hardcore regia di Paul Schrader USA 1979
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hardcore (1979)

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locandina del film HARDCORE

Titolo Originale: HARDCORE

RegiaPaul Schrader

InterpretiGeorge C. Scott, Peter Boyle, Ilah Davis, Dick Sargent, Season Hubley

Durata: h 1.40
NazionalitàUSA 1979
Generedrammatico
Al cinema nel Luglio 1979

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Trama del film Hardcore

Jake Van Dorn è un industriale di provincia, affermato e di solida moralità. Il suo calvinismo è anzi così pesante, che la moglie lo ha già abbandonato da tempo. Quando anche la figlia Kristen sparisce, mette in caccia un detective che la ritrova nell'ambiente della prostituzione e della pornografia. Van Dorn la raggiunge e la convince a seguirlo, ma non è ancora finita.

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Voto Visitatori:   7,64 / 10 (14 voti)7,64Grafico
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Voti e commenti su Hardcore, 14 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Filman  @  31/10/2023 11:35:20
   9 / 10
La caratura del capolavoro di un film come HARDCORE non risiede certamente nella sua capacità di rinnovare o rompere gli schemi, nel suo riscrivere il genere noir e i suoi stereotipi, mischiandoli con altri parametri nuovi. Anzi, questa pellicola gioca con ogni suo archetipo lucidandolo e risaltandolo: l'investigatore privato eccentrico; l'esplorazione oltre confine; i personaggi loschi che ritornano e i personaggi evanescenti che nessuno ha mai visto. No. Ciò che fa di questo film un capolavoro è la decisione di vestire questo noir moderno con un tema al passo coi suoi tempi, tempi in cui si stava espandendo la bolla del business del sesso, tra videotape e prostituzione.
Geniale tutta la prima parte, i cui dialoghi graffiano la mente per la natura perbenista, bigotta ma soprattutto tossica di queste famiglie radicali e provinciali. E geniale è il frantumarsi delle loro convinzioni quando l'iconico protagonista si interfaccerà col mondo contemporaneo, col mondo reale della città e le sue perversioni. E stupefacente è il modo in cui vengono ripresi questi ambienti a luci rosse, di ogni tipo e di ogni specie, dal più mainstream al più squallido, riempiendo di colori e personalità ogni scena di investigazione.
Paul Schrader inizia benissimo la sua carriera da regista con un film esplosivo, avente una sceneggiatura esemplificata che però riesce a cogliere al massimo le potenzialità del mondo americano e delle sue stranezze.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  14/04/2020 12:22:13
   8 / 10
Un autentico viaggio nello sconosciuto, mondi di cui si ignora l'esistenza perchè lontani dal nostro essere ma che in realtà ci sono e sono proprio dietro l'angolo.
Una discesa graduale e sempre più scomoda nel marcio e nello squallido universo del sesso dove Schrader non lascia proprio nulla all'immaginazione e ci trasmette lo stesso disagio che è costretto ad affrontare il protagonista nella disperata ricerca della figlia, una ricerca che alla fine lascia l'interrogativo che fosse più una necessità di accettazione che un tentativo vero e proprio di salvataggio.

Regia, fotografia (con neon blu da sexy shop underground predominante) e colonna sonora che, tra rappresentazione immedesimazione e netti contrasti di mentalità, più perfette di così non si poteva.
George C. Scott? Semplicemente la miglior performance della sua carriera, raramente si è visto un attore capace di reprimere così bene rabbia disgusto e disperazione dietro una maschera di sana risolutezza di principi.

Grande cinema, da vedere back to back con "Americam Gigolò", più glamour, e con l'estremo "Cruising" di Friedkin.

Goldust  @  14/01/2020 17:56:58
   6½ / 10
Un tuffo senza paracadute nell'America estrema del sesso a pagamento e un piccolo saggio civile sulle diverse mentalità che animano gli States, quella più puritana della provincia e quella più tipicamente libertaria ed aperta della città. Un grande George C.Scott ci accompagna per mano nella perdizione dei sexy shop e negli abomini di alcune produzioni cinematografiche ben oltre il limite del lecito; un viaggio crudo solo a sprazzi alleggerito dai siparietti tra il protagonista ed una prostituta fuori di testa che lo accompagna nel suo viaggio. Una pellicola non semplice che non regala certo emozioni e che, non nascondo, ho trovato anche pesante, in certi punti.

