diaz regia di Daniele Vicari Italia, Francia, Romania 2012
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diaz (2012)

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locandina del film DIAZ

Titolo Originale: DIAZ

RegiaDaniele Vicari

InterpretiJennifer Ulrich, Monica Barladeanu, Elio Germano, Claudio Santamaria, Pippo Delbono, Sarah Marecek, Davide Iacopini, Aylin Prandi, Renato Scarpa, Mattia Sbragia, Paolo Calabresi, Alessandro Roja, Rolando Ravello, Emilie De Preissac, Ralph Amoussou

Durata: h 1.30
NazionalitàItalia, Francia, Romania 2012
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2012

•  Altri film di Daniele Vicari

Trama del film Diaz

Luca è un giornalista della Gazzetta di Bologna (giornale di centro destra) che il 20 luglio 2001 decide di andare a vedere di persona cosa sta accadendo a Genova dove, in seguito agli scontri per il G8, un ragazzo, Carlo Guliani, è stato ucciso. Alma è un'anarchica tedesca che ha partecipato agli scontri e ora, insieme a Marco (organizzatore del Social Forum) è alla ricerca dei dispersi. Nick è un manager francese giunto a Genova per seguire il seminario dell'economista Susan George. Anselmo è un anziano militante della CGIL che ha preso parte al corteo pacifico contro il G8. Bea e Ralf sono di passaggio ma cercano un luogo presso cui dormire prima di ripartire. Max è vicequestore aggiunto e, nel corso della giornata, ha già preso la decisione di non partecipare a una carica al fine di evitare una strage di pacifici manifestanti. Tutti costoro e molti altri si troveranno la notte del 21 luglio all'interno della scuola Diaz dove la polizia scatenerà l'inferno.

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Voto Visitatori:   7,53 / 10 (116 voti)7,53Grafico
Migliore produttore (Domenico Procacci)Migliore montatore (Benni Atria)Miglior fonico di presa diretta (Remo Ugolinelli, Alessandro Palmerini)Migliori effetti speciali visivi (Storyteller Maruio Zanot)
VINCITORE DI 4 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Migliore produttore (Domenico Procacci), Migliore montatore (Benni Atria), Miglior fonico di presa diretta (Remo Ugolinelli, Alessandro Palmerini), Migliori effetti speciali visivi (Storyteller Maruio Zanot)
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Voti e commenti su Diaz, 116 opinioni inserite

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jorge2388  @  20/04/2012 12:13:00
   9 / 10
Difficile trovare qualcosa che non vada in questo film italiano, una regia ben studiata ed elaborata che riesce a rendere in maniera empatica tutta la violenza dell'evento. Il silenzio sceso in sala durante l'intervallo è stato surreale, ma ha dimostrato quanto il film abbia colpito nel segno. Si volevano descrivere dei fatti agghiaccianti che hanno toccato la nostra nazione ed è stato fatto tutto con un iperealismo. Altro elemento di vanto per questo film sono stati i dialoghi; riportati tutti nelle lingue originali dei paesi di provenienza dei manifestanti hanno mostrato che la tragedia non è stata solo italiana ma mondiale. Ottimi gli attori, Santamaria ed Elio Germano su tutti, che hanno messo, senza protagonismi la loro bravura a servizio della storia. Il film fa riflettere sulla violenza che l'uomo si porta dentro e su come questa quando prende il sopravvento se non domata dalla razionalità faccia uscir fuori tutta la Bestia e l'istinto animale che c'è in noi, incoraggiato da un ruolo di potere che dà la spinta e l'alibi ideale per lasiarsi andare agli istinti più primordiali e irrefrenabili.

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gianni1969  @  20/04/2012 03:27:33
   9 / 10
dopo cesare non deve morire,un altro grande film italiano. grande lavoro di regia,e di montaggio che alterna riprese dell'epoca a ricostruzione. ovviamente un pugno nello stomaco,forse piu' che all'epoca dei fatti,perche' col passare del tempo l'incaz.zatura tende ad insediarsi nella testa. cmq un grande film. ora non mi resta che guardare il film di giordana,sperando in un terzo capolavoro italico. e sarebbe anche ora

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Ultima risposta 20/04/2012 21.03.51
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paride_86  @  20/04/2012 01:56:09
   7½ / 10
Girato come un documentario, "Diaz" è la (purtroppo) fedele ricostruzione di ciò che avvenne in Italia durante il G8 di Genova nel 2001.
Triste, atroce e doloroso pugno allo stomaco per lo spettatore, soprattutto se italiano e democratico.
Tanti attori famosi ma nessun protagonista: l'ingiustizia - conclamata dalle leggi italiane - domina la scena.

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ValeGo  @  19/04/2012 15:55:22
   8½ / 10
E' assurdo che in uno stato democratico possano succedere fatti così gravi, assurdo che un qualunque cittadino possa essere nel giro di 5 minuti, pestato a sangue, arrestato e torturato, assurdo che chi dovrebbe tutelare i cittadini si lasci andare a barbarie di tal genere, assurdo come i diritti umani possano essere violati con così tanta facilità, assurdo che la violenza possa essere usata come mezzo di repressione e umiliazione senza che nessuno paghi per quel che ha fatto, assurdo come le prove possano essere inquinate con l'omertà e la connivenza, assurdo come nelle caserme possano succedere violenze inimmaginabili. Assurdo che tutto ciò sia accaduto qui da noi pochi anni fa. Possibile che non esista ancora una legge contro la tortura? Che schifo!

