puri e uno dei tre cui viene concesso di cercare il Graal mentre nel film sembra un mezzo codardo che non vede l'ora di congedarsi dalle armi. -Bors sembra un contadinotto vestito da guerriero che parla di come abbia difficoltà a tenere dritto il pisello.... -Dagonet nel ciclo è un semplice ciambellano di corte, quì addirittura il più valoroso dei 7??? non erano 12???? cavalieri di Artù. -Galvano (che si chiamerebbe Gawain), noto come il cavaliere più abile e forte, è il più anonimo del gruppo. -Tristano sembra un mezzo gotico e appare completamente distaccato da tutti i suoi compagni d'armi. - la tavola rotonda è il consiglio di Camelot, quì sembra un semplice tavolo attorno cui sedersi per mangiare.... -Excalibur, uno dei nodi centrali della leggenda arturiana non ha praticamente risalto....
Nonostante le loro recensioni qualche volta mi trovino d'accordo, ho imparato che spesso non è saggio fidarsi dei critici, specie se bocciano in modo così insensato una rarità come King Arthur solo perché non è come il pomposo film di Boorman. In realtà, ci troviamo di fronte a un'opera la cui ricostruzione storica è maniacale (è storicamente sicura l'esistenza di un guerriero di Roma di nome Artorius -poi, vabbè, qui il protagonista ne porta il nome ancestrale- e che nella stessa epoca in Britannia ci fossero cavalieri sarmati) e il cui punto forte è non tanto una storia alquanto pretestuosa (ma che ci fa il pupillo del papa oltre il Vallo???) quanto le atmosfere epiche e l'azione incalzante e spettacolare, accompagnate da una musica davvero suggestiva. Gli scontri sono magnifici e gli attori, sorretti da una sceneggiatura che offre dialoghi brillanti, danno il meglio di sé (incluso l'antipaticissimo Marescotti). Il finale, poi, soddisfa ampiamente. Una vera e propria perla firmata Jerry Bruckheimer.
Visto addirittura due volte a distanza di diversi anni, la prima visione me l'aveva fatto apprezzare abbastanza devo dire, la seconda inevitabilmente è stata abbastanza noiosa. In ogni caso non lo trovo brutto come la media lascerebbe pensare, è un film che si lascia guardare e, punto indubbiamente a suo vantaggio, non è infinito come la maggior parte dei film del genere. Buona la caratterizzazione dei Cavalieri di Artù, film abbondantemente sufficiente
Un film scialbo e con una sceneggiatura a dir poco pessima costruita attorno ad un buon cast (unico aspetto positivo). Davvero una caduta di stile vertiginosa per Antoine Fuqua. La cosa in assoluto più fastidiosa di questa pellicola è che con le sue pretese di veridicità (già cominciare il film dicendo che si basa su fatti reali quando non si sa nemmeno se lo stesso re Artù sia davvero esistito è un primo passo falso) si allontana totalmente dai personaggi letterari divenuti così famosi nel tempo, addirittura si vede Ginevra combattere (fantasiosa trovata per mettere in mostra la bellezza di Keira Knightley). Sinceramente questa mania di fare film su personaggi più o meno famosi, vedi i vari "Dylan Dog" o "Sherlock Holmes" (anche se ammetto che quest'ultimo mi è piaciuto), reinventando completamente le peculiarità dei personaggi stessi, la trovo quantomai odiosa. Del resto è chiaro che questa sia un'azione di tipo esclusivamente commerciale, se questo film si fosse intitolato "King Pinco Pallino" non lo avrebbe guardato nessuno, invece affibiando ai protagonisti i nomi di Artù, Lancillotto, Ginevra, ecc. si riesce ad ottenere un buon successo commerciale. Finito questo mio sfogo devo dire che in circolazione c'è di peggio, però c'è anche di meglio, io per esempio ho visto questo film un paio di mesi fa e l'ho già rimosso quasi completamente dalla memoria. Bocciato!