Italo Disco  @  21/07/2019 16:08:12
   9 / 10
Rivisto dopo un ventennio mi è piaciuto come quando lo vidi la prima volta. Regia classica come apprezzo io, un cast fenomenale dove primeggia Scott, fluidità nel racconto, ironia piazzata nei posti giusti, qualche colpo ben assestato... gli perdono anche un paio di banalità. Eccellente.

DogDayAfternoon  @  24/07/2018 13:58:16
   6½ / 10
Indubbiamente un film coraggioso per il tema trattato, non proprio mainstream. In realtà per quello che poteva offrire mi sarei aspettato più tensione, il film invece è abbastanza piatto e ripetitivo, servirebbe un po' di olio per far girare meglio gli ingranaggi. Eccezionale la prova di George C.Scott sul quale praticamente si basa la riuscita del film.

Interessante e da recuperare, anche se un pelino invecchiato.

VincVega  @  12/03/2018 19:45:45
   8½ / 10
Una dei migliori lavori dietro la macchina da presa di Paul Schrader. Un gran bel film, con un perfetto George C. Scott nei panni del bigotto Jake VanDorn, protagonista di un'autentica odissea alla ricerca della figlia in un'America molto distante dalla propria quotidianità, fatta di casa, lavoro e chiesa. E' proprio questo uno dei maggiori pregi, ovvero il contrasto tra i due mondi, oltre alla rappresentazione di una Los Angeles sudicia e sporca come non mai. Si entra a piene mani nel mondo del porno, genere che in quel periodo era diventato commerciabile per tutte le persone adulte. Jake dovrà andare contro i suoi principi e sguazzare nel viscidume per avvicinarsi alla verità. Strepitosa la parte finale, con prima la visione di uno snuff movie (sulle note di una versione messicana di "Riderà" di Little Tony!) e poi l'epilogo sulle strade ripide di San Francisco.
Oltre a George C. Scott, nel cast da ricordare anche il sempre ottimo Peter Boyle, Season Hubley e il divertente cameo di Hal Williams nei panni di Big Dick Blaque.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  03/08/2014 17:13:04
   8½ / 10
Lucidissimo viaggio nell'inferno del sesso a pagamento.
Paul Schrader, grandissimo sceneggiatore, qui è anche regista. Il modo in cui fa cozzare due visioni diametralmente opposte dell'America, la puritana-religiosa-bigotta e quella sessuale-libera-squallida, si fa ricordare grazie anche allo squallore di una fotografia urbana, oltre che alla prova attoriale grandiosa di George C.Scott.
Un film costruito in maniera magistrale: squallido e infernale, eppure non privo di una dose massiccia di humor nel mostrare l'adattamento progressivo di un elemento estraneo ad un mondo che non gli appartiene; privo di qualunque pretesa moralista, per cui non vi è una esaltazione a priori della provincia statunitense così come una condanna definitiva per il mondo del sesso. Quando si entra nelle dinamiche dello sfruttamento (c'è da dire che la vediamo da un lato di perenne sfruttamento) si scivola in situazioni difficili da controllare.
I conflitti dei personaggi e la rabbia, la vergogna, la caparbietà di George C.Scott sono una pentola a pressione pronta a saltare.
Ogni personaggio è scritto benissimo: nessun eroe senza macchia e senza paura.
Due sequenze indimenticabili: il momento, prevedibile e atteso, in cui il protagonista osserva la sua figlia innocente che viene sbattuta da due ragazzi; sul finale l'entrata in scena del circuito più nascosto e probabilmente mitico degli snuff movie, con tanto di filmino in bianco e nero con canzonetta romantica messicana, scena dissonante e neanche tanto violenta ma proprio per questo la più forte.

Bravissimi anche Peter Boyle e ancora di più Season Hubley: il suo personaggio ha lati che possono riassumere benissimo ciò di cui tratta l'opera; il finale, non proprio un happy ending, è indicativo della direzione asciutta ed equilibrata presa da Schrader che anche come regista sa il fatto suo.

DarkRareMirko  @  15/04/2014 01:36:16
   8 / 10
Altra grande prova per il regista americano, con un film molto coraggioso in generale, sia per i tempi, sia riguardo all'oggi (tipo il toccare certi temi, come sesso, porno e sue diramazioni, snuff, ecc.); tra i tanti meriti del regista, c'è quindi anche quello di aver dato uno sguardo ad un aspetto americano ai tempi magari non troppo approfondito (ed è proprio la mancanza di sguardo che spesso preoccupa).

Strepitoso duetto di attori Scott/Boyle, e ancora una volta il regista ci offre uno spaccato americano lercio e corrotto (proprio come farà per lo script di Taxi driver); magari sociologicamente e riguardo a caratterizzazioni, il regista farà di meglio riguardo a certe altre opere, ma anche qui emotivamente si respira un'atmosfera dura e pesante.