Mi è piaciuto molto il fatto di integrare le scene con le riprese vere di quei giorni e ho apprezzato il fatto che non sia stato un film nettamente "di parte" ma oggettivo e interamente basato su fatti documentati e testimoniati.

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Ultima risposta 20/04/2012 12.52.32
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  18/04/2012 23:28:06
   8½ / 10
Questo film di Daniele Vicari non vuole raccontare per immagini qualcosa che sul piano del significato storico, politico, costituzionale è già stato ampiamente dibattuto in tutti i giornali democratici, le TV, la Magistratura, i Partiti, le parti sociali, l'editoria, etc. giungendo quasi unanimemente a conclusioni di dura condanna nei confronti del folle comportamento della polizia nel G8 di Genova, 2001, innescato da ordini provenienti da forze istituzionali superiori, tuttora oscure. Se il film avesse voluto fare ciò, si sarebbe avuto in tal caso una sorta di ripetizione, seppur con nuove e varie sfumature, di quanto di meglio in termini di chiarezza era stato già formalizzato e analizzato dal dibattito, nelle istituzioni democratiche, su quel tragico evento.

Ricalcare qualcosa, con questo film, di quella denuncia civile-sociale su quei fatti di estrema gravità avrebbe avuto l'effetto di una lagnosa ridondanza, tra l'altro espressa in una forma di scrittura diversa e forse troppo breve come quella filmica che avrebbe prodotto probabilmente solo un ricordo schematico, appena tratteggiato di come sono stati violati, in un paese a costituzione democratica come il nostro, i più elementari diritti umani.

Daniele Vicari perciò non è un regista di denuncia civile, come comunemente si crede, è in realtà un vero artista che vuole creare pathos, secondo se stesso, a prescindere dai contenuti, perché porta sullo schermo fatti e cose già in gran parte noti nella loro problematicità etica di fondo: quindi prive per un film di valenze emotive legata alla sorpresa amara di uno scandalo, e alla conseguente sua indignazione.

Vicari estrae magistralmente dagli eventi storici reali, drammatici, negativi qualcosa che messo in immagini riesce a sconvolgere immediatamente molto di più di quanto accade nelle normali scritture già fatte, legate a quei fatti, ne deriva anche un potenziamento dell'indignazione dello spettatore rispetto alla normale portata emotiva della violazione dei diritti umani più elementari, è qualcosa che agendo anche sull'inconscio dello spettatore lo porta vicino a una visione speciale, ad esempio connessa alla sensazione che può dare un film horror. Lo spettatore prova quindi commozioni forti che per forza di cose con la scrittura filmica non si intellettualizzano perché fanno parte dello specifico del dispositivo filmico, che è idoneo a shoccare soprattutto in virtù dell'impressione di realtà; ecco apparire allora nel racconto un nugolo di dettagli e particolari raccapriccianti, sconvolgenti, immessi in un meccanismo letterario fantasioso, ma esteticamente efficace, che regola gli eventi in una forma di romanzo sociale, in un crescendo ben preso in uno stile neorealistico che lascia esterrefatti per senso di verosimiglianza con il reale più noto.

Vicari presenta i fatti salienti e poi di essi formula qualche indizio interpretativo ritornando con i personaggi corali al momento in cui è stato dato l'ordine chiave dell'attacco alla scuola Diaz da parte delle forze di polizia, ripetendo in quell'istante alcune frasi di quel momento per far capire che si ripete con nuove scene qualcosa di prima ma che nel proseguo sorprenderà e stupirà perché spiegherà un comportamento già visto ma prima ignoto nella sua struttura più profonda. Un meccanismo letterario efficace che toglie ogni dubbio sul presunto stile documentario del film che proprio non esiste, Diaz è un film che ha una forma estetica che avvince e lega lo spettatore alla poltrona, dandogli la sensazione di essere in presenza di una vera e propria forza ipnotizzante e suggestiva che prende a prestito più di due millenni di letteratura per meglio impressionarlo.

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Ultima risposta 20/04/2012 12.51.37
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  18/04/2012 17:15:52
   8½ / 10
Ombelico del mondo e crogiuolo di culture, la Scuola "Diaz" di Genova divenne, un po' per pianificazione e un po' per motivi di forza maggiore, una struttura destinata alla libera informazione, il luogo deputato ad accogliere i manifestanti pacifisti avversi alle dure leggi del capitalismo minacciate dagli esiti della riunione del G8. L'uso dei sottotitoli scelto fin dall'inizio della pellicola tende a smorzare questo senso di multietnicità quotidiana, fatta di naturali indicazioni in soccorso di un amico, di aiuti per qualcuno che si è perduto, di distribuzioni di cibo, di richieste per ottenere un semplice pernottamento o acquistare i biglietti dell'autobus. Sarebbe stato interessante se le didascalie fossero state mantenute anche durante i dialoghi in italiano, oppure se i nostri connazionali avessero parlato (in un grande gioco al rilancio ulteriormente provocatorio) un po' in tutte le lingue meno quella che conosciamo meglio. Alle facce generiche dei vari studenti/giornalisti/passanti italiani, spagnoli, tedeschi, francesi, finlandesi (e chi più ne ha più ne metta), si unirono improvvisamente quelle nascoste dai caschi blu dei corpi di polizia.