Le vicende di Re Artù raccontate in un modo mai conosciuto ( almeno a me) prima d'ora e dietro una presunta, e dichiarata a inizio film, realtà storica. Non capisco davvero una media cosi bassa.. Il film è bello e sicuramente vale la pena di vederlo
Film senza capo nè coda, non si capisce percjè le amazzoni debbano combattere con i nostri eroi ( la ragazza protagonista amazzone è inguardabile)... CLive Owen sprecato per un ruolo che non gli si addice, ed in + lui è anche un pò sottotono... La storia nel complesso non regge, la regia fa il suo compitino, ma la sceneggiatura è davvero ai limiti del ridicolo!!!! la battaglia finale è indescrivibile per la sua bruttezza!!! Non guardatelo!!!!
sono in totale disaccordo con la media così bassa di questo film...... questa rivisitazione della leggenda di Artù, a me è piaciuta un sacco....bellissimi i paesaggi, le scene di guerra e anche i personaggi sono tutti ben riusciti e credibili....poco mi importa se non ha riscontri storici o viene criticato per il gusto di rovinare un bel film o il proprio regista.....film romanzato, ma comunque con diversi punti di riflessione...per non parlare del suo essere "toccante" in più di qualche scena!!! promossa a pieni voti anche la colonna sonora....promosso il film!
Un'interpretazione alternativa e forse un pò troppo romanzata ma comunuque ben riuscita del leggendario mito di Re Artù e dei cavalieri della tavola rotonda. Paesaggi stupendi, favolosi. Vago tentativo di emulare l'ideale di Libertà meglio riuscito in "Braveheart", ma fa lo stesso. Merita la visione da coloro che amano i film di azione con un pizzico di mito in epoca medievale. Alcune scene davvero toccanti, altre decisamente evitabili ed irreali, ma il prodotto ne risulta comunque più che soddisfacente.
Vedo che vado controcorrente ma non mi crea problemi a dire che questo è un film ben fatto e coinvolgente da ogni punto di vista , non mi metto a verificare se la storia coincida o meno non mi interessa, film di questo tipo sono molto romanzati è inutile soffermarsi sul sia vero o non vero. Concludo che è un film da vedere.
Un film nullo, banale, retorico, convenzionale, irreale e a tratti anche moralista, diretto da Antoine Faqua. Non si può fare un film 'cappa e spada' con ambientazioni plumbee e cupe e con una sceneggiatura che a tratti c'è e a tratti non c'è, quando gli ingredienti per un ottimo film ci sono tutti: la pellicola, innanzittutto, è davvero violentissima... le sequenze di combattimenti infiniti potevano essere molto evitate o almeno tagliate; poi, gli attori sono ridicoli... come si fa a dare la parte di Lancillotto al "Mr Fantastic" dei Fantastici 4? Stessa cosa, la Kngithley non cinvince e Clive Owen è assolutamente fuori luogo. La storia vacilla già dai primi 30 minuti; senza contare, le figure del "Merlino" che vive nella foresta con i suoi tribali. Dai, è veramente ridicolo. Una delusione.
Non rievoca correttamente le gesta del leggendario re Artù, modificandone anche il comune immaginario di certi personaggi. In ogni caso è una buona scarrozzata su e giù per la britannia. Un film senza pensieri, e un buon motivo per riprendere in mano un libro con la "vera" leggenda.
che strani voti per king arthur davvero molto altalenanti... vedo che a tante persone non è piaciuto io al contrario non l'ho mai trovato così male, non è che lo trovi chissà che cosa ma nemmeno da insufficienza o da sufficienza stiracchiata il film mi coinvolge, la storia di re artù è dannatamente intrigante e raccontata in un modo nuovo che non guasta ed è realizzato benissimo; si il tono è piuttosto discontinuo ma non diventa mai noioso (almeno dal mio punto di vista)...si lascia guardare e la battaglia finale è stupenda.
