il posto delle fragole regia di Ingmar Bergman Svezia 1957
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

il posto delle fragole (1957)

Commenti e Risposte sul film Recensione sul film Invita un amico a vedere il film Discutine sul forum Errori in questa scheda? Segnalaceli!

Seleziona un'opzione

Dove puoi vederlo?

locandina del film IL POSTO DELLE FRAGOLE

Titolo Originale: SMULTRONSTÄLLET

RegiaIngmar Bergman

InterpretiVictor Sjöström, Bibi Andersson, Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrand, Jullan Kindahl, Folke Sundquist, Björn Bjelfvenstam, Max Von Sydow

Durata: h 1.31
NazionalitàSvezia 1957
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1957

•  Altri film di Ingmar Bergman

Trama del film Il posto delle fragole

Un anziano e rispettabile professore di medicina, mentre si reca all'università di Lund per ricevere un'onoreficienza si trova a fare il bilancio di un'esistenza giunta al suo crepuscolo e vissuta con troppa freddezza nei rapporti con gli altri esseri umani.

Sei un blogger? Copia la scheda del film Sei un blogger? Copia la scheda del film

Voto Visitatori:   8,88 / 10 (200 voti)8,88Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
vota e commenta il film       invita un amico
Cerca il commento di: Azzera ricerca


Voti e commenti su Il posto delle fragole, 200 opinioni inserite

caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi
  Pagina di 1  

secondanatura  @  07/10/2012 21:17:21
   4 / 10
Io davvero questo film non l'ho capito. Sebbene qualche parte mi piacesse e fosse quasi divertente per il resto vedere un vecchio sofferente di Alzheimer che ci spara la confusione mentale dei suoi sogni dei suoi ricordi e del suo presente a una velocità radente lo zero assoluto non mi ha dato niente. Ad essere buoni si può dire che è particolare.

2 risposte al commento
Ultima risposta 08/10/2012 21.50.45
Visualizza / Rispondi al commento
dobel  @  23/08/2009 18:21:31
   10 / 10
Il posto delle fragole èil luogo dell'anima che forse non è mai esistito; un luogo dove siamo stati felici o forse crediamo di esserlo stati. Bergman firma un capolavoro immortale. E' il viaggio dentro la nostra anima che ci sta narrando... un posto tutt'altro che tranquillo. Ovviamente i simboli si sprecano, ma tutti sono comprensibili (caratteristica rara) e funzionali al racconto. Non vi trovo autocompiacimento o tentativo di psicanalisi. Semplicemente l'autore crede che in fondo un minimo di indulgenza verso gli altri, ma anche verso se stessi non sia fuori luogo. Il vecchio professore (egoista, acido...) non è che un uomo; accettare questo significa per lui trovare la pace. Ma significa la stessa cosa per la nuora accettare se stessa e soprattutto chi le sta attorno. La gioventù passa, i rimpianti sono tanti... ma se le cose che abbiamo lasciato fuggire ci fanno stringere il cuore in una smorfia di rimorso, è anche vero che tante le abbiamo afferrate e di questo dobbiamo essere grati. Il vecchio dottore non troverà mai più la sua innamorata dei vent'anni, cercherà invano anche in sogno di raggiungere i genitori e tutto quello che gli era caro e che ora manca alla sua vita, ma in fondo ha ritrovato un figlio con sua moglie. Può sperare alla fine di essere accettato per come è con i suoi difetti e i suoi pregi. E' il messaggio che tornerà alla fine di quell'altra opera gigantesca che è 'Fanny e Alexander': tutti abitiamo questo piccolo pianeta, quindi (parafrasando) se vogliamo alla fine riuscire a vivere dobbiamo accettarci, tenendo presente che per accettare gli altri prima di tutto dobbiamo accettare noi stessi. Il succo del discorso di Bergman nel 'posto delle fragole' può essere questo, appunto: che ci troviamo di fronte ad una umanità varia e sterminata che come uno specchio riflette le nostre debolezze, le nostre difficoltà, e tutti quei difetti che troviamo così volentieri negli altri senza accorgerci che sono parte costitutiva del nostro essere. Di fronte a questa umanità non possiamo ritirarci ed escludere noi stessi dal rapporto col prossimo, ma dobbiamo confrontarci con essa/o affinché accettando le nostre debolezze siamo in grado di accettare quelle degli altri. Il cuore del confronto on the road del vecchio prof. Bork e della giovane nuora è proprio questo. I personaggi che si intromettono occasionalmente nel loro microcosmo sono un'apertura su un mondo che entrambi (ciascuno a suo modo) avevano escluso. Soprattutto il gruppo di giovani (la ragazza viene interpretata significativamente dalla stessa attrice che interpreta in un flaschback il primo amore del vecchio Bork) mette a confronto i due viaggiatori con una faccia della realtà ancora sana e incontaminata, ancora contagiata dagli ideali tipici della verde età. Così la giovane nuora del prof. si rende sempre maggiormente conto (entrando a contatto con le reazioni del vecchio di fronte ai giovani, di fronte alla coppia di coniugi amari, cinici e disillusi; entrando quindi a contatto con le persone che appartengono al passato del prof. - la terrificante madre - e la grata coppia di benzinai) che la vita dell'anziano signore che la accompagna non è stata una vita sprecata né, tanto meno, una vita all'insegna dell'egoismo e dell'acidità. La progressiva consapevolezza di lei si accompagna alla progressiva consapevolezza (questa volta in negativo) di lui, sempre più ossessionato da incubi nei quali prova l'inutilità ultima dell'esistenza. La definitiva accettazione che entrambi raggiungono dell'altro e di se stessi (non senza ombre, intendiamoci, e non così linearmente) segna la pacificazione delle proprie vite. Non che di problemi non ce ne saranno più, ma sicuramente saranno affrontati con maggiore consapevolezza. Per concludere: non vorrei che si traesse dal mio insufficiente commento (queste riflessioni vengono sempre stese con un po' di fretta e non si riesce mai a dire veramente quello che forse si vorrebbe di un film ed un argomento ben altrimenti complesso e sfaccettato) un'impressione buonista della poetica di Bergman; l'autore ci mette di fronte i nostri fantasmi e non ci lascia scampo! Tuttavia credo semplicemente che ci dica anche che forse una via di scampo c'è, ci sta a portata di mano, la vediamo appena al di là della riva dove su una piccola barca ci chiama con la voce dei morti che ci hanno preceduto... la voce dei genitori, degli amici... noi la vediamo e la inseguiamo, cerchiamo di allungare il passo per raggiungerla ma lei se ne va inesorabilmente. Il vecchio Dott. Bork è questo che sogna alla fine del film... chissà se nel suo sonno...

