virgin mountain (2015)

Piccola perla islandese. Il tema di uomini soli, vergini in età avanzata, non è nuovo, ma è una tematica spesso affrontata con ironia demenziale; "Virgin mountain", invece, è un dramma intenso ma mai pesante, che narra la storia di un uomo buono, gentile, parecchio obeso e impacciato nei rapporti sociali. Una storia di gelida solitudine che non scade in patetici happy ending, anche se apre uno spiraglio, senza consolare né demoralizzare ulteriormente quegli uomini che, come il protagonista, si ritrovano involontariamente soli.

Film senza grossi acuti ma comunque sincero e piacevole.

La "montagna Vergine" a cui allude il titolo è un omone, vergine appunto, che sembra appagato e non dalla sua vita monotona e priva di qualsiasi eccesso. Qesto fino a quando non conosce una donna...
Ma attezione, per fortuna non avremo una storia d'amore infiocchettata per il povero protagonista, vietato zucchero e buoni sentimenti.
Una storia triste, anche per come finisce, che parla di solitudine, depressione ma non proprio di riscatto.
Chissa' come mai questo accanimento, forse a causa del luogo da dove viene la pellicola...
Da vedere

Non c'è cattiveria in Fùsi, non c'è malizia nè rancore. La sua vita piuttosto ordinaria viene sconvolta dall'incontro con una donna che riuscirà, con le sue paure, i suoi problemi e le sue insicurezze, a fargli tirare fuori un carattere e una volontà che forse non sapeva di avere.
Il film di Kari è una dramedy molto tirata per quanto concerne le atmosfere che si respirano e le sensazioni che trasmettono i suoi protagonisti, ed è soprattutto Gunnar Jonsson che riesce a offrire una grande prova, capace di coinvolgere e interessare fino alla fine. La flemma narrativa che caratterizza questa pellicola è quasi un marchio distintivo di un certo cinema del nord Europa, capace di raccontare storie drammatiche in maniera lineare, semplice e senza eccessi, mantenendo quel basso profilo che lo rende interessante e curioso.
VIRGIN MOUNTAIN è appunto un esponente di questo genere: interessante, semplice ma particolareggiato, meritevole della visione.

Quarantenne obeso, privo di vita sociale e mai stato con una donna, residente ancora con la madre, fissato con la costruzione di plastici in cui rievoca le grandi battaglie della seconda guerra mondiale: questo è in breve il ritratto di Fusi, omaccione tanto enorme quanto innocente e gentile, per nulla disagiato o infelice, semplicemente anestetizzato nel limbo costruito attorno a poche ma significative figure di riferimento e a qualche hobby o fissazione, tipo quella di chiedere ogni sera un pezzo metal alla radio, o di concedersi tutti i venerdì sempre lo stesso piatto al solito ristorante thailandese.
Due incontri casuali cambieranno l'immobilismo in cui è racchiuso, la nulla interazione con un mondo di cui ha precisa percezione ma con il quale preferisce non interagire verrà così annullata. "Virgin Mountain" è allegorico isolamento che l'Islanda, per ragioni geografiche e atmosferiche, rappresenta da sempre. Fusi è emblema vivente di tutto ciò, vittima inconsapevole di un ambiente alienante da cui si emancipa attraverso un percorso mai buonista e soprattutto equilibrato nell'evitare approcci eccessivamente consolatori.
La pellicola di Dagur Kari elegge l'altruismo come punto di partenza nella presa di coscienza, minimalismo e delicatezza racchiudono le linee guida di un'esistenza pronta a svelare nuovi risvolti di un io fino a quel momento dormiente, andando incontro a confini (non solo mentali) pronti ad essere abbattuti.
Il cinema islandese si conferma capace di cogliere emozioni e sentimenti in maniera profonda: davvero ben costruito e giustificato il cambiamento del protagonista, modulato in maniera graduale ed emotivamente inattaccabile.

L'Islanda si conferma nuova frontiera del cinema. Un film tanto semplice quanto emozionante. Poetico, profondo e minimale, dai paesaggi tormentati e scarni come l'animo del gigante protagonista, debole,timido e schiacciato dalla società. Una storia che tocca il cuore, delicata e vincente. Non serve poi molto per confezionare un gran film.

buon film sorretto dalla produzione dell'esperto Kormakur . è un finto gioco di specchi diove il protagonista ,felice nel suo essere ai margini della società , scopre casualmente il mondo esterno grazie a un rapporto con una donna che al suo contrario sembra tanto sicura ma è tanto problematica quanto lui .
Buone le interpretazioni , dall'Islanda spesso escono film belli

Un omone grande e grosso, dalla stazza pari al suo candore. Il personaggio di Fusi può trarre in inganno. E' vero, la sua vita è monotona e abitudinaria, perfettamente scandita, nessuna particolare pretesa, ma non per questo si può definire depresso. E' un bambinone di quarant'anni che tratto aldifuori del suo quotidiano comincia gradualmente a crescere, mantenendo comunque la sua innocenza. Andare all'esterno di quella che è la routine opera dei cambiamenti in egual misura in cui la sua figura a sua volta influenza quella degli altri. Un personaggio ben costruito, come ben costruita è la sua evoluzione nelle sue molteplici sfumature. Un piccolo chicca dalla fredda islanda.