l'illusione viaggia in tranvai (1954)

Un Bunuel lontano dai suoi capolavori grotteschi e surreali,ci regala una simpatica commedia dal sapore neorealista,dove il viaggio del vecchio tram per Città Del Messico appare come un pretesto per affrontare con leggerezza tematiche sociali,politiche e religiose.
Una pellicola godibile ed un occasione per vedere un Bunuel diverso dal solito,un minore ma degno di una visione.

L'idea del racconto situazionale, quasi on the road, che cerca di scoperchiare le varie realtà della società in maniera spiritualmente neorealista è molto interessante, ma il cuore narrativo, nel tipo di comicità, nelle linee di dialogo, nei personaggi e in tutto il contesto è tra il vecchio e il banale. Luis Bunuel non ha mai portato avanti con costanza le sue idee artistiche, producendo a singhiozzi film d'autore memorabili ma anche una lunghissima serie di film modesti e leggeri, mostrando un doppio passo nella sua carriera di cui LA ILUSIÓN VIAJA EN TRANVÍA rappresenta quello zoppo ma anche quello d'appoggio.

Un lavoro discreto e, probabilmente, l'opera nella quale più si nota la critica anticapitalistica del regista (a tratti il messaggio è proprio chiaro).

Un pò surreale lo è tutta la vicenda, che annoia di rado e che per lo più si lascia vedere.

Tutto nella media, ma il maestro ha fatto di meglio, sia nel suo periodo messicano, che in altri lidi.

Pellicola minore e poco conosciuta di Bunuel ,girata nel periodo messicano con un budget esiguo.
Il film , una commedia grottesca con sfumature nostalgiche , che parla di due impiegati che decidono di farsi un ultimo giro notturno sul "loro" tram , destinato alla rottamazione di li a poco. Ovviamente durante questo giro di commiato i due incroceranno tanti eccentrici personaggi.
L'opera viaggia su binari cari al regista spagnolo , il suo stile c'è e come sempre spicca il marchio riconoscibile rispetto ai film dell'epoca.
La storia è un mix calibrato fra elementi surreali , critica alla religione ,commedia e dramma e intrattiene a dovere senza annoiare.
Ci sono alcune sequenze che nel tempo sono diventate abbastanza famose , come la recita iniziale o la suora col crocifisso , guarda caso le scene dove l'autore sottolinea maggiormente la sua posizione verso la chiesa.
La pellicola ovviamente non è perfetta , non ha la genialità tipica del cineasta iberico e non lascia tantissimo a fine visione , tuttavia merita una visione sia per completezza che per i pregi appena elencati.

Delizioso ma di Bunuel ho preferito altro. Una commedia in cui l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Anche se il tram va su rotaie, i percorsi sono meno predefiniti di quanto uno può immaginare, possono sempre deviare e recare sorprese più o meno piacevoli.

Molto minore di Luis Bunuel. "L' Illusione Viaggia in Tranvai" ha parecchi punti in contatto con "Salita al Cielo" essendo un altro on the road, questa volta a bordo di un tram tra le vie di Città del Messico. Emblematico il teatrino della "pastorela" di tema biblico messo in scena anche dai due tranvieri (e il teatro di posa inteso come luogo da "riprendere", sarà ripreso poi per esempio nel Fascino Discreto della Borghesia). Dello sketch dopolavorativo ne sarà annullato il secondo atto, non a caso la redenzione dell' umanità per mezzo della Passione di Cristo, ma che sarà praticamente interpretato dal vecchio mezzo di trasporto - rubato per non essere demolito - in questo viaggio a tratti surreale dalle molteplici fermate di una realtà fotografata documentaristicamente, che forse a volte ha bisogno di qualche piccola illusione.