4 risposte al commento
Ultima risposta 15/08/2011 14.11.39
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  17/07/2009 20:23:32
   9 / 10
Lungo le strade della memoria s’intrecciano le vie dei ricordi abbandonati, e scorrono come immagini che più non ci appartengono e, talvolta, vi si ritrovano i soli momenti felici, dapprima ignorati, ora perduti. Quello di Isaak è un viaggio a ritroso, lungo questi itinerari smarriti del tempo, di un cuore che sembra ormai troppo vecchio per poter sperare, e che diviene spunto per ripercorrere una vita fatta di solitudine, egoismo, rimpianti, e perciò impreparata al giudizio di Dio. Il suo cammino ha inizio nel meraviglioso incubo iniziale, dove compare, atteso, l’inesorabile spettro della morte; si popola poi di personaggi sconosciuti, prosegue lungo scenari illusori, culmina infine verso un epilogo insperato.
Sul letto di morte le poche parole di Marianne sembrano donargli ciò che durante il lungo viaggio della vita egli ha voluto ignorare, e l’incubo diviene sogno, ritorna in quel luogo lontano, il “posto delle fragole”, mai stato così dolce; ed una nuova luce sembra sciogliersi sul viso, come una lacrima di nostalgia.. Isaak è finalmente pronto a consegnarsi a Dio.

3 risposte al commento
Ultima risposta 02/03/2012 17.06.46
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI Hal Dullea  @  28/09/2008 07:18:11
   1 / 10
Ciao, pol, come va? Bevuto anche stavolta il cervello come un ovetto a colazione?
Sì, seduta psicoanalitica, che oggidì in modo reboante, con Natoli e l'intero neopaganesimo del "carpe diem", pardon: del "Life is now", mira alla cosiddetta "etica della finitudine", ulteriore etichetta di nuovo conio per indicare un contenuto vecchio quanto l'umanità: chi s'accontenta gode, e guai anche solo a protestare. Niente più "uomini in rivolta", niente più "filosofia del rifiuto" ma accettazione e adeguamento allo "status quo". Compito dell'esistenza? Grazie a gente come Cancrini, che commenta il dvd negli extra, s'ammette senza pudor che è l'"amor fati/crucis" nietzscheano, la riconciliazione con ogni attimo della "propria" vita, "propria" in quanto di fatto ricevuta da un paio di copulanti che, come nella scena finale, dovremmo giungere a riverire per la (dis-)grazia ricevuta.
Invece "Il settimo sigillo" è meno peggio di quanto m'aspettassi: Giordano Biagio ha evidenziato la cesura del film fra da un lato il vecchiume dello ieratico e della sacralità, nella fotografia e nei temi, con al centro "il Cavaliere" (forse "della fede", quello di kierkegaardiana memoria), che spacca i maroni con angosce già bolse nel '57, e dall'altro lato gran parte del resto, soprattutto l'ateismo scettico e (post-)modernissimo dello Scudiero. La vera "danse macabre" non è quella conclusiva, bensì quella che è costretta a ballare il saltimbanco, precursore del Bagini impersonato dal tuo attuale avatar in "Io la conoscevo bene" (Pietrangeli, '65). Al termine del film, comunque avviene il trionfo del primo e peggior lato: il saltimbanco con la sua ennesima "Sacra Famiglia" scampa alla morte nel senso che è un veggente, proprio come quello di Patmos, e in mezzo all'Apocalisse vede la "Salvezza", anzitutto la M.adonna col Figlio (= Ap 12?) e poi i defunti che continuano a vivere. Sforzandosi di sorvolare su ‘ste cojonate, la descrizione anche figurativamente realistica della nostra condizione da eterno medioevo oscurantissimo è ancor valida più che mai.

Mauro Lanari

10 risposte al commento
Ultima risposta 10/04/2010 23.39.15
Visualizza / Rispondi al commento
goldtw  @  10/09/2008 09:23:34
   10 / 10
cacchio,questo mi è piaciuto veramente tanto!il posto delle fragole è un viaggio interiore troppo intenso da raccontare con parole razionali..davvero un film delicato,costruito perfettamente sia nel montaggio che nella sceneggiatura,con una trama magica,in cui possiamo immedesimarci quasi subito nel vecchio professore(la scena dell'incubo iniziale è diretta in una maniera magistrale!).è interessante come bergman riesca a cullarci nelle vicende,dove il presente e il passato "fanno a *****tti" cercando di prendere una posizione radicale nella storia(a tratti "dantesca").un cast ottimo,sopratutto il protagonista(nonchè maestro del regista in questione,mica c.azzi!).

1 risposta al commento
Ultima risposta 10/09/2008 09.25.18
Visualizza / Rispondi al commento
Bomber&Bionda  @  28/02/2008 13:23:03
   5 / 10
Indubbiamente si tratta di una grande opera, ma non mi ha impressionato più di tanto. La verità è che la storia di questo professore mi ha annoiato molto, e ho faticato a arrivare alla fine. Come ho già detto si tratta di grande cinema, ma non è assolutamente il mio genere: forse un giorno lo apprezzerò di più!

4 risposte al commento
Ultima risposta 03/03/2008 22.59.58
Visualizza / Rispondi al commento
gambero  @  23/01/2008 10:00:29
   6½ / 10
partendo dal presupposto che i film di bergman non sono tra i miei preferiti,ho guardato questo film in quanto aveva una media così tanto elevata che mi ha incuriosito..la pellicola l'ho trovata per certi momenti un pò troppo lenta,anche se la regia è ottima,ed effettivamente,come qualcuno ha già detto,abbastanza pessimistica!forse andrò controcorrente ma il mio giudizio è questo.

2 risposte al commento
Ultima risposta 03/06/2008 15.13.46
Visualizza / Rispondi al commento
lampard8  @  04/12/2007 12:30:17
   10 / 10
E qui ci scappa il votone signori.
Più che un film la definirei un'opera d'arte contemporanea.
Una pellicola sublime,che tratta in maniera eccellente il tema della vecchiaia e ingloba notevoli spunti filosofici e delle correnti culturali presenti nella prima metà del 1900.
Ritroviamo difatti Freud(il sogno iniziale), Proust(la memoria del tempo lieto e scanzonato rappresentata dai luoghi dove il professor Borg trascorreva la sua infanzia) e Kafka.
Come al solito Bergman inserisce inoltre spunti teologici, in particolare approfondisce il tema dell'esistenza di D.i.o con i due ragazzi che si accapigliano pensando entrambi di avere ragione al riguardo.
Nei suoi film si respira un'atmosfera magica, mistica e notevole è la cura prestata ad ogni singolo particolare o oggetto insignificante che sia.
Un film da tramandare ai posteri e da proiettare in tutte le scuole.

1 risposta al commento
Ultima risposta 04/12/2007 12.43.57
Visualizza / Rispondi al commento
vitocortesi  @  25/11/2007 00:26:37
   10 / 10
Questo non è un film ma un' opera d'arte.Una delle piu' grandi storie sulla vecchiaia nel momento del resoconto finale.Tante le sequenze memorabili ma su tutte le riunioni di famiglia in gioventu' nella villa in campagna durante uno dei suoi deja vu.Questo è il primo film che ho visto di Bergman che ho conosciuto attraverso alcuni siti di cinema e credo proprio che ne seguiranno molti altri.

2 risposte al commento
Ultima risposta 28/11/2007 16.29.08
Visualizza / Rispondi al commento
Paolo70  @  26/10/2007 17:31:41
   5 / 10
Bravi gli attori nell'interpretazione ma il film non mi è piaciuto, angosciante e spesso noioso. Vado controcorrente ma per me il giudizio su questo film non può essere che questo.