Ancora una volta torna il sesso Pasoliniano che tutto mercifica e che tutto sfrutta, dove le persone sono oggetti; del resto Salò è di 4 anni prima (ma il discorso vale pure per i nostri tempi e mi sa, per sfortuna, pure per il futuro).

Hardcore non si vede molto in giro purtroppo ma, del resto, non è proprio un film dle tutto mainstream; 8mm di Schumacher gli deve moltissimo.

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Ultima risposta 15/04/2014 01.37.52
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  04/04/2014 15:31:14
   7 / 10
"Hardcore" è imperniato su due delle innumerevoli facce dell'America: ovvero quella provinciale, puritana e benpensante in feroce contrasto con quella dei bassifondi metropolitani consacrata ad ogni specie di vizio. In questo luridume morale prende vita l'odissea di un padre angosciato, Jake Van Dorn è un industriale dello Iowa fortemente religioso, calvinista convinto e scrupoloso nel non farsi indurre in tentazione. E' un esempio di rettitudine per la piccola comunità di cui è elemento stimato.
Le cose cambiano dal momento in cui è costretto a recarsi nella sregolata California, luogo in cui figlia è scomparsa per poi riapparire brevemente come protagonista di un film pornografico.
Ritrovarla per l'uomo equivale a una discesa agli inferi, una missione senza possibilità di redimere chi si trova davanti, rischiando di farsi fagocitare egli stesso da quel mondo così ripugnante. Prostitute, sexy shop, papponi, produttori senza scrupoli, attori porno: sono presenze che diventano abituali nelle giornate di Jack, contraddistinte da un disperato brancolare nel buio.
Altalenante nel generare interesse il lavoro di Schrader riesce comunque a contrapporre con efficacia lo sbigottimento del protagonista davanti ad un mondo per lui incomprensibile, col quale tuttavia per gradi riesce ad entrare in contatto scoprendone l'ipocrisia oltre che i pericoli. Ad aprirgli gli occhi la dignitosa fragilità di un'attrice con la quale instaura un rapporto destinato a portare alla luce insospettabili egoismi, significativi nel ridurre le distanze da quegli sfruttatori che tanto denigra.
Jake indaga sino a imbattersi nell'estremo rappresentato da produzioni sadomaso e addirittura snuff, ritrovandosi costretto a infrangere i dogmi che l'hanno sempre guidato per raggiungere il proprio obiettivo.
Il cognato gli dice: " D.io ti ha messo alla prova", Jake la affronta senza fiatare, comprendendo che l'amore per la figlia vale molto di più dell'integrità richiesta dal suo signore.

JOKER1926  @  12/09/2013 02:39:29
   7 / 10
"Hardcore", produzione di fine anni settanta (1979) di Paul Schrader , è passato a testa alta nelle strade tortuose dei film e poi, col processo temporale, ha vissuto la morte.
Visionare oggi tale prodotto ha veramente un senso logico; la regia americana al tempo illustrò un palco scenico da scandalo che anche oggi, da noi, può trovare qualche disapprovazione bigotta, figuriamoci decenni fa.

"Hardcore" è la delucidazione di una società che si evolve scendendo di etica nel nome di una trasgressione acuta, per sfizio e per soldi. Il film non ha, effettivamente, tantissimi peli sulla lingua e fa vedere tutto ciò che vuole, senza fastidi, senza dubbi.
Su queste basi capta le proprie forme una produzione, quella di "Hardcore", sorprendente in più cose, a più riprese. La prima cosa che salta immediatamente all'occhio di un attento spettatore è la fattura di una fotografia di altissimo livello; specie all'inizio, negli interni, richiama quella de "L'esorcista" anche se i contesti e i connotati sono a distanze poco percorribili. Le musiche, magari non memorabili, sono sempre soddisfacenti. Le ambientazioni, parliamoci chiaro, sono il pilastro che mantiene tutti, o quasi, i sensi logici di una pellicola creata e gestita (sempre) sull'immagine, fra scalpore e dinamismo.
Il cast tiene botta e si esalta nell'icona di un forsennato George C. Scott sempre all'altezza della situazione in una prova non facile. Seguono poi tutti gli altri, Peter Boyle (nella parte dell'investigatore) porta altra acqua al mulino.
Se le manovre, in campo tecnico, sono giostrate con sagacia, si può a questo punto fare i complimenti pure al resto della pellicola, ovvero alla parte contenutistica.
La trama e la sceneggiatura, sin da subito, si dividono i compiti, come in una partita fondamentale.
La prima è impegnata nella gestione delle palle sporche cercando di sembrare quanto mai plausibile ed invitante, anche se non geniale. La vera arma di "Hardcore" è nella sceneggiatura, come un acuto playmaker, essa esalta tutte le circostanze, fra colori, scenografie e personaggi strampalati. La selezione di essi, l'elaborazione e la messa in scena rende il prodotto maggiormente interessante.

