La storia di un ragazzo nella tumultuosa Napoli degli anni Ottanta. Una vicenda costellata da gioie inattese, come l'arrivo della leggenda del calcio Diego Maradona, e una tragedia altrettanto inattesa. Ma il destino trama dietro le quinte e gioia e tragedia s'intrecciano, indicando la strada per il futuro di Fabietto.
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VINCITORE DI 5 PREMI DAVID DI DONATELLO: Miglior film, Miglior regia (Paolo Sorrentino), Miglior attrice non protagonista (Teresa Saponangelo), Miglior fotografia (Dario D'Antonio), David Giovani
È da ieri che non faccio che pensare alla famiglia Schisa e a tutte le persone che gravitano intorno a quel micro universo napoletano: la signora Carmela, con le sue rispostacce (e una dolcezza ben nascosta sotto l'immancabile pelliccia), il fidanzato zoppo di quella "Battilocchia" di zia (alla fine sono rimasti insieme, aveva davvero le migliori intenzioni), la zia bipolare o forse semplicemente incompresa, la baronessa con qualità nascoste "super", il papà con i suoi aneddoti malinconici e dolcissimi... E soprattutto la mamma, uragano di risate e sensibilità, coi suoi scherzi e le sue carezze (Teresa Saponangelo per me spicca in un cast praticamente perfetto). Ci penso da ieri, dalla prima visione, ma ci penserò ancora a lungo a quei personaggi così veri e veritieri. Non mi importa se sia o no per davvero la famiglia Sorrentino, quello che importa è che è così vera da sembrare la mia di famiglia. E giù di risate. E giù di lacrime. Grazie Sorrentino per esserti messo così a nudo, affinché anche noi spettatori possiamo metterci a nudo con noi stessi. Grazie per quel finale in cui in teoria fai "perdere" il tuo alter ego. Non importa, perché vent'anni più tardi Fabietto/Paoletto avrebbe vinto su tutto con questo film meraviglioso.