3 risposte al commento
Ultima risposta 28/10/2007 18.12.32
Visualizza / Rispondi al commento
metafisico  @  06/09/2007 12:46:29
   10 / 10
un film di poetica quasi inarrivabile che tratta temi universale con una maestria senza precedenti.
Quando sono così, i film davvero possono considerarsi opere d'arte.
sicuramente il cinema di Bergman rimane un unicum di cui non si vedono gli eredi.

3 risposte al commento
Ultima risposta 23/11/2007 13.21.38
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  05/09/2007 20:18:56
   9½ / 10
superbo. "Il Posto delle Fragole" dopo "Una Storia Vera" e insieme a "Vivere" forma la triade del genere della vecchiaia migliore della Storia del Cinema (e non ho ancora visto Umberto D.).
Questo è un film sulle scelte. le scelte formano quello che sei, e come la gente ti vede; per Bergman l'Uomo è un equilibrio passivo fra Scelte, Natura Comune e Individualità Nascosta.
le Scelte formano la tua Vita professionale e sentimentale, ma non è detto che queste ti manifestino al prossimo per come sei veramente, bensì la tua Natura Comune ti permette di instaurare rapporti normali (ipocriti) per la tua esistenza. in verità conduci una vita parallela di cui conosci l'esistenza, ma la metti in un angolo rifuggendone la vista fino a che si presenta la Morte. la Morte si presenta dapprima attraverso i sogni (meravigliose le sequenze oniriche, fotografia superba) i quali spingono a una presa di coscienza dell'individuo su tutta la propria vita, anche quella nascosta. saltano fuori a questo punto enormi problematiche che mettono in luce il nostro egoismo, la nostra finta faccia e decentrano il nostro punto di vista distorto sui nostri successi personali (da notare come il medico, nel trionfo finale della sua carriera si renda conto di quanto ha sbagliato nel lasciare la sua cittadina dove tutti lo adorano) come il lavoro e la famiglia (il figlio che lo odia, la moglie che lo tradiva).
è il Passato un luogo dove rifugiarsi e confrontarsi.
la visione di Bergman è molto pessimistica anche se la dolcezza del finale mi ha lasciato un pò stupito. Bergman riflette sulla possibilità che le nostre azioni e la nostra Consapevolezza Finale siano gestite da un Dio...o da un Caso (i sogni), stesso dramma di Kieslowski. Bergman non risponde chiaramente, ma è emblematica la poesia che il protagonista (eccelso) recita ai giovani su questo Amico misterioso che non si riesce a trovare e che al tramonto (la Morte) è ancora lontano e nascosto...

2 risposte al commento
Ultima risposta 06/09/2007 13.29.45
Visualizza / Rispondi al commento
Pink Floyd  @  02/07/2007 17:18:34
   10 / 10
"I nostri rapporti con il prossimo si limitano per la maggior parte al pettegolezzo e a una sterile critica del suo comportamento. Questa constatazione mi ha lentamente portato ad isolarmi dalla cosidetta vita sociale e mondana. Le mie giornate trascorrono in solitudine e senza troppe emozioni. Ho dedicato la mia vita al lavoro e di ciò non mi rammarico affatto."

In questo film, un road movie del tutto atipico a causa dei suoi risvolti memorialistici, viene rappresentato un viaggio nel viaggio: durante il percorso per giungere a conseguire una gratifica al lavoro, il Professor Boorg va a ritroso nel tempo, ripercorrendo la sua gioventù, tracciando un volutamente nostalgico bilancio del suo vissuto.
Nella sua vita da medico la ripetitività e l'abitudine sono divenute piacevolmente melancoliche; l'uomo gli presta molto potere, trasformandole nel suo unico avere.
Tuttavia in vecchiaia si affronta la tematica della solitudine, la quale porta Isaac
a mettere in discussione il suo seminato.
E così, voltandosi indietro il medico si riscopre un vecchio saccente che cela le sue paure dietro un comportamento fiero e misantropo se non freddo e opportunista nei confronti della gente che lo circonda e che lo ha tanto amato; un uomo raramente sorridente, che poco ha attinto dalla vita. Una vita consumata sui libri e per questo per nulla vissuta, poco sfruttata -indicativo il discorso onirico dell'amata Sara "come professore dovresti saper individuare le cause del dolore, ma non ci riesci! Perchè sebbene tu conosca tante cose, tu non sai niente!"- .
Ad alimentare il continuo e combattuto turbamento del medico sono gli incubi surreali che lo accompagnano, i quali minano le sue certezze e cominciano ad incrinare le sue idee.
Tuttavia sarà la succesiva "scoperta" del pensiero pessimistico del figlio a portarlo sul sentiero dell'abbraccio alla vita.

La pellicola conserva un'enorme carica emozionale che viene sprigionata ogni qualvolta l'anziano Professore si abbandona a riflessioni e pensieri.

Il merito di Ingmar Bergman è quello di aver delineato il personaggio del PROFESSOR HEBERARTH ISAAC BOORG, uomo bisbetico di scienza ricco di cultura ma povero di qualsivoglia tipo di sensibilità; è proprio questo il piatto forte della pellicola: la caratterizzazione del protagonista, che avviene in maniera leggera e soave, grazie anche a un'interpretazione di Victor Sjöström carica di pathos e classe.
Attraverso questo personaggio Bergman si abbandona in un sognante e leggiadro spaccato sulla vita, sulla morte, sul tempo, sui ricordi.

Nonostante "SMULTRONSTÄLLET" abbia compiuto 50 anni mantiene la fresca carica emotiva di un tempo che ne fanno un titolo intramontabile della cinematografia svedese.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/07/2007 22.44.22
Visualizza / Rispondi al commento
Ch.Chaplin  @  17/06/2007 16:09:58
   10 / 10
questa è storia del cinema, mica blade runner!
capolavoro di bergman, forse anke migliore del settimo sigillo..si tratta di una pellicola assoluta, di quelle ke non trattano pochi temi contingenti (e magari lo fanno pure male), bensì tratta la questione fondamentale della Vita (con la V maiuscola), e lo fa come meglio non avrebbe potuto (nel 1957!).
nn è troppo lento e nemmeno troppo mattone..è uno dei picchi della cinematogrfia psicanalitica!

6 risposte al commento
Ultima risposta 09/07/2009 15.18.51
Visualizza / Rispondi al commento
Bukkake  @  11/04/2007 15:42:57
   4 / 10
l'ho guardato in quanto incuriosito dalla posizione in classifica.secondo me non merita la top 20!!alcuni momenti sono troppo lenti..

15 risposte al commento
Ultima risposta 06/10/2007 09.17.06
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  20/03/2007 18:40:03
   7 / 10
la penso esattamente come lukanoir quindi..

