giorni di gioventu' (1929)

Si tratta di un film muto godibile pure oggi. Lo si può guardare per curiosità, per vedere come vivevano, come pensavano, come si rappresentavano i giovani giapponesi degli anni '20 del 900 (squattrinati, romantici, socievoli, spensierati); lo si può vedere per ammirare una capacità di rappresentazione dei sentimenti già accurata e profonda da parte di Ozu, una tecnica di ripresa sempre suggestiva (belle le inquadrature su più piani, con le tipiche pareti scorrevoli delle case giapponesi a dividere i piani), un tocco lieve e umano che rende le vicende delicate e spontanee; lo si può vedere anche per il divertimento delle gag e dell'intreccio (entrambi gli amici rimarranno alla fine scornati ma ancora più legati fra di loro).
Belli i paesaggi innevati del Giappone.
Insomma, un film gradevole e interessante.

Il soggetto di "Giorni di Gioventù" è molto simile a quello di "Rissa fra amici in Stile Giapponese" dello stesso anno. Due amici, laureandi che vivono sotto lo stesso tetto e uno dei quali è un affittuario, si innamorano della stessa ragazza che sta cercando una stanza. Vero e proprio lungometraggio, forse il più vecchio tra quelli di Ozu reperibili, questo film, che rispecchia fedelmente il primo periodo ozuiano, prima di dedicarsi esclusivamente a tematiche familiari, risente molto della comica slapstick americana o inglese, ma in molte scene c' è già tutta la maturità del regista. Tutta la parte sulla neve in montagna è degna di nota.