Intrecciando il bisogno di un iter narrativo accattivante con i percorsi dei vari stanziati accidentali della Scuola, Vicari ricalca un po' il disegno drammaturgico dell' "Elephant" vansantiano, dove la momentanea deformazione di alcuni aspetti della realtà accentua i valori emozionali ed espressivi, convivendo in questo caso con il turbamento dello sguardo dalla finestra di fronte verso il labirinto dei corridoi del collegio. Il regista ricostruisce quella folle notte del 21 Luglio 2001 con testardaggine e angosciante realismo, lasciando allo spettatore un forte senso di colpa e di scoramento per via delle umiliazioni inflitte agli occupanti della Scuola e ai deportati presso la caserma-lager di Bolzaneto.
Nessuna inquadratura "pulita" o ricercata per l'irruzione della polizia, ma un'invidiabile e acuta coesione: quella di un massacro indiscriminato di cose e persone, la distruzione completa di corpi inerti che stavano lì a far tirare il fiato alle loro coscienze. E che invece si ritrovarono a mescolare, in questa notte di matite spezzate, il loro sangue con quello di altri simili completamente indifesi, in balia della forza vendicativa e orripilante di uomini di stato trasformatisi in cieche macchine da guerra. Dolorosa dose di ferocia e approssimazione, l'azione dimostrativa dei poliziotti offende e macchia la dignità della nostra democrazia, e ci fa vergognare perchè apparteniamo a questo "paese dei furbi", ormai vittima di un processo di involuzione civile irreversibile.

Ponte perfetto tra il vuoto democratico dell'Italia berlusconiana di allora e l'emorragica situazione economica dell'attuale governo Monti (il caso vuole che l'ultima immagine del film ritragga alcuni rilievi territoriali parzialmente impervi!), e passando attraverso la bocciatura del governo Prodi per la costituzione di una commissione d'inchiesta sui fatti del G8, "Diaz" arriva in un momento durante il quale il nostro paese continua a martoriare, per via di una politica votata all'estetica grigia e spietata degli istituti di credito, chi è finanziariamente più debole, demonizzando l'eutanasia e favorendo una recente serie di suicidi "assistiti", a dimostrazione del fatto che spesso il sopruso psicologico miete più vittime di quello fisico. Agli occhi dei paesi stranieri abbiamo compromesso la nostra credibilità. Siamo arretrati civilmente: da Hotel più bello del mondo siamo passati a un Ho(s)tel fatto di torture truculente e scioccanti. Le vittime delle sevizie così sdoganate appaiono fragili come una bottiglia di vetro scagliata contro le auto delle forze dell'ordine: si frantumano in mille pezzi e cedono alla velocità del mezzo. Niente a che vedere con la gentilezza degli antagonisti, i quali nascondono con se' contenitori pieni di liquido infiammabile. Siamo tutti pronti per il brindisi? Prosit.

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Ultima risposta 20/04/2012 18.34.37
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Rand  @  18/04/2012 16:38:57
   9 / 10
Finalmente sono andato a vederlo, pensare che più di un decennio fà ero anch'io nelle strade di genova, a manifestare dopo l'omicio di Carlo Giuliani, assieme ad altre centinaia di migliaia di persone, per vedere i lacrimogeni sparati sulla folla inerme, il sevizio d'ordine improvvisato, che non è servito a niente, la paura di donne, vecchi e bambini che camminavano con le mani alzate, cercando di sfuggire alla coltre di lacrimogeni che avanzava, sono scappato anch'io, perchè di fronte alla violenza dello stato non c'è logica che tenga. Lo stato ha armi, mezzi e gli uomini per usare entrambi, la democrazia è solo un paravento, serve agitarla ogni tanto, perchè la massa pensa di vivere in uno stato democratico a tutti gli effetti. Sapevo che non era così, lo sempre saputo, ma ha Genova ho visto il vero volto dei "servitori" quello che traspare anche in Diaz. Gente armata di manganelli con cui far saltare denti, spaccare crani, rompere braccia, lacrimogeni per far star male, e le pistole e i fucili, in caso ci sia bisogno di fare il morto. Ecco questi dovrebbero essere esseri umani, ma probabilmente sono solo un involucro di qualcosa che era prima di arruolarsi, un essere umano. Ora sono solo disumani, sono perchè sono ancora lì, in sevizio, nel 7 celere, nei reparti della Polizia, in quelli dei carabinieri, gente il cui credo è la violenza, ma che per fare quello che hanno e che continuano a fare spesso devono "farsi" di qualcosa, qualsiansi cosa, coca, anfe. Perchè puoi essere disumano, ma se nel guscio c'è attaccato ancora una coscienza quelle cose le rivivi, le puoi seppellirle, ma riaffiorano, tranne a quelli che ormai sono un involucro vuoto, sostenuti da rabbia, odio, frustrazione. Vicari ha creato un film potente, che non dà tregua, ti prende a manganellate, ti fà anche piangere, poi ti fà rabbia e infine tristezza. Perchè nessuno ha pagato, i poliziotti, i dirigenti, i politici, sono tutti ai loro posti, convinti di averla fatta franca. Ma si sbagliano, perchè l'odio è contaggioso, forse questo non l'hanno capito dopo genova, anche se il 15 novembre dell'anno scorso il 7 celere ha avuto una sorpresa a Roma. Finalmente hanno incontrato i famosi Black block sbandierati in ogni dove 10 anni prima, solo che questo volta le valorose forze dell'ordine non hanno avuto a che fare con manifestanti indifesi. Ecco mi chiedo se abbiano capito il perchè delle pietre che gli hanno sfondato i caschi, delle molotov, delle biglie di ferro. Se tu massacri senza motivo chi dovresti proteggere scavi un solco, che crea la rabbia, il risentimento e l'odio, che fermenta e inevitabilmente cresce, e non è con la logica dei manganelli che risolvi il problema, perchè un giorno il conto ti verrà prensentato. Comunque sto divagando, ma è difficile parlare del film, perchè tutto quello che bisognava dire è stato già detto, le manganellate, le torture, le umiliazioni, mostrate senza un briciolo di autocompiacimento sono il più efficace atto di accusa che mostra una cosa: la ferita di Genova è ancora aperta, e fino a quando i colpevoli non verranno condannati e licenziati dal servizio lo stato dimostrerà di essere privo di etica e giustizia. Il film mostra i fatti, mostra anche i black block, che alla fin fine sono stati usati come pretesto per scatenare la macelleria in stile cileno che ha portato al ferimento più o meno grave di 93 persone. Plaudo a Daniele Vicari, che senza grandi nomi, tranne Elio Germano e Claudio Santamaria a fatto un film di grande impegno: sociale, politico, umano. Ha messo tutti sullo stesso piano e poi ha mostrato i fatti, senza liceità, a parte su personaggi come i ragazzi francesi Black Block, per mostrare chi potevano essere, e per far vedere caso raro nel cinema, che anche un teppistello smargiasso che fà il duro alla fin fine è un essere umano, r ha paura, come tutti.
Andate a vederlo, se non siete stati a Genova quei giorni, questo film vi mostrerà ciò che è stato, non distogliete lo sguardo, non pulite questo sangue, perchè tutto ciò può ancora accadere.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  18/04/2012 00:35:57
   8 / 10
Se Vicari avesse ripulito il suo film di qualche dettaglio lezioso il risultato sarebbe stato anche migliore. Ma Diaz resta una pellicola lucida, onesta (certo il cinema trasfigura, che scoperta..), tale che solo uno spettatore ebbro di preconcetti può intravedervi una ripartizione fra demoni e santi. Si deve piuttosto apprezzare la documentazione nitida della crudeltà, perché sarebbe stato facile ridurla a un sentimento innato, appartenente solo a gente da sempre deviata, piuttosto che lasciar intendere quanto pesino sull'agire dell'uomo le dinamiche del branco cui appartiene. Per quanto riguarda i riferimenti alla politica avariata, sono pienamente legittimati dall'evidenza dei fatti. Aggiungo solo una cosa, che non c'entra con l'opera in sé. Nella scheda pubblicata sul sito del "mio" cinema è stato scritto "film per ragazzi". Forse un errore, o forse una bella intuizione.