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/01/2009 10.47.52
Visualizza / Rispondi al commento
lukanoir  @  13/03/2007 21:26:39
   8 / 10
Sapientemente girato è indubbiamente un film bellissimo, personalmente però l'ho trovato un pò pessimistico e chiuso a libere interpretazioni.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/03/2007 20.10.22
Visualizza / Rispondi al commento
Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  07/09/2006 20:42:37
   9 / 10
il voto + ke mi sentivo di dargli in effetti era 8 ma ho dato 9 xkè è inkoncepibile ke 1 opera del genere sia ''appena'' 12 in classifica. mi sono deciso a guardare qst film 1 paio di giorni fa e a dire il vero inizialmente ero indeciso se guardarlo o meno dal momento ke è 1 film molto vekkio ( e va be..x me ke ho 17 anni poteva risultare noioso!) e qlkn mi aveva detto ke era 1 po lento e a tratti incomprensibile.....bhe nn cè ke dire mi sono ricreduto di colpo: sono rimasto allucinato nell'ascoltare le parole del figlio di isac riguardo alla sua considerazione della vita...sono le stesse parole ke avevo usato io 1 giorno prima di vedere qst film in 1 diskussione con mia madre!!...dopo qst aneddoto non mi resta ke affermare ke qst film è stupendo e consiglio a tt di guardarlo,riflettendo su ogni dialogo.
1 frase su tt ''sono morto pur essendo vivo''.
ESISTENZIALE

3 risposte al commento
Ultima risposta 21/09/2006 14.03.30
Visualizza / Rispondi al commento
gei§t  @  30/08/2006 14:00:43
   6 / 10
Interessante viaggio nei ricordi di un vecchio che ha seguito una strada e alla fine si guarda indietro per vedere dove forse ha sbagliato. C'è ancora però un margine per rimediare in parte agli errori fatti?

3 risposte al commento
Ultima risposta 30/08/2006 21.43.28
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  21/08/2006 09:29:31
   9 / 10
"sono morto pur essendo vivo"

Il male di vivere e la solitudine di Isacc, espressa tanto a parole quanto tramite sogni onirici in cui il vecchietto rivive la sua triste esistenza, il tutto contrapposto alla voglia di vivere e di dare vita dela giovane (e bellissima) moglie del figlio, anch'esso contagiato dal padre dal malessere.
una poesia su pellicola

3 risposte al commento
Ultima risposta 08/10/2006 19.12.07
Visualizza / Rispondi al commento
Ivs82  @  14/08/2006 18:44:29
   10 / 10
In tutti noi c’è un “posto delle fragole”. E’ il luogo della memoria e del dolce ricordo. Un approdo sconosciuto e insignificante per gli altri,ma cosi’ familiare e sicuro per noi.
Spesso è legato all’infanzia: l’età dei sogni,delle passioni,delle speranze che non hanno ancora preso forma. Un luogo amato e idealizzato che rappresenta allo stesso tempo punto di partenza e di arrivo nel cammino circolare dell’esistenza.
E proprio in esso si imbatterà Isak Borg,luminare della medicina che dovrà recarsi a Lund per ricevere una prestigiosa onorificenza accademica. Borg è un vecchio egoista,cocciuto e scontroso e dalle sue azioni sembra trasparire un’anima arida priva di qualunque slancio emotivo. Ma in base alla poetica bergmaniana secondo cui a ognuno è concesso il riscatto morale anche lui troverà la via del cambiamento e della redenzione.
L’occasione gli verrà data proprio dal viaggio: una sorta di “via crucis”in cui il protagonista si troverà a confrontarsi con se stesso e a tracciare un amaro quanto inaspettato bilancio esistenziale. Quella del professore sarà infatti un’analisi lucida e sofferta in cui egli sarà allo stesso tempo imputato e giudice,vittima e carnefice: quasi non ci fosse spazio per il giudizio divino ma solo per il pentimento umano.
Ed è questo uno dei temi portanti dell'opera: la fiducia nell’individuo e nella possibilità che questo si possa riscattare attraverso la solidarietà umana. Borg riporrà infatti le sue speranze e i suoi sogni mai realizzati nel gruppo di giovani che l’ha accompagnato durante il viaggio; un ideale passaggio di consegne che gli permetterà di trovare la “pace dei sensi” e di guardare con più serenità e meno rassegnazione alla morte. Bergman,con uno stile che mescola e sovrappone continuamente i piani della divagazione onirica e del realismo quotidiano,ci accompagna sapientemente in questo atipico road movie. E lo fa con estrema intelligenza e sincera commozione. Il suo è infatti uno stile asciutto,essenziale,depurato da ogni facile sensazionalismo. Quella che filma assume i toni di una cruda poetica del quotidiano che rimanda a Bresson ma la contamina con una profonda compassione e un ottimismo di marca quasi chapliniana.
Una teoria dell’”eterno ritorno” (all’infanzia,alla famiglia,alla purezza dei sentimenti) che trova la sua perfetta sintesi espressiva ed emotiva nel viso segnato,malinconico e infine sereno di Vicktor Sjostrom.
E il “posto delle fragole” è un capolavoro proprio perché passa con insuperabile maestria dai toni del racconto intimo a quelli dell'apologo universale. La morale è che solo analizzando noi stessi possiamo capire gli altri portandoli a condividere un frammento della nostra intimità. E aprendogli cosi' le porte del nostro “posto delle fragole”.

3 risposte al commento
Ultima risposta 09/01/2007 18.58.41
Visualizza / Rispondi al commento
carisma  @  10/08/2006 00:24:21
   3 / 10
il film è un classico svedese degli anni 70,piacerà agli estimatori del cinema aulico e stereotipato, ma a me sembra superato

66 risposte al commento
Ultima risposta 03/01/2008 23.40.11
Visualizza / Rispondi al commento
Tino Tinone  @  20/07/2006 01:06:25
   10 / 10
Un capolavoro assoluto, Bergman compie un percorso a ritroso psicanalitico come nessun altro regista al mondo ha mai saputo fare. Insieme a Persona, Il settimo sigillo e L'ora del lupo, uno dei "Bergman imperdibili".

2 risposte al commento
Ultima risposta 10/08/2006 18.32.36
Visualizza / Rispondi al commento
ITA - AUS 0-2  @  24/06/2006 16:30:30
   5½ / 10
non mi ha per niente convinto. Troppo lento in alcuni punti

30 risposte al commento
Ultima risposta 27/06/2006 10.21.51
Visualizza / Rispondi al commento
Invia una mail all'autore del commento bouree  @  12/06/2006 10:21:10
   6 / 10
Come per il settimo sigillo mi sono incuriosito per la media voti altissima.
Anche questo melo aspettavo molto meglio.

