amanda (2022)

Una storia abbastanza semplice ma con dei personaggi caratterialmente complessi e complessati da una vita che non li soddisfa.
Cast e regia mi sono sembrati precisi e puntuali, la sceneggiatura ha un'intelaiatura costruita bene con dialoghi semplici ma efficaci, mostrando anche un pizzico di humor ben assestato, utile all'autonomia di una storia fondamentalmente amara ma speranzosa.
Un prodotto italiano discreto, meritevole della visione.

Ma che razza di esordio italiano è questo?
Ok che la seconda parte è meno incisiva (non ricordo nemmeno come va a finire). Ok che la regia strizza un po' troppo l'occhio al primo Wes Anderson (la stessa Amanda altro non è che una Margot Tenenbaum un po' più cattiva)... Ma non vedevo qualcosa di così originale e fuori dagli schemi nel cinema italiano (in un esordio peraltro) da anni. Finalmente uno stile comico diverso dal solito, finalmente un personaggio protagonista respingente e antipatico (e non sempre i soliti sfigatelli carini e coccolosi), finalmente una storia diversa nella comicità moderna italiana!
Persino Porcaroli e Mezzogiorno, attrici che non ho mai apprezzato granché, risultano essere perfettamente in parte con personaggi divertentissimi.

Un film dalle tonalità particolari, almeno in ambito italiano. Personalmente ricorda il primo Wes Anderson, per il carattere ed i personaggi surreali, inseriti in una storia dal sapore vagamente vintage. Amanda è una ragazza di 25 anni ma in fondo ancora un'adolescente. Senza amici e con enormi difficoltà di relazionarsi con gli altri, in primis con la propria famiglia, i cui componenti si distinguono per la glacialità del loro atteggiamento. Si farà carico di un'amica d'infanzia ridotta peggio di lei, Rebecca, una specie di hikikomori giapponese rinchiusa nella stanza della proria casa. In fondo il film sottolinea quello che è un paradosso della nostra società attuale, tutta inteconnessa, ma incapaci di realazioni vere ed è quello che cerca Amanda, incapace di amare ma desiderosa di essere amata. Tematiche non nuove però, come detto, esposte con uno stile molto personale dalla Cavalli. Merita un'occhiata.