Confesso che quando ho visto questa versione del King Arthur (legata alla "leggenda" degli Highlander, ma anche ai divoratori di peccati di cui ad altro film molto romano e molto michelangelo cappella sistina) ho pianto di commozione. Tutti conoscono la leggenda di Re Artù e i suoi cavalieri della tavola rotonda, Genevève e Lancillotto, ma i significati sono diversi, come per la "Gerusalemme Liberata" del Tasso. Questo film, in particolare, narra dei cosiddetti Pueri Oblati dell'Obolo di San Pietro. sono bambini e bambine (di regola quelli di famiglie numerose e povere, o i secondi nati e cadetti o cadette di famiglie nobili) di altre razze o culti (ebrei, persiani, massoni, indiani, etc) donati sin da piccoli alla Chiesa Cattolia Arca di Noè che seleziona i migliori e li educa come meglio non si potrebbe. Sono votati a servizi particolari e, conoscendone io moltissimi, di regola giungono sino ai massimi livelli. In questo caso la vicenda è legata a dei Britanni: gente di Genitivo Sassone, quello dei Nick. Sostanzialmente assolvono al loro debito verso la Mater Ecclesia Magistra con il loro apporto (di regola il meglio al mondo perchè sono selezionatissimi ancora oggi) per il tempo prestabilito al riscatto loro e delle loro famiglie razziali o di culto o etnie diverse.
Cast non da poco,non si può dire la stessa cosa per trama e tutto il resto, la colonna sonora di Zimmer è l unica cosa che dà sapore al film,sceneggiatura e fotografia sufficienti, non offre granchè, da vedere senza pretese
Insipido e freddo,con personaggi poco interessanti e battaglie che annoiano. Ai limiti del sonno. Sarà che l'epoca storica del film non mi affascina più di tanto ma mi sono sembrati sprecati tutti questi attori. Non lo ricordo con piacere,a parte il fatto che in giro è stato fatto di meglio.
Ci sono cose che non mi sono piaciute (il ruolo di Ginevra guerriera su tutto). Alcuni momenti erano lenti..troppo. In alcuni tratti attori poco immedesimati secondo me.
Se la serie di voti negativi si concentra esclusivamente nella poca attinenza alla realtà storica,allora ci si sta sbagliando. Artù è una leggenda fantastica essendoci tuttora dubbi sulla reale esistenza di Arthur e della tavola rotonda del ciclo Bretone.
Il contesto storico,di incastellamento nelle fredde foreste nordiche,è rappresentato egregiamente nella sceneggiatura di questo King Arthur,dotato di un'ottima fotografia fredda e poco verdeggiante. Anche le azioni di battaglia sono state fatte decisamente bene dove i Barbari sono rozzi e bruti al punto giusto.
Sicuramente un ottimo prodotto,considerando che ci sono troppe pretese intorno ai film a sfondo storico-battagliesco,va bene cosi.
Visto stasera in tv, lievemente peggio di quanto mi ricordassi, King Arthur è tutt'altro che un film malvagio e non merita una media così bassa. Bellissime le atmosfere fredde e decadenti che si respirano nell'intero film, buona la fotografia e originale la storyline. Alti e bassi fra gli attori. Una buona rivistazione del mito.
E questo sarebbe un kolossal spettacolare e di grande impatto?non credo proprio..anzi,proprio perchè ti aspetti tanto,dopo averlo visto ti sembra ancora più scialbo e insipido di quanto sia in realtà..una vera e propria delusione
film è davvero bello e ben fatto. I personaggi hanno sfumature diverse. Ad esempio lancillotto è davvero molto più aggressivo e deciso, mentre Ginevra si rivela una guerriera molto forte.
Un film presentato e confezionato in maniera enfatica, che si lascia guardare senza però risultare convincente ed appassionante, almeno per quanto mi riguarda. Una pellicola che strappa la sufficienza e nulla più.
Il fatto che “King Arthur” parta col piede sbagliato è evidente dalle pretese storico-archeologiche avallate nei fotogrammi iniziali. Come si può dichiaratamente narrare, dal punto di vista storico, le vicende di un personaggio che non si sa neanche se sia esistito davvero? Affrontare i risvolti leggendari del ciclo arturiano sarebbe stato troppo ripetitivo, ma in questo modo non si è fatto altro che reinventare in modo scadente uno dei miti più famosi del mondo. D'altronde le pecche non si limitano solo alla sceneggiatura, la mediocre fotografia e i pesanti dialoghi rendono la permanenza davanti allo schermo davvero ardua.