1 risposta al commento
Ultima risposta 12/06/2006 12.24.52
Visualizza / Rispondi al commento
giax-tommy  @  15/05/2006 14:54:29
   10 / 10
ecco a voi "IL FILM".....tra sarcasmo e poesia,tra drammaticità e teatralità si insinua uno dei film non solo più belli, ma più completi della storia del cinema.ogni scena mantiene alla base l'impostazione tematica data dal regista.non si perde in retrovie varie,scorre lungo un unico orizzonte,restando costantemente coerente.tutto è finalizzato a far chiedere allo spettatore:"perchè esisto?,cosa è bene e cosa il male?",sono temi molto profondi ma trattati con tale semplicità e sarcasmo da riuscire a pensare di essere completamente soli(la solitudine e la mancanza di sentimento)e allo stesso tempo essere allegri.le immagini,a cui manca solo il colore per essere un capolavoro del cinema moderno,sono "natura".le disquisizioni si diramano con estrema legiadria,senza mai toccarle grossolanamente,con sarcasmo,ma mai grossolanamete.
facendo i conti di una vita vissuta più male che bene cosa ti resta?......scena d' amore

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/08/2006 15.09.42
Visualizza / Rispondi al commento
al_pacino  @  18/04/2006 01:00:25
   9 / 10
Viaggio introspettivo raccontato con dolcezza, poesia e precisione da un artista fuori dal comune

2 risposte al commento
Ultima risposta 12/06/2006 12.54.56
Visualizza / Rispondi al commento
compeed  @  13/03/2006 13:50:15
   9 / 10
Per me qualitativamente è al livello del settimo sigillo ma un gradino sotto persona che rimane a mio parere sempre il suo miglior film.
Com'è stato gia detto è splendida la scena iniziale forse la migliore di tutto il film. L'attore prot è molto bravo e rende bene gli stati d'animo del personaggio.
Il tema si lega ad un classico cioè il viaggio, sia figurato nel proprio passato e quindi nel pentimento di determinate azione, che reale da parte del protagonista.
Mi è sembrato un film agrodolce come sintetizza perfettamente il finale...
P.S. Mi sono piaciuti anche gli extra del dvd con delle interviste di approfondimento sulle tematiche da parte di psicologi critici cinematografici ecc...

3 risposte al commento
Ultima risposta 14/03/2006 17.43.02
Visualizza / Rispondi al commento
reggio-rulez  @  05/03/2006 12:20:35
   7½ / 10
mi stupisce un po' sia così apprezzato.
intendiamoci, non potrei dare un voto negativo a bergman ma penso il posto delle fragole, rispetto a tanti altri, mostri con + evidenza le rughe.
splendida la sequenza iniziale onirica.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/03/2006 13.44.01
Visualizza / Rispondi al commento
chiara_80  @  01/03/2006 15:04:12
   10 / 10
Il posto delle fragole è un film unico, dolce e nello stesso tempo enigmatico. Le scene che richiamano il passato del protagonista sono intrise di pura nostalgia mentre inquietanti sono i suoi sogni. Il finale è di una positività silenziosa e profonda: la felicità della fine di un giorno racchiusa in un sospiro, o meglio la fine delle ansie e della tristezza. Bellissimo il racconto del vecchietto, malinconico e poetico: dov'è l'amico che il mio cuore ricerca ovunque senza aver mai riposo; finito il dì ancor non l'ho trovato e resto sconsolato.....

2 risposte al commento
Ultima risposta 25/07/2006 18.25.30
Visualizza / Rispondi al commento
Anders Friden  @  29/01/2006 20:23:24
   6½ / 10
Bello poetico e con qualche buon dialogo, il resto è "normale", non credo affatto che Il posto delle Fragole sia il miglior film di Bergman.

3 risposte al commento
Ultima risposta 29/02/2008 00.13.25
Visualizza / Rispondi al commento
alesfaer  @  28/01/2006 13:56:35
   3½ / 10
lungo e scontato. molto noioso. ma soprattutto deprimente. è 1 film ke introduce alla depressione, e spero ke gli anziani nn lo vedano mai.

7 risposte al commento
Ultima risposta 16/01/2010 19.38.05
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  21/01/2006 17:02:28
   10 / 10
Uno dei film più belli della storia del cinema. Forse a tratti un po' lento, ma rimane senz'altro un grandissimo capolavoro. Bergman è il Fellini straniero.

2 risposte al commento
Ultima risposta 30/07/2007 13.06.03
Visualizza / Rispondi al commento
domale79pd  @  09/01/2006 18:04:06
   10 / 10
Uno dei capolavori del cinema per la capacità del regista di portare l'attenzione su temi importanti quali la forza dei "ricordi", il tempo che scorre ma che costruisce la sua fortezza inespugnabile nella capacità della memoria. Consiglio a tutti di vedere questo film per aprire nuovi orizzonti e per meglio apprezzare lo scorrere del tempo..

4 risposte al commento
Ultima risposta 11/01/2006 18.55.37
Visualizza / Rispondi al commento
mago di segrate  @  12/12/2005 15:17:41
   7 / 10
buono,ma niente di più... Troppo x palati raffinati comunque è girato in maniera impeccabile.

4 risposte al commento
Ultima risposta 13/12/2005 19.16.31
Visualizza / Rispondi al commento
ds1hm  @  30/11/2005 15:01:54
   10 / 10
è un film che ti sospinge con una forza straordinaria nelle tue stesse paure e che ti insegna la via di uscita da ogni timore esistenziale: i ricordi. Personalmente credo che questo film fa compagnia al miglior Kubrick tra i film più belli di sempre. Qualcuno lo ha giudicato troppo datato: follia allo stato puro.

1 risposta al commento
Ultima risposta 09/01/2006 18.02.06
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  10/08/2005 11:33:13
   9 / 10
Questo capolavoro di Bergman viene oggi riproposto da Ciak Cult Movie in DVD. E’ in vendita nelle edicole e in alcune librerie. Il film è un’opera d’arte sulla memoria. Bergman comunica con una simbologia molto curata alcune que-stioni esistenziali presenti nella società svedese e nella cultura occidentale alla fine degli anni’50. Il regista mette a fuoco alcuni problemi etici a lui congeniali, datati ma ancora di grande interesse, legandoli a interrogativi sulla conflittualità cui porta la ricerca della verità inconscia. Quest’ultima risulta protagonista delle scene del film e mette in evidenza il contrasto tra teologia e scienza, il conflitto tra sessualità sublimata e virilità aggressiva, e il disagio che si manifesta a volte tra la flemma caratteriale e comportamentale dello studioso geniale e l’immediatezza briosa e gioiosa a cui richiama la donna nella vita quotidiana.
Anche la morte in Bergman ha un ruolo importante, qui appare come volto sconosciuto e senza tempo che, riaprendo con la sua forza l’inconscio, porta alla resa dei conti l’egoismo rimuovente di Isak, professore di talento ma introverso e solitario. La morte si fa sentire attraverso i sogni come prefigurazione tetra e paurosa del proprio cadavere. Orrore di se stesso, di un corpo privo di ogni dife-sa? La morte diventa sempre più ossessiva fino al punto di rendere Isak miste-riosamente colpevole. Colpevole di aver trasmesso poco delle sue gioie agli al-tri? Di averle rese troppo sterili? La solitudine in Bergman è problematica. Non è un problema in assoluto. E’ ambigua. Psicologicamente Isak sembra l’esito sofferto ma inevitabile di una vita dedicata alla scienza. Effetto cupo del dovere etico di servire solo la verità. Quest’ultima è servita da Isak fino al punto di tra-scurare il desiderio delle donne interessate a lui. Una solitudine che poteva esse-re anche serena, lontana com’era dai dispiaceri dovuti alle passioni sensuali e simboliche se in Isak non fosse intervenuto, a riaprire vecchie ferite della sua storia, l’annuncio dell’assegnazione di un premio importante alla carriera, da ri-tirare a Lund. Da quel momento il suo immaginario si mette in tensione: i conte-nuti delle rimozioni avvenute in Isak si dispiegano in forme originali di ricordi. Bergman le ha elaborate scenicamente con grande credibilità, riuscendo a darle una buona comunicazione visivo-simbolica. Isak ritesse l’immaginario della sua storia spinto dal bisogno di trovare pace da essa. Lo fa durante il viaggio che lo porterà a ritirare l’importante riconoscimento professionale. La notizia del pre-mio che andrà a ritirare a Lund fa sorgere in lui anche un sogno con protagonista la morte. Il professore esce da un torpore esistenziale che durava da tempo. La sua memoria si risveglia ma con impeto binario vita-morte. Travolto dall’inconscio perde completamente il controllo del suo ruolo di personaggio di genio. Diventa umile e infantile e vaga alla ricerca di quel perdono che egli non ha saputo dare ai suoi pazienti. Perdono che era doveroso per la soddisfazione che egli traeva dalla loro cura. Le pulsioni di vita destate dal “premio” richiama-no, lungo un tragico rimando, le pulsioni di morte. Con quest’ultime si ridestano i sensi di colpa per non essere riuscito a rendere felici le donne con cui è vissuto. Un impasto pulsionale nuovo, congeniale alla teoria freudiana, che testimonia alcuni delineamenti strutturali del suo inconscio. Inconscio che insorge dal nulla del tempo, riflettendo in forma visiva il senso degli episodi depressivi della sua storia. Inconscio che in precedenza giaceva assopito nella forza ammaliante di un isolamento aristocratico.
Gli episodi storici che pesano sul professore si ripresentano alla sua coscienza con dolore e rammarico ma sempre con un desiderio dell’Io di umana compren-sione delle loro logiche più intime. Attraverso il racconto esse divengono per lo spettatore vie di cultura perché istruiscono sul senso del desiderio. I ricordi più dolorosi riguardano vicende in cui Isak constata l’impossibilità di avere la fe-deltà tutta della donna, in particolare rispetto all’amore sensuale. La donna ri-mane per Isak una madre virtuosa e comprensiva. Su questo la memoria è im-pietosa richiamandolo ad eventi traumatici e umilianti verso terzi di grande lavo-ro onirico.
La rielaborazione della sua storia riporta la serenità al professore che ritrova attraverso il dialogo con tre giovani compagni di viaggio il piacere del ruolo di anziano saggio e umile. Saggio per il dolore vissuto. Umile per il suo amore della verità. Isak alla fine capisce con soddisfazione che nonostante tutto è di-ventato un punto di riferimento di affetto e autorevolezza per i giovani che in-contra nel suo cammino. Autorevolezza per le virtù che è in grado di richiamare e affetto per il suo modo gentile di porsi in rapporto con gli altri.





