Una giovane coppia fa la terrificante scoperta che il corpo del loro figlioletto in coma è diventato una calamita per le entità maligne, mentre la sua coscienza è intrappolata in un regno oscuro conosciuto col nome di The Further.
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James Wan mi è simpatico, assistere ad una sua intervista dal vivo qui al festival di Roma, mi ha fatto riscoprire un regista pieno di passione verso un genere in cui risultare originali è un impresa titanica. 33 anni, di tempo a disposizione ne ha parecchio: io nel frattempo attendo ancora un horror degno del suo esordio, quello si, tra mille forzature, davvero originale. Insidious parte bene, le atmosfere iniziali da ghost story e alcune scelte registiche particolarmente azzeccate, lo rendono fin da subito un prodotto gustosissimo e teso al punto giusto. Poi? Il disastro più completo, un 60 percento di pellicola buttato nel cesso con tutta la sovrabbondanza di chi vuole fare il grande passo buttando troppa carne al fuoco. A un certo punto c'è di tutto: possessioni diaboliche, sedute spiritiche, diavoli, demoni, streghe maledette, l'altrove e un paio di spiegoni in cui le palle vanno letteralmente in frantumi. Tutto a metà strada fra il demenziale di Raimi e il citazionismo forzato di sequenze prive di un effettivo valore narrativo. Peccato, le premesse iniziali per spaccare di brutto c'erano tutte.