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La vita grigia e monotona di un operaio diviso tra lavoro e famiglia trova libero sfogo durante il sonno. L' uomo entra in una rutilante dimensione onirica in cui la visionarietà di Bozzetto si materializza tra citazioni di vario genere e un uso sfrontato del colore. Indiscutibile l' approccio psichedelico mentre personaggi storici ed altri di fantasia danno vita ad una storia non proprio rassicurante prodotta da un evidente stato di repressione mentale. Corto vincitore del Nastro d'argento a Venezia nel 1970.
Ego di Bozzetto certamente risente dello stile molto psichedelico di quegli anni, tuttavia perfettamente funzionale all'estremo contrasto fra una vita grigia e monotona tutto casa e lavoro (inutile) e la dimensione onirica che offre un paesaggio inquietante del subconscio del protagonista, un Signor Rossi qualunque dagli aspetti sinistri a dispetto di un quadro apparentemente rassicurante. Estremamente valido e sicuramente uno dei suoi migliori lavori.