2 risposte al commento
Ultima risposta 14/08/2005 09.34.04
Visualizza / Rispondi al commento
la mia opinione  @  09/08/2005 23:18:42
   6 / 10
Personale opinione. film bello ma troppo datato e retoricamente scontato. Cmq da vedere per i collezionisti e gli estimatori di un certo genere di cinema.

4 risposte al commento
Ultima risposta 02/11/2005 11.24.13
Visualizza / Rispondi al commento
Crimson  @  01/08/2005 12:45:30
   10 / 10
Il film è come se fosse costruito su una serie di frammenti che contriubuiscono tra loro a formare un quadro ricchissimo di contenuti. Emozioni, ricordi e dialoghi sono combinati perfettamente, e sono di una ricercatezza e profondità fuori dal comune. Grandissimo Victor Sjostrom, così come la "mia" Ingrid Thulin (la mia attrice Bergmaniana preferita), qui apparentemente in un ruolo di poco conto, ma in realtà è uno dei personaggi chiave (e si giunge a capirlo per deduzioni). Bellissimo il dialogo nel passato tra Sara e Isaac, in cui la Andersson fà notare al medico come benchè egli sappia tutto in realtà non sà niente; in pratica una semplice frase, tagliente ma reale, che illustra la realtà a Isaac. E' meraviglioso come il protagonista attraverso i vari frammenti della propria giornata riesca gradualmente a prendere coscienza di ciò che realmente è dentro di sè e non come appare. E' una redenzione ancor più bella proprio perchè avviene tramite diversi elementi (come scritto prima: ricordi, emozioni, dialoghi). Inoltre, di grande fascino le "solite" riflessioni del regista: quella teologica (questa volta in chiave molto grottesca, ma come al solito d'impatto) e quella sul matrimonio. Trovo siano stati inseriti alla grande nel contesto di fondo, e anzi arricchiscono di più il quadro generale, che pur nella sua complessità in fin dei conti non rimane mai troppo difficile da seguire. Per questo concordo con chi ha scritto che è un film da far vedere nelle scuole.

5 risposte al commento
Ultima risposta 15/09/2011 20.58.44
Visualizza / Rispondi al commento
Dark Funeral  @  29/06/2005 23:13:40
   6 / 10
Vi ringrazio del consiglio l'ho scaricato e mi è sembrato sufficente. C'è una buona retorica, quasi esoterica a volte in senso di messaggio del film per il resto poco piu che un film da prima serata.

2 risposte al commento
Ultima risposta 16/09/2005 18.14.03
Visualizza / Rispondi al commento
silvhia80  @  08/06/2005 22:30:07
   7 / 10
film molto ricco di contenuti anche se non eccellente, erano comunque altri tempi e hanno un grosso valore quindi si devono custodire come perle

3 risposte al commento
Ultima risposta 28/06/2005 10.52.21
Visualizza / Rispondi al commento
OnlyAnal4girls  @  20/04/2005 16:03:21
   5 / 10
ho dato 5 voti finora, tutti boni,e da quando ho visto la toppe 25 volevo vedelli tutti in DVD a noleggio pe curiosità, deh cè na bella videotea a Livorno che c'ha n' sacco di filme. Il posto d ele fragole non l'avevo mai sentito parlà e volevo guardallo proprio pe curiosità. e che deo dì? mè piaciuta la profondittà del filme e la recitazione di sistrom, però deh è anche n'attimino lentuccio e mi sò addormentato e mè toccato riportà la scena indietro col teleomando, allora pe nnaddormentammi più ci redete se vi diho che hao preso anche il caffè? poi un l'ho finito di vedè tutto perchè stamattina c'avevo d'anda al lavoro. mi sò messo a guardallo troppo tardi mi sà, comunque unnè malaccio, però deh.. un c'era nessuna che m'attizzava ma bisogna che lo ripiglio a noleggio, ora vedo và
W Anal

19 risposte al commento
Ultima risposta 16/06/2005 14.37.16
Visualizza / Rispondi al commento
tòpolino  @  29/03/2005 13:42:14
   7 / 10
Un bel film.

1 risposta al commento
Ultima risposta 30/03/2005 10.49.04
Visualizza / Rispondi al commento
intenditore  @  25/03/2005 15:03:14
   4 / 10
Mai annoiato tanto

174 risposte al commento
Ultima risposta 25/04/2005 22.40.15
Visualizza / Rispondi al commento
theripper  @  17/03/2005 18:20:10
   10 / 10
Stupendo, consigliato a tutti, dai 5 agli 80 anni.