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Ultima risposta 20/04/2012 16.27.49
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  17/04/2012 20:58:32
   7½ / 10
Per Genova chiesi due giorni di ferie, che non mi vennero concesse. Avevo evitato magari di trovarmi qualche costola fracassata o di finire, da onesto cittadino, in una squallida centrale di polizia e magari sì in una specie di prigione post-atomica, ridotto con i vestiti a brandelli in uno stato civile. Esagerato? Non direi proprio. Nessuno poteva dirsi "fuori gioco", per il rischio latente, l'incontrollabile macchina di un potere meschino, dove piace a tutti (ma sì) rispolverare l'antico squadrismo che tanto rimpiangiamo. Ma quello che piu' ti indigna è sapere che qualche amico di vecchia data (uh quante liti sull'argomento, su quei terribili giorni...) darebbe ancora oggi ragione ai poliziotti. Ciò che ripugna è sapere che, alzando i vessilli tiepidi dell'antidemagogia che cerca sempre "i buoni qua e i cattivi là" (cfr. Marlene Kuntz docet) ci saranno ancora tante emerite teste di m... che troveranno tutto questo esagerato e poco credibile. Perchè a Genova andavano puniti i pensieri, come in certi capri espiatori degli anni 70"? Non stupitevi se in questi giorni si legge l'ennesima assoluzione su Piazza della Loggia, se i veri esecutori fanno vita beata, questa è l'Italia.
Ed è quella che racconta benissimo Vicari, con uno stile a metà tra il documentaristico e l'instant-movie che, vagamente, sembra ricordare l'Altman di Nashville. Vicari però esaspera i toni lasciando qualche vago e intenso bagliore del nostro (inutile?) idealismo (ritrovato nel modo peggiore?).
Comincia il film con il G8 che rassicura - nei nefasti tg nazionali - la massa sul "bisogno di salvare l'economia mondiale" - sono trascorsi piu' di 10 anni e il mondo sprofonda nella m... grazie a queste incoraggianti promesse.
Ma dopo tanto buonismo sociale (v. il poliziotto Scamarcio del film di Placido sul 68" che voleva "stare con i dimostranti", senza manganelli in vista), dopo visioni tardoromantiche dei Movimenti e sommosse, ci voleva proprio il film che mettesse a nudo una scomoda verità cercando di evitare, magari, anche gli stereotipi poliziotteschi di cui non sono esenti nè Acab nè tantomeno il rigido film di Giordana su Piazza Fontana.
Esperimento riuscito in parte, se è vero che la brutalità coincide spesso con una "normalità" talvolta assente nei volti invasati della Benemerita (?). Vicari poi contrappone alla violenza del film una rappresentazione un pochetto stucchevole dello spirito giovanilista. Le didascalìe finali, poi, così anonime, sembrano sminuire in modo sconcertante tutta la rabbia vissuta e lordata allo spettatore fino a poco tempo prima.
Eppure il film è e resta efficacissimo. Alcuni momenti riportano al miglior cinema di denuncia sociale italiano - quello degli anni 70" proprio così - su tutti l'assalto alla Diaz o la "visita" dei parenti e amici ai ragazzi divisi dal filo spinato e dalla privazione della libertà. Immagini che il miglior Costa-Gavras (pensiamo a Missing, dopotutto non a caso) non avrebbe potuto immortalare meglio.
Un film pertanto Importante nella sua asprezza espressiva, a ricordarci tutto ciò che è potuto accadere in una specie di Democrazia, prima della fine del mondo. Un'autentica tragica Orgia di potere.

