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Chiamarlo esordio registico o primo lungometraggio è una parola grossa ma l'esperimento parodico di WHAT'S UP, TIGER LILY? è tutt'altro che fallito, benché non si possa realmente parlare di esperimento cinematografico ma più concretamente di uno spettacolo da cabaret multimediale. Woody Allen è stato il primo a far ridere con il ri-doppiaggio, quarant'anni prima di Youtube.
È un esperimento e va preso come tale, è la prima valvola di sfogo di un estro creativo che va ancora incanalato nella giusta direzione. Qui destruttura e ricompone un B-movie giapponese, ridoppiandolo fa emergere il lato comico giocato sugli equivoci, tecnica che oggigiorno è frequentemente usata nel web per storpiare demenzialmente una pellicola.
Siamo nel '66 e Allen è ancora uno sperimentatore. L'idea geniale è quella di doppiare stupidamente un film già parecchio stupido. Per capirlo ci ho messo un po', e devo ammettere che in certi punti, soprattutto alla fine, ho riso parecchio. In generale però non amo il Woody delle origini (a parte "Prendi i soldi e scappa"), preferisco qualcosa di più strutturato e tecnico. Completamente inutili le parti metacinematografiche. Il film di base credo sia una delle cose più trash mai viste. Doppiaggio italiano fantastico.
Un Woody Allen degli esordi, qui alla sua prima o seconda esperienza cinematografica, che ci propina un pazzo film di spionaggio pseudoremake di un precedente film jappo (in cui però a far da collante a tutta al vicenda non era un'insalata, bensì un segreto microchip).
Gli attori sono ok, qualche gag è riuscita, ma Allen successivamente sfornerà lungometraggi di ben altra qualità. Il suo apporto (aiuto nel doppiagigo, coregia, ecc.) comunque fà guadagnare una qualità quasi discreta alla pellicola.
Bella la scena dello spogliarello bloccato da Allen stesso nell'ultimissima sequenza ed il briciolo di metacinematografia presente, dove lo stesso Allen viene intervistato.