Film da cui era lecito attendersi di più. La storia é molto romanzata, e nonostante la durata, nella prima parte lo scorrimento é troppo veloce e poco approfondito. Nonostante non sia un capolavoro del genere, la visione comunque la merita, grazie all'ottima prova degli attori, alla scenografia stupenda, alla buona colonna sonora, ed alle sequenze di lotta.
E' davvero un film Bellissimo! Non capisco come possa non piacere.. Racconta ottimamente la cruda realtà dell'epoca con parti realizzate in modo egregio. Davvero un Ottimo Film!
Un film abbastanza pretenzioso. Si è voluto cercare di rendere una ricostruzione storicamente verosimile di quello che era il vero Re Artù, ma fallisce in pieno anche nella ricostruzione storica: le ricerche più accreditate ritengono il re un generale britanno vissuto attorno al IX secolo, mentre qui viene rappresentato un personaggio cronologicamente posto molti secoli indietro, di quasi un millennio per l'esattezza. L'impero romano si era ritirato dalla Britannia nel II secolo d.C., indi per cui è palesemente inesatto. Inoltre tutto il resto del film è infarcito di inesattezze storiche o anche di anacronismi belli e buoni: basti vedere il per esempio il cavaliere in armi persiane. Ebbene, tali armi non erano mai state adottate nell'impero romano, ma dai Parti, i futuri persiani.
Il film è pieno anche di inesattezze pesanti (ad esempio una balestra ha potenza e gittata superiori a quelle di un arco e l'arco lungo, arma tecnicamente superiore ancora, venne introdotto solo nella Guerra dei Cent'Anni...), che portano ad una ricostruzione storica molto approssimativa e finalizzata a reggere il moccolo ad una serie di scontri coreografici e massacri oltre il limite del reale (cosa che questo film voleva cercare di realizzare).
Ma, come ho già sottolineato in altri commenti, questo film ha un grandissimo difetto: prescinde dall'ambito letterario che ha avvolto da sempre queste figure. Qui non è raffigurato nessuno di quegli elementi che hanno reso tale personaggio tanto celebre nei secoli e, al contrario, si è girata una pellicola a prescindere da essi in nome di una presunta ricostruzione storica che deficita sotto particamente tutti gli aspetti, ma che fa solo la figura della pagliacciata per cercare di fare qualcosa di originale. Se a tutto questo ci aggiungiamo una recitazione poco convincente (si salvano solo la Knightley e Owen secondo me), il fritto misto è pronto per rimanere sullo stomaco.
Purtroppo è stata persa una bella occasione per realizzare un capolavoro, ma è stata letteralmente gettata al vento. Nonostante questo è un filmetto piacevole da vedere, le battaglie sono sufficientemente spettacolari e di buona fattura; le ambientazioni invece sono scarse, anche se è pregevole il fatto di far trasparire la difficoltà della vita nell'Inghilterra di quei tempi.
Quello che però rende il film insufficiente sono gli attori: troppo piatti, dai protagonisti fino all'ultima delle comparse.
Manca anche del mordente al film, quel qualcosa in più che ti fa stare attaccato alla TV (od al cinema) fino alla fine.
Pregevole il fatto di non tirar fuori stranezze sull'origine di re Artù e di accettare il fatto che sia stato un Romano (cosa che non è certa, ma che sembra agli storici altamente probabile se si accetta che non sia stata una leggenda).
Film abbastanza insulso...è un peccato perchè in alcuni punti appare gradevole e perchè no all'altezza della storia ma niente di più, poteva svilupparsi diversamente, viene reso noioso anche dall'interpretazione dei protagonisti...un pò deludente..
L'idea di rivedere ed adeguare il mito di Re Artù è buona, da tempo infatti gli storici affermano che Artù altro non sarebbe stato che un discendente delle genti romane.Chiaramente tra l'affermare e dimostrare c'è un abisso. In ogni caso non è male l'idea di impostare il film in quest'ottica. Quello che lascia perplessi è la realizzazione. In fondo un filone come questo poteva e doveva essere realizzato meglio. I presupposti c'erano, la trama è abbastanza verosimile se considerata in questi termini anche Owen se la cava egregiamente nel ruolo di Artù. Insomma il film è senz'altro sufficiente ma per poterlo considerare qualcosa di più di un filmetto manca senz'altro qualche ingrediente. Peccato
Libera rivisitazione della leggenda di Re Artù abbastanza piatta e noiosa se togliamo qualche scena di battaglia. Il regista è un po' troppo videoclipparo e certamente la pellicola è destinata ad un target giovane. Dialoghi mediocri per un film che verrà dimenticato in fretta.
