Norimberga 1948. Un tribunale americano giudica quattro magistrati tedeschi accusati di aver applicato leggi palesemente inique, di avere consentito pratiche di sterilizzazione, di avere contribuito alla strage del popolo ebreo. Sul banco degli accusati siedono un giurista, un inquisitore e due funzionari.
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Ho sempre pensate che fosse il più bel film e la più bella riflessione sulla seconda guerra mondiale. Un'opera che ci mette di fronte al dualismo colpevolezza/innocenza. I colpevoli sono veramente i soli colpevoli? E gli innocenti sono veramente solo innocenti? Il confine che divide la colpa dall'innocenza è così netto? La storia, si sa, la fanno i vincitori coprendo così le proprie magagne per evidenziare solo quelle dei vinti. Forse è un bisogno dell'uomo avere punti di riferimento fermi e incrollabili. Ora però sappiamo tanto di più su quello che successe in quegli anni e le nostre sicurezze manicheistiche hanno cominciato a vacillare 'leggermente'... Un film intelligentissimo, del quale non conosciamo il finale (non trattandosi del ben più noto processo di Norimberga ai gerarchi nazisti), e quindi adattissimo ad una riflessione aperta. La suspence è forte, e la conclusione trae una morale sacrosanta. Grandissimi tutti gli interpreti con un ricordo particolare al geniale Montgomery Cliff, ai grandissimi Lancaster e Schell nonché al sempre toccante Spencer Tracy. Ottimi anche Richard Widmark, Marlene Dietrich e Judy Garland.