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Ultima risposta 20/04/2012 12.52.42
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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  17/04/2012 00:01:01
   8 / 10
Da far tremare le vene ai polsi.
Una delle più grandi vergogne del nostro paese che nessun processo, nessuna condanna, nessun perdono potrà cancellare.
Bravissimo Vicari a fondere in modo perfetto la cronaca degli eventi con la fiction narrativa, ben congegnata la sceneggiatura che, con un bel gioco di flashforward, alterna tre punti di vista chiave della storia.
Durissimo nella rappresentazione della violenza e delle umiliazioni subite dalle vittime (a quanto pare, addirittura addolcite dalle testimonianze ), il film si limita ai fatti, non potendo garantire alcuna risposta a tanta, inumana e bestiale furia da massacro.
Necessario, un sangue che non deve essere lavato per davvero perché questa cosa è successa in un paese civilizzato, poco più di dieci anni fa, sembra assurdo...

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Ultima risposta 20/04/2012 12.52.30
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Gruppo STAFF, Moderatore Kater  @  16/04/2012 22:31:42
   9 / 10
Veramente disturbante.
Per quanto si possa aver sentito, visto, ascoltato su ciò che è successo alla Diaz non si riesce ad arrivare preparati ad una pellicola del genere. Tutto questo è accaduto QUI, non in un luogo lontano con uno Stato di Polizia e un dittatore delirante.
Era qui, di fianco a noi.
Pazzesco.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  16/04/2012 22:18:27
   10 / 10
Sono indeciso sul fare un commento lungo o corto. Vada per il lungo.

Perché DIAZ è un film terribilmente lungo. Un'agonia, una tragedia in cinque atti, una tortura (esattamente come quelle dei cops), un pugno nello stomaco? No. Non diciamo caz.zate. Un pugno nello stomaco sono film per bambini come A Serbian Film, Visitor Q etc etc..
Questo film non è un pugno nello stomaco, ma è tutte quelle manganellate, pestate, sediate che si sono presi quei poveri innocenti di tutto il mondo, solo tutte insieme.

" In c.ulo ai poliziotti corrotti che impalano i poveri cristi e li crivellano con quarantuno proiettili, nascosti dietro il loro muro di omertà. Avete tradito la nostra fiducia!"

Non esagero nel dire che DIAZ è in assoluto il film più violento che abbia mai visto, e probabilmente il più violento mai realizzato. Un film con cui ho lottato, al limite tra il vomito e le lacrime, ho lottato. E non mi sono coperto gli occhi. Mai.

Sto facendo un commento a sentimento, senza sbavature politicoidi e sociologicoidi perché davvero mi fanno pena. Non c'è un beneamato ca.zzo da dire su questo film da quel punto di vista. Parlano le immagini, lo fanno da sole. NON si deve offendere ulteriormente la dignità di quei ragazzi innocenti (e non solo ragazzi, a quanto pare) con discorsi da democristiani omertosi, da fascisti, da ignavi senza un minimo di midollo, da terrorizzati, da conniventi del Potere. Qui non è questione di politica, di partiti, di democrazia. L'Italia (lo diceva De Felice negli anni '50, De Felice che fu il più grande studioso italiano del fenomeno Mussolini) non è e non sarà mai un paese democratico. Ma non lo è a livello di mentalità. "Mica tutti i poliziotti sono così". Con questa mentalità di mer.da si raggiungono i terribili risultati enunciati dai pochi e devastanti titoli di coda.
Il paradosso italiano, il paradosso di questo film è che il cinema, l'arte hanno anticipato mostruosamente il processo di giustizia. E' uscito nelle sale un film che denuncia i colpevoli e quei colpevoli sono non solo a piede libero, ma anche in servizio. Questi maiali difendono la nostra vita tutti i giorni. I criminali, a difenderci.
L'arte non dovrebbe farsi gli affari della politica, della storia. L'arte mostra, non dimostra nulla. Ma non dimostra nulla perché dimostrare è di competenza di altri enti! Ma è aberrante che in uno stato che si vanta di essere democratico solo il cinema abbia levato un grido di sconvolgente, di potentissima, di enorme protesta per questa carneficina! Una carneficina avvenuta in una scuola, luogo di pace e di cultura, in una città splendida come Genova, in tempo di pace, ad opera della polizia contro un gruppo di ragazzini anoressici e con la sfortuna di avere la mentalità esuberante del "famo la rivoluzione". La sfortuna di avere genitori (indimenticabile scena finale) benestanti su cui appoggiarsi economicamente, di avere libri su cui studiare e forse pensare, di avere una vita pacifica da poter spendere come si vuole. E soprattutto l'ingenuità di pensare che questo stato, lo stato fascista descritto da Pasolini in Salò, lo stato della Dc, lo stato del Potere, della mafia, dell'amico americano, dell'informazione comprata, del Vaticano possa davvero sopportare l'ondata di libertà portata in tutto il mondo da quei poveri giovani scapestrati (e non sto parlando dei Black, ma ho paura che mi si accuserà di difendere anche costoro), che tutto volevano fuorché sfondare i cu.li, e che i cu.li se li sono trovati sfondati dalla repressione fascista, assetata di sangue, non ancora paga dei forni crematori e votata alla tortura, al sopruso, all'umiliazione, alla morte dell'anima e del corpo.