6 risposte al commento
Ultima risposta 20/04/2005 16.33.06
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo REDAZIONE Invia una mail all'autore del commento cash  @  13/03/2005 18:11:20
   8 / 10
Se c'è una cosa che inquieta è tornare sulle proprie cose care. Il ricordo che s'impossessa del presente, come sapida manifestazione del percorso compiuto fino a quel momento, a riprova che la nostra vita è l'insieme delle scelte sbagliate che si son fatte. Penso si abbia sempre e comunque la sensazione di aver compiuto l'azione sbagliata, e credo sia un semplice risultato del carattere dell'uomo, che tende a non accontentarsi mai di nulla.
E tutto questo è molto bello, molto proustiano, ma non credo che in realtà questo film sia così potente; a parte le sequenze oniriche, meravigliose, mi pare che il viaggio della memoria tenda ad esaurirsi in un collage di sequenze che non hanno la forza della continuità; In persona, sussurri e grida e il settimo birillo si avverte una monoliticità, un'integrazione di sintassi registica ed esistenzialista che qui appare di riflesso. per di più mi sembra un film vagamente ottimista, cosa che proprio non riesco ad associare allo zio Bergman. Non fraintendiamoci; è un grande film, girato da dio, ma per me rimane fuori dalla sacra rosa di opere bergmaniane.

31 risposte al commento
Ultima risposta 27/03/2005 17.35.10
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  08/03/2005 13:37:13
   10 / 10
Un Capolavoro andate a vederlo subito!

13 risposte al commento
Ultima risposta 13/03/2005 11.25.21
Visualizza / Rispondi al commento
corvino84  @  05/03/2005 14:56:03
   9 / 10
Il capolavoro di Bergman....nettamente superiore al settimo sigillo

5 risposte al commento
Ultima risposta 07/03/2005 20.11.47
Visualizza / Rispondi al commento
bea80  @  04/03/2005 00:16:41
   10 / 10
see paul's recension

5 risposte al commento
Ultima risposta 09/03/2005 19.56.24
Visualizza / Rispondi al commento
hiroshi  @  01/03/2005 16:29:20
   10 / 10
Insieme al Settimo sigillo il capolaoro di Bergman. Una riflessione sulla vita, l'amore, la morte.

1 risposta al commento
Ultima risposta 01/03/2005 23.50.31
Visualizza / Rispondi al commento
beowulf  @  01/03/2005 16:13:56
   10 / 10
M'ero dimenticato di votare questo capolavoro. Per il commento rimando alla bellissima recensione di Paul.

2 risposte al commento
Ultima risposta 04/03/2005 11.08.02
Visualizza / Rispondi al commento
Dragon  @  17/02/2005 19:16:06
   10 / 10
Rimandare al mio precedente commento su " Il settimo sigillo " sembrerebbe troppo comodo ed ozioso, anche per gli stessi motivi che ho voluto comunicare in quel commento, e che qui di filato mi risparmio di rielaborare; insomma, c'è da recensire un gran film, c'è la voglia di farlo, ma questa volta cercherò di essere sintetico:
L'affresco della morte e della sua incubazione in ognuno di noi, prima ch'essa ci riporti all'ordine orizzontale ( tanto per omaggiare Mann nella suo " La montagna incantata " ), attraverso la potenza visionaria dell'onirico; presenza metaforica si fa il sogno, e quasi diventa beffa del nostro senso di colpa, come in questo viaggio analitico che il prof della pellicola in questione intraprende per alleviare la sua mente dalla miriade di pensieri ed azioni inconcluse ed inconcludenti di cui la memoria, in tal caso non acciaccata dall'età, si sente traboccare; v'è uno sgradevole sentore d'acre, d'acerbo, di fragole zuccherine che, tramite il profumo delle rimembranze ( e anche per via dell'indimenticabile consistenza degli odori stessi ), slaccia delicatamente le funi che legano lo spettatore al di là dello schermo, e lo trascina nella propria incosapevolezza, nello scrigno abissale dell'io che non è mai d'accordo, a faccia a faccia con le proprie paure, come quella di non riuscire nella vita o del terrore per la procreazione ( altro riferimento letterario dico io : seppur marginalmente, anche in " La giornata di uno scrutatore ", di Calvino, il tema dell'orrore impulsivo della creazione è trattato in una maniera identica e parallela a quella di questo film ). Tanto di cappello se poi questa psicanalisi si mostra collettiva ed univoca, con una scala metaforica in grado di darci l'idea dell'universalità del tema trattato: il tramonto, la vecchiezza ostentata dal corpo ma non dagli intenti, l'infermità di corpi tozzi e gonfi che pur, dai loro bozzoli, come farfalle lasciano librare i sogni nell'aere dell'eterno;

CONSIDERAZIONE CON SPOILER

A proposito di voli, notare nel film il punto in cui, nel sogno del prof d'essere incapace di svolgere il mestiere al quale si è dedicato tutta la vita e sempre per il quale è destinato ad essere onorato con una premiazione, appaia grottesca, o tantomeno disturbante e preoccupante, l'apparizione di stormi di uccelli; ora, tenendo a mente ciò, mi collego a quanto disse tempo fa la grande Aenima, nel suo commento riguardante " Il settimo sigillo " ( dello stesso Bergman, per giunta del medesimo anno di produzione ), e che quindi è DA CONSIDERARE SPOILER NELLO SPOILER da parte mia; ma ciancio alle bande, così scrisse:

... / in quella che potremmo definire una sorta di comunione pagana con il latte e le fragole, il protagonista ritrova se stesso, i suoi ricordi...Il suo perchè /...

Ora, con calma, ecco le mie considerazioni ( la prima è che ora mi accorgo d'aver mentito riguardo al fatto che sarei stato sintetico :D ); le altre perlomeno sono da ritenersi serie:

2) Aenima ha citato il rito pagano, un lampo di genio, considerando che per l'educazione di Bergman ( e qui vi rimando, miei cari venticinque lettori :D - perdonami oh Manzoni - al sapiente ed incisivo commento di maremare su " Il settimo sigillo " : .../ Le influenze nefaste della morale religiosa (il patrigno era un prete protestante) raramente generano geni come Bergman. /... ) giustissimi si possono considerare le idee sulla morale sacra, e si può quotare l'intuizione di Aenima, che anche io supporto, come scriverò, che l'esempio del rito pagano non è casuale ed ha valore in correlazione anche ad altri elementi presenti in " Il posto delle fragole " ; ringrazio quindi per l'involontario supporto enciclopedico maremare e mi ricollego all'inizio della mia seconda considerazione per fare il punto:
il parallelo fra il rito di Aenima e quello ch'io intendo ne " Il posto delle fragole ", è quello degli uccelli, stormi che nella pellicola si odono gracchiare e si vedono prima che il prof entri nella casa ed affronti lo shock di essere considerato un emerito incapace nel suo campo lavorativo e non;
infatti, negli antichi culti pagani, il volo degli uccelli e la presenza di alcune specie di essi, come sono riconoscibili quelli del film in questione, erano portatrici di una simbologia magica, dalla quale si traevano verdetti vaticinanti, presagi o meno di sventura; nel film naturalmente il regista fa sì che sia non il protagonista, ma l'occhio fedele ed attento dello spettatore a cogliere tali significati e sfumature, come se ne trovano molti altri; il fatto è che questi uccelli mi avevano colpito sin dalla prima visione ( l'ho rivisto diverse volte ), e sapevo assolutamente che doveva esserci una chiave di lettura; chiave che credo d'aver trovato grazie all'illuminazione Aenima, che ringrazio ancora assieme a maremare.

