yannick - la rivincita dello spettatore (2023)

L'uomo comune e l'arte, un rapporto che può essere complicato e forse anche privo di una comunicazione. In questo film l'uomo comune o presunto tale è uno spettatore teatrale che ha preso un giorno di ferie, preso il treno viaggindo 45 minuti e camminato altri 15 per giungere a teatro. Lo spettacolo lo annoia, ma invece di subirlo passivamente si alza e protesta vewrso gli attori. Uno spunto semplice che si traduce in film dai toni assurdi, tipici di Dupieux, e dal forte retrogusto pirandelliano, quando lo spettatore molesto viene prima allontanato poi ci ripensa e torna in sala armato di pistola. Con la pistola si ribalta il rapporto perchè adesso è il centro dell'attenzione prendendo il posto degli attori sul palco, che inconsciamente lo invidiano. Breve film, appena un'ora, ma piuttosto complesso per le implicazioni al suo interno.

Cinema nel teatro...o teatro nel cinema. Quello che a prima vista può sembrare un esperimento metateatrale si trasforma invece in un film imprevisto, quasi surreale. Durante una rappresentazione avviene un evento imprevisto che sovverte regole, che potrebbe dare l'impressione di un esploit di uno spostato; ma si crea un rapporto dialogante tra i protagonisti dove ad un tratto sembra che pubblico ed attori si fondano, dove anche gli attori paiono diventare protagonisti. Tra il serio e la commedia il prolifico Dupieux mette una scena, tramite un mediometraggio, una piece davvero particolare, di sicuro sorprendente e nulla affatto scontata. Alcune persone vengono messe a nudo nella ulteriore dimostrazione che le vittime possono diventare carnefici. Potrebbe essere tutta finzione...ma il finale ci ricorda che la realtà è sempre in agguato a spegnere la fantasia. Uno di quei film da vedere almeno una volta nella vita.