I voti più bassi del 6 vengono da gente molto probabilmente nostalgica dei vari Gladiatore o Bravehart , non sarà un capolavoro ma di sicuro un buon film...
Una magnifica e originale storyline, da cui si sarebbe potuto ricavare un film eccellente, usando almeno due accorgimenti: 1) dialoghi più incisivi; 2) ritmo narrativo più incalzante e serrato. Peccato, perché la vicenda (storica, o più probabilmente pseudo-storica) della battaglia di Badon Hill, che avrebbe visto truppe romane, affiancate da partigiani britannici, infliggere una dura sconfitta ai Sassoni, la dice lunga sulle reali condizioni dell'esercito romano nell'epoca del basso impero. In questo caso, cavalieri di origine sarmatica, romanizzati e costretti dalle regole d'ingaggio a trascorrere lunghi anni in una terra lontanissima dalla loro patria di origine, finiscono per schierarsi dalla parte delle popolazioni native. Il che, nel bailamme dell'impero romano morente, è tutt'altro che incredibile. La storia/leggenda venne successivamente associata alla saga di re Artù, come attestano numerose fonti medievali. Naturalmente, vedere Merlino e Ginevra tratteggiati come capi della resistenza britannica può produrre uno strano effetto sullo spettatore, abituato a una ben diversa versione della saga. Tuttavia, gli autori del film non hanno inventato niente. Quanto alla resa cinematografica, le citazioni si sprecano e quelle da Braveheart e dal Gladiatore non sono fra le migliori. Splendida, invece, la sequenza della battaglia sul ghiaccio, evidente remìniscenza di Eisenstein (Alexandr Nevskij). Insomma, un ritmo molto discontinuo, in cui purtroppo la noia tende a dilagare. Non posso, comunque, dare meno di 7 a un film che, a parte il plot notevolissimo, si avvale di una scenografia da urlo (QUESTA è la Roma del basso impero, con le sue aquile stortignaccole e le sue ville ormai ben lontane dai fasti di un tempo, eppure lussuose rispetto alla miseria delle popolazioni sottomesse). Per le tattiche di guerra dovrei verificare (non so se i Sassoni usassero la testuggine romana), sulle guerriere britanne c'è tutto un repertorio di aneddotica, e comunque gli autori almeno hanno avuto il coraggio di non fare di Ginevra un oggetto del contendere erotico fra Artù e Lancillotto. L'interpretazione è dignitosa ma niente di speciale (incluso il protagonista Clive Owen), e così pure la colonna sonora del solito, espertissimo Zimmer. Insomma, si poteva fare di meglio, ma per favore non parliamo di strafalcioni storici perché non è questo il caso.
Film piuttosto deludente e noioso quanto basta per farti cambiare canale... strafalcioni storici a parte il film non ha azione wera e propria e si perde in lunghissimi momenti di noia totale, potea uscire un bellissimo film ma purtropppo non è stato così! IL CARTAIO
Lungi da me fare "la maestrina con la penna rossa" stando li a sottolineare gli strafalcioni storici, ma dico se si sta proponendo la VERA VERSIONE DI RE ARTU' epurata da tutti gli elementi mitologici e quindi STORICA allora bisogna che sia rispettata in pieno e non raccontare la Roma in decadenza secondo i soliti standard, insomma non c'è bisogno di una laurea in storia. Ma il punto non è questo, King Arthru è un film brutto sotto diversi punti di vista, pur salvando le interpretazioni ed anche l'idea tutto sommato non è male, siamo in presenza di un'altro clone del Signore degli Anelli, il primo di cui seguiranno altri. Da quando Peter Jackson ha sperimentato nuove tecniche cinematografiche nella rappresentazione delle battaglie campali, ecco piovere film che si fondano solo su queste, King Arthur è il primo, seguiranno Troy, Le Crociate, 300 ecc... Il film è ripetitivo e di poca presa, di basso livello culturale e decisamente troppo Hollywoodiano per poter essere digerito dal contesto. Può piacere io sinceramente non ho gradito e quindi scosiglio
Assolutamente sopresa di sapere che la leggenda di Re artu' come l'ho sempre conosciuta fin da bambina era una bufala!!! Be' sorvoliamo su questo stravolgimento della leggenda, a parte tutto è venuto fuori un bel film mi piace molto il fatto che a ginevra sia stato dato un carattere piu' forte!!Bellissime le scene di guerra e i costumi, ma che c'entrano i romani???