3) L'ultima considerazione tiene conto di quanto prima detto, ed è rilevante forse più solo come opinione: trovo infatti curioso come in " Il posto delle fragole " gli stessi frutti del titolo siano rivelatori d'antichi ed amari ricordi, mentre in " Il settimo sigillo " siano portatrici, ritualmente come ribadito, di serenità ed armonia; insomma, nella storia del professore le fragole sono una dissacrazione dell'efficacia del rito pagano, e il parallelo tra i due film ( specialmente per trattazione e simbologismi ) diviene al punto inevitabile; c'è infine e comunque da dire che, il prof si ritrova nel finale con serenità ed inevitabile riverenza e felice accettazione per la morte, nonostante la dissacrazione, la cui antitesi era stata per Antonius Bloch il ricordo più lieto d'una dissennata esistenza.


Sarei felice di ricevere opinioni ( la mia si basa su una manciata di oggettivi particolari, ma il campo è quanto mai vasto e ognuno aggiunge la sua pietra ) , completamenti, dissensi anche ( purchè costruttivi ), e di invogliare inoltre alla lettura del mio commento riguardo " Il settimo sigillo ", in modo da poter disquisire in maniera ottimale e da poter unire il breve arco di parole che mi sono dilettato a creare e consolidare col solito amore per i film.





3 risposte al commento
Ultima risposta 23/02/2005 23.40.16
Visualizza / Rispondi al commento
Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  07/12/2004 21:27:45
   10 / 10
Il capolavoro di Bergman, un road movie sulla solitudine, sulla vecchiaia e sulla morte, splendidamente diretto e interpretato.
Mi fa piacere notare che Bergman all'epoca era ancora giovane, eppure tratta questi tempi con una sensibilità mai vista.

Notate le analogie con "Harry a pezzi" di Woody Allen, ma anche con altre tantissime pellicole del regista , che ha sempre considerato Bergman uno dei suoi maestri.

Una delle opere migliori di tutti i tempi.

1 risposta al commento
Ultima risposta 07/12/2004 21.28.49
Visualizza / Rispondi al commento
liu_mi  @  01/12/2004 17:19:36
   9 / 10
Grande film di Bergman. La storia di un vecchio egoista e materialista che, dopo il sogno profetico della propria morte, parte per un viaggio in macchina con la nuora e tre autostoppisti. Tra ricordi, suggestioni della memoria, incubi e incidenti, il cuore del vecchio si riscalderà. Permeato del classico simbolismo di Bergman, dei suoi dubbi morali e della sua fine indagine psicologica, ma molto meno pessimista del “settimo sigillo”.

5 risposte al commento
Ultima risposta 16/12/2004 21.43.02
Visualizza / Rispondi al commento
dragonfly  @  15/10/2004 18:04:49
   10 / 10
E' un onore votare per primo questo grande capolavoro del cinema. Bergman è il regista che più ammiro, per la grande capacità di costruire nel film una relazione molto forte con lo spettatore. I film di Bergman hanno tutti un comun denominatore: la contruzione di un universo famigliare fatto soprattutto di donne (belle, Liv Ullmann in primis, ma anche Bibi Anderson e Ingrid Thulin) in cui l’uomo è l'unico valido protagonista. Questo film riesce a trasmettere sentimenti che nell'arte si credevano perduti: riflessioni sulla vita umana, sul passato, sulla missione dell'uomo sulla terra. Bergman non cerca una giustificazione teologica su chi siamo e cosa stiamo facendo, ma evidenzia la vecchiaia come apice della costruzione di una vita che noi stessi scegliamo e che solo alla fine possiamo scoprire se e come è stata producente o utile. Il film acquista un grande fascino nei momenti surreali, del sogno esistenziale, dove ogni oggetto è la rappresentazione della vita del protagonista. E' forse banale chiamarlo road-movie. Perchè attraverso il suo commuovente viaggio il protagonista ricorda il suo passato, la sua giovinezza. Un viaggio alla ricerca del tempo perduto, dove la solitudine della vecchiaia diventa una sana meditazione sulla vita e la morte. Un intreccio tra realtà, sogno e ricordo.
Il film inizia con le indimenticabili parole del professor Borg " "I nostri rapporti con il prossimo si limitano per la maggior parte al pettegolezzo e ad una sterile critica del suo comportamento. Questa constatazione mi ha lentamente portato ad isolarmi dalla cosidetta vita sociale e quotidiana. Le mie giornate trascorrono in solitudine". Queste parole sono una vera e propria predizione di ciò che succederà nel film. Il viaggio in macchina diventa piano piano anche un viaggio nell' interiore, un cambiamento nella vita del professore. Come direbbe paul, un viaggio nei meandri dell'animo umano e delle turbazioni del protagonista.
Nei sogni, quello iniziale, quello in cui Borg trova se stesso nella bara, la partita di scacchi, il riconoscimento accademico, troviamo un'infinità di simboli, e, per una volta, il mondo simbolico bergmaniano è molto chiaro (anche se non vorrei dargli un'interpretazione rapida altrimenti dovrò polemizzare nuovamente contro le teorie di cash).
Straordinario il "produttore-regista" Victor Sjostrom nei panni del professore, qui alla sua ultima e rimpianta interpretazione. Brave anche le donne, con un'ambigua Thulin e una solare Bibi Andersson. Apparizione fugace di Max Von Sydow, altro grande attore bergmaniano. Un film da primo posto nella top ten, non tanto per l'eccellente livello tecnico (fotografia, scenografia e montaggio sono superlativi, ma per il messaggio e per i tanti sentimenti che riesce a trasmettere anche a distanza di anni.



8 risposte al commento
Ultima risposta 25/10/2004 13.26.50
Visualizza / Rispondi al commento
  Pagina di 1  

vota e commenta il film       invita un amico

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico


1049922 commenti su 50709 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

7 BOXESBLIND WARCACCIA GROSSACHAINED FOR LIFECHIEF OF STATION - VERITA' A TUTTI I COSTICONFESSIONI DI UN ASSASSINOCONTRO 4 BANDIERECUGINE MIEDAREDEVIL - IL CORRIERE DELLA MORTEDAUGHTER OF DARKNESSDISAPPEAR COMPLETELYDOUBLE BLINDGIRL FLU - MI CHIAMANO BIRDGUIDA ALL'OMICIDIO PERFETTOI 27 GIORNI DEL PIANETA SIGMAINTIMITA' PROIBITA DI UNA GIOVANE SPOSALE DIECI LUNE DI MIELE DI BARBABLU'MERCY (2023)NOTTI ROSSEORION E IL BUIOOSCENITA'RAPE IN PUBLIC SEASANGUE CHIAMA SANGUESPECIAL DELIVERYSUSSURRI - IL RESPIRO DEL TERRORETHE BELGIAN WAVETHE DEVIL'S DOORWAYTHE EXECUTIONTHE GLENARMA TAPESTHE PAINTERTHE WAITUNA SECONDA OCCASIONEUNA TORTA DA FAVOLAUN'ESTATE DA RICORDARE (2023)VENDETTA MORTALE (2023)WHAM!

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net