Mi si creda, il mio è un commento di sfogo. Non intendo proclamare alcuna verità che non sia già stata stancamente urlata da ogni persona intelligente che sia nata sul suolo italiano (a partire da quell'ultimo, troppo lucido, Pasolini, così lontano ormai, eppure così presente) ancora prima che nascessi e ancora dopo che sarò morto.

L'unica cosa che ho desiderato all'uscita dal cinema è stato avere davanti a me quei ragazzi massacrati per abbracciarli e baciarli uno per uno. Perché essi davvero, in un mondo oscuro e senza alcun dio consolatore degli afflitti e dei perseguitati per causa della giustizia, sono sale della terra e luce del mondo.

Don't clean up this blood.

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Ultima risposta 25/04/2012 11.47.35
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winning  @  16/04/2012 17:43:41
   7½ / 10
Bene bel film di propaganda, girato abbastanza bene, ma con gli attori da rivedere perche sono al limite della fiction. Il mio commento, si, questo e' un film che se lo va a vedere un adulto di 25-30 anni in su' puo' essere capito e ragionato, ma visto che il film non e' stato censurato a nessuno neanche ai bambini o i ragazzi di 13-14-15-16-17-18-19-20 anni che all'epoca dei fatti erano solo bambini o neonati, lancia il puro messaggio pericoloso: ecco questa e' la polizia, una massa di squilibrati e senza coscenza che pesta le persone innocenti e i manifestanti uomini puri, santi e vittime della polizia cattiva, senza pensare al risvolto che puo' avere sulle menti di questi ragazzi di oggi fomentati dalla coattaggine che gira nella societa'. Questo perche' guarda caso quando si parla dei manifestanti si fa' distinzione tra 2 categorie i manifestanti pacifici e i manifestanti cattivi, mentre nel film non viene menzionata neanche nel finale un epigrafe che sottolinea a chi vede il film che la polizia e i poliziotti non sono tutti come quei 100 squilibrati, ma ci sono anche quelli onesti e con la coscenza di un uomo, che soffrono per le problematiche del paese come i manifestanti pacifici o i normali cittadini, facendo ogni giorno il loro lavoro per le strade di tutta italia effettuando
almeno 1000 interventi al giorno per salvaguardare il cittadino da rapine, furti in case e ville, aggressioni a donne ad anziani, in incidenti stradali, in quartieri dove vige la supremazia della mafia o della camorra ecc.... Ecco questo e' lo sbaglio del film non aver per niente accenato la distinzione che fa' la differenza. Per questo lo reputo un film di propaganda pericolosa per i
giovani ragazzi e dopo anche un film di denuncia giusta per quei fatti che mai e poi mai si dovrebbero ripetere, perche' il rispetto del prossimo e' la prima cosa in una societa' civile.
Messo in questo modo il film potrebbe essere paragonato ad un film che racconta la vita di Hitler, Stalin, Saddam mostrandoci i rapporti familiari , sentimentali e poi la morte di questi individui senza menzionare la storia crudele e i crimini della loro vita, un ragazzo di 11-12-13-14-15 anni che lo andrebbe a vedere senza conoscere la storia cosa penserebbe che erano bravi uomini e bravi papà. Quindi ritengo che sarebbe stato piu' giusto completare il film denunciando tutta la guerra di Genova e non solo un fatto grave........

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kerkyra  @  16/04/2012 17:01:44
   8 / 10
E' un raro esempio di film ben fatto e socilamente utile.... E' un pugno nello stomaco ma serve tantissimo, non perdetelo!!!

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marcodinamo  @  16/04/2012 12:39:52
   9 / 10
Asciutto, tragicamente perfetto. Una pellicola da non perdere per ricordare come in quei giorni in Italia venne sospesa la democrazia. E non importa conoscere le identità reali di picchiatori e picchiati. Per ciò che concerne la convivenza democratica quella scuola avrebbe anche potuto essere infestata da assassini nazisti, semplicemente quella cosa NON SI DOVEVA FARE!

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Invia una mail all'autore del commento tnx_hitman  @  16/04/2012 11:24:20
   9 / 10
La piu'grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale?

Io replico correggendo alcuni tratti di frase descrivendo questo film come"la piu' grande rappresentazione della degenerazione del livello di mentalita' medio italiano da molti anni a questa parte".Ormai siamo gente perduta in un oblio,se ci scheriamo dalla parte dell'anarchia contro chi il Paese non lo sa gestire,allora l'autorita' fara' in modo di sradicare sia chi compie atti fuori dall'ordinario e sia chi ha iniziato a formare gruppi omogenei che vanno contro-corrente con il sistema giudiziario italiano(senza se e senza ma,soprattutto come sottilinea questo film senza alcuna pieta'),se ci schieriamo dalla parte del giusto e sottostiamo a chi crediamo che il Paese lo sappia gestire,allora dopo qualche riforma partorita male e che sfocia nel peggio causando conseguenze distruttive e indelebili nell'animo umano piano piano abbiamo una parte di noi che cerca ribellione...ma nel nostro profondo sappiamo che fine potremmo fare se ci sbilanciamo dalla parte degli anarchici.I Black Block e altre organizzazioni che hanno ormai perso il lume della ragione esistono perche' siamo arrivati ad un punto nella nostra societa' in cui la pazzia e' all'ordine del giorno,e dopo un po' che i politici irresponsabili tentano in tutti i modi di tenere per le redini il crollo economico e sociale del nostro paese,fallendo miserabilmente,ecco che tutto quello che di buono c'era in una persona scoppia e viene pervasa dalla rabbia incontrollabile e incontrastabile,causando reazioni che portano a questi tipi di episodi.E" tutto un giro senza fine...non ci possiamo fare nulla.

