Un ex marine viene coinvolto suo malgrado nel tentativo di stabilirsi su di un pianeta particolarmente ricco di specie vegetali ed animali e di sfruttarne le grandi risorse: quando però la razza indigena si ribellerà a questo colonialismo cosmico, l’uomo passerà dalla loro parte per guidarne la rivolta.
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Rivisto appositamente in TV per non lasciarmi influenzare dal 3D. La prendo alla larga. L'efficacia affabulatoria dell'esotismo è indiscutibile, Verne e Salgari ce l'hanno insegnato in letteratura, il cinema western dei pionieri ha recitato la stessa parte per i nostri nonni e per noi, da una da una quarantina di anni ad oggi, c'è la fantascienza a svolgere tale compito. Visto pertanto che ogni generazione ha diritto al proprio Guerre Stellari, Cameron si è assunto il compito di soddisfare adolescenti e i post-adolescenti e colmare il vuoto nel primo decennio del nuovo secolo. Detto questo, stabilita la funzione "sociale" del film, Il giudizio complessivo non è difficile, emerge in modo evidente ogni aspetto negativo e positivo dell'opera, non esistono altri possibili schemi di interpretazione (e da Cameron non me li aspetterei comunque) tali da rendere una critica contestabile e soggettiva, insomma si è già detto tutto: debole e superficiale il soggetto e la sceneggiatura, strabiliante e innovativo l'uso della tecnica digitale. Personalmente non stravedo per questo regista che reputo un ottimo tecnico nella confezione filmica ma non dotato di quella personalità artistica in grado di fornire il l'opera-capolavoro da tramandare ai posteri: quando fra 20 anni tutti gli action movie utilizzeranno le stesse tecnologie si parlerà ancora di Avatar come capolavoro o se ne citerà semplicemente l'importanza storica come iniziatore di un nuovo approccio tecnico? Quanti oggi definirebbero capolavoro il primo film sonoro o il primo film a colori? La sufficienza è dettata più che altro dalla volontà di non scontrarmi con i sostenitori più agguerriti e dall'insulto gratuito.