bah! già che c' erano potevano mettere Xena al posto di ginevra tanto era conciata uguale!
non sono d' accordo con chi ha messo un voto basso a quseto film perchè la storia non è così, quella di re artù è una leggenda e le leggende si fondano su fatti avvenuti molto prima, addirittura secondo alcune teorie il 400-500 DC sarebbe l' epoca giusta
Inverosimile. Nn mi pare che Artù centrasse qualcosa con Roma, ma potrei sbagliarmi. Comunque, a parte le panzane storiche ( i film ne sono pieni ), la pellicola non mi ha emozionato molto, a parte qualche brivido nella battaglie.
Il voto vale soprattutto per la radiosa bellezza di Ginevra alias Keira Knightley
Che a questo film venga attribuita un media così bassa è a dir poco scandaloso...Forse la storia non rispecchierà fedelmente la realtà, come sostengono in molti, però questo non è mica un film storico!!!!! P.S: non fidatevi di quelli che sostengono che questo film sia mediocre, guardatelo ne vale la pena!!!!!!!
Fuqua, onesto mestierante con un discreto curriculum nell'action movie, si cimenta nel cinema a vocazione storica-leggendaria, genere che evidentemente non gli appartiene. King Arthur è piatto, noioso, impantanato nei volti e nei pensieri di personaggi che non hanno niente da dire o da trasmettere. Nemmeno le scene d'azione lasciano il segno, le battaglie sono confuse, dispersive, poco appassionanti e non reggono il confronto con i contemporanei blockbuster di media caratura. Buoni e cattivi sono insipidi e la regia è talmente anonima che al calar del sipario la sensazione generale non è quella di aver assistito ad un film brutto, ma piuttosto ad un film inutile. Un occasione decisamente mancata dato il cast e l'epica del soggetto.
Forse uno dei peggiori film del genere o per lo meno a me non è piaciuto molto. Dialoghi mediocri. A fatica riesco a trovare qualcosa di evidentemente bello nel film...forse qualche scena di battaglia è degnamente ricostruita ma la cosa più evidente che mi colpisce è la bella Keira.
Ennesima trasposizione delle storie di re Artù e dei suoi prodi cavalieri di cui non si sentiva alcun bisogno. Cosa interessante è il fatto che in questo film re Artù è un romano-cristiano al comando di un gruppo di cavalieri Sarmati. A parte questo il film ha davvero poco di nuovo o di interessante. Nonostante alcune scene di battaglia siano ben girate ed i costumi ricchi di dettagli, la lunghezza del film si avverte ed anche i dialoghi non troppo curati; inoltre gli attori non sono al massimo della loro espressività. Quasi comica una Ginevra di questo tipo, troppo caricata, assurda. Un film tranquillamente evitabile.
Spacciata per la vera storia di re Artu',il film di Foqua non e'altro che l'ennesimo polpettone Hollywoodiano....il prodotto porta stampato su ogni fotogramma il marchio del produttore Brukheimer:la storia e'tramutata in un heroic fantasy(lo sceneggiatore e'quello de Il Gladiatore,ma li almeno c'era un regista ed un attore...)e tutto viene semplificato in maniera quasi imbarazzante.E'un film privo di phatos e incapace di coinvolgere lo spettatore,con un regista impegnato"nel massacro" di 3000 sassoni ad opera di un gruppetto di uomini....zero approfondimento dei personaggi e cast anonimo chiudono il cerchio.