Quindi noi italiani che posizione dobbiamo prendere?In che universo siamo capitati?Quando finira' tutto questo?Quando ritorneremo ad essere esseri umani e non animali che abbaiano a tutto cio' che e' sbagliato o a tutto cio' che e non si puo' piu' sopportare in Italia?Quando ci saranno politici maturi,che non complottano che non si ritirano che hanno le pal.le per affrontare tutto questo?Ci saranno episodi di questo calibro anche nei prossimi anni?Quanti interrogativi e quanto sono rimasto sveglio tutta la notte dopo aver visto questa pellicola.

Una grande perla italiana che fa riflettere molto.9 pieno.

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Teofilatto  @  16/04/2012 02:38:32
   8½ / 10
il pregio più grande di questo film, cmq ben fatto, è quello di essere memoria storica di un fatto agghiacciante...e di rendere noto e ricordare all'opinione pubblica la nuda e cruda verità .
Troppo spesso succede che crimini ed ingiustizie rimangano impuniti, come pare accadere anche in questo caso...ma qst film serve proprio a non dimenticare questo, x rinnovare la condanna verso tanto orrore.
Cadono le braccia x davvero nel prendere atto della bassezza dell'essere umano, e viene "il latte alle ginocchia" ancor di piu' se pensiamo che a compiere simili porcherie siano spesso le forze dell'ordine...composte anche da molti uomini senza un briciolo di umanità: mi chiedo se questi cani li peschino ed arruolino già cosi' pezzenti dal peggio che la società odierna possa offrire, o se il lavaggio del cervello che subiscono durante l'addestramento sia cosi' deleterio e mostruoso. E non si tratta solo dei semplici celerini...ma anche dei funzionari che li coordinano e guidano.
Una massa di delinquenti della quale avere paura, dA CONDANNARE E COMBATTERE

Giulio422  @  16/04/2012 01:34:07
   7½ / 10
al di la dell incursione nella Diaz,3 sono le cose che risultano veramente pesanti:

-) sapere che chi è stato massacrato era estraneo alle violenze di Genova,
-) oltre al pestaggio e alla deviazione delle prove a favore del feroce intervento (tipo le 2 molotov piazzate dai poliziotti), si aggiunge l 'umiliazione perpetrata nella caserma
-) e non meno importante, ma anzi terribile è vedere che alla fine nessuno o quasi è stato condannato per tali atti.

immagini forti e anche a tratti disturbanti, ci raccontano come dice il trailer una delle più grandi violazione dei diritti umani elementari in uno stato che si definisce democratico.

Bravo il regista ad aver raccontato il tutto

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Ultima risposta 20/04/2012 12.56.31
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Wally  @  16/04/2012 00:33:22
   8 / 10
Tante emozioni tanti perchè! E SOPRATTUTTO TANTA RABBIA!
Questo film è un pugno nello stomaco... La violazione dei diritti, l abuso di potere e il massacro di persone innocenti è scioccante e soprattutto se IMPUNITO!

Questo regista ci mostra come sono realmente andate le cose dentro la scuola DIAZ e ce lo mostra in maniera macabra e furente... Per me che sono un animale senza cuore certe scene soprattutto quelle con cui è protagonista la ragazza straniera sono state proprio un pugno nello stomaco.

Quasi un capolavoro... Ma personalmente l ho trovato troppo a PRO dei manifestanti... Ok non parla d altro effettivamente... Il titolo dice DIAZ perciò si narra un fatto ma se dovessimo parlare di tutto???
Innanzittutto vedere la mia città, MIA PERCHE' IO CI SONO NATO, CI SONO CRESCIUTO E CI RISIEDO TUTTORA, stuprata da questi manifestanti violenti mi mette una rabbia in corpo che guai...

Ma lo sai che la macchina che stai distruggendo è di un uomo che se l è pagata con il sudore della fronte? lo sai che la vetrina della banca che stai distruggendo è proprietà di un uomo che mette in affitto i muri? lo sai che il cassonetto della spazzatura che stai bruciando lo pago io con le tasse??? BLACK BLOCK DEI MIEI COSIDDETTI!
Il signor Vicari oltre che parlare dei manifestanti doveva preoccuparsi anche di parlare delle persone che Genova la vivono e la mandano avanti... terrorizzate! Persone che come mia madre quel giorno lavorava in ferrovia a Brignole scortata dalla polizia ferroviaria passando una giornata di tentate molestie e offese!

Levando questo la Polizia alla DIAZ ha fatto schifo e non ci sono dubbi... Ma realmente la colpa di chi è? dei burocrati? di quei pezzi di mer.da che se ne stanno seduti dietro una scrivania... Non bisogna accanirsi solo con le forze dell ordine ma con tutto il sistema!!! E per come la vedo io il massacro alla DIAZ è ingiusto solo ed esclusivamente perchè ci hanno rimesso degli innocenti perchè se ci fossero stati veramente i Black Block sarei andato personalemente a stringere la mano ai Poliziotti...

IO Poliziotto sono li a lavorare, TU piccolo e insignificante Black Block sei li per scelta e devi prenderti la responsabilità delle tue azioni!

Anche li poi... E con questa chiudo... Se avessero voluto evitare questo massacro bastava che questi Grandi 8 cogl.ioni si fossero visti di nascosto all Area51 o su una piattaforma petrolifera in mezzo all oceano! INVECE TUTTO QUESTO VI HA FATTO COMODO e noi ancora scemi che ci scanniamo tra di noi per VOI!