Si consiglia caldamente la visione, questo è il classico film che esula dai codici fissi del genere, viaggia fra spensieratezza e drammaticità (forse alle volte forzata come nel finale) ad alti ritmi cercando di proporre qualcosa di nuovo e carino. Al tempo la novità fu registrata appieno, in modo irrevocabile. Questo è dunque il concetto fondamentale che porta alla visione.

BlueBlaster  @  12/04/2013 01:47:36
   6½ / 10
Nulla di entusiasmante, forse all'epoca (quando il porno "per tutti" era sul nascere) sarà stato un film trasgressivo e coraggioso ma ora come ora non stupisce ma anzi può far sorridere...
Un bigotto che gira tra la feccia della California ossia un mangialtari all'inferno...George C. Scott non l'ho proprio visto bene in questo ruolo e in pochi casi sa dare la giusta espressività al personaggio e stranamente succede nelle poche scene ironiche!
La storia è carina e ricorda un po' il successivo "8 mm" di Schumacher che tratta sempre il tema della discesa, anzi nello sprofondamento, nel mondo pornografico e delle trasgressioni.
Il personaggio che ho preferito era il produttore cinematografico il quale è davvero molto divertente, divertente quanto inguardabili sono anche le camice hawaiane indossate da Scott o i suoi camuffamenti da regista porno...
Qualche scena forte qua e la...qualche scena divertente e un pò di interessanti nudità fanno raggiungere la piena sufficienza al film che sennò sarebbe stato un tantino noioso e scontato!
Paul Schrader è sicuramente più portato come sceneggiatore che come regista e qui si vede molto la sua inesperienza dietro la mdp!
Buono solo per metà...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  27/01/2011 00:46:06
   8 / 10
Ci sono molti tratti autobiografici presenti nel film di Schrader: tutto il retroterra culturale di provenienza di Van Dorn è quello da cui proviene il regista stesso. Hardcore quindi diventa la tragica scoperta di un mondo di cui si conosce l'esistenza ma da cui rimanerne distante.
Uno straordinario George C. Scott percorre fino in fondo questa strada nel quale la sua visione dogmatica della vita vengono messe in crisi, cambiandolo profondamente.
Un film intenso nel mostrare due lati fortemente contrastanti della nazione americana.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  17/03/2008 10:10:20
   6½ / 10
Sarà per l'indiscutibile talento come sceneggiatore ma da Schrader e da un soggetto molto interessante come quello di Hardcore mi sarei aspettata molto di più. La trama è intrigante, un padre disperato, un invasato religioso che vive in una provincia americana simbolicamente rappresentativa del Bene si cala negli inferi della Los Angeles dei film a luci rosse, della droga e della prostituzione per recuperare la figlia scappata da una realtà troppo limitata e provinciale. Questa specie di road movie del peccato è una grandissima occasione sprecata, perchè sebbene gli attori mi siano piaciuti, le scene forti sono state ben ripulite, ed il mondo "corrotto e sporco" del porno e della droga è sicuramente ritratto in una maniera fin troppo leggera. Il finale poi non è davvero convincente. Credo che il film risenta molto del tempo trascorso. Rimane comunque interessante da vedere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  02/07/2007 20:56:24
   8 / 10
Esageriamo? 8. Sarà anche vero che George C. Scott come attore non mi ha mai ispirato grande simpatia, nonostante la sua indiscussa bravura (forse a causa di certi suoi odiosi personaggi probabilmente) ma la sua prova è ancora una volta superlativa e questa doppia esperienza di attore e regista è un'operazione davvero di tutto rispetto.
"Hardcore" - affine per certi versi a un'opera ben più discussa come Cruising - è un thriller superbo: una requisitoria impetuosa sul mondo della pornografia e dello sfruttamento femminile, con momenti di humour nero che in realtà (v. Jake che si traveste da produttore porno e fa i provini per cercare notizie sulla figlia) raggelano il sangue.
Lo stesso personaggio di Jake, deciso a tutto e pronto a mettere in discussione la sua stessa moralità, è indimenticabile

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