BUONA NOTTE! guardate sto film! Dont Clean Up This Blood!

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Ultima risposta 24/04/2012 18.51.14
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valis  @  15/04/2012 14:51:07
   10 / 10
film devastante di vicari che, con grande coraggio, apre gli occhi sulla mattanza argentina perpetrata nella scuola diaz.
la cosa che mi ha colpito e che il regista ha dovuto diminuire la dose massicia di violenza, sadismo, ferocia e mancanza totale di umamità, se si può ancora considerare esseri umani, cosa di cui dubito, coloro che hanno assalito i manifestanti.
un ultima osservazione, ho sentito il commento di un cosidetto "critico" dalla barba bianca e con segni evidenti di degenerazione senile dire "la polizia siano noi, anche quando sbaglia dobbiamo sempre avere fiducia nelle forze dell'ordine" spero che un giono il nostro passi quello che hanno passato quelli della diaz e poi ne riparliamo.
mi vergogno di essere italiano.

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Ultima risposta 20/04/2012 12.55.50
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lampard8  @  15/04/2012 13:25:32
   9 / 10
Un fulmine a ciel sereno. Vicari ricostruisce con certosina precisione le giornate del G8. Giornate di lotta, di rabbia, di sangue, di sesso, di violenza, di umanità, di birra e di volontà comune.

Un pugno nello stomaco necessario, per non cancellare il sangue versato e per non lasciare tutto nell'oblio.

Grande docu-fiction-film, tanto di cappello.

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Ultima risposta 20/04/2012 12.58.55
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  14/04/2012 15:26:55
   9 / 10
Per la prima volta da quando scrivo su Filmscoop mi trovo quasi in difficotà nel commentare un film. Avevo quasi del tutto rimosso certe immagini, spingendole in un angolino remoto della mia testa perchè troppo assurde ed eccessive. Guardare Diaz significa riviverle per una seconda volta.

Per quanto la pellicola tratti un tema abbondantemente discusso e illustrato su tv e giornali, la potenza dello schermo amplifica a dismisura l'orrore e la rabbia per quanto accaduto il 21 luglio del 2001. Incredibile come Vicari riesca a fondere alla perfezione documenti e finzione, soffermandosi sui particolari senza risparmiare proprio nulla allo spettatore. Una lucidità incredibile da parte del regista, tanto da stringere lo stomaco in una morsa dalla quale è difficile liberarsi.

E'un prodotto che fa parecchio male. I titoli di coda sono forse la parte più dura - nessun celerino dei partecipanti alla mattanza è stato sospeso dall'incarico - per una storia in cui la sentenza della cassazione non è ancora stata emessa. Sono uscito dalla sala completamente a pezzi, con un mix di bruttissime sensazioni addosso. Arrivato a casa ho letto che addirittura l'ex portavoce del Genoa Social Forum ha criticato il lavoro di Vicari accusandolo di essere debole a causa dei troppi sconti alla polizia. E da qui, ieri non più preso sonno.

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Ultima risposta 20/04/2012 14.22.07
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*blackmamba*  @  14/04/2012 13:35:42
   8 / 10
Anche se prima di vedere il film avevo visto i video delle testimonianze su internet e sapevo cos'era avvenuto sono rimasta ugualmente sconvolta, non riuscivo a prendere sonno stanotte. Il regista non si è inventato niente purtroppo, non ha esagerato, tutto questo è successo veramente. Le storie sono solo accennate perchè secondo me lo scopo era mostrare quello che è successo, senza soffermarsi su qualcuno in particolare, l'obiettivo era far riflettere su un fatto terribile che non va dimenticato. Chi dovrebbe proteggerci dalla violenza gratuita è invece il primo a dare sfogo alla sua rabbia repressa su persone più deboli e innocenti: la maggior parte dei poliziotti di quella notte hanno usato il manganello per puro divertimento, hanno abusato del loro potere in caserma, hanno umiliato ragazze terrorizzate dalla paura (anche il fatto che ha molte sia venuto il ciclo quella notte a causa della paura e abbiano detto di usare dei giornali è vero, e ancora più sconvolgente è che in mezzo a quei poliziotti c'erano anche donne, ugualmente sadiche). Qualche mese fa una persona di dubbia intelligenza, che farebbe meglio a stare zitta invece di dire idiozie una dietro l'altra, ha detto "gli uomini delle forze dell'ordine anche se sbagliano non sono mai assassini". Ciò vuol dire che un poliziotto, solo perchè in divisa, ha il diritto di fare ciò che vuole? Se quella notte ci fosse stato un altro morto, e poco c'è mancato, sarebbe stato un assassinio molto più grave di tanti altri, nato dall'odio verso "le zecche comuniste di sinistra", come le chiamavano loro. Tante balle inventate per poter giustificare la violenza delle forze dell'ordine quella notte. Terribile.

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Ultima risposta 21/04/2012 12.18.26
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simonssj  @  14/04/2012 12:14:41
   7 / 10
Terribile ricostruzione di quel che accadde quei giorni.
Al di là dei meriti di aver fatto luce su quella pagina nera, rimane un film con troppe storie appena accennate e troppo fine a se stesse, peccato. Cmq da guardare

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Ultima risposta 20/04/2012 13.00.33
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ziotom77  @  14/04/2012 10:16:35
   7 / 10
Quello che è successo alla Diaz non si deve dimenticare...
Quel sangue non si deve cancellare...

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Ultima risposta 20/04/2012 13.00.45
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